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02-04-2014, 12.48.31 | #52 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Perche Nascere,vivere E Morire Per Tornare A Dio? Non Potevamo Stare Presso Di Lui?
Citazione:
Nel senso che le cose da dire potrebbero essere facilmente fraintese da chi ha interessi che poco c'entrano con il bisogno di capire, soprattutto quelle riguardanti il modo nel quale i risultati del proprio aver agito sono conservati nella memoria del sé universale. Ultima modifica di oroboros : 02-04-2014 alle ore 15.34.57. |
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02-04-2014, 15.38.34 | #53 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Perche Nascere,vivere E Morire Per Tornare A Dio? Non Potevamo Stare Presso Di Lui?
Citazione:
L'unica coerenza essenziale sarà quella che un essere avrà avuto con la Verità dei valori dei quali avrà avuto consapevolezza assoluta, o nei quali avrà creduto nella disposizione d'animo che è chiamata:"Sacrificio di sé". |
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02-04-2014, 20.00.57 | #54 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Perche Nascere,vivere E Morire Per Tornare A Dio? Non Potevamo Stare Presso Di Lui?
** scritto da oroboros:
Citazione:
Definiscila come meglio ti pare, ma il succo è sempre lo stesso: non tutte/i torneranno a Dio! |
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02-04-2014, 23.03.27 | #55 |
Nuovo ospite
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Riferimento: Perche Nascere,vivere E Morire Per Tornare A Dio? Non Potevamo Stare Presso Di Lui?
Ciao Oroboros quel che scrivi riguardo al perdurare dell'essenza oltre la morte fisica:"questa essenza rientrerà nello stato di Non manifestazione in attesa che maturino le condizioni che le sono proprie per rinascere in uno stato che non sarà più quello umano già sperimentato".E' un concetto che si ritrova nel buddismo,il quale per la legge di causa ed effetto sostiene che il Karma accumulato in vita,..quando si muore,non si dissolve e si ripresenterà quando si creeranno le giuste condizioni,perché si manifesti di nuovo.Questo fenomeno io trovo più possibile e probabile dell'immortalità dell'anima......L'ho sintetizzato molto ed è un concetto che si può prendere in considerazione osservando ,dai piccoli fatti a quelli più eclatanti .Ma la cultura cristiana non mi sembra attribuisca all'anima lo stesso significato che il buddismo attribuisce al karma...oppure non ho capito io.Comunque avrei due, tre domande per meglio comprendere se, puoi e vuoi essere così gentile da dedicare un po' di tempo a provare a spiegarmi:Perché la disposizione d'animo è chiamata"sacrificio di sé? Se è disposizione non dovrebbe essere sacrificio.Cos'è la memoria del sé universale?E che relazione c'è tra la memoria universale e i frantendimenti .Grazie e Buonanotte a tutti!
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03-04-2014, 08.41.45 | #56 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Perche Nascere,vivere E Morire Per Tornare A Dio? Non Potevamo Stare Presso Di Lui?
Citazione:
Il Buddhismo non è una dottrina unica, ma ha diverse ramificazioni storiche, alcune delle quali sono interpretazioni exoteriche frutto di degenerazioni successive. Il concetto di karma è stato, per questa ragione, ridotto a essere una credenza popolare, priva di fondamento quando riferito a ciò che è definita come una reincarnazione sullo stesso piano di esistenza. Karma, nella pura accezione che ha questo termine Sanscrito, significa azione, non legge di ripercussione. L'esistenza non è una colonia penale, dove chi ha piantato un chiodo in un albero dovrà strapparlo via, in una vita o in un'altra. Le azioni compiute modificano sia chi le ha compiute che chi le ha subite, ma per entrambi è la perfezione che importa, e la vita verso la perfezione è diretta, non verso il dover scontare pene. Questo non significa che la memoria delle azioni commesse o compiute non sia importante, ma è un'importanza data dal bisogno di perfezione, non quella di un fanatico equilibrio che dovrà essere ripristinato a tutti i costi, vita dopo vita. Così è possibile che a un criminale pentito possano aprirsi insospettate vie di redenzione, anche quando i crimini da lui commessi non siano più riparabili. Nei Veda la memoria delle azioni è chiamata "apurva", e segue l'essenza immortale che la contiene al di sopra della durata temporale, la quale tornerà a essere una vita da vivere nel processo che le scritture definiscono come una "molteplicità di stati esistenziali" che l'essenza immortale dovrà attraversare nel suo cammino verso il Centro generatore, del Quale l'essenza centrale a ogni essere costituisce l'emanazione unica e individuale. L'essere rinato in un diverso stato dell'essere, diverso da tutti quelli già attraversati, sarà