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08-02-2005, 12.57.55 | #32 |
Utente bannato
Data registrazione: 15-10-2004
Messaggi: 1,265
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No! Noto una contraddizione! Anzi più d’1a
C’è il testimone che testimonia quello che c’è da testimoniare oppure c’è la testimonianza mista con la riconoscenza? Dove hai letto i termini “pacifico centro espanso” che centro è se è espanso e vede una circonferenza? Se avviene gradualmente allora introduci il tempo che è memoria e che non è consapevolezza. Come fai ad affermare che è totale dopo la morte fisica? Quale morto e sepolto te lo ha potuto infinocchiare? Ma dai! Sii consapevole di quello che dici! |
08-02-2005, 13.09.54 | #33 | ||
Sii cio' che Sei....
Data registrazione: 02-11-2004
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Citazione:
C'e' solo pura testimonianza....guarda che Juddu insegnava solo questo..... Citazione:
Dopo la morte fisica si espande solo se te lo meriti..... In Vita si espande se te lo meriti e se ti tocca..... Personalmente ho vissuto alcune espansioni, piccoli assaggi di cio' che e', era e sempre sara'. Jiddu: "La mente meditativa è vedere, osservare, ascoltare senza la parola, senza commento, senza opinione — attentamente e costantemente — il movimento della vita in ogni suo rapporto; allora sopraggiunge un silenzio che è negazione del pensiero, un silenzio che l'osservatore non può richiamare. Se ne facesse esperienza, riconoscendolo, non sarebbe quel silenzio ..." Quella pura presenza....non c'e' altro. Ultima modifica di Yam : 08-02-2005 alle ore 13.19.52. |
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09-02-2005, 14.24.48 | #36 | |
Utente bannato
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Citazione:
Ciao Yam, Quest'affermazione non la posso considerare necessariamente VERA e la cosa merita la spesa di un po' di parole..... La percezione è qualcosa che riconosco, qualcosa che posso definire veramente oggettivo poichè la sperimento direttamente in prima persona. Percepiente e percepito sono il presupposto logicamente necessario affinchè la percezione si manifesti. Mi soffermo su questo "presupposto logicamente necessario". Ebbene cosa rende VERO il fatto che siano necessari percepiente e percepito affinchè la percezione si manifesti? la "logica"! LA LOGICA: Ebbene la logica altro non è che uno strumento inventato da noi uomini per astrarre modelli nelle nostre menti, modelli che spieghino i meccanismi delle nostre interazioni col mondo, spiegano le cose al nostro livello ovvero in piena dualità, in un universo visto come noi lo vediamo spazio-tempo e causa-effetto. Usiamo la logica per spiegare, poichè la logica da risultati attenibili nella nostra realtà (duale, spazio-tempo, causa-effetto). La logica nasce quindi da questo genere di presupposti (dualità, spazio-tempo, causa effetto). E' quindi logico che davanti alla "percezione" l'unica risposta logica possibile è che ci sia qualcuno che percepisce qualcosa. Fatto stà che, mentre la percezione la avverto in modo tangibile, il percepiente mi sfugge, non riesco a capire dove sia e di cosa sia fatto, non riesco ad avere percezione diretta di me, ma solo la logica deduzione di essere colui che percepisce. Diciamo che sono una "teoria" ancora in attesa di conferma sperimentale. |
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09-02-2005, 16.22.49 | #38 |
Utente bannato
Data registrazione: 15-10-2004
Messaggi: 1,265
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Fatto stà che, mentre la percezione la avverto in modo tangibile, il percepiente mi sfugge, non riesco a capire dove sia e di cosa sia fatto, non riesco ad avere percezione diretta di me, ma solo la logica deduzione di essere colui che percepisce. Diciamo che sono una "teoria" ancora in attesa di conferma sperimentale.
Il pensiero pensa che l’imbroglio non è la percezione di qualcosa di esterno, ma pensare che ci sia un percepiente interno. Perché noi pensieri siamo indotti logicamente a logicare che ci deve essere per forza “uno” che percepisce? Proprio non è possibile che ci possa essere il percepire senza che un pensiero percepiente pensi di essere “lui” che percepisce? Non so se mi sono spiegato, penso di si. P.S. Occhio è! Qui nessuno .ha scritto, voglio dire che potete fare a meno di pensare che ci sia uno che vi ha scritto, non so se mi sono spiegato spero di sì. |
09-02-2005, 16.27.46 | #39 |
Ospite abituale
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Messaggi: 191
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Mi sembrano contorsionismi mentali.
Nonimportachi, dici che la percezione è sicuramente oggettiva mentre il percepiente è logicamente dedotto e presupposto unicamente e semplicemente in quanto ha l'esperienza della percezione. Cioè: percepisco, ergo sum! Ma ciò che "sum, ....nescio". E ancora: percezione=causa e percepiente=effetto. E' una visione capovolta. Come può esistere una percezione oggettiva, e cioè rilevabile erga omnes? Ma la percezione non è invece la massima espressione della soggettività e quindi del relativo? E in tutto questo triplo salto mortale senza rete, dov'è finito il discorso sull'assoluto? |
09-02-2005, 16.44.25 | #40 |
Ospite abituale
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per pensiero
Ma perchè mi sembra di cogliere sempre più diffusamente una specie di repulsione o di negazione o di diffidenza (o chiamatela come vi pare) nei confronti dell'io? Scriviamolo pure con la lettera minuscola se volete, per sottolineare lo "svuotamento" di importanza e di centralità che gli hanno dato secoli di cultura occidentale, e di filosofia, e letteratura, e di scienza, e di sociologia, e di tradizione liberista, ecc. ecc. ecc. Ma vi sentite più a vostro agio nel naufragio cosmico? O nel nichilismo? Scetticismo? Deresponsabilizzazione? Relativismo? O è una forma di romanticismo noir? Bhò!!!! |