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08-05-2008, 21.12.11 | #66 | |
Ospite
Data registrazione: 18-02-2008
Messaggi: 3
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Riferimento: Il più grande della storia è...
Citazione:
Cara Ziabenita, quello che hai detto è sacrosanto. Nella storia, sempre, son state aumentate e gonfiate le cifre che facevano comodo (anke quelle scomode). Ma in questo caso non si può parlare di un rigonfiamento delle cifre in quanto, qui, si hanno in mano tutti i registri nazisti dove erano riportati i nomi dei condannati a morte e, soprattutto, si hanno i dati anagrafici di ogni signolo essere che ha perso la vita per mano dei nazisti. Spero di esserti stato d'aiuto |
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27-05-2008, 19.17.48 | #67 |
Ospite
Data registrazione: 17-05-2008
Messaggi: 0
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Riferimento: Il più grande della storia è...
tra i miei grandi non vi sono i grandi che tutti conoscono poichè sono talmente invincibili e invulnerabili stile Achille che sono resi troppo perfetti e senza una macchia che non so se in realtà siano realmente stati così perfetti...cmq per me il più grande,almeno per quando riguarda l'Italia fu sicuramente Giovanni dalla Bande nere
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27-05-2008, 21.18.57 | #68 |
Ospite
Data registrazione: 26-05-2008
Messaggi: 15
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Riferimento: Il più grande della storia è...
Preciso che, secondo il mio personale e opinabile parere, non esiste IL più grande della storia come personaggio umano, perchè ogni singola personalità si immerge pienamente nel suo tempo e incarna gli ideali di giustizia, lealtà e coerenza (o anche di ingiustizia e volontaria cattiveria!) della sua epoca; poichè si osserva, secondo questa stuzzicante domanda, la prospettiva storica da un punto di vista squisitamente universalistico, ritengo impossibile riscontrare personalità universali della storia umana.
Umano, per l'appunto, non lo riscontro. Divino sì. La mia considerazione sfora dalla mia fede cristiana molto forte, e propongo Gesù Cristo non per la sua divinità, ma per i tratti immanenti che un uomo di questo (e sottolineo uomo) è stato capace di trasmettere. I suoi insegnamenti non promuovono certamente un superuomo nicciano, nè basano la loro forza attrattiva sulle basi della cultura ebraica o della società romana (le parabole propongono solo lo sfondo di questo periodo, non certamente i motivi e le consuetudini). Gesù Cristo perchè capace di fornire insegnamenti eterni, che non possono essere racchiusi o catalogati nella singolarità di una cultura o di un'ideologia mistica; tant'è che, per quanto alcuni di voi affermino il contrario, un islamico che abbia un minimo di cultura sul Corano non soltanto ammetterà la presenza di Cristo, ma lo venererà anche come grande profeta (e appunto, non come Figlio di Dio, coerentemente con la linea che sto proponendo nella mia tesi) per la saggezza dei suoi precetti, in considerazione del fatto che una sura del libro sacro islamico lo considera come tale. I suoi insegnamenti sono validi 2008 anni fa come adesso, e a prescindere dall'essere atei o credenti, hanno il "divino" pregio di essere bifronte: frutto di una mente divina per coloro che abbracciano il Cattolicesimo, ma dimostrazione di quanto un uomo può essere equilibrato, giusto, saggio e grandiosamente impassibile nella sua fermezza di ideali. Cristo non è contestabile, se si ha la minima accortezza, prima di esibirsi in vistose bestemmie per moda o in "io non credo" per avere un'aria da eore dark americano, di leggere i Vangeli e toccare con mano l'eterna attualità delle sue parole, e considerare come ci sia una frase adatta per ogni situazione, in ogni tempo. E ripeto, ho cercato di analizzare la figura cristologica in tutta la sua umanità, per dare una teoria quanto il più possibile obiettiva. Uomini in quanto tali, soggetti però alle restrizioni delle loro epoche, ne riscontro, e anche numerosi (sono sempre le mie idee, contestabilissime e meritevoli di pomodori e uova marce). Dico in relazione alle loro epoche perchè è opportuno, a mio parere, guardare all'operato e alla testimonianza lasciata da tali personaggi con obiettività storica, e non con occhio soggettivamente moderno. Socrate; grandioso, supremo, colui che "sa di non sapere", il padre della condivisione e del dibattito, il filosofo che prende esperienza dal mondo per partire verso il suo regno metafisico. Muzio Scevola, pietra di responsabilità, che dovrebbe insegnare a molti, oggi, il concetto di "saper prendere le proprie rogne sulle spalle e pagarne le conseguenze". Lucio Anneo Seneca; immerso pienamente nella società romana, è stato capace di scrivere un testo come "schiavi e padroni" (chi lo conosce capirà subito, chi non l'ha mai letto dovrebbe procurarselo e dargli un'occhiata); segno che, per quanto il mondo in cui si vive e si cresce condizioni fortemente la propria personalità e ideologia, è sempre presente il libero arbitrio e la capacità di pensare concetti che possano anche contrastare quelli dell'istituzione. Teodorico, re degli Ostrogoti, invasore barbaro dell'impero Romano ma profondo ammiratore, e rispettoso conservatore, degli usi e dei costumi della comunità latina ancora esistente nell'Italia del V-VI secolo. Sfoltisco il mio elenco, sto diventando eccessivamente odioso. San Francesco; Federico II di Svevia, conquistatore pacifico di Gerusalemme (per quanto dietro questo evento non ci sia esclusivamente bontà e amore per la pace). Dante, la sua Commedia è una vita, la sua vita, ma anche quella di tutti. Martin Lutero, Galileo Galilei, Ghandi, Cesare Pavese, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, padre Pino Puglisi. L'elenco potrebbe essere ancora lungo, i nomi sono solo a titolo esemplificativo. Sarebbe oltremodo interessante poter conoscere gli eventi, le passioni e le situazioni turbinanti in quell'illustre sconosciuta, meglio nota ai pochi come "Microstoria", in cui vengono curate le gesta dei nessuno autori del niente, di un niente che magari è così inesistente da aver forzato, e valicato, le barriere del proprio tempo per provare a toccare con un dito i cieli della Morale Universale, se mai ne esista una e se mai l'uomo sarà tanto umile da voler accettare; un niente che lo diventa perchè forse troppo grande da essere riconosciuto nel limite epocale, tanto grande da inglobarci tutti, e rendercene tutti riconoscenti. Forse sarebbero anche, perdonate il gioco di parole, più grandi dei grandi, perchè il loro pregio sarebbe di esser divenuti maggiori dei giganti, pur essendo originariamente piccoli. Tra questi, scelgo Pietro Micca. |