un individuo sempre nuovo e diverso, perché l'essenza immortale è sempre la stessa per tutti gli esseri dell'universo, ma che deve presentarsi alla vita in forme uniche e diversificate, perché la differenziazione è legge universale dell'esistenza. In questo trasmigrare l'apurva conserverà la traccia di tutte le modificazioni subite e fatte subire, le quali avranno conseguenze, certo, ma non della stessa natura di quelle che si avrebbero nel freddo meccanismo di un orologio, perché l'esistenza non è un meccanismo, né è rappresentabile da un sistema di pensiero schematico. Noi tutti siamo responsabili di ciò che facciamo, ma è responsabilità che ha il suo peso nei confronti delle funzioni che deve assolvere verso la perfezione del proprio stato esistenziale. Il sacrificio di sé è la chiave che apre tutte le porte dietro alle quali l'egoismo, che è necessario alla vita, nasconde le proprie vere intenzioni. L'esistenza è il risultato di un sacrificio cosmico, operato dalla Trascendenza che riflette la sua perfetta totalità nella dimensione relativa, quella dove la perfezione si perde nella molteplicità di intenzioni che hanno interessi diversi tra loro. È, questo, un sacrificio necessario al rispetto della Verità totale e delle sue infinite possibilità. In queste possibilità c'è anche il male, c'è la doppiezza d'intenti e di qualità, c'è la divisione e la riunificazione, c'è il possesso, l'affermazione e anche il sacrificio di sé. Ognuno è lasciato libero di scegliere, e decidere, nello splendore o nella consunzione. È questa la misericordia divina, che noi chiamiamo libertà. L'esistenza è un sacro imbroglio che può essere svelato soltanto da un'intelligenza di una natura analoga a quella che questo imbroglio ha generato, al fine del saper distinguere il vero dal falso, e di saperlo vivere sacrificando il falso che c'è in ognuno di noi. È, questo, un sacrificio di sé, attuato da coloro che vedono le ragioni del sacrificio divino, e decidono di ripercorrerne i passi nel difficile cammino a ritroso verso la centralità divina che è in loro. Ultima modifica di oroboros : 03-04-2014 alle ore 10.46.30. |
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03-04-2014, 14.03.33 | #57 |
Nuovo ospite
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Riferimento: Perche Nascere,vivere E Morire Per Tornare A Dio? Non Potevamo Stare Presso Di Lui?
Gentile Oroboros,ho salvato la tua risposta così da potermela rileggere ,penso comunque di aver compreso correttamente il concetto di quanto mi hai spiegato,anche se, quel che hai scritto,non avendo io una conoscenza neanche superficiale dei Veda,sucita in me altri interrogativi,non è mia intenzione stressarti o stressare gli altri con la mia ignoranza e le mie carenze,per favore quando le mie domande diventano troppo pressanti non abbiate timore alcuno a dirmelo.Quanto espresso dai Veda riguardo all'essenza,io lo trovo intenso, così intenso che, quando ho finito di leggerlo la prima volta, mi sono sentita come ubriaca senza aver bevuto, per questo, devo dare tempo alla mia testolina di elaborare "la novità" acquisita e, ponderarla leggendola più volte.I veda sono tra gli scritti più antichi ed è sorprendente scoprire che tanta saggezza possa collocarsi in un tempo in cui l'uomo era molto distante dalle scoperte scientifiche o dalla tecnologia.Mi viene subito da notare il dislivello tra l'evoluzione sul piano spirituale e il progresso tecnologico e come con l'avvento di questo ultimo ci sia stata invece a mio avviso una involuzione dello spirito e della conoscenza antica riguardo a cose così importanti.Possibile che il progredire parallelo in entrambi i piani non sia conciliabile?Il buddismo io lo trovo molto simile, è possibile che gli scritti dei Veda abbiano influenzato la stesura dei sutra buddisti?La via per realizzare il cammino a ritroso verso la centralità divina ,è indicata nei Veda?E' simile a quella indicata dal buddismo?Voglio precisare che non intendo mancare di rispetto a nessuno ma,rispetto a queste rivelazioni non vi sembra anche a voi , essere, più grossolani e molto meno espliciti gli insegnamenti cristiani?Vorrei capire bene cos'è l'anima, non per un cristiano ma per la cristianità e se c'è relazione o somiglianza di significato tra l'essenza immortale definita dai Veda e quella cristiana.Poi....anche, nei Veda si spiegano le cose attraverso le parabole come nei sutra e nei Vangeli?Perché ,..se nei Veda le parabole non ci sono,significa che andando avanti nei secoli l'umanità ha avuto una regressione nella capacità di elaborare questi temi ed ha accresciuto la difficoltà di comprenderli se, per spiegarli è stato necessario farlo con le parabole. Comunque ...grazie infinite a tutti,momentaneamente metto a riposo il cervello un'oretta,perché poi rischio solo di fare tanta confusione.Grazie grazie!
