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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 10-03-2006, 15.51.05   #61
gyta
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Messaggio originale inviato da tammy
Tutti noi ce la prendiamo con la storia
ma io dico che..
G. Gaber

Ah.. Tammy!! Graaande!
Grande..(Gaber!)!

Citazione:
Messaggio originale inviato da bside
Il dato numerico, nudo e freddo, non scalda i cuori.

Sì.. Questo è vero.
(ma.. i portafogli.. Si! )
Citazione:
Messaggio originale inviato da bside
L'economia è come il motore di una macchina. Se vuoi fare strada, dev'essere efficiente, ma poi bisogna dire che direzione si vuole prendere, dove si vuole andare, ovvero che tipo di società si vuole costruire. E qui entrano in gioco le diverse culture politiche ovvero i riferimenti culturali di uno schieramento e dell'altro, che pure esistono e sono diversi.
Anche questo è vero.
Eppure ben poche armi ci sono se non nell'illustrare
il più chiaramente possibile cifre e dati..
e naturalmente ciò che viene comunque a pesare è la direzione..
poiché ogni "rapporto" mostrato (su fatti concreti) non può essere scindibile dal suo possibile utilizzo in finalità dichiarate.. Ancora una volta effettivamente entra in gioco più che l'idea.. l'ideologia di fondo.. volente o nolente..
Un ideologia può comunque essere viva e vivificata nel continuo rinnovamento della realtà a cui attinge forza e direzione..
Allora saranno rispettate le idee di base ri-valutate, ri-discusse, fondate sull'attuale e le dottrine sterili man mano lasceranno il posto ad una realtà di collettiva costruzione, non più esclusivamente ideologica.. cosa che in linea di massima già sta avvenendo in entrambe le 'fazioni'.. con tutte le eccezioni..

Citazione:
Messaggio originale inviato da bside
..A che serve il realismo economico, quando secondo una ricerca le motivazioni che spingono al voto sono per lo più emotive, irrazionali e psicologiche?

Pensi che un governo di centro sinistra, sia in grado di produrre sempre e comunque crescita economica, stabilità, maggiore produttività e occupazione e che tutto questo basti a creare e mantenere il consenso? Secondo me no.

Domanda.. legittima!
Poni bene nell'accento a "motivazioni psicologiche"..
ma queste sono le stesse che affondano radici nell'ideologie di fondo!! Porre mano a dati concreti, esigere che tale trasparente posizione sia centrale politica dei rappresentanti al governo è camminare verso la caduta di un muro ancor più spesso quello dell'assuefazione al pensiero cristallizzato, verso una sensibilizzazione reale alle problematiche non più bloccate da filtri ideologici facendo crollare definitivamente ogni occulto potere dell'irrazionalità.
I cosiddetti "motivi psicologici" altro non sono che una ricerca profonda di sicurezza.. in modalità "delega"!!
Allora attraverso la trasparenza si obbliga lo stesso elettore-cittadino a porre mano direttamente ai propri affari e non viceversa!
Certo la mia è.. teoria.. ma la sua attuazione non è poi così lontana dalla possibilità che ciò divenga comune prassi.



Gyta
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Vecchio 11-03-2006, 08.52.49   #62
bside
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>Porre mano a dati concreti, esigere che tale trasparente >posizione sia centrale politica dei rappresentanti al governo >è camminare verso la caduta di un muro ancor più spesso >quello dell'assuefazione al pensiero cristallizzato, verso una >sensibilizzazione reale alle problematiche non più bloccate >da filtri ideologici facendo crollare definitivamente ogni >occulto potere dell'irrazionalità...


Non sono molto convinto di questo.

Si tende in genere a parlar male delle ideologie contrapponendole al realismo, al dato oggettivo.

Secondo il Garzanti, l'ideologia è (tra le altre) << un sistema d'idee che costituisce la base per l'azione politica a sociale>>.
Ideologia come struttura, come fondamenta...insieme di strumenti (culturali) che mi consentono di leggere ed interpretare e comprendere la realtà del mondo che mi circonda.

Senza di essi non potrei operare delle scelte, giudicare buona o cattiva una riforma, stabilire quali azioni politiche siano convenienti, funzionali e coerenti al MIO sistema di valori e di credenze, che non sarà mai OGGETTIVO o NEUTRO, ma sempre e comunque parziale (!).

Anche il tuo modo di pensare è, alla fine, ideologico (come quello di tutti), dato che poni come centrale (secondo il tuo sistema di valori e convinzioni) dell'azione politica il PIL, il "dato oggettivo" e non parli invece di diritti, di democrazia, di giustizia sociale, di pace che non si possono misurare e quantificare...

