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Spiritualità - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali.
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Vecchio 18-06-2004, 14.35.29   #1
Rotaflex
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Conosci te stesso -

Citazione:
"Conosci te stesso" ...Che si fa? Come si fa? Da dove si inizia? Di chi ci si fida? Dove andare? Cosa "leggere"? Chi controlla? A chi dare retta? Chi fa da sè fa per tre? Sai ascoltare? Sai imparare? Sai dis-imparare? Se credi solo a te stesso allora non cercare. Sai solo pensare.


Davvero brutta bega l'ego.

E adesso che succederà ? Così vorticosi, autonomi e disinibiti. Non c'è alcun simbolismo senza cuore, senza rito.
Come d'altronde senza Intelletto resta la mente.
E la mente notoriamente...Mente.

"Una volta, un mercante domandò a un saggio:

"Qual è il tipo d'uomo che nella vita, compie lo sforzo più vano?"

Il Saggio disse: "Tu non lo conosci?"

"Mi pare di sì. Non è forse il ricco, che non riesce a godere dei propri tesori?"

"Niente affatto", replico il Saggio. "E' colui che apprende tutte le dottrine spirituali, senza praticarne alcuna!".


Un caro saluto a tutti. Deirdre in particolare.
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Vecchio 18-06-2004, 15.40.31   #2
astolfo
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Red face

il saggio dice anche che non c'è bisogno di studiare per conoscere....certo potrebbe avere ragione......ma siamo sicuri che il saggio in questione non sia in realtà una persona pigra che non ha voglia di studiare? .....forse ogni tanto i saggi dicevano certe cose per lorò opportunità e convenienza...... ...o no?
astolfo is offline  
Vecchio 18-06-2004, 17.39.43   #3
atisha
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Conosci te stesso...

Ciclicamente si ricomincia...
La mente mi ha riportato a spolverare un vecchio 3d molto significativo e conclusivo di un periodo di "simpatiche" battaglie in questo forum:

Uomo conosci te stesso .......
Che cosa volevano comunicarci, cosa nasconde la mitica frase: <<Uomo conosci te stesso e conoscerai gli Dei che vi dimorano e l'Universo.>>

COSA VUOL DIRE CONOSCERE SE STESSI?
Riusciremo tutti insieme a vederci più chiaro in questa faccenda?
Qual'è quella parte in noi che non conosciamo e che da molti millenni ci invitano a conoscere, a cercare?

Riccardo
(Lucifero)


Quando conoscerete voi stessi, allora sarete consci, e comprenderete di essere figli del Padre vivente. Ma se non vi conoscerete, allora dimorerete nella povertà, e sarete la povertà stessa.
(Gesù) dal vangelo di Tommaso


Realizzare il contatto Divino
Ciao mi sento di risponderTi con queste quattro parole.....

"Il Sé non è realizzabile con lo studio e neppure con la intelligenza, né con molta erudizione. Il Sé manifesta la sua completa essenza solo a COLUI che dedica il proprio sé al Sé.
Colui che non ha rinunciato alle vie del vizio, che non ha dominato se stesso, che non ha trovato la pace interiore, colui la cui mente non è in riposo, NON potrà mai realizzare il Sé, sebbene in possesso di tutta l'erudizione del mondo." (KATHOPANISHAD).

Questo in sintesi massima "conosci te stesso", ossia costruire la propria coscienza
golden



Astolfo..Rotaflex, che ne dite?
atisha is offline  
Vecchio 20-06-2004, 09.58.14   #4
Rotaflex
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Messaggi: 139
Individualismo

(...)"Il Sé non è realizzabile con lo studio e neppure con la intelligenza, né con molta erudizione. Il Sé manifesta la sua completa essenza solo a COLUI che dedica il proprio sé al Sé.
Colui che non ha rinunciato alle vie del vizio, che non ha dominato se stesso, che non ha trovato la pace interiore, colui la cui mente non è in riposo, NON potrà mai realizzare il Sé, sebbene in possesso di tutta l'erudizione del mondo."(...)


