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06-03-2006, 12.20.04 | #32 |
Ospite abituale
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Strano che tutti voi vi siate dimenticati quei 10 anni di governo di centro sinistra che tanto aveva promesso e nulla fece mentre adesso casualemnte tutti si ricordano e vedono ciò che il centro destra non ha fatto in soli 5 anni. Eppure mi do,mando perchè votare delle persone che per 10 anni non han fatto altro che stare a guardare il declino dell'Italia e che adesso addossano tutta la colpa al caro e vecchio silvio. Strano davvero strano. Strano che nessuno di voi si sia soffermato al discorso coop rosse ma che tutti siano bravi a ricordare il discorso decoder. Strano che nessuno capti il connubio sindacati e Unione. Quei sindacati che tanto hanno scioperato in questo governo ( direte voi, per giusta causa ) e che in 10 anni di centro sinistra non abbianoi fatto nemmeno uno sciopero...ha cazzarola l'alitalia sta fallendo..chissà se è colpa di silvio....ma ?? .... Strano che siam tutti pronti a dar giù su Forza Italia, dimenticandoci che esistono anche partiti come AN ,UDC e LEGA ..STrano che nessuno li nomini mai, come se al governo ci fosse un solo ed unico partito ( quello che tra l'altro serve a questa sinistra o forse sinistra che pare di più un Puzzle di controsensi che altro e che poi è quello che voi volete votare per farci governare...mio dioooo ) Strano che voi tutti vi siate dimenticati di quei 10 anni di governo in tempo di vacche grasse, dove l'unica COSA CHE HAN SAPUTO FARE QUEI VECCHI E CARI GOVERNANTI CHE ORA VI ACCINGETE A VOTARE è STATA QUELLA DI CAMBIARE 200 MILA VOLTA GOVERNO E FARVI ABBINDOLARE DALLA SCUSA, " certo , cambiavamo governo operchè siamo democratici...o forse perchè sono tropo diversi tra loro per poter dare una svolta al ns. paese. Ah tornando al discorso sindacati etc...ricordate che se siamo ancora qui a comprare energia dalla Russia, non è grazie a Silvio ma grazie a tutte quelle persone che hanno fatto in modo da non far costruire degassificatori e quei gassificatori erano da costruire in quei 10 anni di governo della vs. tanto amata sinistra....e che dire delle autostrade e dei lavori cominciati solo e dico SOLO in questi 5 anni. E che dire degli innumerevoli scioperi che sono stati fatti in questi 5 anni e che son sicuro che se dovesse vincere la sinistra non ci saranno...ha già dimenticavo, Prodi ha stretto un patto con Epifani ecco perchè nn ci saranno scioperi....Bè cmq sia, miei cari Mi auguro che vinca la sinistra per poi ridere quando faran cadere il governo...eh ma li non potrà essere colpa di SIlvio il demonio, e vedremo Voi persone tanto obbiettive che direte.......ciao e ci si vede al dopo aprile...........
p.s. Un'altra cosa, non vi permette di giudicare chi vota berlusconi, perchè solo il fatto di votare Prodi e quindi la sua Unione e quindi purre quei BERTINOTTI, DILIBERTO che spalleggiano i dittatori e che gridano contro l'italia a favore della palestina e dei terrosristi e si augurano la morte dei nostri soldati....SE LI VOTATE ...Bè PENSATE ANCHE A QUESTO.......prima di star a giudicare Berlusconi e chi lo vota......c'è da vergognarsi..da vergognarsi.......altro che silvio il riccone e il dittatore.....ah non ho più parole, Vopi finti Italiani vi meritereste la sharia davvero così capireste quanto state bene in Italia, altro che...Falsi, ipocriti, ciechi e finti pacificisti....che se c'è da andare contro silvio tutti pronti aprendere le armi in mano...da vergogna.....davvero e il bello è che tra di voi c'è gente di una certa età che ha visto bene cosa erano i governi degli anni passati, del decennio prima di questa legislatura, e non capisco se son stati contenti sul fatto che adesso siamo nella cacca, grazie ai mancati investimenti ( investimenti che si potevano fare all'epoca perchè ancora avevamo qualche soldino ) oppure se son stati contenti di andare a votare 100 volte....se è l'ultima cosa che vi ha reso felici, basta cambiar la legge e andare a votare tutti gli anni.... Vabbè mi son rotto di scrivere..tanto qui la pensate tutti uguale, quindi che riflessioni si fanno ?? Ciao e salutatemi a Stalin e ai suoi 40 milioni di morti..... Ultima modifica di Aristippo : 06-03-2006 alle ore 12.26.41. |
06-03-2006, 13.01.43 | #33 |
Ospite abituale
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ma perché non parliamo di cifre e dati concreti?
