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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 29-04-2008, 22.17.44   #41
VanLag
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Riferimento: L'Italia comunista? E quando mai!

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Originalmente inviato da vagabondo del dharma
Quello che volevo mettere in evidenza è il fatto che quando si parla di comunismo in Italia non si può parlare di comunismo inteso come regime dove è stato applicato il socialismo reale con tutte le nefandezze ad esso collegate. In Italia è un'altra storia e, pur nell'ambito di una dichiarata ortodossia rispetto al comunismo russo, nei fatti il PCI non si è mai reso protagonista di atti antidemocratici.
E metto in evidenza anche io questa tua precisa e puntuale affermazione. I comunisti in Italia hanno sempre usato metodi costituzionali per le loro battaglie che, non finirò mai di sottolinearlo, sono sempre state battaglia di opposizione.

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Vecchio 29-04-2008, 22.34.51   #42
VanLag
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Riferimento: L'Italia comunista? E quando mai!

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Originalmente inviato da chlobbygarl
Sarebbe come se oggi Veltroni si mettesse a costruire consenso attorno al governo cinese che ammazza i tibetani, o come se d'Alema e Occhetto avessero mostrato viva comprensione per la repressione cinese all'epoca di tien an men:quanti in quel caso sarebbero stati in grado di sostenere il carattere democratico del PDS?Quanti lo avrebbero votato ancora?
Che differenza vedi tra il governo cinese che ammazza i tibetani ed il governo americano che ammazza gli irahceni?

Eppure Berlusconi, nonostante a suo tempo diede il suo consenso al governo americano, è stato rieletto senza nessuno scandalo per nessuno.

Anche questo è un sistema per uccidere la storia, cioè usare diversi pesi e diverse misure a secondo se ci piace o meno. L’aggressione degli americani all’Iraq è un fatto molto più grave e le sue conseguenze sulla popolazioni sono molto più drammatiche eppure nessuno ne parla più. Cosa vuoi che sia 50 morti civili al giorno?

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Vecchio 30-04-2008, 15.31.24   #43
iulbrinner
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Riferimento: L'Italia comunista? E quando mai!

Mi affido, anche in questo topic, alle mie letture alle quali, per completezza d'analisi e congruenza di significato con l'argomento qui discusso, mi rifaccio completamente.

