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02-01-2015, 10.48.58 | #22 |
Ospite abituale
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Riferimento: significato del sacrificio di Cristo
xdeltasun
Quale sarebbe allora la differenza fra qualunque predicatore, di qualunque tempo e spiritualità? Se non si capisce il predicativo del verbo amare coniugato a termini interni al contesto di una religione, spiritualità, non si capirà mai la differenza fra la buona e cattiva fede(coloro che ci speculano e fanno commercio, i "pusher" dell spirito ) e fra coloro che furono in buona fede. Nel Cristianesimo, come in altre religioni, c'è una Parusia, c'è un senso profondo che una persona può più o meno condividere, ma se non si capisce il significato, non si capisce la differenza fra Gesù o qualunque altro. L'amore che è centrale è dentro un "cammino", è il metodo di un contenuto, il procedere di un senso prima in questa vita( che troppi sottovalutano e mortificano) e poi in un'altra(per chi ci crede). Ma a me fa comunque piacere che a te sia arrivato il messaggio umano, profondamente umano, perchè è quello che comunque determina il modo di comportarsi nella vita, quì e ora.....poi si vedrà: ma cominciare da quì è il fondamentale, perchè è questo che annulla le differenze umane ,quel "non fidarsi" dell'altro, che costruisce le relazioni e i dialoghi, gli affetti e sentimenti, su cui viaggiano i concetti, i contenuti. L'amore è il sentimento che veicola il concetto, se non provassimo qualcosa dentro di noi i concetti ci apparirebbero una sequela piatta di significati,come una enorme biblioteca di cui non ci viene voglia di togliere dagli scaffali nemmeno un libro, come freddi numeri matematici; ma anche la matematica diventa importante quando la passione di capire di scoprire, di aprire nuove porte ci induce ad applicarla a rappresentarla. Il sentimento e il concetto, cuore e ragione, passione e razionalità,sono nel sistema del senso della misura del come noi conosciamo con sentimento e ragione, nel tentativo di dare un senso all'esistenza. Quindi Gesù è amore ,ma anche VITA, è il procedere del senso ,di una via, che è sempre faticosa e irta di sacrifici, qualcosa prendiamo e qualcosa perdiamo in un cammino. Gesù quindi non va letto come una serie di episodi che più o meno ci piacciono, c'è dentro una storia, è narrazione di una esistenza e il filo che li unisce è il senso. Nessuno conosce il disegno diivino, molti misticismi ed esoterismi tentano e hanno tentato vie imperscrutabili, nel dentro e nel fuori di sè. Perchè il problema non è solo il testo sacro da leggere, ma da vivere, dal farlo mio nell'Essere, è la ragione del sentimento che sta fra innocenza e salvezza che solo in una storia può essere sentita,conosciuta, svelata. Ed ecco allora che il sacrificio può avere un significato: è quella innocenza perduta dell'origine che sta nella via della salvezza . |
02-01-2015, 11.09.13 | #23 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 17-12-2011
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Riferimento: significato del sacrificio di Cristo
Citazione:
Ciao deltasun Cosa significa chiaramente: pretendi il libretto d'istruzioni che ti dia tutti i significati dell'esistenza dati da Dio? E cosa vivremmo allora a fare se i significati fossero svelati da sempre, a che serve vivere? Questa è la vera domanda e la vera risposta da dare, ed è singola, per quanto possa essere condiviso il cammino con la moltitudine. C'è chi ritiene che siamo solo molecole di atomi e ritorneremo a quello fisicamente: ma dove finiscono i vissuti, le incazzature e le passioni, gli amori e le sofferenze....i pensieri, i volti mai più rivisti? Finisce proprio tutto in nulla? La vita è veramente priva di un senso? Se non sciogli questa domanda dentro di te, la Bibbia o qualunque altro testo ,ti apparirà come un semplice romanzo con buon senso ,ma irreale. I significati stanno nei simboli e la Bibbia pullula di simboli, basta leggere le profezie ad esempio di Daniele Il simbolo,il segno, il significato sono sempre parte del nostro linguaggio, non solo spirituale. |
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02-01-2015, 11.47.47 | #24 | |
Moderatore
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Riferimento: significato del sacrificio di Cristo
Citazione:
