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07-07-2005, 09.25.41 | #33 | ||
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Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
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Citazione:
Bella frase, ma non dice un granché..! Citazione:
Sono d'accordo! Ma nulla toglie la possibilità di coesistenza di Dio sia nell'immanenza che nella trascendenza, no? (!!!) Allora a tal punto "Dio E' " diviene chiara ammissione di trascendenza ed immanenza, senza alcun problema, se non la personale percezione che mentalmente ci diviene difficile da 'fotografare' se non a livello puramente deduttivo-simbolico.. Gyta |
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07-07-2005, 16.07.38 | #34 |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-10-2004
Messaggi: 121
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Certamente che c'è coesisteza fra trascendenza e immanenza, Gyta.
La trascendenza direi che "dipende" dalle cose che trascende e da cui ha avuto origine, per dirla in termini umani. Con questo non voglio dire che l'Assoluto (Dio) dipenda dal relativo nel senso di costrizione, ma nei termini di esistenza. Cioè l'Assoluto è tale perchè vi è un relativo che lo struttura. Diversamente sarebbe un Assoluto-monolite e noi potremmo filosoficamente chiederci: Assoluto di che cosa? Sta di fatto che esiste il relativo e noi ne siamo la dimostrazione. Questo relativo, nella sua essenza di "essere", cioè per quanto noi sentiamo di esistere senza necessariamente rapportarci a qualcos'altro, è della stessa natura della coscienza assoluta; stessa natura ma con differenti gradazioni. Il sentirsi di essere di un bruto, che pensa solo a se stesso, non ha la stessa gradazione di un Santo, che ha allargato il suo "sentire" abbracciando l'altrui in un senso di fratellanza e amore che tente a coinvolgere tutto e tutti. Questo mi indica una grado di coscienza, sempre relativa, ma che sta tendendo all'identificazione con ciò che appare esterno; una tensione verso l'unità che, secondo me, si potrà realizzare completamente solo in quella assoluta. Dunque non c'è solo coesistenza, Gyta, ma una identificazione graduale con l'essere Assoluto che, stiamo percorrendo nel conoscerlo e sentirlo ....direi anche "rappresentarlo" in quel relativo non separato da Lui se non per le limitazioni che ci impediscono di viverlo. |
07-07-2005, 17.43.54 | #35 |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-10-2004
Messaggi: 1,774
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il relativo
Il sentirsi di essere di un bruto, che pensa solo a se stesso, non ha la stessa gradazione di un Santo, che ha allargato il suo "sentire" abbracciando l'altrui in un senso di fratellanza e amore che tente a coinvolgere tutto e tutti.
Cosi', io credo, si rimanga in un ottica di "impermanenza" l'<essere bruto> è onda-acqua come il "santo", sono ambedue "manifestazione relativa" di ciò che le compone...l'acqua-Assoluto |
07-07-2005, 18.29.50 | #36 | |
Utente bannato
Data registrazione: 05-11-2002
Messaggi: 1,879
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Citazione:
Condivido pienamente l'intero post di U77. Aggiungerei che non potrebbe essere diversamente, dato che qualunque definizione, attributo , specifica, può correttamente essere associato al concetto di "Tutto" senza pericolo di cadere in qualche errore: ogni caratteristica è propria del Tutto, nessuna esclusa. Quindi, c'è ANCHE coesisteza fra trascendenza e immanenza; per la precisione, l'immanenza è microlocalizzata in modo disperso nel relativo che è costituente il Tutto, mentre la trascendenza è "localizzata" (non è il termine migliore...) nell'Insieme Massimo inteso quale Unità Assoluta che non può essere frazione di altro. Dunque, immanenza e trascendenza sono ugualmente e completamente riferibili al Tutto, l'una nelle Sue Parti, l'altra nel Suo complessivo. |
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07-07-2005, 21.16.44 | #37 | |
weird dreams
Data registrazione: 22-05-2005
Messaggi: 483
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Citazione:
Ora, siccome furbescamente hai fuso 2 dubbi nella dualità 2°-3° punto per mandarmi in pappa io adesso mi inferocisco: e mando in pappa te (ma se non ci riesco è mejo) uhm Lo spazio rappresenta continutà; il punto... discrezione, in modo che questa frase sarà conclusa appunto. E questa è la prima contrapposizione dal nulla: la dualità continuo-discreto che sene associa (una perfettamente bilanciata contraddizione che se trascesa torna da dove è venuta (ma noi stiamo percorrendo il verso opposto al trascendimento (ovvero dall'unico al molteplice(stiamo dividendo il continuo nulla in parti discrete [e se qualcuno obbietta che al nulla non si possono attribuire qualità come ad es. continuo, ci ha risparmiato un seguito per concludere allo stesso modo])))) (Ora, siccome quel qualcuno sono io potremmo subito concludere che il nulla non è (ovvero il nulla è per la parte l'inosservato), ma poniamo per assurdo che il nulla sia e vediamo come si svolge la "cosa")... ordunque dato che tutte le cose sono manifestazioni di opposizione, per particolarizzare il nulla dobbiamo moltiplicare l'indivisibile (punto) <===> dividere l'immoltiplicabile (spazio): cioè dividiamo una parte (del nulla) quanto ne moltiplichiamo l'altra. Così dal nulla si manifestano le simmetrie: partizioni di nulla dualmente interpretabili: diviso-moltiplicato (frazioni o moltiplicazioni di nulla). Dunque il 2°punto corrisponde al 2° passo dell'evoluzione della complessità scatenata dal nulla osservato. |
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