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25-03-2005, 13.34.01 | #4 | |
Ospite abituale
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Re: la scuola avanza...
Citazione:
Bisognera stare attenti che la cura non sia peggio della malattia pero! Le multinazionali all'attacco delle scuole "Ciò che caratterizza le società occidentali odierne non è la produzione di beni, e tanto meno dei produttori necessari per la loro creazione. E’ la produzione dei consumatori". Da questa affermazione di un volume di Vanni Codeluppi, dal significativo titolo "Il potere del consumo", prende le mosse una delle battaglie che nei prossimi anni vedrà coinvolta la Scuola Italiana e di cui ci sono già alcune interessanti avvisaglie: la battaglia delle multinazionali per entrare (e vendere) nel mondo della scuola. Se fidelizzare il cliente è uno degli obiettivi strategici di chi vende in tutto il mondo, la scuola diventa uno degli obiettivi più importanti perché è l’ambiente che un bambino frequenta di più e in cui impara alcuni degli orientamenti basilari dei suoi comportamenti. Per questo negli Stati Uniti, cito, "nel 1999 le scuole del distretto II di Colorado Springs, che comprendono 32.000 studenti, hanno firmato con la Coca-Cola un contratto decennale di 8,4 milioni di dollari che consente alla multinazionale delle bevande di avere l’esclusiva per la vendita agli studenti dei suoi prodotti e di farsi liberamente pubblicità negli istituti scolastici; in cambio le scuole ricevono una cifra fissa per ogni cassa di prodotto venduta. Pizza Hut, invece, fornisce alle scuole libri di testo in quantità proporzionale alle pizze consumate nelle loro mense". Si badi bene che non si parla solo di vendita del prodotto, ma di pubblicità negli edifici: questo significa che, secondo i contratti, le aziende possono inserire cartelli e loghi nei corridoi, nelle aule, nella palestra, nei pulmini, persino nel tetto della scuola. Ovvio che per le aziende il vantaggio è evidente: stabilire un rapporto diretto con i consumatori che considerano più interessanti, dal momento che consumeranno a lungo, ovvero i giovani studenti. Il rapporto instaurato con il prodotto - per altro - non sarà che positivo, dato che "se la scuola mi da qualcosa, sarà sicuramente buono" è il sottostante pensiero che qualsiasi famiglia e studente ha nei riguardi della scuola, e le multinazionali lo sanno molto bene. In America il tentativo di fidelizzazione è andato anche ben oltre ai cartelli nelle aule: "Circa duemila scuole della costa Occidentale si sono lasciate convincere a far lavorare alcune sere all’anno i propri insegnanti nel ristoranti McDonald’s. Gli insegnanti funzionano come attrazione per gli studenti, che affollano pertanto i ristoranti, e l’azienda versa alle scuole il 20% dell’incasso delle serate". Contratti di sponsorizzazione di questo tipo sono fortemente cresciuti negli Stati Uniti, e riguardano, ovviamente anche i libri di testo (che hanno loghi di vario tipo e genere). Qui ci sarebbe ovviamente molto da dire, ma lasciamo a chi legge ogni considerazione – ad esempio sulla figura dell’insegnante, che di giorno veste i panni dell’autorevolezza e della competenza in classe, e che fa l’attrazione turistica servendo ai tavoli di sera. Facciamo invece attenzione a non considerare questa una tendenza solo statunitense, perché ci staremmo sbagliando e non poco: in alcune scuole di Milano nel mese di Gennaio 2005 è arrivato nelle case di ignari genitori un regalo, portato dalla befana scolastica ai figli, grazioso e attraente e simpatico, prodotto e regalato dalla Kellogg’s, nota multinazionale dei cereali in scatola. Mentadent si collega ai programmi di prevenzione dentale nazionali in Italia per fare attività nelle scuole, Nike organizza e sponsorizza in diverse città tornei riservati alle squadre scolastiche, McDonald’s offre buoni pasto agli studenti migliori di alcuni Istituti professionali. In Italia c’è un approccio soft, attento alle reazioni culturali e al diverso contesto, ma gli obiettivi sono gli stessi (creare consumatori fedeli e orientati) e l’assalto alla scuola ha avuto inizio, anche se con diverse strategie di aggiramento. Nel versante dell’istruzione Universitaria, le cose non sembrano andare molto diversamente: "..tutte le Università statunitensi adottano via via quella strategia di integrazione tra educazione e consumo mirante a soddisfare i desideri