Crescita zero Nel 2001 il prodotto interno lordo italiano viaggiava al passo dell'1,7 per cento. Esattamente al pari dell'Europa a 15. E al di sopra della media del mondo, inchiodato all'1,4 per cento. I numeri del Consensus Forecast (che si basa su dati di istituti come Jp Morgan e Goldman Sachs, Confindustria e Prometeia, Eni e Morgan Stanley) dicono che il 2005 s'è chiuso a quota 0,2 per cento. In pratica, a crescita zero. La politica fiscale del governo, un mix di tagli a livello nazionale e aumenti di prelievo su base locale, accompagnato da una raffica di condoni, ha avuto un effetto perverso. La somma delle imposte dirette e di quelle indirette è passata dai 359 miliardi del 2001 ai 399 del 2005, con un aumento (dal 49,13 per cento al 51 tondo) dell'incidenza delle seconde, a tutto vantaggio dei redditi più alti. E solo l'incremento dell'evasione, come documentano i dati del centro-studi Nens, ha portato a una riduzione della pressione fiscale (mezzo punto, secondo l'Istat, tra il 2001 e il 2004). Pressione che è invece tornata a crescere sul mondo delle imprese: il 'Tax misery index' calcolato da 'Forbes' era sceso dai 153,9 punti del 2002 a 144 nel 2004. Lo scorso anno è risalito a 146. Sul fronte opposto, nello stesso tempo è decollata la spesa pubblica. Così, l'avanzo primario è praticamente scomparso, crollando dal 3,4 allo 0,6 per cento. Il deficit pubblico, che era pari al 3,2 per cento nel 2001, è salito a quota 4,3. E il rapporto tra debito pubblico e Pil, che dal 2001 era in costante discesa, è ripartito a razzo: quest'anno arriverà al 108,5 per cento, due punti in più rispetto al 2004. Nel luglio di due anni fa l'agenzia di rating Standard&Poor's ha declassato il nostro debito, portandolo da 'AA' a 'AA-'. Lo scorso 8 febbraio gli uomini di S&P hanno fatto sapere che se i conti non verranno rimessi in carreggiata al più presto, potrebbe arrivare una nuova revisione al ribasso. Sarebbe una mazzata formidabile sulla spesa per gli interessi, il cui tasso medio s'è ridotto di soli 1,2 punti tra il 2001 e il 2004 (tra il 1996 e il 2000 era calato di 3,7 punti). L'aumento della spesa pubblica che ha mandato in tilt i conti dello Stato non è certo servito a far fronte alle priorità per il rilancio dell'Azienda Italia. I pochi dati aggiornati disponibili sul fronte Ricerca & Sviluppo sono da mettersi le mani nei capelli. Gli investimenti della pubblica amministrazione nel 2001 crescevano del 5,8 per cento. Nel 2005 il loro incremento s'è fermato all'1,6 per cento. Sempre nel 2001 si erano registrati (dati del ministero) 182 interventi per la creazione di nuove aziende high tech, con uno stanziamento pari a 266 milioni di euro. Nel 2005 le iniziative sono precipitate a 31, per un valore di 14 milioni. Su scuola e università, poi, è meglio stendere un velo pietoso. Con buona pace dei proclami del premier sulle 'tre i' (Internet, inglese, impresa), il Censis rileva che la percentuale di italiani in grado di sostenere una conversazione in una lingua diversa da quella di casa s'è ridotta dal 46 per cento del 2001 al 36 del 2005. Dieci punti in meno in cinque anni. E perfino il tormentone sulle infrastrutture s'è rivelato solo un maldestro bluff. Secondo i ricercatori del Cresme, ad aprile scorso era stato ultimato appena lo 0,01 per cento delle grandi opere strategiche indicate nella cosiddetta legge obiettivo del 2002 (dal ponte sullo Stretto di Messina alla Salerno-Reggio Calabria, passando per il Mose di Venezia). Vuol dire che Berlusconi & C. hanno mantenuto molto meno dell'1 per diecimila di quanto avevano promesso. Che si trattasse di parole in libertà, del resto, i primi a saperlo erano proprio gli uomini del governo. Lo dimostrano i dati del rapporto dell'associazione tra i costruttori, secondo i quali gli stanziamenti nel bilancio dello Stato per nuove infrastrutture sono diminuiti dai 22.500 milioni del 2001 ai 18.188 del 2005. Competitività bye bye In questo quadro, l'Italia ha continuato a perdere terreno nei confronti del resto del mondo. Nella classifica sulla competitività dell'International institute for management development nel 2001 occupava il trentaduesimo posto su 49 paesi. Nel 2005 è finita al cinquantatreesimo (su 60), alle spalle di Brasile, Filippine, Turchia e Colombia. Uno scivolone causato dai pessimi voti ottenuti, in particolare, su due capitoli: la capacità del governo di creare competitività (cinquattottesimo posto) e la sua politica fiscale (sessantesimo e ultimo posto). Il giudizio sull'evoluzione negativa conosciuta dal paese negli ultimi anni è pienamente confermato dalla graduatoria del World economic forum: ventiquattresima su 75 nel 2001, l'Italia è scivolata oggi al quarantasettesimo posto su 117, dietro a Corea, Qatar, Cile e Thailandia. Tutti i principali indicatori testimoniano la perdita di competitività italiana. La produzione industriale ha fatto registrare una vera e propria débâcle. Se nel 2001 era diminuita dello 0,6 per cento, lo scorso anno ha lasciato sul campo 1,8 punti, record negativo dal 1993. L'export