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25-09-2007, 15.33.41 | #2 |
Ospite abituale
Data registrazione: 24-04-2006
Messaggi: 486
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Riferimento: La ragione animalista
Il primo pensiero che mi viene in mente è che le ragioni e i fini degli animalisti appaiono del tutto scoordinati tra loro.
Mi sembra ci sia una grande confusione sugli obiettivi che il movimento vuole raggiungere. Abolire le sofferenze degli animali o crare un rapporto più razionale tra uomo e animale? In secondo luogo (se l'intento è quello di abolire assolutamente il dolore) non esiste un motivo razionale per non trarre vantaggio dagli animali provocando anche del dolore ovviamente, tutta la posizioni si riduce all'assioma che sia necessario combattere il dolore degli animali e questo è dettato solo da un sentimento, certo comune, ma esasperato in modo disneyano, appunto. Qui mi allaccio al terzo punto, ovvero che le posizioni più estremistiche vengono da persone che non hanno, in generale, un rapporto così diretto e costante con gli animali calati nel loro habitat, si figurano gli animali tutti simili al loro cagnolino da compagnia. |
29-09-2007, 21.15.16 | #3 |
Ospite
Data registrazione: 08-09-2007
Messaggi: 16
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Riferimento: La ragione animalista
hai toccato un punto sul quale ho riflettuto molto. Da "animalista" non ho difficolta' a dire che la vita di una gallina da fattoria, o di una mucca che va all'alpeggio e' piu' che dignitosa. La fine e' sempre quella ma non e' che morire di vecchiaia per un animale come per un uomo sia una meraviglia. Questo detto fuor di principi e guardando le cose con pragmatismo.
Ma sempre con pragmatismo dobbiamo chiederci perche' c'e' il pollo "broiler". Perche' degli industriali cattivi vogliono la sofferenza degli animali? No, semplicemente perche' non c'e' abbastanza terra per allevare milioni di galline libere, e si devono allevare e macellare milioni di galline perche' il mercato lo richiede. Cioe' perche' la gente vuole il "petto di pollo" e lo vuole a un prezzo sempre piu' basso. Posso assicurare che prima di arrivare alla scelta vegana, che anche a me sembrava una cosa fuori dal mondo, ho cercato in tutti i modi di trovare una mediazione, un'alternativa all'orrore degli allevamenti/macelli industriali, ...ma senza trovarla. ...o meglio sterminando i 9/10 dell'umanita' si', ma non mi sembra praticabile... Fuor di battuta: siamo in troppi e mangiamo troppa carne (e derivati). L'allevamento estensivo, i pascoli, le fattorie tradizionali non possono rifornire i milioni di persone che vivono in citta' sempre piu' estese. E allora si mettono cento mucce in un capannone, si mettono 5 polli in una gabbietta, e tutto quanto ne consegue. La gallna da brodo, la robiola fatta in un certo modo, sono tutte cose che possono esistere per pochi o anche per tanti, ma solo se decidono di mangiare carne una volta al mese, o forse ancora meno... Poi c'e' il problema della sostenibilita' di questo modo di mangiare, ...ma un'altra volta. PS: Disney lasciamolo stare per favore: nessun animalista minimamente serio ha il testa il modello "Bambi"; le battutacce non servono alla discussione |
29-09-2007, 22.36.31 | #4 |
Ospite
Data registrazione: 08-09-2007
Messaggi: 16
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Riferimento: La ragione animalista
due risposte sintetiche a S.B.
