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01-02-2006, 08.47.43 | #4 |
Ospite
Data registrazione: 06-05-2005
Messaggi: 32
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Esattamente, il protocristianesimo è il cristianesimo delle origini, ossia quel che è successo dopo che Gesù è morto .
Più si va indietro nel tempo , più le notizie sono frammentarie e più le ipotesi degli studiosi si fanno varie e ...strane. Una di queste ipotesi dice che l'inventore del cristianesimo come lo conosciamo noi oggi è stato S. paolo, e che avrebbe , per così dire , un po' travisato il messaggio originale di Gesù. Certo ,coi secoli che si frappongono tra noi e loro, mi rendo conto che forse mai riusciremo a capire cosa è veramente successo, però lo ripeto, l'argomento mi affascina..... Arwen |
01-02-2006, 09.13.06 | #5 |
Sii cio' che Sei....
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 4,124
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Queste infatti sono alcune riflessioni:
Dal Vangelo secondo Marco: " Con molte parabole di questo genere annunciava loro la parola, secondo che erano capaci di intenderla, e senza parabole non parlava loro; ma ai suoi discepoli in privato spiegava ogni cosa". Clemente di Alessandria: (150-203 a.c.) ...non e' alla massa che egli ha rivelato quello che non e' per la massa, ma a qualcuno di cui egli sapeva che questi insegnamenti gli sarebbero convenuti; quelli che erano capaci di riceverli e di lasciarsi formare da essi. Poiche' i segreti ineffabili come Dio stesso sono affidati alla parola e non alla scrittura. La Gnosi e' stata trasmessa a un piccolo numero di persone dopo gli apostoli, mediante la sucessione dei maestri e senza scrittura. Esodo: Dio disse a Mose': " Io sono colui che sono". E aggiunse: Cosi dirai ai figli di Israele: "Io Sono mi ha inviato da Voi". Ramana Maharshi: "Tu esisti sempre, lo stato di Essere e' il Se'. Io sono e' il nome di Dio." "…tu non sei questo, non c’è niente di te in questo, eccetto il puntino di "Io sono"…"Io sono questo, io sono quello" è il sogno, mentre l’Io sono puro ha il marchio della realtà su di esso. Hai assaporato tante cose …tutte si sono azzerate. Solo il senso dell’"Io sono" ha continuato invariato. Rimani con ciò che è immutabile tra le cose mutevoli, finché sarai capace di andar oltre. Quando "l’Io sono me stesso" se ne va, arriva "l’Io sono tutto". Quando "l’Io sono tutto" se ne va, arriva "l’Io sono". Allorché anche "l’Io sono" se ne va, solo la Realtà resta. Nisargadatta Nei primi secoli non vi era il simbolo della croce ma il Pantocrator che regge il vangelo aperto nella pagina in cui si legge: "“Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8, 12)." Le lettere greche O w N dietro la testa e ai lati significano: "IO SONO colui che SONO" Una immagine del Pantocrator: QUI Gesu' era il Logos.... Ultima modifica di Yam : 01-02-2006 alle ore 09.15.51. |
01-02-2006, 09.51.13 | #6 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Citazione:
Il codice D (o codice Beza, di Cambridge) ci dà il testo primitivo, nel Vangelo di Luca, che doveva essere anche quello degli altri evangelisti: XXII, 14. Quando l’ora fu venuta, egli si mise a tavola e gli apostoli con lui. 15. Ed Egli disse: - Vivamente ho desiderato di mangiare questa Pasqua con voi; 16. poiché vi dico che non ne mangerò più fino a che venga il regno dei cieli. 17. E avendo preso una coppa disse: - Prendete e dividetelo tra voi. 18. Vi dico infatti che di questo succo della vite non ne berrò più fino a che venga il regno dei cieli 19. Prese allora il pane, lo ruppe e disse: - Fatelo anche voi in mia memoria – Nelle intenzioni di Gesù vi era soltanto il desiderio di fare della cena pasquale, oltre che un rito di ringraziamento a Jahve per i “beni” fino allora largiti, secondo l’antico patto, un ringraziamento per la promessa del regno (nuovo patto) in cui quei beni sarebbero stati eterni e sovrabbondanti. La cena voleva essere, perciò, una speranza e un augurio della concordia e della felicità che si sarebbero godute nel regno di Dio. La radicale trasformazione dell’eucaristia, da rito commemorativo di Gesù e di ringraziamento a Jahve, in rito misterico è avvenuta in seguito all’affermarsi della cristologia paolina. La fortuita incidenza della morte di Gesù, vittima innocente dei timori politici dei romani e della classe dirigente giudaica, in prossimità dell’ultima cena, in cui erano consumate le carni di un animale sacro (l’agnello), immolato a Jahve come offerta propiziatoria ed espiatoria, ha suggerito a Paolo l’idea di fondere i due avvenimenti e di costruire un parallelo tra Gesù e l’agnello pasquale. Su questo piano di semplice confronto simbolico tra due vittime innocenti, sacrificate per