Stralcio tratto da Liberal.it

Ferdinando ADORNATO
Il fantasma del revisionismo

"....................
È ormai da oltre un decennio che l'intera società italiana è attraversata da lacerazioni ideologiche direttamente o indirettamente legate al concetto di «revisionismo».
.....................
Una cosa assai banale non è purtroppo ancora chiara: il concetto di «revisione» è un concetto in tutto e per tutto coincidente con il concetto di «storiografia». Non c'è, infatti, alcuna storiografia credibile che si rifiuti alla revisione delle letture e delle interpretazioni che di volta in volta le epoche consegnano al confronto pubblico. Fuori da questo metodo si dà solo storiografia di propaganda, un'inveterata attitudine mai scomparsa in Italia di adeguare le proprie ricerche alle convenienze della politica. Ma c'è di più: ci sono periodi della vita pubblica nei quali la revisione (che, evidentemente non è obbligatoria) diventa un imperativo categorico. E non c'è dubbio che alla fine di un secolo «terribile» come il Novecento, l'esigenza della «revisione» emerga in tutta la cultura mondiale come una sorta di dovere essenziale. Per l'Italia, poi, questo dovere si fa ancora più stringente. Perché è universalmente evidente che il nostro Paese, più di qualsiasi altra nazione europea, è stato massimamente «condizionato» dalla guerra civile ideologica che ha punteggiato il secolo. E se siamo tutti d'accordo che è necessario liberarsi dalle ideologie che hanno ostacolato lo sviluppo della nostra modernità, non si vede come lo si possa fare senza «rivedere» la storia che tali ideologie hanno scritto sui libri di testo e no.....Perché allora agitare il fantasma del revisionismo quando è universalmente accettata, dagli intellettuali italiani di ogni tendenza, l'esigenza di aprire per il Paese la fase post-ideologica?
.....................
..........la colonna sonora della costruzione della nostra Repubblica fu indubitabilmente suonata dall'antifascismo e orchestrata in primo luogo dalla sinistra comunista. Ma la colonna sonora del reale governo del Paese fu scandita dall'anticomunismo, diretto ovviamente dalla Dc e dai suoi alleati. Grande paradosso, e gravido di conseguenze. Perché la cultura dell'antifascismo divenne cultura nazionale, ma l'anticomunismo, che di fatto fu il cemento di ogni governo, non divenne mai davvero cultura nazionale. Fu qualcosa di cui gli intellettuali si vergognavano, una sorta di «non detto», un «dovere» da nascondere. In questo paradosso sono nate e cresciute intere generazioni. Tanto che ancora oggi, anticomunismo, semplice, banale imput di ogni generica cultura liberale è parola che, in Italia, molti fanno fatica a pronunciare. Di qui la fatica, in particolare in Italia, di costruire una filosofia pubblica normalmente occidentale, cioè antifascista e anticomunista. In una parola antitotalitaria. Ecco allora da quali incubi nasce il fantasma del revisionismo. Esso viene agitato infatti da chi non vuole abbandonare i vecchi paradossi e le vecchie anomalie che hanno regnato così a lungo sul nostro spirito nazionale.......
..........................
In molti abbiamo rimproverato ai nostri padri di essersi svegliati il 26 aprile del '45 improvvisandosi tutti antifascisti senza che fosse vero, senza che, anche lì, nel Paese maturasse una collettiva autoriflessione sul consenso di massa consegnato alla dittatura. Solo De Felice, molti anni dopo, e molto contrastato, ha aiutato l'Italia a intraprendere quel cammino. Evitiamo di cadere ancora nello stesso errore. Oggi sappiamo di essere tutti post-qualcosa. Ma non sappiamo bene post-che cosa. Vogliamo allora rileggere la nostra storia? Vogliamo liberarci del fantasma del revisionismo? Se invece continueremo a raccontarci bugie e, ciò che è peggio, a raccontarle ai nostri ragazzi, non saremo mai in grado di ricostruire l'Italia. Perché senza memoria o con una memoria zoppa e ferita, non si può scrivere nessun futuro."


Le parti da me evidenziate sono quelle, a mio avviso, più direttamente utili alla discussione in corso.
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Vecchio 30-04-2008, 17.12.49   #44
fealoro
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Riferimento: L'Italia comunista? E quando mai!

Citazione:
Perché la cultura dell'antifascismo divenne cultura nazionale, ma l'anticomunismo, che di fatto fu il cemento di ogni governo, non divenne mai davvero cultura nazionale. Fu qualcosa di cui gli intellettuali si vergognavano, una sorta di «non detto», un «dovere» da nascondere. In questo paradosso sono nate e cresciute intere generazioni. Tanto che ancora oggi, anticomunismo, semplice, banale imput di ogni generica cultura liberale è parola che, in Italia, molti fanno fatica a pronunciare.

Forse perchè in Italia l'apporto della comunismo alla democrazia è stato pari a quello della cultura liberista. Quindi forse non è stata vergogna a impedire di ostracizzare una parte della cultura e della popolazione italiana, come sembra che Adornato suggerisca.
fealoro is offline  
Vecchio 30-04-2008, 17.29.17   #45
bluab
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Riferimento: L'Italia comunista? E quando mai!

Probabilmente il problema è che l'Italia in realtà una vera a proprio idea politica non l'ha mai avuta, ma è stata sempre trascinata da ideali mai sentiti veramente, o estremizzati ma mai guidati da una vera direzione e soprattutto mai capiti o assimilati culturalmente.
L'italiano in sè è opportunista, voltagabbana, legato ai suoi interessi e sempre pronto a voltare le spalle per correre da solo avanti.
E se qualcuno invece esce dal coro è un idealista considerati un fallito di solito.
La cultura comunista quella che ha creato i sindacati, il diritto dei lavoratori, la legge sull'aborto e sul divorzio, le contestazioni studentesche e il diritto allo studio, quella dei ragazzi di periferia contro i fighetti con il macchinone, quella controamericana, quella del peace&love, quella laica che nelle sue file difende i gay e i trans, in Italia è stata importante ma poi si è italianizzata ed è finita a tarallucci e vino, come tutte le cose.
Adesso poi è morta perchè è diventata intellettuale ed elitaria come se fosse un vanto e non una ideologia che può funzionare solo se si modernizza e diventa progressista.
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Vecchio 30-04-2008, 20.50.33   #46
VanLag
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Riferimento: L'Italia comunista? E quando mai!