Che ne dico? Che è proprio così. La mente condivide gli assunti, ma la mente "mente". Tanto ne va che spesso siano stati più gli "incolti" e i poveri del pianeta terra che hanno avuto il dono della rivelazione o altre grazie nonostante i nostri moderni parametri di "conoscenza", [in realtà semplice erudizione] o di adeguamento anche solo essoterico a una religione rivelata o no. Ma tutti coloro che hanno per così dire la chiamata da una "voce interiore" (ovvero che sono vocati alla ricerca della Verità) - chi più chi meno, volenti o nolenti, sia che si considerino "liberi o emancipati" o del tutto vincolati con gradi di consapevolezza maggiore o minore sanno bene che brutta bestia sia l'ego e quale razza di "lavoro" sia da compiersi quotidianamente su se stessi.

E dispiace davvero deludere gli elucubratori, i liberi pensatori, gli autodidatti, gli occultisti gli "pterodattili" [anche perchè in genere sono persone destinate ad autoilludersi nella pura erudizione, o a godere di letture il cui valore pedagogico è ben altro che non la compensazione psicologica del dopolavoro, l'esotismo della forma religiosa che affascina, il buon sentimento, la sensualità, i buoni propositi, la socialità di gruppo, la critica al mondo moderno o all'antico, l'antropologia, lo studio del mito o delle religioni rivelate o no, e chi più ne ha più ne metta. Un uomo che ha fiducia solo in se stesso [n.b. nel campo dello Spirito] non va da nessuna parte.
Non avendo nemmeno l'onestà della propria insufficienza vuol dire o che "si basta da subito" o dopotutto gli manca una quota di potere che non è in grado di esercitare perchè fortunatamente ancora non la possiede e crede che la Via dello Spirito gliela fornisca.
D'altronde chi pensa così, perchè dovrebbe ritenersi degno di aspettarsi qualcosa da "altro" ?
L'Ego si dice ha mille forme: "tu di quale tribù fai parte?" Anche chi non fa parte di una tribù appartiene a sua insaputa alla "tribù dei senza parte". E questo significa che l'unica cosa che conta veramente gli è ancora troppo distante dai comportamenti quotidiani è sopratutto [lo dico soprattutto per me stesso] dal ...Cuore.
Rotaflex is offline  
Vecchio 20-06-2004, 11.32.17   #5
atisha
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Le strade dell'Ego

Bellissima esposizione che mi trova in assoluto accordo a livello esperienziale e non intellettuale.
Parliamo dell'Ego quale "Identificazione" dell'uomo in ciò che "crede" o "crede di essere"..e questo purtroppo confonde e trascina nelle stesse "opinioni" di se stesso anche la sua "essenza" Questo è l'ego che va riconosciuto..e quindi trasceso...ed adoperato in modo diverso.
Riflettendo sulla confusione e sulle mille sfaccettature dell'Ego, ti incollo queste parole che ho appena letto di Ken Wilber circa l'ego:


Monumentali, divini grandi Ego


I grandi yogi, i santi e i saggi, realizzarono tanto nelle loro vite perché non erano dei piccoli timidi esseri molli, ma erano dotati di un grande "ego" connesso con la base dinamica e lo scopo dello stesso Cosmo. Possiamo meglio comprendere il reale significato del termine "assenza di ego" un concetto che ha causato una gran confusione, perché l'ego, l'anima e il Sé possono tutti essere presenti simultaneamente.
"Assenza di ego" non significa l'assenza di un "io" funzionale, (ciò sarebbe psicosi e non saggezza); significa invece non essere esclusivamente identificati con l'io. Una delle ragioni per cui abbiamo problemi con la nozione di "assenza di ego" è che la gente vorrebbe che i loro "santi senza ego" soddisfino le loro fantasie di "santo" o di "spirituale," che generalmente significa "essere morti dal collo in giù", senza pulsioni della carne e desideri e sempre sorridenti. Tutte le cose con cui la gente ha generalmente dei problemi, come il denaro, il sesso, le relazioni, i desideri, si vorrebbe che fossero assenti nei santi. Saggi "senza ego" che siano "al di sopra di tutto" è ciò che la gente vuole. Vogliono una mente separata dalla vita. La religione in cui credono, li libererà semplicemente di tutti gli istinti basilari, dagli impulsi e dalle relazioni, e quando si rivolgono alla religione, non lo fanno per avere indicazioni di come vivere la vita con entusiasmo, ma per trovare un modo per evitarla, reprimerla, negarla e sfuggirla. In altre parole le persone vogliono che il loro saggio spirituale sia "meno di una persona", in qualche modo separato da tutta la complessa confusione vitale e pulsante dei desideri e delle forze che spingono la maggior parte degli esseri umani.
Ci aspettiamo che i nostri saggi siano esenti da tutto ciò che ci stimola. Tutte le cose che ci spaventano, ci tormentano e confondono, vorremmo che non potessero toccare i nostri saggi. Tale assenza e mancanza, qualcosa di "meno che nella persona reale", è ciò che spesso s'intende per "assenza di ego."
Ma "assenza di ego"non significa "meno" della persona, significa "più" della persona. Non il "personale meno", ma tutte le normali qualità personali più altre qualità transpersonali.
Pensa a tutti i grandi yoghi, i santi e i saggi, da Mosé, Cristo, Padmasambhava, non erano individui dalle maniere deboli e distaccate, ma fieri rivoluzionari in grado di scuotere e soggiogare interi paesi. Trattavano il mondo nei suoi stessi termini, non con qualche pietosa fantasia celeste, molti di loro istigarono rivoluzioni sociali di massa che sono andate avanti per migliaia d'anni. Fecero questo non perché avevano evitato la dimensione fisica, emozionale, mentale dell'uomo e l'ego che ne è il veicolo, ma perché s'impegnarono con una determinazione ed un'intensità da scuotere il mondo dalle fondamenta. Senza dubbio essi erano sintonizzati anche con l'anima (lo psichico profondo) e lo spirito (il Sé senza forma) sorgente ultima del loro potere, ma esprimevano quel potere, e raggiunsero risultati concreti, proprio perché si erano impegnati drammaticamente nelle dimensioni inferiori attraverso le quali tale potere poteva esprimersi in modo da poter essere udito da tutti.
Questi grandi esseri, che dettero impulso al mondo non erano dei piccoli "ego"; erano, nel miglior senso del termine, grandi ego, precisamente perché l'ego (il veicolo funzionale dei reami più densi) esiste parallelamente all'anima (veicolo funzionale della dimensione sottile) ed il Sé (veicolo della dimensione causale).
Quanto questi grandi maestri riuscirono a realizzare nelle dimensioni materiali, lo ottennero attraverso il loro ego, perché l'ego è il veicolo funzionale in tale reame. Tuttavia essi non s'identificavano esclusivamente con il loro ego (ciò è narcisismo) ma, semplicemente, sentivano il loro ego sintonizzato con la radiante sorgente cosmica. I grandi yoghi, i santi e i saggi, realizzarono tanto nelle loro vite precisamente perché erano grandi "ego" sintonizzati con il loro stesso Sé superiore, erano consapevoli del puro Atman (l'io Io di Ramana Maharsi) che è uno con il Brahman, e quando aprivano la bocca la gente cadeva ai loro piedi in ginocchio ed il mondo tremava, confrontandosi con il Dio radiante.
Santa Teresa era una grande contemplativa? Si! E, (riflettiamoci) Santa Teresa è la sola donna che abbia mai riformato l'intera tradizione monastica Cattolica. Gautama Buddha scosse l'India dalle fondamenta, Rumi, Plotino, Bodhidharma, Lao Tzu, Platone, ecc. tali uomini e donne iniziarono rivoluzioni che durarono per centinaia e talvolta migliaia d'anni, qualcosa che non può ancora essere attribuito né a Marx né a Lenin, né a Locke né a Jefferson. Fecero queste cose non perché erano morti dal collo in giù. No, erano dei monumentali, gloriosi e divini grandi "ego", sintonizzati con uno psichico più profondo, che era sintonizzato direttamente con Dio. C'è certamente una certa verità nel concetto di "trascendere l'ego": ma non significa distruggere l'io, significa sintonia con qualcosa di più grande.