è letteralmente tracollato. La quota sul mercato mondiale dell'Italia, che all'arrivo di Berlusconi stazionava a quota 4 per cento, s'è assottigliata fino al 2,9 per cento. Con il risultato che la bilancia commerciale s'è ribaltata: nel 2001 vantava un attivo di 9.233 milioni; ora è in rosso per 10.368 (peggior risultato dagli anni Ottanta). Che l'Italia oggi sia considerata un paese dal quale è molto meglio girare alla larga lo dicono con chiarezza anche i dati sugli investimenti esteri diretti: nel 2001 erano arrivati, secondo i tecnici di via Nazionale, a 17.787 milioni di euro; nel 2004 non sono andati oltre i 13.542. Fa meno 23,9 per cento. L'osservatorio sulle acquisizioni di aziende della Kpmg conferma la tendenza: nel primo anno della legislatura gli stranieri avevano messo mano al portafoglio per entrare nel capitale di 111 aziende italiane. Lo scorso anno si sono fermati a 95. E che l'Italia non convenga più lo pensano anche i turisti: nel 2001 erano sbarcati 35 milioni e 767 mila stranieri; nel 2005, secondo le prime stime dell'United Nations World Tourism, sono stati 34 milioni e 429 mila. Far West Italia Del resto, anche la situazione dell'ordine pubblico, che soprattutto al Sud condiziona pesantamente ogni attività economica, con buona pace di Berlusconi presenta un bilancio drammatico. L'Istat dice che tra il 2001 e il 2004 il totale dei delitti denunciati è passato da 2 milioni 163 mila e 826 a 2 milioni 415 mila e 023. Secondo i calcoli di Luca Ricolfi, che ha elaborato dati dell'Istituto di statistica e del Viminale, nel primo triennio di questo governo il totale dei delitti ha conosciuto un'impennata del 17,5 per cento ('Tempo scaduto', il Mulino). Il piatto piange Sostiene Berlusconi che il suo governo ha fatto il miracolo di creare un milione di nuovi posti di lavoro. Il premier dimentica di aggiungere che oltre la metà del risultato è dovuto alla regolarizzazione di immigrati già da tempo presenti in Italia. E comunque i dati ufficiali di Eurostat dicono che quella sull'occupazione è un'altra delle battaglie perse dal suo governo: all'inizio della legislatura cresceva del 2 per cento l'anno; nel 2004 solo dello 0,9. E un andamento altrettanto mesto si rileva nel Sud: più 2,3 nel 2001 e meno 0,3 nel 2004 (Nicola Rossi, 'Mediterraneo del Nord', Editori Laterza). Quello che cresce, semmai, è il lavoro irregolare: dal 26 per cento del totale nel 2001 al 27,9 nel 2005, almeno secondo il Censis. Così, il portafoglio degli italiani è sempre più asciutto. Nel Sud il tasso di diffusione della povertà relativa tra le famiglie è cresciuto, arrivando al 25 per cento tondo nel 2004 (dopo essere diminuito dal 24,3 del 2001 al 21,6 del 2003). Ma il trend investe l'intero paese. Secondo l'ultima indagine sul risparmio di Bnl e Centro Einaudi, la quota di italiani convinti di poter contare su un reddito "più che sufficiente" è diminuita dal 15,8 per cento (2001) al 13,8 (2005). E la percentuale degli italiani che non hanno risparmiato nel corso dell'anno è salita dal 38 per cento del 2002 al 51,4 dello scorso anno. Dove invece c'è stato il boom è nei prestiti bancari alle famiglie: da 251.964 milioni di euro (2001) a 384.867 (2005). Se le famiglie se la passano male, le aziende peggio. Uno studio targato Euler Hermes, la società del gruppo Allianz che è leader mondiale nell'assicurazione sui crediti, rivela che nel 2001 in Italia i fallimenti erano diminuiti dell'8 per cento. Dopo cinque anni di cura Berlusconi, nel 2005 hanno fatto un balzo in avanti del 6 per cento. Data la situazione, gli indici di fiducia non potevano che scendere in picchiata. Quello delle imprese da 89,3 a 87,5. Quello delle famiglie addirittura da 122,7 a 104,2. Il declino Con ben dieci new entry, nel 2001 l'Italia era stata la protagonista assoluta della classifica dei miliardari in dollari di 'Forbes'. "Lo stato della loro economia è vibrante", aveva detto nella conferenza stampa di presentazione la responsabile editoriale della ricerca, Luisa Kroll, per spiegare la performance che aveva portato 17 italiani in lista. Cinque anni dopo la nostra rappresentanza s'è ridotta a dieci mega-miliardari (capitanati, guarda un po', proprio da Berlusconi, passato dal ventinovesimo posto con 10,3 miliardi di dollari al al venticinquesimo con 12 miliardi). E s'è assottigliata pure la pattuglia delle aziende italiane che trovano spazio nella classifica Top-500 del 'Financial Times': 15 nel 2001 e 12 lo scorso anno. |
06-03-2006, 13.03.00 | #34 |
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Incapace di competere, l'Italia s'è arroccata. L''Index of economic freedom' elaborato ogni anno dal centro-studi ultra-conservatore di Washington Heritage Foundation in collaborazione con il 'Wall Street Journal', e basato su 50 variabili, dice che siamo un paese sempre più ingessato. Nel 2001 eravamo al trentacinquesimo posto nella classifica guidata da Hong Kong. Nel 2005 siamo scesi al quarantaduesimo, a pari merito con Trinidad e Tobago. Surclassati dal Botswana. E tallonati da Madagascar e Mongolia.