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02-01-2015, 11.58.55 | #25 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 29-12-2014
Messaggi: 67
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Riferimento: significato del sacrificio di Cristo
Citazione:
io credo che la vera difficoltà sia quella di credere a cose molto molto strane scritte da non si sa chi su pergamene 2000 anni fa e da allora perpetuate e modificate con aggiunte e cose varie. Questo mi sembra la vera difficoltà. posso anche credere che un Dio esista, ma non insulterò mai la mia onestà intellettuale dicendo che credo a cose assurde scritte 2000 anni fa. Se un Dio esiste è un Dio di tutti, non si rivela in uno specifico momento storico, non predica a 12 persone, non risorge lasciando la stragrande maggioranza della gente sia della sua epoca che postuma nel dubbio se ciò sia vero o meno, non lascia che un bambino che è nato -diciamo- in Thailandia non sappia nemmeno chi sia e cosa è successo. Insomma, ci sono troppe, ma davvero troppe cose che -scusatemi- crollano rovinosamente alla più banale logica. Non riuscirò mai a dire che ci credo. |
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02-01-2015, 13.39.28 | #26 | |
Moderatore
Data registrazione: 23-05-2007
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Riferimento: significato del sacrificio di Cristo
Citazione:
Appare più che ovvio un ragionamento di questo genere, e anche condivisibile sol che si assuma il punto di vista di colui che (non certo per colpa sua) non ha nozione del linguaggio simbolico utilizzato in tutti i testi sacri, che hanno svariate chiavi di lettura di profondità crescente. Quando con la nascita del Protestantesimo si è legittimato il "libero esame", ovvero la liceità della lettura e dell'interpretazione dei testi sacri da parte di chiunque, la confusione è aumentata esponenzialmente fino ad arrivare all'oggi ove ognuno si costruisce il proprio dio e la conseguente dottrina secondo i propri comodi, i propri desideri e i propri tiramenti. Contestualmente sono scomparsi, anche perché inutili in tale situazione, gli ermeneuti, ovvero coloro che avevano il dovere (e la facoltà) di interpretare i testi sacri adattandone la forma e il linguaggio al mutare dei tempi senza cambiarne la sostanza e il messaggio. In tale contesto il risultato non può che essere una discussione certamente dotta ma che però non porta ad alcuna conclusione sulla strada della Verità, e ognuno non potrà fare neanche mezzo passo avanti, in questo senso, rispetto al punto da cui è partito. |
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02-01-2015, 13.56.42 | #27 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 29-12-2014
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Riferimento: significato del sacrificio di Cristo
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c'è chi direbbe che il protestantesimo è l'inizio della libertà di pensiero in materia religiosa. Non mi pare proprio il massimo una religione che per essere capita necessita di esperti, di simboli, studio, eccetera e tale che solo alcuni la capiscano e la possano 'imporre' agli altri, che ci devono credere senza capire, senza indagare, senza dubitare. Se davvero è così, peggio mi sento. Per chi è dunque la Bibbia? non è per tutti? I preti la capiscono o anche loro dovrebbero sottomettersi ad autorità superiori? Chi decide chi può leggere la Bibbia? |
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02-01-2015, 14.22.05 | #28 | |
Moderatore
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Riferimento: significato del sacrificio di Cristo
Citazione:
Mi aspetto che le stesse parole vengano usate nei confronti delle scienze e dei loro testi, perché leggere trattati scientifici conoscendo esclusivamente il linguaggio con cui sono scritti i romanzi d'appendice significa ovviamente condannarsi a non capire nulla di ciò che c'è scritto. Leggere la Bibbia senza esserne preventivamente preparati è come leggere un testo di meccanica quantistica senza sapere nemmeno cosa si intende in fisica per tempo, spazio, massa, energia. Ma se invece (come di solito capita) diamo per vero tutto ciò che ci raccontano i veri o presunti scienziati (di qualsiasi materia trattino) solo perché viene assegnata loro la qualifica di "esperti" e invece dubitiamo sempre e per principio in materia di dottrina e religione allora tutta la sbandierata onestà intellettuale va a farsi benedire... |