Come dice Nagarjuna, nel mondo relativo l'atman è reale; nell'assoluto né l'atman né l'anatman è reale, (né "Sé", né "non Sé") e quindi in nessun caso si coglie una descrizione corretta della realtà. Il piccolo ego non evapora; rimane come centro funzionale d'attività nel reame convenzionale. Come ho già detto, perdere l'ego fa divenire psicotici e non saggi.
Trascendere l'ego, quindi significa trascenderlo ma includerlo in un più profondo e più alto abbraccio, nell'anima, quindi nel Testimone o "Sé primordiale", e poi quando le fasi precedenti sono superate incluse e abbracciate nella luminosità del "sentire non-duale". Ciò significa che non eliminiamo, il piccolo ego, ma piuttosto che lo viviamo pienamente, lo viviamo con verve, lo usiamo come necessario veicolo attraverso il quale verità più alte si comunicano. L'anima e lo Spirito, includo il corpo, le emozioni e la mente, non li cancellano. Detto brutalmente: l'ego non è d'ostacolo allo spirito, ma una radiante manifestazione dello Spirito stesso. Tutte le forme non sono altro che vuoto, inclusa la forma dell'ego. Non è necessario eliminare l'ego, ma semplicemente viverlo con una certa esuberanza. Quando l'identificazione scorre oltre all'ego e si'immerge nel Cosmo, l'ego scopre che l'atman individuale è, di fatto, una cosa sola con il Brahman. Il Sé "superiore" in effetti, non è il piccolo ego, sino a che sei bloccato nel piccolo io, è necessaria una morte e rinascita. I narcisisti semplicemente hanno un io che non è ancora abbastanza grande da abbracciare l'intero Cosmo, e così essi cercano, invece, di esserne il centro.
Ma noi non vogliamo che i nostri saggi abbiano un grande ego, anzi non vorremmo neppure che mostrassero una dimensione manifesta. Ogni volta che un saggio mostra tratti umani verso il sesso, il denaro e le relazioni, siamo scioccati, e lo siamo a causa della nostra volontà di fuggire la vita, perciò il saggio che vive la sua vita ci offende. Vogliamo ascendere, uscire, fuggire e il saggio che vive la sua vita con piacere, la vive sino in fondo, prende ogni onda della vita e ci naviga sopra, ci disturba profondamente, e ci spaventa perché vuol dire che anche noi dobbiamo affrontare la vita, e non semplicemente sfuggirla in una nube d'etere luminoso. Non vogliamo che i nostri saggi abbiano corpi e personalità, inclinazioni, vitalità, sesso, denaro e relazioni perché queste sono le cose che solitamente ci torturano e vogliamo eliminarle. Non vogliamo nuotare sulle onde della vita, vogliamo che le onde se ne vadano. Vogliamo una spiritualità in forma di vapore. Il saggio integrale, il saggio nondualista, è qui a mostraci cose diverse. Conosciuti in genere come "tantrici", questi maestri insistono sul trascendere la vita vivendola. Insistono sul trovare liberazione attraverso il coinvolgimento, nirvana nel mezzo del samsara, e totale liberazione nella completa immersione. Entrano consapevolmente i nove gironi dell'inferno, perché in nessun altro luogo si possono trovare i nove paradisi. Nulla è loro estraneo, perché non c'è nulla che non sia l'Unico sentire. Il punto è essere pienamente a proprio agio nel corpo ed i suoi desideri, nella mente con le sue idee, e nello spirito con la sua luce. Abbracciando tutto, pienamente e simultaneamente sino a che tutto non è altro che espressione dell'Uno e dell'unico sentire.
Abitare il desiderio e osservarne il gioco, entrare nelle idee e seguirne la brillantezza per essere inghiottiti dallo Spirito e risvegliarvi ad una gloria cui il tempo ha dimenticato di dare un nome. Corpo mente e spirito tutti contenuti, ugualmente contenuti nella consapevolezza sempre presente che è la base di tutta la rappresentazione.
Nella notte immobile, la Divinità sussurra, nello splendere del giorno, Dio ruggisce. La vita pulsa, la mente immagina, le emozioni ondeggiano, i pensieri vagano. Che cosa è tutto ciò se non il movimento senza fine dell'unico sentire, che sempre gioca con i propri movimenti, sussurrando silenziosamente a tutti coloro che vogliono ascoltare; non sei tu stesso ciò? Quando il tuono rimbomba non stai ascoltando il tuo Sé? Quando il lampo crepita non vedi il tuo Sé? Quando le nuvole vagano quiete attraverso il cielo, non è il tuo stesso essere illimitato che si muove?