Stessa musica se si guarda all'indice di globalizzazione elaborato dalla società di consulenza A.T. Kearney in collaborazione con 'Foreign Policy' e che misura l'integrazione economica, politica e tecnologica in 62 paesi (insieme fanno l'85 per cento della popolazione e il 96 per cento del Pil mondiale). Nel 2001 l'Italia era al tredicesimo posto, un gradino al di sotto degli Stati Uniti. In cinque anni è sprofondata al ventisettesimo, mentre gli Usa scalavano otto posizioni. Un paese chiuso alla globalizzazione, avevano ammonito cinque anni fa gli autori della ricerca, diventa terreno fertile per la corruzione. E infatti, tra l'inizio e la fine di questa legislatura, l'Italia ha visto peggiorare la propria posizione anche nella classifica basata sul 'Transparency international corruption perception index' e redatta dall'Università tedesca di Passau su incarico di Transparency (un'organizzazione non governativa sostenuta dall'Onu). Nel 2001 eravamo ventinovesimi nella graduatoria guidata dalla Finlandia. Cinque anni di berlusconismo dopo, siamo affondati al quarantesimo posto. Superati dalla Malesia. "I dati che conosco inducono all'ottimismo", ha giurato lui il 20 febbraio. E vai a sapere dove li ha presi. |
06-03-2006, 16.15.46 | #35 | ||||||
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Parafrasando R.Rubin: Che la democrazia sia un lusso?? C'è un punto da non dimenticare: La maggioranza.. decide per tutti! Allora il problema è.. come rendere meno cieca la maggior parte degli elettori! Cosa direttamente pressoché impossibile! Possiamo solo agire indirettamente mostrando dati alla mano la realtà!! Cercando di contrastare il passo in ciò che è possibile [anche individualmente] mirare sempre e comunque al dialogo politico basato sui fatti concreti più che sulle ideologie augurandoci che gli errori dovuti ad un fraintendimento, ad una visione distorta della realtà sociale del paese (e non solo!)divengano strumento di maggiore collettiva consapevolezza, di modo che il medesimo errore non venga ripetuto ma su questo si costruiscano i fondamenti per una responsabilizzazione individuale del potere dell'elettore di fronte al fasullo apparente potere statale: potere di per sé inesistente se non sotto l'esplicito consenso individuale di ogni cittadino membro indispensabile ed integrante! L'onestà e la forza della verità di pochi può essere collante e determinante per l'esito radicale d'ogni profonda e sofferta rivoluzione alle fondamenta della società: non importa quanto tempo dovrà costare!! Il mio sembra un discorso idealista ma si basa sulla convinzione concreta che le trasformazioni divenute poi stabili abbisognano di accurata e lunga preparazione alla radice, una trasformazione che parte in primo luogo da quegli stessi che comprendendo il problema si battono affinché di questo vi sia maggiore coscienza e conoscenza, disposti a vedere i loro progetti accantonati in un cassetto a far posto ai legittimi esperimenti fallimentari così -purtroppo!- indispensabili spesso a rendere visibile ciò che sagacemente viene ad essere solo inizialmente rimosso / oscurato, tenacemente convinti che la verità non potrà che risaltarne più che mai vivida nella sua interezza, non più "di parte", non più "opinionista". "Io non conosco alcuna religione a parte l'attività umana" "Quando io dispero io ricordo che nel corso di tutta la storia la via dell'amore e della verità ha sempre vinto. Ci sono stati tiranni e macellai e per qualche tempo essi possono sembrare invincibili ma la conclusione è che cadono sempre! -Riflettici!-.. Sempre! " (Gandhi) "La stupidità è la più grande forza distruttiva nella storia del genere umano. Non è eliminabile, ma non è invincibile. Capirla e conoscerla è il modo migliore per ridurne gli effetti" (Giancarlo Livraghi) IDEOLOGIA E ALIENAZIONE (di Erich Fromm) Tra idea e ideologia corrispondente vi è un rapporto di alienazione. L'idea viene da un attività dello spirito umano. Finché il pensiero è in atto, come esperienza produttiva del pensare, l'idea è viva. L'idea si aliena quando si cristallizza, si obiettiva, si distacca dal pensiero che la sta pensando e diventa un pensiero già pensato e chiuso. In questo senso, l'ideologia è un prodotto con coerenza interna e dalle grandi linee pietrificate, staccate dalla loro fonte che più non le alimenta. Separata dall'idea vivente da cui origina, l'ideologia può essere adoperata in contesti diversi da quelli in cui fu prodotta. Vi è una potenzialità di inganno nelle ideologie, dovuta alla coerenza interna e all'equivoco che scambia l'esattezza per la verità (Horkheimer, 1970). Si può trattare di illusioni ben congegnate, ben confezionate, spesso seduttive e capaci di strumentalizzare gli aspetti positivi dell'animo umano. L'autoritarismo si serve delle ideologie, che sono uno strumento del potere. Sul potere bisogna chiarire. Anche la mamma che allatta esercita un potere sul bambino. Si tratta del potere di uno stato cresciuto su uno stato che deve ancora crescere. Se nel prendersi cura di chi deve ancora crescere non prevale il bisogno di dominio