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04-07-2005, 19.24.18 | #22 | |
weird dreams
Data registrazione: 22-05-2005
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Re: Re: nel ruolo di Dio
Citazione:
hehe, beh siccome la geometria studia le "forme", che sono combinazioni di limiti, trovo che la rappresentazione spaziale sia il modo + intuitivo per spartire l'esperienza. Pensa a una persona come una forma dalle tante estensioni, oltre quelle evidenti. http://www.zenhome.it/zenchatexplode.asp?prog=453 Ps: non ho capito cosa intendi per il 3°punto, se ti riferisci ad accellerazione accellerata(o incostante) è molto semplice: se vari la forza varia l'incremento di velocità ad esempio piglia due magneti, più si avvicinano e + velocemente incrementa tra loro la velocità di convergenza. Ultima modifica di z4nz4r0 : 04-07-2005 alle ore 19.26.41. |
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04-07-2005, 20.16.15 | #23 |
weird dreams
Data registrazione: 22-05-2005
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Ah ho capito allora:
Il 3° punto segue per induzione dal 2° e dal 1° Ho parlato di punto per semplicità ma potevo ugualmente parlare di linea sdoppiata specularmente allo stesso modo del . Ma è bene tenere presente anche la costruzione dell'ipercubo...ecct: si faccia un cubo grande e poi dentro quello, uno + piccolo volendo anche ruotato, si uniscano vertici con vertici e voilà: un cubo che si espande seguendo un verso e si contrae seguendo l'altro(movimento). Iperipercubo? Si metta un ipercubo dentro un cubo + grande e sene allaccino i vertici (moto nel moto(accellerazione))... (stessa cosa, ancora + semplicemente si disegni un quadrato, sene colleghino i vertici e si disegnino tanti quadrati sempre+piccoli incapsulati uno dentro l'altro; oppure per un minimo di prospettiva si disegni un cubo, si colleghino i vertici e ... stessa cosa). e se ora c'hai il malditesta peggio di prima: affari tuoi |
04-07-2005, 21.44.40 | #24 |
weird dreams
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a scanso di equivoci:
per il terzo punto ho detto non allineato agli altri 2, mentre per gli altri ho detto... che unisca tutti i vertici. Ebbene gli estremi del segmento sono vertici anche loro. (Ho usato modi diversi di intendere la stessa, cosa per comodità(seguirebbe, il 4° non complanare, il 5° sarebbe già aldilà la nostra percezione spaziale, inutile dire al di fuori del volume)
si pensi ad ogni vertice come proiettore dell'immagine formata dall'unione degli altri: ogni vertice un punto di vista. hehe una vertiginosa costruzione di vertici che da le vertigini. |
05-07-2005, 01.42.42 | #25 | ||
Utente bannato
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Citazione:
----------------------------------------------------- Citazione:
Tu dipingi bellissimi ritratti di quel che guardi, e lo fai con il carisma di aumentare in essi la bellezza di Quel che ami. Vedi i pregi ed i difetti del reale, poi elevi il positivo al cielo della spiritualità e perdoni, e sminuisci i difetti di quel Corpo (l’universo) in cui alberga il Divino Spirito Cosciente del cui Amore (Dio), il tuo è un luminoso riflesso che colora il tuo mondo... Il mio Dio è meno elegante. Non dimostra affatto un “carattere” particolarmente amorevole. A volte si direbbe ubriaco ed allora è rissoso, fa del male, rompe cose preziose e commette strane ingiustizie in scene che mi ripugnano. E’ allora che io sento in me un grande odio per Tutto, ma poi con la voce degli stessi attori Lui mi parla e spiega le Sue ragioni. Ed è allora, che ogni volta sorpreso io mi ritrovo d’accordo con Lui, e ne riconosco l’assoluto senso di giustizia ed equità. Il mio Dio non ama, infatti, e grazie a ciò è capace di nessuna preferenza per l’uno a danno dell’altro. Sono io invece a non accorgermi, a volte, confuso ed immedesimato nella scena, che Romeo e Giulietta che per amore e per sorte muoiono… sono Lui nelle Sue Parti che “pensa” qualcosa… e dunque questa cosa diviene possibile e reale in scena, perché non c’è differenza tra il Suo pensiero e la Sua azione: Quel che è in Lui “ E’ ” senza reale “bene”, senza reale “male”. Così come noi, Dio pensa in sé stesso. Noi che siamo in lui ci confondiamo tra i Suoi pensieri. Ohhh… Santa Peppa! C’è molto da dire, ed è tutta roba fuori tema in qualsiasi discussione. Ne parlo, ma a non parlarne è uguale… Che dici, cambiamo pensiero, mio Resto? …Si che lo faremo: Non facciamo che quello da sempre! |
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05-07-2005, 10.13.20 | #26 | |
Ospite abituale
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Messaggi: 121
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Sono Panenteista, Mistico? Non lo so.