Un saluto al tuo..Cuore
atisha is offline  
Vecchio 20-06-2004, 12.02.09   #6
Rotaflex
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certo...

In linea di massima concordo anch'io sulla fenomenologia esposta in quel brano. Ma d'altronde anche sull'obbligo di adeguarsi a un raggio con la massima onestà e la miglior intenzione.
La nostra apparizione cosmica ci fa "determinazioni" nostro malgrado e questi ci fa "causati" da Altro [caso matematico probabilistico incluso]. Così almeno anche i "teologi razionalisti" avranno di che gingillarsi nel loop dei sofismi stantii...
Ma a certe regole non si sfugge. Sopratutto per certe, per così dire individualità già fin troppo ..."liberate".
Poi non è comunque detto, si dice infatti:
Fai un passo verso di Lui e lui ne farà cinque verso di te.
La vera Libertà appartiene solo all'Uno.
Rotaflex is offline  
Vecchio 20-06-2004, 13.41.27   #7
atisha
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Il Testimone

anch'io in linea di massima comprendo ciò che esponi... mi piacerebbe, visto che lo fai molto bene, tu esprimessi in modo chiaro cosa intendi per... Ma a certe regole non si sfugge. Sopratutto per certe, per così dire individualità già fin troppo ..."liberate"..

Poi giustamente la vera libertà appartiene solo all'Uno.

Voglio aggiungere un'altra lettura sempre tratta dallo stesso Autore, per portare in pubblico il punto sul Testimone e sulla visione "Non-duale", ossia all'Uno.