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02-01-2015, 14.51.23 | #29 | |
Nuovo ospite
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Riferimento: significato del sacrificio di Cristo
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Giuro che mi aspettavo il paragone. Ci sono alcune somiglianze, il linguaggio complicato, una casta di esperti. Finiscono qui. La differenza principale è una, la scienza si basa sui fatti e esperimenti, che sono riproducibili e verificabili. Punto. Io non mi fido di quello che dice la scienza perché gli scienziati sono bravi e sapienti, mi fido perché so che quello che fanno si basa su continue prove, errori, e verifiche sperimentali. Mi fido perché so che il metodo scientifico è innanzitutto procedere dubitando di tutto quanto è stato detto, è essere pronti a modificare la propria visione del mondo se gli esperimenti lo impongono. Insomma, credo che il fondamento del metodo scientifico sia l'onestà intellettuale. Un'altra differenza: la scienza non promette salvezze per certi comportamenti e dannazione per altri, non dice come ci si deve comportare, non parla di aldilà. Altra differenza: il linguaggio della scienza sarà pure complicato, ma è preciso, è logico. A volte è molto complicato capire cosa dice quel linguaggio, ma quello che dice è una cosa sola. Altra differenza: la scienza è un prodotto dell'uomo, e tutti lo sanno. Nessuno scienziato ha mai preteso che quel che ha scoperto gliel'avesse detto Dio o chi per lui. Altra differenza: la scienza è cambiata, è cresciuta, ha permesso cose incredibili, ha migliorato la vita, a volte l'ha peggiorata (e lo ammette); la religione è invece la cosa più conservatrice che si possa immaginare, visto che parla di una verità rivelata e dunque quella per sempre. Insomma, il metodo religioso è praticamente l'opposto di quello scientifico, è credere a qualche cosa detto da i sacerdoti (e fin qui la somiglianza) i quali si basano su cose scritte 2000 anni fa e parlano di fatti che non è più possibile verificare (miracoli ad esempio) e a cui bisognerebbe credere in virtù di non si sa che cosa. Il paragone che fai è del tutto fuorviante. |
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02-01-2015, 15.05.05 | #30 | |||||
Moderatore
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Riferimento: significato del sacrificio di Cristo
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Io penso che la Resurrezione sia IL nucleo centrale e fondativo su cui si basa il Cristianesimo. Questo infatti non si fonda su una generica credenza che esiste un Dio che ha creato tutto (ok, il male no), che veglia su di noi e che tutto questo possa essere sostenuto con argomenti razionali. Il messaggio, sempre secondo me, su cui questa religione fa invece presa sulle masse si basa sulla ferma credenza che Dio ad un certo punto della Storia si è incarnato su questo mondo, quello che noi abitiamo, per annunciare il suo messaggio, che per quanto mi riguarda, si sintetizza così: la vita eterna e beata esiste per coloro che si comportano in un certo modo. La morte non è la fine di ogni cosa. Io sono convinto infatti, consapevole però che potrei essere smentito, che il successo del Cristianesimo e dei monoteismi in generale sia proprio la promessa che "non faremo la fine del cibo per vermi". Tutto si riduce fondamentalmente a questo. La resurrezione è un atto di fede, con la ragione non ha niente da spartire (a meno che non vogliamo credere che sia razionale ritenere che si possa risorgere). Io capisco e condivido i tuoi dubbi a riguardo. Leggi ad esempio cosa scrive paul11: Citazione:
Scusa paul se prendo ad esempio te, ma mi sembra pertinente con la mia tesi. Ora, è vero che morire e’ una delle poche cose che si possono facilmente fare stando sdraiati; è altrettanto vero però che la nostra morte e dei nostri cari non è esattamente ciò che non vediamo l'ora che arrivi. Precisazione importante: non dico che solo i credenti hanno "paura della morte" (intesa sia come momento doloroso che precede l'atto del morire che l'enorme incognita o il nulla eterno che c'è dopo". Anche gli atei possono schifarla. La differenza sta nel fatto che questi ultimi non ritengono plausibile che ci sia qualcosa dopo. Grassetto mio. Citazione:
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