Ospite abituale
Data registrazione: 05-04-2002
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Certo, sei riuscito a spiegarti in maniera perfetta.
Credo di comprendere che stiamo sforzandoci per dar vita e forma ad una chiacchierata che, partendo da due concezioni e presupposti diversi, ben difficilmente potrà approdare ad un momento d’incontro da cui, rigenerata, attingere nuova linfa ed alimento per…
Non penso minimamente sia un problema ascrivibile all’impostazione che tendi a dare alla discussione. Piuttosto, ho la sensazione che, NON essendo io uno studioso di testi biblici (li ho letti, anche con attenzione… solo quello), non potrei sicuramente essere all’altezza per affrontare uno scambio di vedute su certe complesse tematiche e, nella fattispecie, lo specifico dogma o postulato (così siamo un po’ tutti più sereni), con un approccio esegetico dei Testi ‘sacri’, tipico di chi – come te? – li mastica mattina e sera, quasi fossi uno studioso o un sacerdote (cosa, quest’ultima, che tendi ad escludere – complimenti comunque – saresti uno dei pochi sacerdoti rispettosi).
Riconosco che, con estrema semplicità, sei riuscito a render chiaro il perché, dalla lettura delle Scritture, si evincerebbe la verginità di Maria. Conoscevo già l’intero processo logico deduttivo, probabilmente nel leggere il tuo primo intervento, mi son fatto prendere da un’entusiastica pruderie (qualcuno lo ha fatto garbatamente notare) che ha velato ai miei sensi il corretto significato del tuo pensiero; il successivo intervento ha fugato le mie residue perplessità.
Ripeto, confermo e non nego: l’argomento m’appassiona (fra l’altro se incontro una persona da cui potrei trar vantaggio, io so ascoltare, naturalmente ponendo molte domande… ti dirò, senza alcun ritegno, è mia ferma intenzione sfruttare appieno la tua capacità d’analisi e conoscenze dei Testi ‘sacri’, sarò una sanguisuga), ma mi rendo perfettamente contro che probabilmente partiamo da due livelli di conoscenza assolutamente non comparabili (spero comunque compatibili), per cui, credo, di non poter essere molto interessato ad una discussione troppo sbilanciata sull’esegetica dottrinale (causa impossibilità manifesta – sarebbe come parlarmi delle Sephirot e della cabala – qualcuno ci ha provato, ma io, niente).
Vedi, ho la sensazione che il tuo approccio al Libro sia quello tipico di un credente/studioso; io, molto più sommessamente, devo dirti che, mio malgrado, non riesco proprio a credere ad alcuni aspetti che travalicano la ragione e che, assunti come veri dagli studiosi e dai religiosi, tendono a indurre quest’ultimi a respingere (forse sarebbe meglio dire a considerare come poco importante) qualsiasi indagine più razionale e terrena, magari meno dottrinale ed esegetica, però, forse (solo per rispetto alla tua persona), più vicina all’uomo e alle sue capacità di comprensione. Io, non essendo un credente (non riesco proprio ad esserlo… perlomeno non riesco a ritenere vere alcune determinate cose… a volte mi piacerebbe), parto da un presupposto e da un assunto (è giusto scrivere assunto, in questo contesto? Vediamo se qualcuno correggerà) ben diverso dal tuo; non indago, attraverso una lettura ‘macchinosa’ dei Testi e della dottrina (speriamo che dottrina non sia errato), l’autenticità storica della verginità di Maria (non ci credo); mi piace, viceversa, pormi il problema del perché fu così importante, dal punto di vista antropologico (il termine è usato più che altro per incutere rispetto), stabilire e determinare certe questioni (non solo il dogma della verginità… anche altro).
Io parto dal presupposto che certi LIBRI siano frutto dell’amorevole lavoro devozionale (quest’ultimo termine devo averlo inventato… mah!) di alcuni uomini (quanti, non assume rilevanza).