Il Punto Cruciale del Kundalini Yoga

ONE TASTE, THE JOURNALS OF KEN WILBER Shambhala Publications, 1999

Il punto cruciale del Kundalini Yoga e dei sette chakra è: tutti i sette chakra, senza eccezione, sono radiose forme della Shakti, l'energia della Dea, in un eterno abbraccio con Shiva, il puro testimone senza forma. Tutte le forme sono una cosa sola con il Vuoto: Shiva e Shakti fanno eternamente l'amore, legato l'uno all'altra in fiera devozione, che il tempo, il tumulto, la morte ed il destino non possono neppure avvicinarsi a toccare. Nel Buddhismo Dzogchen viene espressa la stessa idea nel tangka dell'Adi Buddha (il Buddha supremo), Samantabhadra, e la sua consorte, Samantabhadri.
Samantabhadra è rappresentato come una figura di un profondo blu scuro che siede nudo nella posizione del loto. Nel suo grembo di fronte a lui, nell'atto sessuale è Samantabhadri. Anche Samantabhadri è nuda, ma di un luminoso bianco brillante. Samantabhadra rappresenta Dharmakaya, o il voto radicale, che è completamente senza forma e quindi "nero", (come il sonno profondo senza sogni). Samantabhadri rappresenta Rupakaya, l'intero mondo della forma, che è si mostra brillante, bianca e luminosa. Vuoto e Forma, Coscienza e Materia, Spirito e Mondo.
E stanno facendo l'amore, sono uniti nell'unità dell'estatico abbraccio l'un nell'altra; sono uniti nell'eternità dal legame infallibile dell'Amore che è invincibile. Sono uno per l'altra un solo sentire, la percezione non duale, "One Taste". Questo tangka di Samantabhadra e Samantabhadri, (Purusha e Prakrti, Shiva e Shakti, Vuoto e Forma, Saggezza e Compassione, Eros e Agape, Ascendente e Discendente) non è meramente un simbolo. E' la rappresentazione di una realizzazione diretta.
Quando ti interiorizzi e ti riposi nell'"Io Io" come testimone senza forma, tu letteralmente sei Samantabhadra, tu sei il grande "Non Nato", il radicalmente inqualificabile Divino. Sei un grande nero Vuoto d'infinito abbandono.
Tuttavia nello spazio di quel vuoto che tu sei, l'intero universo sorge momento dopo momento, le nuvole galleggiano nella tua consapevolezza, quegli alberi sorgono nella consapevolezza, quegli uccelli che cantano sono una cosa sola con te. Perché tu, come Osservatore senza forma, (Samantabhadra), sei una cosa sola con l'intero Mondo della Forma (Samantabhadri), ed è eternamente un'unione erotica.
Tu stai letteralmente facendo l'amore con l'intero mondo mentre esso appare attimo per attimo. Le brutali e tortuose lacune tra soggetto ed oggetto sono cadute, e tu e il mondo siete entrati in un'unione intima, sensuale ed estatica, nella radiosità e nell'abbandono, il tuono ed il lampo di "un solo sentire, (un sentire non duale)". Ed è sempre stato così.
In genere, la gente commette principalmente due errori sulla via di "un solo sentire" (One Taste o sentire non duale). Il primo avviene nel prendere contatto con il Testimone, il secondo dal muoversi dal Testimone al "sentire non duale".
Il primo errore: cercando di prendere contatto il Testimone (o Io io), la gente immagina che "vedrà qualcosa". Ma, non c'è nulla da vedere, semplicemente si risiede come Testimone di tutto ciò che appare, tu sei il puro e vuoto "Osservatore", non qualcosa che possa essere visto.
L'errore è nel cercare di osservare l'Osservatore come fosse una luce speciale, una grande beatitudine, un'improvvisa visione, tutte queste cose sono oggetti, non sono l'Osservatore che è il tuo stesso essere.
Certamente con il "sentire non duale" tu sarai ogni cosa che percepisci, ma non puoi iniziare a farlo cercando con uno sforzo di vedere la Verità, perché è proprio questo che lo impedisce. Devi iniziare con "Neti, Neti" (Io non sono questo, io non sono quello). Il primo errore è il sabotaggio del Testimone che si attua cercando di renderlo un oggetto che può essere afferrato, quando è semplicemente l'osservatore di tutti gli oggetti che sorgono, ed è "percepito" soltanto come una sensazione di fondo di Grande Libertà e Distacco da tutti gli oggetti.
Riposando in questa Libertà e Vuoto e imparzialmente osservando tutto ciò che sorge, noterai che il sé separato (o ego) sorge nella consapevolezza semplicemente come qualunque altra cosa. Puoi in realtà sentire la contrazione nell'io, proprio come puoi sentire le tue gambe, o percepire il tavolo, una roccia o il tuo piede. La contrazione nell'io è una sensazione di tensione interiore, spesso localizzata tra gli occhi, e associata ad una sottile tensione muscolare attraverso il corpomente. E' uno sforzo ed una sensazione di contrazione di fronte al mondo.