Ripeto che non so come sia l'Assoluto o Dio; perciò posso osservare e lanciare il mio pensiero sulle basi di ciò che conosco o che intuisco oltre la conoscenza prettamente razionale. Sono convinto che Dio sia molto di più di quanto possiamo cercare di spiegare e anche molto più "intimo" di quanto possiamo sentire. Dici: Citazione:
Il tuo Dio non è meno elegante ed è altrettanto "confusionario" quanto il mio Mi ritrovo in quello che hai detto, Mistico. Però tutto questo non è Dio, ma solo un nostro bisogno del divino che lo riconosce attraverso gli occhiali sporchi delle nostre limitazioni. Noi confondiamo l'amore con il nostro bisogno di averlo. Mentre il vero amore (specialmente quello divino) non è un dare o concedere, ma un richiamare a sè; è il senso di unione e partecipazione all'unità. Sta solo a noi riconoscerla e scoprirla gradatamente nella lotta illusoria contro i fantasmi della mente e ciò che crediamo un "nemico" esterno a noi stessi. Stiamo percorrendo Dio e lo stiamo generando in ogni nostro atto, fermo in un tempo eterno. Purtroppo la dimensione assoluta non è nostra...non ancora. |
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05-07-2005, 16.22.02 | #27 | |
Utente bannato
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Messaggi: 1,879
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Citazione:
Sei un panenteista purosangue, ma questo non ci divide poi tanto. Vediamo se siamo daccordo su una certa visione del come mai Dio sia in una "dimensione" assoluta: Il "tempo" di Dio è un fotografato di eterno presente dove le azioni non si svolgono progressivamente ma sono contemporaneamente disposte in segmenti continui di "spazio" entro i quali si potrebbe osservare l'evoluzione degli aspetti in spazio anzicchè in tempo. Noi siamo abituati a pensarci fatti di un corpo con gambe, braccia, testa ecc... Ma in Dio non siamo così: Siamo una scia lunga quanto la nostra vita, una scia simile a quella che potrebbe apparire in una foto fatta con l'otturatore aperto per anni ed anni, una scia che registra ogni nostra azione, pensiero, sentire ed intenzione. Il complesso delle "scie" di tutte le cose esistite, esistenti e di prossima esistenza è Dio. Il Suo tempo è il nostro spazio (spazio infinito), il Suo spazio è il nostro tempo (tempo infinito). Noi occupiamo uno "spazio" tridimensionale limitato ed un "Tempo" monodirezionale limitato... La nostra esistenza quindi ci fa parzialmente liberi nello spazio e vincolati al tempo: Siamo, perciò, capaci di "recepire progressivamente" e quindi di "pensare". Dio occupa uno "spazio" tridimensionale infinito ed un "tempo" tridimensionale infinito... La Sua esistenza quindi è libera nel tempo e nello spazio: Egli è, perciò, capace di "essere istantaneamente in qualunque alternativa di tempo e spazio" e quindi di "Esistere in assoluto". Perciò, Dio non pensa, e non ama. Le Sue Parti si occupano di questo in proprio nome e per Suo conto. Ti piace questa faziosa provocazione in pura lana caprina? Ciao Parte! |
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05-07-2005, 18.46.36 | #28 |
Ospite abituale
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Donatello
Così come la bellezza e il significato della statua del David di Donatello, non è la somma di un insieme di carbonato di calcio e altre sostanze accessorie, ma è ben oltre.
proviamo a contemplare quel"carbonato di sodio" e vediamo che è necessario quanto tutto quanto è stato necessario perchè possa esistere quel'"impermanenza" che è la statua di Donatello e proviamo di "vedere" il Tutto |
05-07-2005, 23.06.20 | #29 |
Ospite abituale
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Messaggi: 121
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Bel pensiero, Mistico:
"Siamo una scia lunga quanto la nostra vita, una scia simile a quella che potrebbe apparire in una foto fatta con l'otturatore aperto per anni ed anni, una scia che registra ogni nostra azione, pensiero, sentire ed intenzione." Certamente questa figurazione è molto più vicino alla realtà che non quella che ci vede procedere in un tempo cronologico. Dici che Dio occupa uno "spazio" tridimensionale infinito ed un "tempo" tridimensionale infinito... Personalmente ritengo che dio (l'Assoluto) sia oltre uno spazio e un tempo, seppure definiti infiniti, perchè penso che queste, siano classificazioni relative e caratteristiche di un frazionamento del sentirsi di esistere. Un essere assoluto non può avere dimensioni di nessun genere, non spazia nell'infinito, ma "è" e basta. Noi, come strisce della nostra vita e di innumerevoli altre, disegnamo un meccanismo che trascenderà se stesso oltre il relativo a realizzare l'Assoluto. O forse è il contrario? Ma, poi, possiamo davvero parlare di direzione oltre la nostra dimensione? Sta di fatto che ciò che siamo e sentiamo di essere sta esprimendo vita e coscienza e, secondo me, questa è la vera natura divina che stiamo cercando fuori di noi. Fallibile ha ragione. Sarebbe meglio riuscire a vedere il tutto attraverso la contemplazione di ciò che, in questo momento, ci sta raffigurando. Ecco. Ora la "lana" ce l'ho messa anch'io. |
06-07-2005, 00.28.49 | #30 | |
Utente bannato
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Citazione:
Non lo so. Alla fine, per me, panteismo e panenteismo si fondono in questo dubbio. |
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