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21-06-2004, 15.43.17 | #26 |
Ospite abituale
Data registrazione: 16-06-2004
Messaggi: 139
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....
Quello che vedo nemmeno tanto in fondo è l'avversione per ogni forma di disciplina (profana) Figuriamoci poi se dovessimo riferirci a un tipo di disciplina spirituale. Che poi, guarda caso, rimanderebbe al profondo e obliato concetto di Discepolato.
Ma poi in fin dei conti, perchè no, forse ogni buona ragione basta a se stessa. Quindi perchè ...ragionare? |
21-06-2004, 15.55.40 | #27 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 14-05-2004
Messaggi: 301
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rilflessioni profonde....
Citazione:
Sono stato molto colpito da queste riflessioni così profonde di atisha...... Risulta sempre più facile guardare quello che fanno gli altri , anzichè se stessi...ed assolvere se stessi.... Mi fa piacere che reputi la strada fattibile ....... Peccato che la conclusione non mi sia chiara , ossia l'arrivo ad un punto dove ritiene che non ci saremmo nè conosciuti nè appagati delle esperienze ...... Qualcosa mi sfugge......cosa vuoi dire ? Hai esperienze concrete tue di vita da citarmi al merito o sono cose che hai letto da qualche libro ? Grazie in anticipo Rocco |
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21-06-2004, 16.03.48 | #28 |
Ospite abituale
Data registrazione: 16-06-2004
Messaggi: 139
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Zen zero....
Rudimenti per cercatori di verità o l'ABC (...e sia!) dello zenzero prima dello ZEN. Ma siìì....Anche così può passare. Perchè no?...
Tratto da: Saggi sul Buddhismo Zen (D.T. Suzuki) SHIH-KUNG E SAN-PING DI MOTONOBU KANO Prima di venite ordinato monaco Zen sotto la guida di Ma-tsu, Shih-kung era un cacciatore, e detestava i monaci Buddisti che biasimavano la sua professione. Un giorno, mentre inseguiva un cervo, passò davanti alla casetta in cui abitava Ma-tsu. Ma-tsu usci e lo salutò, Shih-kung il cacciatore gli chiese: " Hai visto un cervo passare davanti alla tua porta? si. « Chi sei? » domandò il maestro. " Un cacciatore ». « Sai come si lancia una freccia? ». « Si ». Quanti capi sai abbattere con una freccia? ». « Un capo, con una freccia? Allora tu non sai tirare », dichiarò Ma-tsu. « Tu sai tirare? » chiese il cacciatore. Si, certamente ". E quanti capi sai abbattere con una freccia? ». «Io posso abbattere l'intero branco, con una sola freccia». «Sono tutti esseri viventi; perché mai dovresti distruggere tutto il branco con un solo tiro? ». Se sai questo, perché non colpisci te stesso? ». In quanto a questo, non so come potrei riuscire a colpire me stesso ». «Quest'individuo»,esclamò all'improvviso Ma-tsu, « oggi ha posto fine a tutta la sua ignoranza ed alle sue passioni malvagie del passato ». Allora Shih-kung il cacciatore spezzò l'arco e le frecce e diventò allievo di Ma-tsu. Quando egli stesso divenne un maestro Zen, usava minacciare con un arco ed una freccia pronti a colpire tutti i monaci che gli si avvicinavano per rivolgergli qualche domanda. Anche San-ping venne trattato in questo modo. Shih-kung esclamò: «Atten-to alla freccia. Ping si scopri il petto e disse: “Questa è la freccia che uccide: dov'è quella che risuscita? ». Shih-kung colpì tre volte la corda dell'arco; Ping fece un inchino. Kung disse: « Negli ultimi trent'anni ho usalo un arco e due frecce, ed oggi sono riuscito ad abbattere solo la metà di un uomo saggio ». Shih-kung spezzò di nuovo l'arco e le frecce, e non li usò mai più. Chuati-téng Lu. VI e XIV. |
21-06-2004, 16.41.21 | #29 | |
Ospite pianeta Terra
Data registrazione: 17-03-2003
Messaggi: 3,020
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Ma suvvia....che??
Citazione:
Ti prego di essere più semplice nell'esporre temi o concetti, per cortesia ... sono poco colta e mi è difficile seguire le tue "parabole" a volte.. Ciò a cui mi riferivo è frutto di esperienza mia e di altri e non da letture varie. L'Ego non va cancellato...l'ego va riconosciuto per quello che è..l'ego è mente e la mente ti tiene radicato alla forma, dunque NON saresti qui a scrivermi ed io a leggerti..questo è chiaro. L'Ego va trasceso, trasformato da padrone a servitore per intenderci.. ovvero si deve arrivare a NON essere più identificati con gli aspetti delle personalità che ci hanno condotto e plasmato fino alla soglia della "ricerca"... Abbandonare l'Ego significa non esserne posseduti..riconoscere ciò che siamo significa che NON siamo ciò che credevamo di essere erroneamente.. giro di parole..ma questo è l'inizio. Abbandonare l'ego è Osservare (Osservatore o Testimone) le funzioni dell'ego mente... Ma queste potrebbero essere solo parolette che ben confondono appunto l'ego..anche quello "spirituale". L'ego dell'individuo spirituale è un ego che vive in funzione (servitrice) di un Io o Sé a capo del timone..quindi dal proprio Centro... Se ti fa piacere definire l'ego dell'individuo spirituale uno pseudo ego compensativo..va più che bene, tanto vedo che non c'intendiamo più di tanto... Per finire ciò che intendo con il malessere che può sorgere ad un "ego spirituale" (non ancora cristallizzato) è solo dimostrabile dall'avvenimento che la vita stessa offre e che farà così riconoscere all'individuo realizzato la sua vera realizzazione. Chi ha voluto capire ha capito..chi no..capirà. |
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21-06-2004, 17.00.09 | #30 |
Ospite pianeta Terra
Data registrazione: 17-03-2003
Messaggi: 3,020
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serena-mente..
Peccato che la conclusione non mi sia chiara ..ossia l'arrivo ad
un punto dove ritiene che non ci saremmo nè conosciuti nè appagati delle esperienze ...... Cosa ti sfugge Rocco? Ti sfugge il punto d'innesto della Vera ricerca di se stessi... ed è appunto il disinganno..la disilllusione che si creerà quando ci accorgeremo che ciò che abbiamo fatto fino ad oggi "credendo" di fare qualcosa per conoscerci non era vera conoscenza..ma nuova illusione di un ego che credeva di farcela da solo... quindi a quel punto scatterà la Vera ricerca..l'inizio del vero riconoscere se stessi e s'inizierà ad indagare, soffrire in modo costruttivo, in arresa, si comincerà a rompere le barriere, gli argini che fino a quel momento ci avevano tenuto in piedi con tutti i colori della vita, con tutti i condizionamenti anche legati alla spiritualità.. Bisogna disfarsi di tutto... Certo è che potrebbe succedere anche il contrario..cioè sentirsi appagati e "conosciuti"..ma come ho già scritto gli avvenimenti inaspettati della vita saranno i veri allenatori che serviranno a farci comprendere che ancora soffriamo come bestie e che non siamo arrivati a "nulla". La sofferenza non si abbatterà.. ma l'individuo che avrà colto "se stesso" saprà anche soffrire senza più appartenere alla sofferenza stessa..quindi sarà in una sorta di accettazione del bello e brutto, del giorno e della notte, del sacro e profano..perchè saprà riconoscere l'intera medaglia... Ultima modifica di atisha : 21-06-2004 alle ore 17.06.19. |