Una sottile tensione del corpo nel suo insieme. Semplicemente osserva questa tensione. Quando si è divenuti capaci di essere a proprio agio come vuoto Testimone, ed una volta che si è notata la tensione della contrazione nell'io, si immagina di potere entrare dal Testimone alla percezione non duale, ma che per farlo, prima ci si debba liberare della contrazione nell'io (o liberarsi dell'ego). E questo diventa il secondo errore perché in realtà blocca la contrazione dell'io fermamente al suo posto. Pensiamo che la contrazione dell'io nasconda od ostruisca lo Spirito, mentre, di fatto, è semplicemente una radiosa manifestazione dello Spirito stesso, come assolutamente ogni altra forma dell'universo.
Tutte le forme non sono altro che vuoto, inclusa la forma dell'ego. Inoltre l'unica cosa che vuole liberarsi dall'ego è l'ego. Lo Spirito ama ogni cosa che sorge proprio così com'è. Il Testimone ama ogni cosa che sorge proprio com'è. Il Testimone ama l'ego, perché il Testimone è la mentespecchio imparziale che ugualmente riflette e perfettamente abbraccia qualunque cosa sorga.
Tuttavia l'ego, convinto di potersi meglio trincerare, decide di giocare il gioco di liberarsi di se stesso semplicemente perché sino a che gioca il gioco, ovviamente può continuare ad esistere, (chi altro sta giocando questo gioco?)
Come affermò Chuang Tzu molto tempo fa: "Il desiderio di liberarsi dall'ego non è, esso stesso, una manifestazione dell'ego?".
L'ego non è una cosa, è un sottile sforzo, e non puoi usare lo sforzo per liberarti dallo sforzo, o finiresti con due sforzi invece di uno.
L'ego stesso è una perfetta manifestazione del divino, e si può affrontare al meglio riposando nella Libertà, non cercando di liberarsene, che semplicemente accresce lo sforzo dell'ego stesso.
E allora le pratiche e la disciplina?
Quando riposi nel Testimone, semplicemente nell'"Io Io", o risiedi nel Vuoto, nota semplicemente questa contrazione dell'io. Rimani nel Testimone e senti questa contrazione dell'io. Quando osservi questa contrazione dell'io, ne sei già libero, stai già osservando, anziché identificati con essa. La stai guardando dalla posizione di Testimone, che è già ora e da sempre, libero da tutti gli oggetti in ogni caso. Così riposa nel Testimone, e percepisci la contrazione dell'io allo stesso modo in cui puoi percepire la sedia sotto di te, la terra, e le nuvole galleggiare nel cielo.
I pensieri fluiscono nella mente, le sensazioni fluiscono nel corpo, la contrazione dell'io appare nella consapevolezza, e tu spontaneamente e senza sforzo osservi tutto, ugualmente ed imparzialmente.
E' in questo semplice stato senza sforzo, mentre non stai cercando di liberarti dalla contrazione dell'io, ma semplicemente la osservi, e sei lì nel grande Testimone o Vuoto che è il tuo vero essere, che la "percezione non duale" può più facilmente manifestarsi. Non ce nulla che tu possa fare per provocarla (o per causarla), la percezione non duale è già e da sempre completamente presente, non è il risultato di azioni nel tempo, e comunque non l'hai mai persa. Il massimo che tu possa fare, attraverso lo sforzo nel tempo è quello di evitare questi due principali errori (non cercare di vedere il Testimone come un oggetto, riposa nel testimone come Osservatore; non cercare di liberarti dall'ego, semplicemente sentilo) e ciò ti condurrà al bordo, allo stesso precipizio del tuo Volto Originario. Quel punto è completamente oltre il tuo controllo. Riposa come Testimone, senti la contrazione dell'io: questo è esattamente lo spazio in cui la percezione non duale può più facilmente manifestarsi. Non fare questo come sforzo strategico, ma casualmente e spontaneamente, durante tutto il giorno e la notte, rimanendo sempre così, sull'orlo della scioccante scoperta di te stesso.
Percepisci la contrazione dell'io, e lascia che sia, come permetti a tutte le altre sensazioni di manifestarsi. Non cerchi di liberarti dalle nuvole nel cielo, degli alberi o dall'ego, lascia che siano e abbandonati nello spazio di Libertà che è te stesso. In quello spazio di Libertà potrai notare che la sensazione di Libertà non ha un interno ed un esterno, non ha un centro e un contorno. I pensieri galleggiano in questa Libertà, il mondo sorge in questa Libertà, e tu sei Quello. Il cielo è la tua testa, il vento il tuo respiro, la terra è la tua pelle, e tutto è così vicino, sempre più vicino. Tu sei il Mondo sino a che rimani in questa Libertà, in questa infinita Pienezza.
Questo è il mondo della percezione "non duale", senza interno ed esterno, senza soggetto ed oggetto, non un "qui dentro" verso un "la fuori", senza inizio né fine, senza sentieri e senza strumenti, senza una via e senza una meta. Come disse Ramana, questa è la verità finale. <..>