In un’accezione meno negativista, riuscirei a dire, senza operare eccessive forzature rispetto al mio pensiero (immaginalo scritto con caratteri molto piccoli e quasi sbiaditi), che alcune cose scritte nella Bibbia, siano il resoconto di variegate tradizioni religiose stratificatesi l’una sull’altra e sedimentatesi nel corso dei millenni. Anzi, piuttosto che stratificate, sarebbe più corretto immaginarle come progressivamente compenetratesi l’una nell’altra. Tradizioni, per alcuni versi, fruenti di successive manipolazioni, volontarie, storiche, antropologiche o, più semplicisticamente, indotte dalla devozione e/o dalla ‘credulità’ (non vorrei apparirti scortese) dei diversi popoli coinvolti (l’epopea di Gilghames… se non sbaglio, in base ad alcune interpretazioni, parlerebbe anche del diluvio universale – magari ciò attesterebbe solo l’autenticità della tradizione – poi ognuno la spiega come più gli piace). Da questo ‘sincretismo tradizionale’ (Sic! – m’è venuto così), venne a modellarsi un’unica tradizione che, facendo leva sul monoteismo, quindi su un collante più vigoroso, riuscì ad imporsi in una ben determinata area geografica del mondo. Su questa tradizione dominante, s’inserì, con grande accortezza, quella cristiana, la quale piuttosto che esibirsi come un’assoluta novità rispetto alla preesistente, seppe comprenderne i punti di forza (acquisendoli e magari innovandoli e rinforzandoli) e i limiti (magari uno fu quello dell’esiguità della platea cui si rivolgeva: un unico popolo). Compreso questo, riuscì, con estrema intelligenza, a non soccombere trasformandosi da religione di un popolo in religione universale (la prima). Qui, secondo il mio personalissimo parere stette l’ispirazione (perché no, anche divina) del cristianesimo… ebbe il coraggio e l’intelligenza di rivolgersi all’intera platea umana, oltre che racchiudere al proprio interno delle autentiche perle letterarie, spirituali, umanistiche etc...
Ovviamente, su quest’argomento e sugli altri, attendo ed accetterei ben volentieri osservazioni, critiche e reprimende da parte tua. Purtroppo, però, ho la sensazione che tu non sia troppo interessato a questo modo, un po’ stravagante… poco didattico, di portare avanti la chiacchierata (tengo al termine chiacchierata… è più conviviale… meno supponente… più amichevole). Mi sembra d’intuire – me ne dispiacerei – che non abbia molto interesse ad interloquire con chi, come me, tende ad “allungare il brodo” - poco disciplinato – e saltare, sbagliando di sicuro, alcuni passaggi logici che, causa la già più volte denunciata impossibilità culturale, non riesce neanche ad intravedere (si torna alla mia premessa? Impossibilità di far incontrare i due rivoli per farli confluire in un unico bacino???).
In sintesi: perché romperci la testa su una questione che non siamo in condizione di controllare (dal punto di vista fattuale – parlo della supposta verginità di Maria), e non proviamo ad immaginare (purtroppo tornano i termini che non gradisci troppo… ho dei notevoli limiti razionali cui supplisco con l’immaginazione – ovviamente non a briglia sciolta – piuttosto pensala come una personale elaborazione di letture… in poche parole sto cercando un sereno, amichevole, confronto con qualcuno che possa testare le mie elucubrazioni… OK? Spero di essere stato chiaro), i motivi consci o inconsci che spinsero i nostri antenati ad acquisire come verosimile… anzi assolutamente vero… un costrutto teologico (mi è venuto così… correggi, se vuoi) che, me lo concederai, potrebbe anche apparire alquanto improbabile.
Accidenti che fatica… ci sto proprio provando… neanche una parolaccia… alle volte mi scappano… cercherò di evitare… non ti prometto alcunché… porta pazienza.
Anche queste ultime righe servono, almeno nelle intenzioni, a dimezzare le distanze ed abbattere le diffidenze (ho fretta)… OK?
Ti saluto
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