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03-03-2006, 09.22.32 | #21 | |
Unidentified
Data registrazione: 20-02-2006
Messaggi: 403
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Citazione:
Sai, in qualche altra discussione ho già insistito su questo argomento sul potere dei mass media e sull'informazione manipolata. Credo che questo punto sia fondamentale e da tener presente. E uno dei buchi della democrazia. "La Voce" come una voce libera ed indipendente? Provocatori? Non si rischia di essere estremisti dall'altro lato? Aggiungerei a voce libera e indipendente e senza pregiudizi, anche imparziale... |
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03-03-2006, 12.26.27 | #23 |
eternità incarnata
Data registrazione: 23-01-2005
Messaggi: 2,566
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quando capiremo?
Ma quando capiremo che la Politica non è Berlusconi e Berlusconi non è la politica. Perdonatemi ma il fatto che l'Italia si sia divisa in pro e contro Berlusconi mi fa capire che siamo caduti in basso. Molto in basso. Io non ci sto a questo inutile gioco. Programmi, propositi, soluzioni di problemi... questo è far politica. Parlare di questi argomenti è fare giornalismo. Il resto è spazzatura....
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03-03-2006, 13.01.16 | #24 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-01-2003
Messaggi: 758
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Re: quando capiremo?
Citazione:
concordo in pieno. |
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03-03-2006, 13.06.18 | #25 | |
Unidentified
Data registrazione: 20-02-2006
Messaggi: 403
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Re: quando capiremo?
Citazione:
Hai ragione.. è come dire "esiste Dio / non esiste"... quasi gli diamo ragione su quello (che sia Dio).. e basta! |
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03-03-2006, 13.52.56 | #26 | |
Pirate of the Caribbean
Data registrazione: 23-05-2005
Messaggi: 363
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Re: quando capiremo?
Citazione:
PERCHE' l'italia è divisa tra pro e contro berlusconi?? è un sintomo fortissimo di qualche problema. vedete, berlusconi è un uomo TERRIBILMENTE potente e influente; amico di bush e sostenuto dagli USA, amico di gelli e frequentatore di ambienti massoni, simpatizzante per l'opus dei, intrallazzatore di mafia, amico di andreotti, uomo tra i più ricchi del mondo e imprenditore di gran lunga più importante d'italia (basti pensare a tv, libri, giornali). si è creata una situazione imbarazzante; il premier è circondato da gente che lo implora per poter recitare una parte nel suo "regno"; tutti cercano di saltare sul suo carro. dunque in un certo senso questa è la sfida di berlusconi, non del centrodestra. si parla del tridente (berlusca-casini-fini), ma la stazione Termini era tappezzata di facce del premier! nemmeno a natale c'erano tanti addobbi!!! lui stesso non nasconde la sua centralità, come quando dichiarò che alle regionali vinse il centrosinistra perchè "lui non era sceso in campo"... lo dico a malincuore: forse in parte aveva ragione... saluti |
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03-03-2006, 17.00.27 | #27 |
Ospite abituale
Data registrazione: 09-09-2005
Messaggi: 383
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>Ma quando capiremo che la Politica non è Berlusconi e >Berlusconi non è la politica
Bisogna capire che questo è frutto anche del sistema elettorale bipolare. Del resto è lo stesso Berlusconi ad alzare i toni, a polarizzare e a concentrare l'attenzione su di sé. La sua politica condiziona la vita di questo paese da dieci anni, non si può far finta che non ci sia, né far finta che il suo governo, le sue leggi non abbiamo prodotto dei gravi guasti, a partire dalla giustizia. |
03-03-2006, 17.08.15 | #28 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-01-2003
Messaggi: 758
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insomma, non riusciamo a non parlarne.
Mi viene in mente questo articolo (dal blog di Beppe Grillo): Le parole ci condizionano. Le associazioni di parole ci condizionano. Una sola parola può evocare un gruppo di parole. Se, come ha scritto George Lakoff, un professore di Berkeley, si dice a qualcuno di non pensare all’elefante, quello ci penserà tutto il giorno e se lo sognerà di notte, magari emettendo qualche piccolo barrito nel sonno. In questo momento l’Italia è ipnotizzata dall’elefante, parla solo dell’elefante e fa alla fine quello che desidera l’elefante: non parlare dei problemi reali, di dati, soluzioni, prospettive. Così come l’elefante si evoca con parole come proboscide, zanne, grandi orecchie, lo stesso avviene in questa campagna elettorale con giustizia, Iraq, sondaggi, terrorismo, televisioni, grandi opere, Islam, conflitti di interesse, calcio, par condicio per citarne solo alcune. Tutte parole legate tra loro che portano implacabilmente all’elefante. Gli elefanti usano le associazioni di parole per affermare il contrario del loro significato, come “compassionate conservatorism” di Bush. Compassionevole? Bush? Per sottrarsi al gioco dell’elefante, uscire dal suo recinto di parole, bisogna ignorarlo e parlare di cose concrete, di numeri, cifre, fatti. Usare parole che non può usare, che non capisce. Cosa ne sa un elefante delle energie alternative, delle nuove tecnologie, della lotta alla mafia, di un’amministrazione a misura di cittadino, della riduzione del debito dello Stato, dello sviluppo della Ricerca, del lavoro precario? Sono parole che gli procurano fastidio e vanno fatte emergere in modo semplice, diretto. Parole che vanno collegate tra loro perché creino un nuovo contesto, un “frame” alternativo. Un luogo in cui la parola elefante non può più esistere. E anche se dovesse continuare a esistere rappresenterebbe il passato, quello che forse c’era, ma adesso non c’è più. http://www.beppegrillo.it/index.html Ultima modifica di ancient : 03-03-2006 alle ore 17.09.25. |
04-03-2006, 00.24.32 | #29 |
Ospite abituale
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Il tipo sarà basso ma certo non fesso, e se pure di suo ingora i dettagli che rendono efficaci le sue tecniche persuasive è circondato di gente ben pagata che invece certe cose le conosce bene perché ben le utilizzava e l'utilizza nella normale pubblicità.
Se pur sembra paradossale che il discorso politico si riduca al pro o contro un singolo individuo, il paradosso scompare una volta si ricordi che tale singolo ha così tanti soldi, interessi, potere (insieme ad un passato poco chiaro) da condizionare direttamente la vita di tutti gli altri. Il fatto che si parli di lui è legato al fatto che così lui ha voluto, ogni sua esternazione, diretta o fatta tramite scagnozzi, mira a costringere alla polarizzazione delle posizioni; polarizzazione che costringe a stare concentrati su certi fatti, idee o argomenti (quelli da lui scelti) e lascia poco spazio ad altri fatti ecc. che sarebbe invece molto più proficuo considerare: è il cosiddetto agenda setting. Il fatto che alle critiche mossegli a seguito delle sue diverse battute (talvolta veri strafalcioni storici, logici, economici e del buon senso) non risponde mai direttamente, ma lasciando ai suddetti scagnozzi il lavoro sporco, è legato al meccanismo della calunnia: se ti risenti, per quanto nel giusto, qualcuno resterà con il dubbio che la calunnia sia vera (qualcun altro la crederà tale); per questo lui mai si lascia coinvolgere troppo direttamente, mentre a sinistra ci cascano tutti. Puntualmente. Non siamo di fronte al problema di una società, ma al problema di menti troppo limitate per mettere ordine in problemi troppo grandi, dunque "facilmente" ingannabili dai furbi di turno perché ignare dei trucchi che questi usano tramare. |
04-03-2006, 09.58.27 | #30 | |
Ospite abituale
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