Non esiste più la destra e la sinistra, dobbiamo essere tutti uniti nel costruire la piramide della libertà. Ecco l'ideologia che va di moda oggi.

bside is offline  
Vecchio 11-03-2006, 10.06.59   #63
ancient
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Messaggio originale inviato da bside
[BNon esiste più la destra e la sinistra, dobbiamo essere tutti uniti nel costruire la piramide della libertà. Ecco l'ideologia che va di moda oggi.[/b]

vallo a dire a Berlusconi, che continua a lanciare strali ai "comunisti".
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Vecchio 11-03-2006, 10.21.37   #64
klara
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...un filmato...

http://video.google.com/videoplay?do...29105834987595
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Vecchio 11-03-2006, 11.03.48   #65
oizirbaf
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Messaggio originale inviato da klara
...un filmato...

http://video.google.com/videoplay?do...29105834987595

... visionate gente, visionate!

Ascoltate le parole di Schultz (tradotte sotto il filmato) su Diritti e Doveri uguali per tutti (a cominciare dal "mandato di cattura europeo": è questo che ha fatto inc... il nostro) e soprattutto la risposta (...silvica "ironia" contro "cattiveria" del kapò) sui "turisti della democrazia". L'Europa ha riso ... ma noi no!

Da Destra e da Sinistra, se abbiamo dignità, cacciamolo democraticamente! Potremo tornare a dividerci ...ma con Regole uguali per TUTTI.


ciauzzzzzoiz
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Vecchio 11-03-2006, 19.59.34   #66
Weyl
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Tutto è relativo

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Messaggio originale inviato da bside
Rispondendo a Gyta





Al di là dei dati economici quindi, agli elettori direi:

-Se volete che si affermi una cultura di pace, non date il voto a chi è a favore della guerra;
-Se volete che si affermi una cultura della solidarietà e della tolleranza, non date il voto a chi dell'intolleranza e della xenofobia fa una bandiera;
-Se volete che si affermi una cultura della legalità, non votate condannati ed inquisiti vari e chiunque cerchi di sottrarsi al giudizio della magistratura in modo truffaldino;
-Se pensate che solo uno stato laico possa garantire i diritti di tutti e rispettare le libertà di ciascuno nel reciproco rispetto, non votate dei baciapile e a chi si fa dettare l'agenda politica dal vaticano




Al di là delle fedi calcistiche, quindi, agli elettori replicherei:

1) Se credete davvero in una laicità dello stato e nei valori per cui, dopo due secoli, ancora l'occidente soffre i crampi di stomaco della digestione Illuministica, allora non date il voto a chi pretende di porgere le terga a chi, per puro miope calcolo in vista di un beneficio immediato, è pronto a svendere tutto al fondamentalismo;
2) Se pensate che due secoli di carneficine in Europa siano più che sufficienti e possano bastare perchè una riflessione difficile realizzi quell'identità comune dell'Europa nel cui embrione, fragile, essa sta germogliando: allora non date il vostro consenso a chi pretende di esporlo a tutti i contagi e a tutte le intemperie che un'immigrazione sregolata e tumultuosa comporterebbe.
3) Se volete che gli italiani riscoprano il principio secondo il quale la Legalità discende, inerendole, dalla Giustizia: allora non votate il partito di coloro che pretendono di condurre il dibattito politico utilizzando il potere giudiziario contro gli antagonisti.
4) se pensate che solo uno stato laico possa garantire i diritti e i doveri di tutti e le libertà e le responsabilità di ciascuno nel reciproco rispetto, non votate allora per quei farisei che, mentre imbiancano i sepolcri della cristianità, sfruttano la vostra compassione al fine di irretirvi al loro calcolo e vi ingannano al solo scopo di conquistare il potere dello Stato.


Mi scuso: una questione di "par condicio".
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Vecchio 11-03-2006, 20.09.33   #67
oizirbaf
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Re: Tutto è relativo

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Messaggio originale inviato da Weyl
Al di là delle fedi calcistiche, quindi, agli elettori replicherei:

Mi scuso: una questione di "par condicio".

... giusto appello per "par conditio", dunque non replico perchè sai già quanto scriverei.

Una sola osservazione al punto 3) ... tu quoque? ... no, dai, non ci credo che lo pensi! ... ti starai rotolando dalle risa, vero? ... tu che usi le stesse argomentazioni del nostro Unto del Signore, perseguitato dai giudici del KGB!
... basterebbe una telefonatina all'amico Putin, il vero ex-capo del KGB ... ah, già quelli italiani son più rossi dei russi e vogliono sbatterlo in un lager!