ma l'intenzione di aiuto, di promozione in autonomia e libertà, allora si tratta di un "power of", un esercizio di capacità responsabile. Se questo fa difetto, c'è impotenza, c'è mutilazione interna, che cerca una protesi. Spesso l'ideologia funziona come protesi di una mutilazione ideale, spirituale. Quando il centro di una persona non sa parlare al centro delle altre persone, toccarle nel cuore, manca il potere di suscitare rapporti, i quali perciò verranno imposti o subiti. L'autoritarismo, o sadomasochismo, supplisce alla carenza di potere interno, produttivo, di facoltà umane attivate, è un ripiego, un "power over", sulle persone, un dominio. Le ideologie non solo servono come protesi del potere, ma funzionano anche come cosmesi, cioè ne nascondono la natura di dominio e lo dipingono come un prendersi cura di chi viene dominato. (www.erichfromm.it >psicanalisi e società) "oggetto di considerazione devono essere soltanto <gli individui reali, la loro azione e le loro condizioni materiali di vita, tanto quelle che essi hanno trovato già esistenti quanto quelle prodotte dalla loro stessa azione. Infatti, come gli individui esternano la loro vita, così essi sono. Ciò che essi sono coincide dunque con la loro produzione, tanto con ciò che producono, quanto col modo come producono. Ciò che gli individui sono dipende dunque dalle condizioni materiali della loro produzione>.... Il filosofo-avanguardia di classe <non parte da ciò che gli uomini dicono, si immaginano, si rappresentano, né da ciò che si dice, si pensa, si immagina, si rappresenta che siano>, ma parte dagli uomini vivi e dal processo reale della loro vita per spiegarsi non solo il perché della loro condizione e il sorgere di <immagini nebulose> nella loro coscienza, ma la loro capacità dì inserimento in un processo rivoluzionario. (Karl Marx) Differentemente dalla posizione generale sostenuta da Marx sulla dialettica trovo invece queste parole fulcro principale sul quale far ruotare la mia posizione riguardo a ciò che deve restare perennemente a fuoco: l'uomo fisicamente, materialmente! Estendendo "materialmente" a tutto ciò che è "materia" ovvero il lavoro il suddetto "come" e "cosa"! In questo allaccio i due discorsi apparentemente differenti di Fromm e Marx dove obiettivo comune è la realtà dell'uomo materiale (Marx) e la conoscenza di sé (Fromm) sulla quale la politica mistificatrice agisce solo quando e se trova terreno ideale!! Gyta |
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07-03-2006, 01.38.32 | #36 | |
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Mai con Marx
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Il pericolo e, fortunatamente, il radicale superamento del pensiero spettrale di Marx, sta celato anche in queste righe. Perchè la complessità dell'agire umano non può essere "ridotta" alle condizioni materiali della "produzione": benintesa quest'ultima come "operare" dell'uomo sugli oggetti e con gli oggetti. L'ideologia che ha costretto interi popoli alla miseria è proprio contenuta in questa pretesa: quella di presumere di possedere una ricetta, spacciata per scientifica, dell'indole umana, e di poterne plasmare le intenzioni e la progettualità esistenziale, attraverso un dirigismo macroeconomico. L'aver escluso la possibilità che il comportamento umano potesse conseguire a dinamiche più complesse, a sfaccettature sulle quali poteva essere sospeso il giudizio, a bisogni che non possono essere ricondotti alle modalità del lavoro ed alla proprietà dei mezzi di produzione, ha creato collettività rese ipersensibili proprio agli aspetti più deteriori del liberalismo. Qualche esempio? Il più semplice: l'attribuzione di valore simbolico e specifico alla "merce", resa in tal modo "oggetto" investito dell'attesa, ingenua, del soddisfacimento di un bisogno sostanziale dell'Uomo: quello dell'identità, quello della differenziazione dentro modelli di "appartenenza" di gruppo. Quando in occidente si contestava il "consumismo", in quanto effettiva degenerazione della svalorizzazione del "bene" e della "merce", quasi nessuno si accorgeva del fatto che, oltrecortina, si sviluppava, silenziosamente, una contestazione opposta. Ci si poteva uccidere per un paio di blue jeans, per la proprietà di un oggetto che potesse, in qualche modo, sancire una forma di "identità differenziata": e fu questo processo sociopsicologico a sgretolare, dall'interno, il sistema marxista. Guardate che, per generazioni, le masse popolari in quei Paesi, furono tacitate alimentando in loro l'illusione che la "rivoluzione" fosse tuttora in corso: che, al suo compimento, essa avrebbe condotto ad un regime di vero comunismo. Il sistema crollò quando la gente smise di crederci e cominciò, lentamente, a convincersi che l'autentica emancipazione del soggetto umano semplicemente non fosse che una chimera, irraggiungibile dentro il modello socialista. L'altro elemento tragico che queste righe contengono sta nel "ruolo" attribuito al filosofo, che poi divenne il commissario politico, per culminare infine nella burocrazia del partito. Ruolo demiurgico, ossia