Penso sia assolutamente importante e basilare porsi quesito e consapevolezza
di tale trasformazione e non solo a livello di domanda "laterale":

si tende non solo a non parlare di tale argomento ma soprattutto di renderlo tabù
tramite risposte più o meno "confezionate" tipo la mia stessa espressione "trasformazione";
ma sino a che tale "risposta" non ha preso connotati reali e naturali non serve che ad arginare
qualcosa di cui spesso temiamo l'oscurità che appare insita!

Ogni paura della vita ha radice nell' alone di paura del nostro concetto della morte,
e per quanto cerchiamo spesso di giocarci a palla ritorna puntuale a boomerang verso noi!
Portare luce ad un concetto abbozzato e seppellito come la morte significa porre in luce la vita stessa!
Perché le due "cose", i due "concetti" sono assolutamente inscindibili, che lo vogliamo o no!
Ed effettivamente di due "pensieri" si tratta:
tutto ciò che vediamo come "movimento" visibile dotato di individualità, tutto ciò che si rapporta a noi con memoria e 'sentimento', questo chiamiamo "vita": il cane, la pianta, un uomo..! Nel momento che questa interazione cessa con la nostra coscienza e noi non siamo più in grado di riconoscere quell'uomo, quel cane, quella pianta noi la chiamiamo "morta"..

Ma cos'è realmente la morte?
Non esisterebbe il/un significato di morte, se prima non si fosse posto un significato di "vita", di ciò che è "vivo"!
Allora forse la prima domanda da porci, con la stessa spessa serietà, sarebbe: "che cos'è la vita?"; cosa è "vivo"?

Identifichiamo "vita" con "coscienza", quella "coscienza" però in grado di rapportarsi alla nostra "coscienza",
alle nostre qualità di "connessione".. Anzi per noi "vivo" è tutto ciò in grado di "pensare se stesso (e venircelo in qualche modo a dire/ comunicarcelo!)" Allora se la vita è identificazione con questo pensiero che pensa se stesso, la morte sarà la fine di tutto! Poiché questo "pensiero" diviene reale e dio stesso!

Ma se realmente con molta lentezza e tranquillità ampliassimo la nostra percezione delle cose la domanda principale non sarebbe più sulla morte ma su "dove è finita/andata la vita?", "Che forma ha preso?", "posso essere in grado di connettermi con lei nella sua nuova forma/ di sentirla?" "La "Forma" non è anch'essa un "pensiero"??"

Da queste nuove domande sorgerebbe una diversa consapevolezza della paura e della questione
e cioè il poco senso sviluppato dell'unicità, della non-dipendenza:
La dipendenza in contrasto con la "connessione" (l'interdipendenza) ed al di sopra di tutto verrebbe chiaro quanto siamo legati all'idea del nostro io, dell'io altrui come unica Realtà dimorante: umano ma.. mortale !

Potremmo usare un famoso slogan :
"Se la conosci non ti uccide!"

Penso sia veramente utile mettere in discussione e plasmare ogni aspetto della limitatezza dei sensi cui normalmente facciamo uso per non tradurre con "vita" e "morte" ciò che è intraducibile a parole ma in buona parte sperimentabile percettivamente (attraverso gli stessi sensi meglio "addestrati"/plasmati) -oltre che deducibile razionalmente..


In sintesi:







Gyta

Cara Gita, ho letto con attenzione la tua mail e ti faccio i complimenti per la profondità del tuo dire. Non è facile rispondere alle tue domande.
In una di queste tu dici: "dove è finita/andata la vita?", in poche parole che cosa sopravvive alla vita. Cosa rimane del dopo vita?
Dinanzi a certi avvenimenti straordinari, l’uomo si ferma, resta sbalordito, ma poi, se non è pronto spiritualmente, si rifugia nelle più diverse interpretazioni.
Noi non siamo il nostro corpo che muore. Noi siamo l’eterna Scintilla divina che non muore.
Noi siamo “Coscienza” e niente altro che “Coscienza”.
Tutto il resto, la personalità, la mente, la psiche, il corpo, sono soltanto strumenti che abbandoneremo quando più non servono.
Nel dopo vita, la forma perisce, l’essenza rimane……Questo è il sentire di esistere, la coscienza d'esistere: il fiore.

Salvatore R

C'e' quel solito manicheo dualismo in queste parole...Vita e Morte, Eros e Tanathos, forma e vuoto......(ma.... il vuoto e' forma).
C'e' una svalutazione della Vita, della Vita del Corpo....c'e' la speranza in qualcosa di diverso dal cio' che e'.

Una separazione tra il cio' che e' e il cio' che sara', tra il relativo e l'Assoluto, tra il Samsara e il Nirvana.

Mai...separazione alcuna vi e' stata.

Noi siamo, qui ed ora cio' che siamo....se vuoi pura coscienza....prima della Vita, durante la Vita e dopo la Vita...rimane la Vita.

Dice Yam:
Noi siamo, qui ed ora cio' che siamo....se vuoi pura coscienza....prima della Vita, durante la Vita e dopo la Vita...rimane la Vita.

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Condivido pienamente .

SalvatoreR.

Si, lo so e lo sapevo....

Sì forse è vero per i "risvegliati" spiritualmente, per chi da un senso alla propria vita, ma gli altri???? cosa accade a chi non ha considerazione alcuna e rispetto alcuno per la propria e l'altrui vita? Ci sono anche loro in questo mondo no? La loro scintilla divina rimane in eterno? oppure perisce in qualche modo a noi sconosciuto??? Esistono tanti ahime che vivono nella perfetta incoscienza.......

Accade che ognuno sta crescendo, anche commettendo degli sbagli......e tu, io, noi non possiamo fare altro che testimoniare dove siamo e chi siamo...e ...cosi fanno tutti.......
Mia figlia per quattro anni ha cazzeggiato in giro, aveva abbandonato la scuola...e' stata dura non condannarla, accoglierla, sgridarla...ma io sapevo che doveva trovare dentro di se la passione per la vita, ora non fa altro che studiare...ed e' un piccolo genio....e umanamente e' cresciuta...sono fiero di lei!
(era una punkabestia....come me da giovane daltronde.... ).
Un cuore vicino al divino e' innazitutto un cuore fiducioso.

Anche le pietre hanno la loro "scia". Su di esse poggia e vive la "scia" di qualcosa di sensiente.

Pietra e sensiente sono la stessa cosa, come il fondoschiena e gli occhi di Ilpe.

Sono felice per tua figlia, e come vedi anche per me che temevo che mia figlia non si sarebbe laureata è venuto il momento glorioso di vederla laureata con il massimo e la lode in Architettura, ora prego per l'altro cui mancano solo quattro materie, ma che come dici tu tende a cazzeggiare...... il problema che ho posto non è qui e ora, ma una volta che hai sprecato la tua vita e muori senza avere usato nessuno di talenti che avevi.......

Ustia! Vecchio Mistik...vedo che l'antica Anima Druida....sa parlare anche alle pietre, agli alberi, agli animali......agli uomini......perche' attraverso quell'unica sostanza...noi passiamo....