... ok, ok, sto allo scherzo!
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Vecchio 12-03-2006, 01.06.57   #68
gyta
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Messaggio originale inviato da bside
..Secondo il Garzanti, l'ideologia è..(*)


Anche il tuo modo di pensare è, alla fine, ideologico (come quello di tutti), dato che poni come centrale (secondo il tuo sistema di valori e convinzioni) dell'azione politica il PIL, il "dato oggettivo" e non parli invece di diritti, di democrazia, di giustizia sociale, di pace che non si possono misurare e quantificare...(**)

(*)[E secondo LA GUZZANTI :
"la risposta è nel profondo di ognuno di noi.. peccato sia quella sbagliata!!! ]

(**) Proprio per questo motivo!!
Diciamo che pur dandoli per scontati non pongo centralità a questi se non nel corrispettivo
di scelte oggettive e mirate reali e non contorno filosofico e umanitario che tanto accompagna gli uni e gli altri nel teatrino dell'accaparramento ai voti!!

Però guarda.. rileggevo proprio ora alcune sagge parole scritte per una determinata occasione (elezioni presidenziali americane del 2004) ma comunque sempre assolutamente valide; riporto solo l'essenziale;
valido supporto per una buona riflessione introspettiva (oltre i "colori"):

"Dobbiamo aiutare il nostro governo, in modo che un presidente scelto dal 51% della popolazione non serva solo quel 51% ma il Paese intero. Dobbiamo continuare a parlare apertamente, facendo in modo che il nostro governo sappia quotidianamente che cosa vogliamo, esprimendo la nostra comprensione e il nostro punto di vista. Dobbiamo essere molto presenti, molto costanti e far sì che il governo sappia costantemente che siamo qui. Possiamo sostenerli a modo nostro, essendo presenti, calmi, lucidi e compassionevoli. Essere compassionevoli non significa cedere né rinunciare. Significa vedere chiaramente che il nostro Paese, il nostro governo, siamo noi e che c'è bisogno del nostro aiuto. Compassione significa agire con coraggio e amore profondo per aiutare il nostro Paese ad esprimere quel che sappiamo che è in grado di fare.

Dobbiamo parlare apertamente e continuare a parlare apertamente..
Nulla è perduto..
C'è sconfitta soltanto se rispondiamo con rabbia e disperazione. Dobbiamo continuare ad andare avanti, continuare la nostra pratica e restare saldi nel nostro ruolo di bodhisattva che aiutano l'altra metà del nostro Paese, con la nostra azione costante, libera e compassionevole per la pace -- il genere di pace in cui entrambe le parti vincono perché basata sulla reciproca comprensione.

(7 novembre 2004
Thich Nhat Hanh )"


(Traduzione dall'inglese di Flavio Pelliconi
integrale su: www.risveglio.net)


Rendere l'ideologia non cristallizzata significa porla in continua critica costruttiva,
non chiuderla in schemi prefissati poiché la società cambia, anche se di norma i bisogni dell'uomo
restano fondamentalmente simili nei tempi e culture. Il centrare su fatti concreti è una risposta obbligata
di cui l'elettorato ed il cittadino dispone al fine di tutelarsi quel "possibile" da ciò che comunque
di scompenso puntualmente (e prevedibilmente) accade nell'arco d'un mandato.
[Comunque non tanto il PIL quanto la tutela di diritti fondamentali che debbono essere risultato
di accordi ben precisi in relazione a cifre altrettanto ben precise!! Questo tendevo a sottolineare.
Anzi sono proprio sintesi come "PIL", "Debito Pubblico", "Debito Estero" non inseriti in un contesto
esemplificativo unitario in obiettivi politici mirati ad indurre il cittadino ad allontanarsi da un'informazione
che si presenta per la maggior parte dei casi "lacunosa", "astratta", non "tangibile", ad "addetti ai lavori" insomma ed a cadere nella trappola di dare all'intenzionalità apparente validità e fiducia verso chi meglio e più forte di turno dispensa inzuccherate e farraginose promesse !! ]



Gyta
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Vecchio 12-03-2006, 01.09.30   #69
Weyl
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Par condicio= equivalenza di giudizio

Con fatica, perchè ne comprendo la difficoltà: provaci, Fabrizio.
Provaci a far finta che davvero che le cose stiano così: così come dice colui che ritieni "impossibile", "inattendibile", "insulso".
Provaci, amico mio, prova ad eseguirti nel ruolo di un satiro dentro le verlainiane "Feste Galanti", e fingi, per un attimo, di appartenere allo scenario dipinto dal tuo nemico.


