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04-04-2006, 23.24.45 | #142 |
Ospite abituale
Data registrazione: 23-03-2006
Messaggi: 50
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Per Alek
Non è la stessa cosa! Perchè il male se sai che esiste, sai anche che puoi combatterlo perchè hai tutte le armi per farlo, la preghiera e i sacramenti, e non hai nulla da temere e nessun motivo per cui dovresti dargli potere! Caro Alek ormai quello che esprime il tuo cuore è la parola Cristo+Satana. Il tuo animo stà dando troppo valore ad una tua concezione di vedere la vita.Hai mai parlato e magari vissuto con persone malate di depressione?be,io sì e sono sicura che se sono andate avanti lo hanno fatto con la forza di vivere non perchè credevano in preghiere o altro. Le persone depresse non si amano,quando si guardano allo specchio (anche se non è così)si vedono brutte e chissà perchè pensano sempre al suicidio o alla morte! lo sai come avviene una depressione? Per sfiducia di se stessi,per una morte di un loro caro,per un'amore non compreso,perchè qualcuno non accetta la propria omosessualità o meglio la famiglia non accetta l'omossesualità...etc etc be,credimi io ho visto amici peggiorare giorno dopo giorno,al mattino al risveglio il l'unico pensiero è MORIRE !Si sono aiutati perchè avevano tanta fiducia nella vita perchè il male che li aveva ospitati era un male psicologico non un male proveniente da strane entità! Un pò di filosofia non fa male anche se,sono sicura che non lo accetti. MORIRE Socrate (da Platone): involontarietà del male A partire dall’Apologia Platone riporta in diversi dialoghi la tesi socratica dell’involontarietà del male. L’origine del male è quindi l’ignoranza del vero bene, anche se quest’ultimo resta compreso nell’orizzonte umano e sociale, senza garanzie di ordine religioso o metafisico Platone Nel Timeo Platone attribuisce la malvagità umana alla mancanza di educazione e agli influssi negativi del corpo sull’anima. Il male nasce quindi dalla scarsa conoscenza del bene (che assume una precisa connotazione metafisica e la più elevata collocazione gerarchica nel mondo delle idee) e dall’imperfezione della materia (il corpo). Nella Repubblica Platone dichiara che l’origine del male non può essere Dio, cioè un principio buono, perché sarebbe illogico che dal bene discendesse il male. Nel Timeo il problema viene risolto attribuendo alla materia un’essenza caotica ed imperfetta che solo parzialmente può venire ricondotta all’ordine dall’opera del divino artefice. Il male, inteso come imperfezione, è quindi un principio originario e ingenerato, come il demiurgo e il mondo delle idee. Agostino Nell’ambito della filosofia cristiana, Agostino, con la sua rigorosa indagine logica e psicologica, si chiede da dove ha origine il male (dal momento che tutto ha origine da un Dio buono) e che cosa spinge l’uomo in alcuni casi a desiderarlo volontariamente. Egli riprende la soluzione di Plotino negando entità metafisica al male e definendolo privazione di bene, ma sottolineando anche che nessuna sostanza (neppure la materia), può essere totalmente priva di bene, perché la totale privazione di bene (cioè il male assoluto) equivarrebbe ad una totale assenza di esistenza. Così nel peccare non ci si rivolge verso "nature cattive", ma verso esseri inferiori nel bene rispetto all’essere sommo: è questa scelta (della quale è responsabile l’uomo) ad essere malvagia, non l’oggetto della scelta. Plotino Anche negli scritti di Plotino, come nei testi degli stoici, viene esplicitamente detto che il male è necessario all’ordine del mondo e quindi alla sua perfezione. In alcuni passi si avverte il riferimento al mito platonico del demiurgo che identifica il male con la materia caotica e il bene con l’intelligenza ordinatrice, entrambi come principi originari necessari all’esistenza dell’universo (soluzione dualista). In altri passi Plotino intuisce invece la possibilità che il male non esista ontologicamente e che tutto ciò che chiamiamo male (dalla malattia, alla bruttezza, alla povertà) sia in realtà "privazione di bene" (soluzione monista). Stoici Nello stoicismo il male concorre, come ogni altra cosa, a realizzare il bene del Tutto. Visto nel quadro metafisico universale il male è quindi tale solo in apparenza ed è una pretesa assurda l’idea di poterlo separare dal bene complessivo che si realizza nel cosmo, anche perché gli uomini non possono cambiare il corso del destino. |