L'obiettivo del movimento animalista e' il riconoscimento dei diritti fondamentali degli animali (e quello che ne consegue): una cosa molto simile a quando si lottava per i diritti delle donne, dei neri, degli ebrei. L'abolizione della sofferenza la lascio volentieri ai cosiddetti scienziati che forse si sono montati un po' la testa... Avere o non avere un rapporto con gli animali e' irrilevante ai fini di essere o meno animalisti: io non conosco nessun nero e nessun ebreo ma sono decisamente a favore dei loro diritti. |
30-09-2007, 09.44.00 | #5 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 2,624
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Riferimento: La ragione animalista
Citazione:
Siamo in troppi troppi Troppe mucche, troppi polli, troppi esseri umani Prima di diminuire mucche e polli (le galline sono animali molto ma molto intelligenti!) dovremmo imparare e cercare di diminuire gli esseri umani. Un pollo non comprato è un pollo risparmiato!!!! In un documentario ho sentito che i calpestio delle mucche in America stanno distruggendo la terra, e i gas emessi a causa della loro digestione (gas metano) sono dannosi all'ecosistema Il buon senso è un condimento per la mente che oggi più che mai gli esseri umani non trovano più da nessuna parte. Pensano con somma presunzione di poterne fare a meno e non lo vanno neppure a cercare. |
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30-09-2007, 14.06.08 | #6 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 24-04-2006
Messaggi: 486
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Riferimento: La ragione animalista
Citazione:
Mi sembra in netta contraddizione, il riconoscere diritti agli animali ha come fine combatterne la sofferenza (o meglio lo sfruttamento che la genera). Un diritto non ha un valore in sé e per sé, acquista valore in relazione a quale necessità soddisfa. Per cui non sei uscito dall'osservazione precedente. I diritti di etnie diverse dalla nostra han poco a che fare con i diritti degli animali, è molto più facile stabilire su base razionale (o almeno convenzionale) i diritti di un altro uomo che quelli di un animale. Come ho scritto prima, la tesi di fondo degli animalisti (almeno di tutti quelli che hanno parlato fin'ora) deriva dal sentimento affettuoso verso gli animali che soffrono, il quale sia chiaro, non mi è estraneo, solo mi sembra scorretto affermare che la difesa dei diritti degli animali (poi dipende in che grado) sia una cosa assolutamente razionale. |
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30-09-2007, 17.21.57 | #7 |
Ospite
Data registrazione: 08-09-2007
Messaggi: 16
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Riferimento: La ragione animalista
...certo, si riconosce un diritto con il fine combattere la sofferenza: perche' il riconoscere il diritto dei neri di non essere schiavi cos'era? Un diritto astratto? Quando si parla di diritti degli animali si punta a inglobare anche le specie animali diverse dalla nostra nel sistema di diritti e tutela di cui godono gli essere umani.
Quando il rapporto "piu' razionale" con gli animali e' la conseguenza di un riconoscimento di un diritto si puo' parlare di animalismo, quando e' un'ottimizzazione/razionalizzazione del rapporto di sfruttamento ovviamente no: ad esempio la salvaguardia delle specie in via di estinzione non e' animalismo ma ambientalismo (...anche se ovviamente non c'e' nessun animalisa contrario a cio') E' vero che oggi appare logico riconoscere i diritti delle altre etnie: ma questo oggi e in certi luoghi: non dimentichiamoci che una decina di anni fa, nella civilissima europa, c'e' stata una guerra per ragioni etniche! Riconoscere dei diritti ad "altro" diverso da te (per sesso, religione, censo, colore della pelle, handicap, ecc) e' sempre difficile, e all'inizio chi propugna tale necessita' viene sempre irriso: questa e' la storia di tutti i movimenti di liberazione. Che poi in genere, ma non in assoluto, chi si impegna nella difesa dei diritti degli animali provi verso di loro empatia mi sembra abbastanza normale. La difesa dei diritti degli animali (e si parla del diritto primario alla vita) e' assolutamente razionale e consequenziale se si ripudia l'antropocentrismo esasperato per cui l'uomo e' padrone del mondo; e' assolutamente razionale se ci si rende conto che lo sfruttamento degli animali e' insostenibile sul piano ecologico. E' assolutamente razionale se ci si pone criticamente di fronte alla realta' di una sofferenza infinita e inutile. |