di establishment tecnocratico che avrebbe assunto il compito di "guidare" il processo rivoluzionario: traducendo le "intenzioni nebulose" delle cosciernze individuali in un percorso di educazione delle stesse a formarsi la cosiddetta coscienza rivoluzionare. Quando si parla di pedagogia politica a me vengono i brividi: che qualcuno, per orientare le mie intenzioni, di soggetto e di cittadino, non si avvalga di ciò che dico, di ciò che penso, di ciò sento... Al contrario, sappia, per me, dare forma di percorso e progetto sociale a quelle che ritiene mie "immagini confuse e nebulose" ! Tutto questo sancisce e prepara, inevitabilmente, la tirannia di alcuni su tutti: "alcuni" i quali, anche in buona fede, si ritengano e siano istituzionalmente legittimati a interpreti unici e scientifici dei destini delle piccole anime, le piccole anime di tutti gli altri: ossia coloro che non sarebbero in grado di esprimere validamente le proprie intenzioni. Parto di qui per dire che, dal mio punto di vista, non darò mai il mio consenso ad una parte politica nella cui compagine alberghino componenti che ancora si ispirano al marxismo: ideologia disumana e crudele e, grazie al martirio di molti, definitivamente rigettata dalla storia. |
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07-03-2006, 15.21.45 | #37 | |
Ospite abituale
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weylusconi
Citazione:
... quella componente ha già albergato nel governo che ci ha portato nell'Euro, il miglior investimento del nostro Paese, senza il quale Roma sarebbe stata davvero vicina a Buenos Aires. Il debito, pubblico tornato a salire, era sceso per la prima volta dagli anni sciagurati del rampantismo craxismo, all'ombra del quale il berlusconismo è nato. ... ancient e spesso bside, meglio di me, hanno parlato dei problemi concreti che il liberismo da burla di questa destra ha acuito fino alla crescita zero attuale. ... con uno stile letterario molto più alto di Aristippo (mi dispiace con sincerità che sia "scoppiato": gli saluterò di 40 milioni di morti che insieme al compagno Stalin abbiamo massacrato!) mi sembri un toro che vede rosso, uno che sotto un'apparenza raffinata e "realista" veda ciò che non c'è mai stato nel nostro Belpaese. Sono proprio quelli che oggi son considerati i "massimalisti" gli unici nel PCI ad esserne usciti per protestare con sdegno contro le invasioni sovietiche! Gli altri sono i convertiti al libero mercato, i "pci-pds-ds", come ripete osessivamente il nostro secondo Salvatore della Patria, il secondo Cavaliere (il primo durò vent'anni). Tranquillizzati! Da Mastella ai Ds sono molto più vicini a te che a me. ... mi hai deluso, amico. Ben altra sarebbe stata la discussione in filosofia, discettando di marxismo e ti saresti forse meravigliato nel trovarmi su posizioni meno distanti dalle tue, nell'identico orrore per la "pedagogia politica": in Italia abbiamo conosciuto solo quella fascista; i comunisti italiani hanno contribuito a scrivere la Costituzione. ... resto tuo amico in ogni caso, caro weylusconi. ciauzz |
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07-03-2006, 23.48.52 | #38 | |
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Re: weylusconi
Citazione:
Resto tuo amico anch'io, caro oiz, e, credimi, in "Filosofia" potremo riprendere il discorso riguardante il marxismo: da qualsiasi punto di vista tu voglia. Ma, in questa sede, tu sbagli quando pretendi di poter prescindere da qualsiasi posizione teorica, ideologica e teoretica, rispetto ai programmi dell'una o dell'altra parte in campo. Perchè la teoria forma la prassi, e lo fa in modi diversi: attraverso la dialettica materialistica che struttura la teoria marxiana; oppure attraverso la trascendenza dello Spirito che si fa storia mediante quella "astuzia della ragione" che uniforma la volontà generale dell'Uomo, come vogliono Hegel e i suoi discepoli ispiratori di ogni fascismo; oppure ancora mediante la confidenza in un circolo virtuoso che, dalla libera circolazione dei valori e delle cose, fa della prassi del mercato l'arbitro effettivo della teoria. Perdonami se mi vien fatto di dirti: "sbagli". Ma non credo che sia utile riportare i molti aneddoti relativi ai tanti che si dissociarono, nel tempo, dalle più aberranti e mostruose conseguenze della prassi sovietica. Non serve, perchè pochi tra essi, troppo pochi seppero dissociarsi dall'ideologia che ne fomentò, ne ispirò e ne legittimò l'azione. Come non serve, caro oiz, citare i molti esempi di fascisti antirazzisti, di fascisti, per così dire "virtuosi", i quali si opposero nei fatti alle deportazioni, all'alleanza con la Germania nazista e persino al duce stesso, in qualche caso. Non vale a nulla, perchè anche tra loro troppo pochi furono coloro che seppero, al loro tempo, dissociarsi dall'ideologia che rendeva possibile, che legittimava e autorizzava il fascismo. Il mio non è affatto un discorso filoberlusconiano, nè vuol essere un discorso tendenzioso in senso partitico: dico, però, che nell'attuale opposizione esistono formazioni che non hanno ancora