Ma secondo me c’è un errore di fondo e cioè che si tende a confrontare comunismo e fascismo mettendoli sullo stesso piano e, secondo me, davvero non è il caso. Persino in Unione Sovietica, dove lo stalinismo ibridò il comunismo di crimini, la fine del comunismo non ha coinciso con una stagione di veleni ed i partiti comunisti sono tuttora ammessi nella maggior parte delle repubbliche ex sovietiche. Nessuno, neppure in quei paesi ha sentito il bisogno di mettere all’indice il comunismo e la sua ideologia, di vietarlo, o, una volta caduto, di fare ritorsioni contro gli ex comunisti. Questo dovrebbe dirla lunga sul comunismo, che evidentemente, pur essendo un regime illiberale, si presentò con un volto umano e non fu criminale e violento come il regime fascista. Se questa cosa è vera per la Russia, lo deve essere ancora di più in Italia, dove il regime comunista accettò di confrontarsi nell’arco costituzionale.

Vorrei ancora dire che sinceramente non ci credo che ogni ideologia sia violenta e sbagliata a priori. Come esseri umani possiamo vivere, forse anche meglio, senza idee, ma come società abbiamo bisogno di ideali comuni che ci guidino. Poi basta pensare all’ideologia della non violenza che, propagata dal Gandhi, ispirò e guidò il popolo centinaia di milioni di indiani verso l’indipendenza dagli inglesi, ottenuta senza colpo ferire. Quello che è certamente sbagliato, come diceva iulbrinner, è che un’ideologia, deve essere soggetta al controllo continuo della ragione e non deve mai appoggiarsi alla “fede cieca” che è poi quello che la fa degenerare.

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Vecchio 30-04-2008, 23.52.18   #47
frollo
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Riferimento: L'Italia comunista? E quando mai!

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Originalmente inviato da VanLag
E metto in evidenza anche io questa tua precisa e puntuale affermazione. I comunisti in Italia hanno sempre usato metodi costituzionali per le loro battaglie che, non finirò mai di sottolinearlo, sono sempre state battaglia di opposizione.


Anche i missini e poi AN, per la verità, prima che fialmente diventasse forza di governo.
Il problema, come sempre, è che dal 1945 il partito fascista non c'è più e nonostante questo si è continuato a voler dare la patente di fascista al Movimento sociale, prima e ad AN dopo, nonostante le abiure, i congressi di Fiuggi, le visite in Israele e quant'altro.
La destra storicamente c'è sempre stata, prima del fascismo e ci sarà anche in futuro. Smettiamola, per favore, di sottolineare malignamente ogniqualvolta 3 persone fanno il saluto romano o quando qualcuno propone di armare i vigili urbani. Non se ne può veramente più di questi rigurgiti di antifascismo fuori luogo e verso partiti e persone che con il fascismo non hanno mai avuto a che fare.
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Vecchio 01-05-2008, 21.07.56   #48
VanLag
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Riferimento: L'Italia comunista? E quando mai!

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Originalmente inviato da frollo
Anche i missini e poi AN, per la verità, prima che fialmente diventasse forza di governo.
Il problema, come sempre, è che dal 1945 il partito fascista non c'è più e nonostante questo si è continuato a voler dare la patente di fascista al Movimento sociale, prima e ad AN dopo, nonostante le abiure, i congressi di Fiuggi, le visite in Israele e quant'altro.
La destra storicamente c'è sempre stata, prima del fascismo e ci sarà anche in futuro. Smettiamola, per favore, di sottolineare malignamente ogniqualvolta 3 persone fanno il saluto romano o quando qualcuno propone di armare i vigili urbani. Non se ne può veramente più di questi rigurgiti di antifascismo fuori luogo e verso partiti e persone che con il fascismo non hanno mai avuto a che fare.
Personalmente quando definisco il fascismo un regime criminale, non mi riferisco certo al movimento sociale o ad alleanza nazionale, anche se ho sempre guardato con un po’ di sospetto e di diffidenza quei partiti per ovvie ragioni. Il mio definire il fascismo un regime illiberale e criminale si riferisce al fascismo del ventennio, quello del duce, con gli episodi di squadrismo e di violenza già narrati e bla.bla.bla

Sono il primo a riconoscere che esiste una destra etica, liberale, schierata dalla parte del diritto e della legalità, anche se devo dire, che nell’attuale destra del paese non vedo molti elementi con quelle caratteristiche. Ma i miei sentimenti verso la destra di oggi non sono quelli che ho verso il fascismo, ovviamente, perché l'attuale destra non è il fascismo.