l’interesse degli offerenti, l’idea di Paolo non avrebbe nulla di straordinario. Come a molte altre religioni anche a quella giudaica non ripugnava la concezione del sacrificio vicario. Abbiamo già avuto occasione di ricordare la credenza ebraica nel capro espiatorio che, come in analoghi riti babilonesi, hittiti ed egiziani, era una vittima passiva su cui, nel giorno del Kippur, il Sommo Sacerdote trasferiva, per virtù magica, tutte le colpe del popolo e la cui morte perciò significava la cancellazione delle colpe stesse. Ne era estranea ai giudei l’idea che si potessero scegliere vittime innocenti anche tra gli esseri umani (la figlia di Ieptè, Isacco, ecc), come non era estranea alla religione greca, (Ifigenia, Alcesti, ecc…) Ma nella cristologia Paolina non vi è soltanto l’intenzione di considerare Gesù una vittima espiatoria. Con ben altra ricchezza di fantasia, Paolo, per suggestione dei culti misterici, molto diffusi nell’ambiente greco-orientale in cui egli visse, accomuna Gesù alle divinità esoteriche (Orfeo, Dionisio, Attis ecc..), adorate da tali religioni. La funzione di queste divinità era stata di soffrire e morire per dare agli uomini la possibilità di accedere, spiritualmente alla beatitudine divina. I fedeli dovevano essere “iniziati” al culto segreto (mystérion) tramite la catechesi (conoscenza del significato del rito), il digiuno e la purificazione. Erano allora introdotti tra i membri della comunità religiosa che godeva della protezione del dio e potevano attuare l’unione mistica o comunione col dio stesso, mediante il pasto di un animale sacro che lo simboleggiava. La carne e il sangue dell’animale trasferivano in coloro che li avevano ingeriti le virtù della divinità. Anche Paolo pensa ad un potere magico insito nel pane dell’eucaristia, come i pagani negli idolotiti (le carni sacrificate ai loro dei). Non occorre grande sforzo per riconoscere l’affinità tra i gradi dell’iniziazione orfica (catechesi, digiuno, purificazione) e quelli cristiani: preparazione al “mistero” dell’eucaristia, digiuno, confessione e assoluzione dei peccati. Ma la sostituzione dell’animale sacro colla persona stessa di Gesù fa diventare macabra e orripilante la cerimonia: se Gesù è da considerare essere umano essa assume le caratteristiche di un rito cannibalesco; se Gesù è da considerare figlio di Dio, diventa inconcepibile come l’immagine pura ed elevata che Gesù stesso aveva di Dio abbia potuto degenerare nell’opinione di un dio spietato che pretende il cruento sacrificio, sempre rinnovatesi, del suo figlio diletto. Una volta accettata l’innovazione di Paolo, anche l’agàpe degli apostoli perse il suo significato eucaristico (ringraziamento alla divinità) e commemorativo (ricordo di Gesù) per divenire parte del “mistero” della comunione. Il pane ed il vino vennero assunti a simbolo della persona di Gesù e precisamente del suo corpo e del suo sangue. Il resto dei vangeli si completò allora con le aggiunte fatte da Paolo, il quale, violando la realtà storica per un’esigenza teologica, ed asserendo con molta impudenza, che tutto ciò gli era stato direttamente riferito da Gesù stesso, gli faceva dire, dopo la fractio panis: - Questo è il mio corpo, che è dato per voi” e al momento della libagione del vino: - Questo è il mio sangue del nuovo patto, che si versa in favore di molti. – L’agàpe apostolica, come anticipazione della beatitudine del regno promessa da Gesù, aveva un carattere festoso. Paolo invece, ha posto l’accento sulla sua relazione colla morte di Gesù: l’ultima cena è per lui “l’annuncio della morte del Signore”, e il lieto banchetto fraterno si è mutato in un sacramento, circondato da un alone di terrificante mistero. Infatti analogamente ai riti soteriologici greco-orientali, anche nella “comunione” cristiana Paolo introduce il concetto della punizione divina (fino alla morte) per chi osi accostarsi al pasto, senza l’opportuna iniziazione: - Chiunque mangerà il pane e berrà il calice del signore senza esserne degno, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore…. Per questa cagione molti fra voi sono infermi e malati e parecchi muoiono. – |
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01-02-2006, 17.32.32 | #8 | |
Utente assente
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Messaggi: 1,541
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Citazione:
Ehm... protocristianesimo = una ramificazione dell'ebraismo... I primi cristiani si sentivano a tutti gli effetti degli ebrei fino almeno alla distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C. ... Le teorie che il cristianesimo è una invenzione di Paolo... tutte fantasie a mio modo di vedere... come anche le varie sciocche critiche che si fanno a lui... molte delle quali non riguardano nemmeno il vero Paolo... e sono solo un tentativo per screditare una religione... Infatti, criticare Paolo è un gran bel osé... Perché chi lo critica, deve ammettere di conoscere le sue idee... ma il problema sta proprio lì... cosa credeva Paolo, e perché ha scritto parecchie epistole ma nemmeno un Evangelo??? Chi lo critica, deve prima saper rispondere in modo chiaro a queste domande, e altre ancora... Comunque, Marcello Craveri ha messo assieme parecchi vangeli apocrifi, per andare a parare alla fine sul cristianesimo primitivo... a cura di Marcello Craveri I Vangeli Apocrifi Interessante in questo libro è il discorso sugli ebioniti, sui nazirei, e sugli ebrei... insomma, sui quei evangeli che ora non possediamo più, ma sui quali i Padri della Chiesa parlano e discutono... il Vangelo degli Ebioniti, il Vangelo dei Nazirei, e il Vangelo degli Ebrei... Chissà cosa contenevano... Mistero... Elia P.S.: ecco qua un libro che parla degli imbrogli di Paolo... Non faccio miei commenti a riguardo... dico solo che esistono persone che raccontano cose del genere... se poi io condivido queste idee, è tutt'altro discorso... Mario Pincherle Paolo il falso -------------------------------------------------------------------------------- Nota di Uno: ho eliminato i link al sito che vende i libri, l'unico che può metterne è l'amministratore (link pubblicitari) , per questa volta ho messo i titoli, la prossima cancello solo . Grazie Ultima modifica di Elijah : 01-02-2006 alle ore 17.40.27. |
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01-02-2006, 23.20.47 | #9 | |
iscrizione annullata
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Re: protocristianesimo
Citazione:
Ecco alcuni punti che possono rispondere alle tue curiosità: I primi Cristiani Non credevano ad un Dio che punisce. Non credevano che Dio crei l'anima solo nel momento in cui viene generato un bambino. Non credevano in un luogo che viene definito inferno oppure dannazione eterna. Non credevano nella resurrezione della carne. Non credevano ad un concepimento sovrannaturale avvenuto tramite lo Spirito Santo. Non credevano che Maria sia ascesa al cielo con il corpo. Non credevano ad una Chiesa quale unica istituzione attraverso la quale si può raggiungere la salvezza. Non credevano nell'istituzione ecclesiastica, Non credevano a dogmi, sacramenti e culti. Non credevano che sia possibile divenire beati solamente per mezzo della fede, senza adempiere i Comandamenti di Dio. Non credevano che sia possibile trovare Dio in case di pietra, poiché ogni uomo è il tempio di Dio. Non credevano nel battesimo dei neonati, poiché Gesù stesso disse: "Prima insegnate e poi battezzate". Non credevano che siano necessarie ostie e vino in memoria della sacra cena; Gesù tenne una cena semplice con i Suoi apostoli e disse a senso: "Fate questo in memoria di Me". Non credevano nel "Santo Padre", ossia nel papa, e nemmeno alla gerarchia e ai titoli di cardinali, vescovi, parroci e preti. Nella Bibbia"Gesù disse: e sulla terra non dovrete chiamare nessuno 'padre'; poiché Uno solo è vostro Padre, che è nei cieli ... Infatti, chi si eleva sarà abbassato e chi si abbassa verrà innalzato Non credevano all'infallibilità di una persona. Non credevano ai santi. Non credevano che tutti i peccati possano essere estinti nell'ultimo minuto tramite la cosiddetta estrema unzione o con la confessione sul letto di morte. Non credevano nel perdono dei peccati per mezzo di un sacerdote. Non credevano agli oggetti santificati da sacerdoti. Non credevano che sia possibile giungere a Dio per mezzo di una vita condotta in convento, isolati dai propri simili. Non credevano nei pellegrinaggi e nei luoghi di pellegrinaggio. Non credevano alla venerazione di reliquie o immagini. Non credevano che sia possibile liberarsi dalle proprie colpe acquistando un'indulgenza. Non credevano che sia possibile conquistare il cuore di Dio accendendo candele oppure dando in offerta denaro. Credevano che chi ama Dio, l'eterno Padre, e il Cristo, Suo figlio, compie ciò che è la volontà di Dio e non ciò che vogliono gli uomini sic! giliola |
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01-02-2006, 23.35.10 | #10 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Citazione:
A formare la concezione di dio, propria del cristianesimo, hanno contribuito, durante i primi cinque secoli dopo la morte di Gesù, mescolandosi all’idea monoteistica ebraica, le filosofie del neoplatonismo, del filonismo e dello gnosticismo. Non è neppure giusto, d’altro canto, indicare ogni tentativo di fare chiarezza, come - la volontà di screditare una religione - a meno che si abbia timore della verità. |
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