30-09-2007, 22.06.36 | #8 | |
Perfettamente imperfetto
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Riferimento: La ragione animalista
Citazione:
Oltre che razionale è una manifestazione di sensibilità, senza la quale non penso che l'essere umano possa edificare una civiltà degna di questo nome. Senza questa sensibilità, a mio avviso, ci si avvia sempre più verso un mondo di plastica, freddo, oscuro e cinico. Con una veduta crudelmente e arrogantemente antropocentrica. Spiritualmente ottuso. |
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30-09-2007, 23.49.49 | #9 | |
Nuovo iscritto
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Riferimento: La ragione animalista
Citazione:
bisogna rispettare gli animali perché hano sentimenti come anche noi gli abiamo, e hano una psiche, epure noi... _bisogna rispettare le piante ecc... e tante ose che sono giuste e ´che piutosto, sarebero giuste se tutti ragionassimo bene in questa direzione... Invece gli animalisti fanno politica... eh si si fanno politica... gli ambientalisti invece; fanno politica... E poi per stare a fare tanta politica si sbagliano pure in tante occasioni come quelle da te citate, triste mondo di persone incoscienti... il mio gesto ha come orizzonte l'intero mondo. |
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01-10-2007, 09.48.32 | #10 |
Ospite abituale
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Riferimento: La ragione animalista
Ciò che a me risulta di difficile comprensione è la terrificante incoerenza che colpisce gli animalisti di fronte alla realtà. Valter ha fatto una giusta distinzione…egli ha usato due termini che finora avevo sempre un po’ confuso, accorpandoli tra loro. L’animalista e l’ambientalista. Il primo, su spinta emozionale prescinde, in ogni suo ragionamento, dal fattore etico. La sorgente dalla quale sgorga qualsiasi presa di posizione è formata da quelle due parole famose che avevo già avuto modo di commentare…”non toccare”. L’ambientalista invece è proteso alla salvaguardia dell’ambiente ovverosia il suo interesse è concentrato sulla protezione della natura in maniera tale che essa sia popolata dal maggior numero di specie. Spesse volte l’ambientalista si ciba di carne e non è molto interessato agli allevamenti intensivi in quanto la sua attenzione è focalizzata sulla “quantità” di animali selvatici e al loro equilibrio. Il problema risiede nel miscuglio di “ruoli”. L’ambiental-animalista e colui che vorrebbe difendere e salvaguardare la natura “non toccandola” in quanto egli crede che possa preservarsi da sola. Se questa figura ibrida potesse scegliere di estinguere la razza bovina chianina in quanto oggetto di sfruttamento umano, lo farebbe. Riflettendoci sono arrivato alla conclusione che l’animalista non può avere un grosso interesse nel vivere la natura mentre l’ambientalista, che la cura, deve per forza di cosa averne un contatto diretto e sa quindi agire per il meglio. Non saprei distinguere quale dei due pensieri sia il più razionale…a mio avviso, visto l'enorme interesse che nutro nello “sfruttamento” della natura, ho piacere che essa sia popolata dal maggior numero di animali. Sfrutto la natura anche solo con gli occhi perché traggo piacere nel vedere le mie campagne popolate dal maggior numero di specie animali e rubo con le orecchie il risvegliarsi del bosco popolato da mille suoni. Affinché questo accada non mi crea problemi sparare ad una delle moltissime volpi che devastano certi boschi. Non avrei problemi ad eliminare gli stambecchi malati di rogna del parco nazionale dello Stelvio perché non facendolo so che tutta la popolazione animale rischierebbe la malattia e quindi l’estinzione dal luogo. Le alternative ambiental-animaliste purtroppo non sono mai supportate da dati scientifici e la maggior parte delle volte sono di una illogicità che rasenta il ridicolo.
Da che parte stare quindi?...da quella degli animalisti che prescindono dal fattore etico e credono l’uomo superiore rispetto agli altri animali e capace, tramite “corretta moralità”, di fargli comprendere che la sua vita non vale più di quella di uno scarafaggio o da quella degli ambientalisti che vogliono il nostro mondo più verde e popolato dal maggior numero di specie animali? |