Comprendi, ora, quanto è diverso dal fingere di ripetere le opinioni di colui in cui non credi?
"Appartenere allo scenario..." Provaci...
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Vecchio 12-03-2006, 01.12.20   #70
gyta
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Felicità della negazione o negazione della felicità?

La società occidentale contemporanea - quella dell'abbondanza, della frenesia e dell'accessorio elevato a rango di bene di prima necessità - trova il suo acerrimo nemico nell'unico stato umano che non può in nessun modo omologare, e quindi sconfiggere: il dolore.
Il dolore, infatti, che per natura non accetta compromessi, è la sola arma in grado di minare la natura di un individuo che, parlando da un punto di vista prettamente sociale, smette di fatto di vestire il ruolo di cittadino passivo e di automa che compie una determinata sequenza di azioni nella più completa apatia. Una persona che soffre si concentra innanzitutto sulla sua stessa sofferenza, è costretta - volente o nolente - a svolgere un'indagine sulla sua vita, è obbligata a mettere in secondo piano le abituali attività per lasciare spazio a delle riflessioni, che col tempo diventano sempre più profonde.
Di fatto, una persona che soffre pensa, e se pensa è portata a fare delle valutazioni e a trarre delle conclusioni, che a loro volta conducono inevitabilmente a delle scelte.
Scelte che non vengono prese a caso, perchè il dolore ti porta ad essere anche estremamente critico e lucido, e che quindi sono frutto di un lavoro di riceca della verità. Perchè nel dolore si finisce inevitabilmente per cercare la verità, la quale non è mai una e assoluta, siamo d'accordo, ma che di certo non è quella che ti vogliono imporre, perchè altrimenti lascerebbero che venisse fuori da sè senza il bisogno di un'ostentazione tanto costante e pressante. E invece, nella società in cui è la televisione a portarti dritto dritto verso determinate mete, senza che tu te ne accorga, in modo subdolo e meschino, questo è ciò che di più negativo possa accadere.
Con la politica al servizio delle multinazionali che detengono anche il totale controllo dei mass-media, cosa c'è di più nefasto di una persona che decide di muoversi liberamente e di prendere le proprie scelte secondo quanto è la testa ad indicargli, e non il telecomando?
Per questo, il compito della società è arrivare alla negazione del dolore, che non comporta necessariamente la sua estirpazione, quanto piuttosto il suo camuffamento.
E cosa c'è di meglio di una felicità posticcia in grado di nascondere l'evidenza e, contemporaneamene, capace di riportare l'individuo alla trance cui è quotidianamente sottoposto?
Non è l'effettiva situazione psicologica di una persona ad essere rilevante; l'importante è che, nel momento in cui sta male, non solo non reagisca, ma nemmeno se ne accorga. L'importante è che non arrivi al punto di una reale presa di coscienza, piccola o grande che sia, perchè questa stessa innescherebbe un meccanismo che condurrebbe il soggetto a tramutarsi in essere pensante, e di conseguenza smetterebbe di vestire i panni del cittadino-consumatore-elettore-burattino. Che poi, in questo modo, gli si neghi la possibilità di essere felice veramente - perchè solo percorrendo tutte le tappe del dolore di può aspirare a qualche goccia di felciità - non ha nessuna rilevanza. Anzi, si rivela un punto a favore di quella matrice che mira a un'insoddisfazione generale ma latente, che pare calmarsi grazie alla marea di surrogati che trovano nei grandi magazzini o talvolta sugli scaffali di una farmacia, salvo poi ripresentarsi puntualmente per continuare ad essere placata con lo stesso identico trattamento.
Se la pubblicità è l'anima del commercio, allora il dolore può essere considerato la sua spina nel fianco. E di dolore ce n'è tanto in ognuno di noi, ma celato, imbavagliato in quel luogo dove lo abbiamo relegato in cambio di un'esistenza piatta e vuota che siamo stati noi a volere ma che, paradossalmente, sembra stancarci appena apriamo gli occhi la mattina. Riscoprire e vivere il dolore equivale a riscoprire e a vivere la vita nella maniera più ampia possibile, è rinascere ogni volta pur continuando a crescere, è tranciare nettamente il filo spinato tessuto da quei burattinai che fanno di tutto per tenerci vincolati a loro.
(Marvin)


[da www.anarcotico.net]


"Finché una minoranza di usurpatori possederà i nove decimi della ricchezza del pianeta, finché dureranno queste forme di potere che corrompono chi ce l'ha, rincretiniscono gli esclusi e distruggono il pianeta, finché ci sarà un oppresso e uno sfruttato, come potrò non dirmi comunista?"

(da redazione di rifondazionefrancavilla.it)

Sottoscrivo.. Naturalmente!



Gyta
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