Ti ringrazio per l'attenzione.
atisha is offline  
Vecchio 20-06-2004, 13.56.13   #8
Mirror
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Re: Le strade dell'Ego

Citazione:
Messaggio originale inviato da atisha


Monumentali, divini grandi Ego


I grandi yogi, i santi e i saggi, realizzarono tanto nelle loro vite perché non erano dei piccoli timidi esseri molli, ma erano dotati di un grande "ego" connesso con la base dinamica e lo scopo dello stesso Cosmo. Possiamo meglio comprendere il reale significato del termine "assenza di ego" un concetto che ha causato una gran confusione, perché l'ego, l'anima e il Sé possono tutti essere presenti simultaneamente.
"Assenza di ego" non significa l'assenza di un "io" funzionale, (ciò sarebbe psicosi e non saggezza); significa invece non essere esclusivamente identificati con l'io. Una delle ragioni per cui abbiamo problemi con la nozione di "assenza di ego" è che la gente vorrebbe che i loro "santi senza ego" soddisfino le loro fantasie di "santo" o di "spirituale," che generalmente significa "essere morti dal collo in giù", senza pulsioni della carne e desideri e sempre sorridenti. Tutte le cose con cui la gente ha generalmente dei problemi, come il denaro, il sesso, le relazioni, i desideri, si vorrebbe che fossero assenti nei santi. Saggi "senza ego" che siano "al di sopra di tutto" è ciò che la gente vuole. Vogliono una mente separata dalla vita. La religione in cui credono, li libererà semplicemente di tutti gli istinti basilari, dagli impulsi e dalle relazioni, e quando si rivolgono alla religione, non lo fanno per avere indicazioni di come vivere la vita con entusiasmo, ma per trovare un modo per evitarla, reprimerla, negarla e sfuggirla. In altre parole le persone vogliono che il loro saggio spirituale sia "meno di una persona", in qualche modo separato da tutta la complessa confusione vitale e pulsante dei desideri e delle forze che spingono la maggior parte degli esseri umani.
Ci aspettiamo che i nostri saggi siano esenti da tutto ciò che ci stimola. Tutte le cose che ci spaventano, ci tormentano e confondono, vorremmo che non potessero toccare i nostri saggi. Tale assenza e mancanza, qualcosa di "meno che nella persona reale", è ciò che spesso s'intende per "assenza di ego."

Ciao Atisha...
complimenti. E' proprio azzeccata la scelta di questo pezzo.
Lo scritto che hai portato nella discussione lo trovo di una importanza rilevantissima, soprattutto riguardo a tutte le interpretazioni e nozioni erronee, confuse che circolano sul senso del'ego, che ci hanno, purtroppo, trasmesso, o noi, forse, mal compreso.
La Psicologia Transpersonale, in particolar modo attraverso il suo maggior esponente che é KEN WILBER, sta portando un pò di chiarezza e un grande contributo su questi argomenti, soprattutto per la mente occidentale.
Anch'io ho scoperto questa Scienza "spirituale" , e sto vedendo che un ottimo ponte che concilia le esperienze mistiche tradizionali di tutte le grandi religioni
con una visione scientifica, moderna e evolutiva della dimensione interiore,
nelle sue varie forme ed espressioni indagatrici.
E' un ottimo tramite per chi vuole conoscere Se stesso, senza per questo avere adesioni fideistiche e irrazionali, legate alle varie religioni.
Ma, come dice questa nuova disciplina, é una ricerca seria della vera conscenza di se stessi, che si può trovare proprio nella transrazionalità e transpersonalità.

Mirror is offline  
Vecchio 20-06-2004, 16.42.14   #9
atisha
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l'esperienza Mistica

Ciao Specchio..
in effetti mi hai portato Tu a confrontarmi con queste consigliate letture, avendo messo in circolo qui sul forum l'indirizzo del sito che le riportava.
Conoscevo Wilber.
Ciò che ho trovato da queste per me nuove letture combacia perfettamente con l'esperienza stessa.
Altra importante fonte "di piacere" l'ho trovata nell'interpretazione del suo collega Pierre Weil di cui purtroppo esiste ben poco tradotto in italiano.
Una delle poche e importanti traduzioni è senza dubbio "L'Uomo senza Frontiere", Testo secondo me conciliante tra lo studio della coscienza, i confronti occidentali delle varie esperienze trascendentali e su come l'uomo si può avvicinare al percorso che porta a realizzare queste innate potenzialità sui i vari "livelli" verso una maturazione spirituale.. Interessanti comparazioni..


Ultima modifica di atisha : 20-06-2004 alle ore 16.45.33.
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Vecchio 20-06-2004, 19.01.50   #10
Rotaflex
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I mercanti di orecchie

Come "non detto". Beh ...buone letture!
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