disposto alcuna abiura, sincera e definitiva, all'ideologia totalitaria. So bene che, in quella compagine, albergano ben altri schieramenti: ma sappiamo tutti assai bene che le "tentazioni" etico-pedagogiche in materia di istituzioni dello Stato dimorano anche in alcune fila cattoliche, e questo può render grave un problema serio. So anche che il fatto di poter essere sanzionati da un consesso internazionale limita molto i pericoli di tale miscela: più che tutto io temo l'esercizio di una prassi politica che costituisca una oligarchia burocratica di potere, intesa a perpetuarsi. Temo inoltre le conseguenze di un'impostazione dirigista dell'economia e di un intento moralistico nell'esercizio del potere legislativo: perchè questo è ciò che dimora nel DNA dell'ideologia marxista. |
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08-03-2006, 01.14.42 | #39 | ||
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Data registrazione: 02-02-2003
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Citazione:
No, non può essere "ridotta"! Ed infatti non la riduciamo! Né ne abbiamo alcuna intenzione! Ma è d'obbligo inquadrare bene la situazione per non ritrovarci a cazzeggiare intorno ad un "misticismo politico" che nulla ha a che fare con l'organizzazione sociale del paese (!!!!!!!) Per ciò più limitati (/evidenziati!) sono i campi d'indagine e più chiara sarà la possibile risposta di posizione e non un tergiversare intorno a tematiche appositamente conformate astratte e nebulose! Il mio discorso (precedente) è chiaro: nessuna ideologia ma una mira pulita e centrata sui problemi reali del cittadino, quindi dello stato, della sua politica interna mirata unicamente a risolvere materialmente ciò che occorre alla comunità e le relazioni di reciproco interesse e convivenza diplomatica con l'estero. Questa "trasparenza" di azione è possibile solo quando il cittadino in prima persona beneficiario e conoscitore dei propri bisogni, dei propri interessi! Un tale cittadino consapevole potrà essere soltanto nel momento in cui sia immune da una politica mistificatrice che facendo leva sui suoi bisogni psicologici ne faccia a sua insaputa il burattino di turno! Allora si terrà presente solo e soltanto una politica mirata ai reali bisogni materiali della comunità e dell'uomo, lasciando fuori dalla politica tutto ciò che non sia trasparentemente comprensibile e non risponda ai bisogni primari del cittadino! L'organizzazione di uno stato e della sua economia non è un gioco in borsa: ecco perché la priorità deve essere sempre e comunque politica trasparente e concreta, riguardare il cittadino in prima persona e non vendergli la sabbia di marte! Per fare in modo che nessuno "se la beva" occorre avvicinare il singolo alla comunità e renderlo cosciente del proprio potere decisionale, smascherare i venditori di aria fritta mirando a risposte concrete che investano nei progetti non la teoria del futuro ma la forza lavoro del singolo nel presente. Non è aprendo milioni di cantieri che "formiamo posti di lavoro" ma investendo e rendendo funzionali le aziende già esistenti, evitando le stupide corse all'oro! Se il libero mercato (e la privatizzazione) da un certo punto di vista sembra creare ricchezza dall'altra è lo stesso che fa buttare quintali e quintali di prodotti di prima necessità, risorse esistenti buttate al macero solo in nome di una concorrenza sleale che rende ancora più povertà; come altrettanto essenziale è che i servizi di prima necessità restino comunque in mano allo stato come servizi di base di cui il cittadino può disporre ed usufruire come garanzie di base strutturale del paese, servizi gratuiti ed efficienti ed accessibili a chiunque così come da diritti costituzionali! I bisogni umani non si estinguono senz'altro nelle risposte materiali ma senza queste non abbiamo alcun umano su cui poter cavillare! Il compito dello stato è l'organizzazione della comunità per il suo sostentamento materiale in primo luogo, quando ci sarà da mangiare per tutti, tutti avranno un assistenza medica reale ed un opportunità di studi superiori non solo per pochi (se non lo sapessi anche i libri COSTANO!La casa costa! Il riscaldamento costa! La nettezza urbana costa! L'acqua costa! I FARMACI SPECIFICI COSTANO! ), un lavoro reale allora potremo parlare anche GRATUITAMENTE dell'aspetto spirituale delle modalità dell'essere, visto che in prima istanza avremmo tutelato la MODALITA' del vivere e non del SOPRAVVIVERE QUANDO VA BENE! Citazione:
Ed infatti è proprio quello che ho sottolineato: non ideologie ma bisogni (FATTI) concreti! Impedire la stupidità collettiva della strumentalizzazione da "misticismo politico"! Ho scritto: !!! "Differentemente dalla posizione generale sostenuta da Marx sulla dialettica" !!! Per chi mi conosce un poco non è novità vedere interi concetti viaggianti su di un binario ben definito estrapolati dal loro contesto d'origine ed usufruiti ad uso e consumo del "pensiero creativo" della sottoscritta che a sua plastica discrezione li dirotta su di un binario completamente differente da quello d'origine. Chiamo questo: arte creativa della composizione ad uso espressamente funzionale (ed usurpativo! ) o più semplicemente deduzione logica derivata dall'antico detto "nulla va mai buttato" prendendo ispirazione dal modernismo "taglia e cuci" [beh.. se ami woody allen almeno qualche risata te l'avrò.. come dire.. "scucita" Dunque, Ricominciamo.. come diceva Pappalardo! "Differentemente dalla posizione generale sostenuta da Marx" prendo dalle sue considerazioni ciò che fa comodo e serve le mie! Alle mie serve: identificazione primaria sui bisogni materiali dell'uomo, in un contesto dove questi siano decisamente separati da ogni altro aspetto, di modo che la finalità delle parole sia il più estrema possibile e riferita esclusivamente all'elemento che voglio centrare. Poi mi occorre l'elemento fulcro, ciò che spinge l'uomo a dimenticare ciò che in realtà gli serve e la causa scatenante di tale dimenticanza, centrare il problema dal punto di vista analitico ovvero: come funziona la possibile manipolazione mentale. Lego quindi le due questioni, dapprima separate al fine d'evidenziarle, nel filo unico della medesima finalità discorsiva. Servirmi di un Marx e di un Fromm è scelta facilmente riconoscibile, dai contorni netti che tanto restano indelebili ad una prima lettura di presentazione generica alla problematica, quindi rileggendo attentamente il messaggio per ciò che nella realtà è scritto comparirà unicamente il mio pensiero sulla questione e le firme-citazioni unicamente marginali. [ Ponendo Gandhi ed il monito intorno alla stupidità come conclusione alla mia breve introduzione ed apertura alle tematiche inerenti alle suddette citazioni di marx e fromm successivamente commentate. ] La chiamo "composizione a mosaico"; se poi uno vuole leggerci altro.. forse ce lo avrebbe letto ugualmente! Peace and love! Gyta Ultima modifica di gyta : 08-03-2006 alle ore 01.17.09. |
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08-03-2006, 08.37.34 | #40 |
eternità incarnata
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A voler ben guardare.....cosa ha fatto il governo Berlusconi per me? Non lo so per voi, però da quando c'è questo governo... ho dovuto rinunciare ad un posto di lavoro da 1400 e passa euro al mese, perché la contropartita è stato un trasferimento a 20 chilometri di distanza, nell'hinterland milanese. Ciò a dispetto della mia situazione di lavoratore con disabilità e gravità riconosciuta dell'handicap. A dispetto anche del fatto che nella vecchia sede lavorativa c'era comunque ancora possibilità di lavorare. Ho provato anche 9 mesi di mobbing, a causa del ritrasferimento disposto dal giudice in via cautelare, mentre era in corso la causa. Poi non ce l'ho fatta più ed ho dato le dimissioni. Era il 2002. In quell'anno cambiai 2 lavori, quindi, secondo le statistiche io ho contribuito a creare 2 posti di lavoro
L'anno successivo, dopo un paio di mesi di borsa lavoro col comune di Monza (ma vi pare logico parlare di borsa lavoro a oltre 40 anni di età e 20 di lavoro sulle spalle?) sono approdato in un'altra azienda. Sono telelavoratore part-time. Anche lo stipendio è la metà! Quindi, se da un lato è vero che il telelavoro non mi obbliga ad avventure da far west nel traffico cittadino, e non mi obbliga ad esborsi esorbitanti per costi di carburante e annessi e connessi, è altresì vero che metà stipendio significa arrivare a fine mese senza soldi! Sono felice ugualmente perché si dice che i soldi non facciano la felicità... però... Cosa ho fatto io per questo governo? Intanto, pur potendolo fare, secondo le leggi vigenti, io se non ho bisogno di un paio di plantari all'anno, non vado a farmelo prescrivere, non pesando così sul bilancio pubblico. Idem per ciò che riguarda la fisioterapia. Anziché andare a spese di "Pantalone", vado privatamente a fare ginnastica personalizzata, insieme a mia moglie, anche perché c'è tutta una questione di orari e comodità logistiche da tener presente. Per gli enti pubblici, infatti, sembra quasi che essere disabili significhi essere assistiti 24 ore su 24, non si lavori e non si abbia impegno alcuno, visto che le strutture che ci riguardano sono aperte in normali orari lavorativi, o, in alternativa, sono cacciate laddove mancano parcheggi auto (e si sa che i mezzi pubblici non sono proprio il massimo per il nostro trasporto). Mi sembra di aver pagato fino ad oggi tutte le tasse possibili ed immaginabili e quindi di non dovere nulla nemmeno da questo punto di vista (poi se non ho pagato tutto che chiedano al CAAF cui mi rivolgo ) Prevalentemente vado in vacanza in località italiane e cerco di comprare articoli con marchi italiani (salvo poi vedere che sono fabbricati in Cina)... poi... che altro? Secondo l'opinione pubblica avrei diritto ad una marea di sconti e agevolazioni, mentre pare che così non sia secondo il governo Berlusconi. Le grandi opere? E che me ne faccio? Naturalmente questo è solo il mio punto di vista, la mia esperienza personale per confermare quanto già scritto da Gyta. A me, ma credo a tanti altri, interessa capire cosa cambia umanamente parlando... |