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04-04-2014, 07.48.32 | #58 | |
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Riferimento: Perche Nascere,vivere E Morire Per Tornare A Dio? Non Potevamo Stare Presso Di Lui?
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Occorre fare delle distinzioni tra le diverse correnti storiche del Buddhismo, perché alcune sono il risultato di una degenerazione. Il Buddhismo originale è quello Mahayana, mentre l'Hinayana (concentrato soprattutto a Ceylon) è una riduzione deviata dal sentimentalismo exoterico ed è, per questo, più apprezzato dagli occidentali, vedi Shopenhauer, che lo vedono più vicino alla loro mentalità. Il Buddhismo non è una religione, come non lo sono l'Induismo e il Taoismo, ma rappresenta, come le altre due appena dette, un ramo della dottrina metafisica e, per questo, non può essere in contraddizione con la dottrina dei Veda. In quanto visuale specifica, come lo è ognuno dei rami della metafisica, rappresenta uno dei modi nei quali il Mistero può essere considerato. Il Buddhismo non sottolinea l'aspetto della dottrina che si occupa dell'Assoluto, perché concentra la sua attenzione su ciò di cui è possibile dire senza rischiare di disperdersi nei mille rivoli nei quali l'Uno si moltiplica, quando si cerca di fissarne gli attributi. Gli occidentali, nei limiti intellettuali che li caratterizzano, interpretano questa disposizione come fosse la conseguenza di una forma di ateismo. Nei Veda a sostituire la parabola ci sono racconti mitologici, che simbolicamente illustrano le conseguenze di principio della dottrina. Il mito usa le parole per mostrare significati, parole che il puro simbolo sostituisce con il silenzio. Le verità mostrate dal Cristo sono perfettamente aderenti ai princìpi della metafisica, così come lo sono quelle della Cabala e del Corano. |
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04-04-2014, 14.44.14 | #59 | |
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Riferimento: Perche Nascere,vivere E Morire Per Tornare A Dio? Non Potevamo Stare Presso Di Lui?
Ciao Oroboros ciao a tutti quanti leggono ,..il mio interesse è per il mahayana che sembra collocarsi bene dentro di me però, a me sembrano condivisi alcuni principi da molte correnti , altri addirittura da tutte, almeno quelli fondamentali come le quattro verità ..a dire il vero ,provando a parlare con buddisti delle diverse scuole,ognuna rivendica la verità per quella da lui o da lei seguita.Sono tutte molto interessanti e penso non basterebbe una vita sola ad approfondirle tutte.Non voglio generalizzare ma le persone più intolleranti verso le altre correnti le ho trovate tra chi segue" il buddismo degli antichi" e chi pratica lo zen.Io comunque non disdegno niente,mi piace conoscere e,non mi permetterei mai di dire a qualcuno che io sono nel vero e gli altri invece no.Con me lo hanno fatto ma, non hanno certo aggiunto altri dubbi oltre a quelli che ho già per conto mio ,non credo però dipenda dal "credo" piuttosto dall'atteggiamento individuale di chi quel credo segue a modo suo.,in certi ambienti se ti sentono spendere parole per il papa cattolico perché ti piace pure lui e quel che dice,ti guardano storto e contrappongono subito un maestro buddista di alta elevatura.
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05-04-2014, 20.45.33 | #60 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: Perche Nascere,vivere E Morire Per Tornare A Dio? Non Potevamo Stare Presso Di Lui?
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Ci ricolleghiamo, così, al titolo di questa discussione. Sì perché ora, nelle condizioni in cui si trova l'uomo, lo stato di Figlio di Dio deve essere ricercato o, meglio, fatto nostro coscientemente; non viene presentato ed offerto su un piatto d'argento; deve essere guadagnato. Questo richiede, innanzitutto la volontà di ricercarlo e richiede di attuare le azioni successive che dovranno essere finalizzate a questo unico, fondamentale obiettivo: ritornare presso di Lui. Sono "costretto", ancora una volta, a portare in evidenza che Gesù spiegava alle folle per mezzo delle parabole le quali potevano sembrare di difficile comprensione. A questo proposito consentitemi di fare riferimento ad alcune righe tratte da una pagina web (http://www.donbosco-torino.it/ita/Ka..._Gesu-1.html): Citazione:
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