degli studenti-consumatori che è stata definita McUniversity". I centri Universitari cioè assumono sempre più un’aria da centro commerciale e i centri commerciali tendono al loro volta ad includere sedi Universitarie staccate, in uno scambio da considerare non casuale. Così quella che Vanni Codeluppi pensa nel 1999 – data di stesura del volume citato - come una ipotesi, oggi è realtà: "McUniversity, sette atenei al mondo per studiare da manager e far carriera nella più grande multinazionale del Fast Food" (articolo pubblicato il 19 Marzo 2005 sul supplemento D La Repubblica delle donne"). Molte altre multinazionali possiedono e sponsorizzano Università, anche in Europa. E in genere le multinazionali negli stati europei entrano nei luoghi deputati all’istruzione regalando: in Francia Coca-Cola ha distribuito a 4000 insegnanti di tecnologia un classificatore riservato agli studenti che contiene schede sulla multinazionale, Kellogg’s invade liberamente le scuole francesi con i suoi Kit pedagogici. La mancanza di fondi statali e di investimenti pubblici spiana la strada anche in Italia a contratti sopra citati in cui l’oggetto del commercio – è bene non scordarlo – sono le menti di bambini e ragazzi, già peraltro bombardati in casa loro da migliaia di messaggi pubblicitari. Trovarli anche a scuola sarebbe un accerchiamento dal quale non possono sfuggire, un accerchiamento dal quale occorre proteggerli, con attenzione. E’ bene ricordare, ai Dirigenti Scolastici distratti, ai genitori compiacenti, ai consigli di Istituto che consentono la distribuzione gratuita attraverso la scuola di prodotti commerciali, che le aziende non regalano mai nulla: investono. E che in gioco ci sono la sanità mentale – e spesso la salute – dei bambini e dei futuri adulti che nella scuola imparano - speriamo non solo che fa bene / è buono bere coca-cola. Marco Grollo "Ne deriva una crescente sostituzione della cultura pubblica da parte della cultura commerciale: il linguaggio delle merci sostituisce il linguaggio della democrazia e il consumismo sembra essere il solo tipo di cittadinanza offerto ai bambini, per i quali la libertà della democrazia coincide con la libertà di consumare tutto quello che desiderano" Vanni Codeluppi Il potere del consumo Bollati Boringhieri, 2003 Saluti |
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25-03-2005, 18.55.38 | #6 | |
Ospite abituale
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Re: Re: la scuola avanza...
Citazione:
ragazzi io avrei poco tempo ... non e che mi fate un riassunoto dell'articolo se no mi tocca rispondere martedi se ho piu tempo ... |
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25-03-2005, 20.02.31 | #7 |
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eccoti un riassunto un po' estremo ma ben condensato del giornalista Graziano Dalla Torre
"La vergognosa opera di sfruttamento dell'infanzia da parte del supermondo (scusate l'ennesimo neologismo, ma ci sembra che l'espressione delinei correttamente la realtà dei fatti) non si realizza soltanto attraverso le criminali vicende legate alla pedofilia (vicende che oggi riscuotono ampia risonanza mediatica) bensì soprattutto nell'opera di coinvolgimento dei fanciulli -per rimanere nell'ambito del Primo Mondo a capitalismo avanzato- nell'offensiva psicologica di dilatazione smisurata dei consumi. Il bambino viene cioè usato per creare dipendenze alle quali i genitori dovranno poi sottostare, dipendenze che spaziano dall'abbigliamento ai giocattoli, dagli articoli di cancelleria utilizzati a scuola a tutti quei gadgets elettronici che da tempo hanno ormai sostituito i giocattoli ordinari nei bambini in età scolare. L'aspetto più spaventevole del nuovo corso dello sfruttamento di una infanzia sempre più abbandonata a se stessa da genitori arrendevoli e spesso impegnati nell'inseguimento dei miti dell'eterna adolescenza è forse costituito dal nascente connubio (ma negli Stati Uniti è da tempo, al solito, una realtà) tra i potentati economici industriali e commerciali ed il sistema dell'ISTRUZIONE PUBBLICA sempre più infeudata agli interessi economici. In alcuni stati degli USA singoli istituti scolastici hanno concluso accordi per milioni di dollari con la Coca Cola, Pizza Hut, McDonald's, Burger King, Kellog's, Walt Disney ed altri in forza dei quali queste aziende elargiscono cospicui finanziamenti in cambio della esposizione della loro pubblicità nelle aule scolastiche, nelle palestre, sugli scuolabus e financo all'interno dei libri di testo. " |