Le critiche, spesso dure, verso le scelte dei governi di destra, che posso avere fatto o che ho spesso letto, sono, prima di tutto legittime da parte dell’opposizione ed anche, per quanto ho potuto vedere, sono motivate, cosa che ancora una volta non posso dire della destra che spesso ha scelto e sceglie il dileggio verso l’avversario politico. Tanto per capirci non ho mai visto parlamentari di sinistra in parlamento brindare quando è caduto un governo.

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Vecchio 02-05-2008, 08.25.00   #49
frollo
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Riferimento: L'Italia comunista? E quando mai!

Brindare a champagne e mortadella per la caduta del governo non mi sembra propriamente un atto fascista. Mi sembra più che altro una goliardata che mi ha fatto ridere. Un po' come, seppure da laziale, ho riso quando in un derby, dopo aver segnato, Totti si è tirato su la maglietta mostrandone un'altra con la scritta "Vi ho purgato anche stavolta". Che ci vuoi fare? Ci sta!
D'altra parte il Governo Prodi, e Prodi in persona, per uno di Destra penso siano stati i più insopportabili di sempre, sia negli atti che nelle persone. E a proposito degli atti del passato governo, non voglio ricordare l'indulto, le tasse, l'azzeramento delle riforme del governo precedente, prima fra tutte quella della scuola, l'occupazione sistematica dei posti di potere, piuttosto ricordo l'arroganza -quella si, che poi provoca i brindisi in Parlamento- di certe persone e di certi atti, come nel caso Visco-Padua Schioppa vs il generale Speciale, come nel caso sempre di Padua Schioppa nella sua "bella" definizione dei "Bamboccioni", come nell'intransigenza e nella vendicatività di Prodi, che, guarda caso, è sparito dalla scena mediatica... ma come mai?
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Vecchio 02-05-2008, 13.35.03   #50
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Brindare a champagne e mortadella per la caduta del governo non mi sembra propriamente un atto fascista. Mi sembra più che altro una goliardata che mi ha fatto ridere. Un po' come, seppure da laziale, ho riso quando in un derby, dopo aver segnato, Totti si è tirato su la maglietta mostrandone un'altra con la scritta "Vi ho purgato anche stavolta". Che ci vuoi fare? Ci sta!
D'altra parte il Governo Prodi, e Prodi in persona, per uno di Destra penso siano stati i più insopportabili di sempre, sia negli atti che nelle persone. E a proposito degli atti del passato governo, non voglio ricordare l'indulto, le tasse, l'azzeramento delle riforme del governo precedente, prima fra tutte quella della scuola, l'occupazione sistematica dei posti di potere, piuttosto ricordo l'arroganza -quella si, che poi provoca i brindisi in Parlamento- di certe persone e di certi atti, come nel caso Visco-Padua Schioppa vs il generale Speciale, come nel caso sempre di Padua Schioppa nella sua "bella" definizione dei "Bamboccioni", come nell'intransigenza e nella vendicatività di Prodi, che, guarda caso, è sparito dalla scena mediatica... ma come mai?
Ma io non ho detto ne scritto che brindare per la caduta di un governo sia un atto fascista. Certamente è un atto meschino e riprovevole, che dimostra quanto poco rispetto ci sia da parte di alcuni verso l’avversario politico. E’ un atto squallido soprattutto se fatto in un parlamento che, contrariamente a quanto tu affermi, non è uno stadio e la politica non è una partita di calcio ma riguarda la tua vita, la mia vita e quella di tutti i cittadini.

Sui pro ed i contro del passato governo credo non sia questo il 3d per parlarne.

VanLag is offline  

 



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