26-03-2005, 11.54.46 | #8 | |
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Citazione:
Beh penso che questo sia douto anche al sistema di finaziamento scolastico che ce in america ... diciamo che nulla di grave se i marchi prestigiosi fanno la pubblicità lasciando grandi somme di denaro ,... il problema non sta nei cartelloni pubblicitari, il problema come sottolineava l'articolo è la mancanza dei genitori, che si è vero che a volte sono lontani perche seguono il benessere o la falsa adolescenza ma ci sono anche altri motivi ... in modo particolare in America ci sono genitori che lavorano 10-12 ore al gioprno per tirare avanti o altri inresponsabili che scappano lasciando i figli in balia di quello che capita altri proprio non hanno capacità di insegnare quialcosa al figlio ecc.... |
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26-03-2005, 15.14.46 | #9 |
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io non sono molto d'accordo ma potresti anche avre ragione tu sulle aziende , comunque l'articolo va ben oltre la condanna dell'irresponsabilita' dei genitori americani , senti qua un'altro stralcio , se ne hai voglia :
"La scuola italiana non ha tardato ad adeguarsi ai tempi: la Henkel e la Nike hanno ideato rispettivamente un concorso a premi basato sui bollini del "Dixan" ed un torneo di calcio scolastico. McDonald's ha promosso iniziative, autorizzate dai Provveditorati agli studi, a Ferrara e Catania. In queste strategie di annichilimento dell'infanzia un ruolo di primissimo piano è giocato dalla Disney, un impero culturale e commerciale di prima grandezza che non da ieri dimostra di saper abilmente sfruttare l'onda lunga delle proprie produzioni cinematografiche (films e cartoons) affiancandole un universo parallelo costituito da centinaia di negozi, una rete televisiva, svariate riviste ed i tre mega luna park 'in Florida, California e Francia. La concessione di licenze per la riproduzione dei personaggi Disney coperti da copyright ha inoltre permesso che il logo Disney venisse riprodotto su di un numero impressionante di oggetti di ogni tipo. Dietro ad una morale falsa e superficiale e con il potente ausilio di immagini rutilanti gli strateghi della Disney emettono i loro venefici ed impalpabili fluidi corrosivi, se ancora sia possibile corrodere qualche cosa, colpendo al cuore le giovanissime generazioni... Tra qualche anno il testimone passerà ad altri stregoni, magari nei panni di una band heavy metal... Ma la spina dorsale di questo attacco concentrico non può che essere, in tutto il mondo, la televisione; l'occhio del diavolo agisce percorrendo la doppia corsia della mercificazione di ogni aspetto della vita sociale con i tempi televisivi del tutto occupati dalla pubblicità; e della trasmissione dell'ideologia mondialista le cui prime vittime sono proprio i bambini, bersagliati da un profluvio di immagini violente e di edonismo volgare che lasceranno inevitabilmente un segno molto spesso indelebile nelle menti di una gioventù ormai abbandonata a se stessa." attacca persino la Disney ! beh sara' anche apocalittico , ma fa pensare no? Ciao |
29-03-2005, 16.06.54 | #10 | |
Ospite abituale
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Citazione:
ok sono convinto che le multinazionali abbiano un ruolo fondamentale nell'imprimere dei valori assai ambugui ai ragazzi ma soprattutto ai bambini ... e solo che il problema non è quello ,... ovvero il problema di base è dato da una educazione vaga o quasi inesitente da parte dei genitori che delegano alla tv l'educazione dei figli... adesso se vogliamo il comportamento dato da certe multinazionali non è certamente corretto, questo sicuramente e non sarà la prima ne ultima volta che questa cosa succede e succedera ancora... come difendersi ?? in effetti non parlerei di difesa ma di protezione dal mondo esterno ... secondo me il primo passo andrebbe fatto da parte dei genitori a condurre un passo verso l'interesse dei loro figli come cosa predominate e poi pensare in un secondo momento alla tv. pensa una mia amica in casa non aveva neppure una TV e sembrava cosi stranoo ma poi alla fine sembra la cosa più saggia ... perche non eliminare completamente questo attrezzo dalle nostre case??? |
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