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22-03-2014, 14.10.48 | #22 |
Ospite abituale
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Riferimento: Perche Nascere,vivere E Morire Per Tornare A Dio? Non Potevamo Stare Presso Di Lui?
Provo a spiegare in maniera meno sintetica cosa intendo.
Per comprendere come funzionano le Leggi dell'Universo e possibile iniziare un percorso di osservazione interiore. Già dalle prime osservazioni è presto possibile rendersi conto che siamo divisi in tante parti che dicono tutto e il contrario di tutto e questo vale anche per Dio che si manifesta dividendosi, è solo un esempio, pertanto è possibile già verificare che questo è possibilmente reale. Se dobbiamo diventare un solo Io allora vuol dire che siamo divisi come l'Uno. Per cui macro e micro sono indagabili su piani diversi, ma manifestano simili leggi. Per questo tutto ciò che ci serve è contenuto in noi, non in senso di quantità ma proprio di necessità, di mezzo, di utilità e quindi inevitabilmente di qualità del mezzo. Conosci te stesso vuol dire Conoscere. |
22-03-2014, 15.26.31 | #23 |
Ospite abituale
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Riferimento: Perche Nascere,vivere E Morire Per Tornare A Dio? Non Potevamo Stare Presso Di Lui?
Tra l'avere una borsa piena di pagnotte, e saper fare il pane corre una certa distanza. Lascio a te immaginare quanta ce ne sia a dividere ciò che si sa, da quello che occorrerebbe sapere per dare alla propria coscienza, che è sapere di esserci, gli attributi che la trasformino in consapevolezza, che è data dal conoscere, perfettamente e al di sopra di ogni dubbio, le ragioni per le quali si è.
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22-03-2014, 15.35.29 | #24 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 11-06-2002
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Riferimento: Perche Nascere,vivere E Morire Per Tornare A Dio? Non Potevamo Stare Presso Di Lui?
Citazione:
Mi continua a rimanere l'impressione che puntualizzi ma che in realtà sono cose simili. Per cui lascerei andare avanti il discorso magari poi tornerà l'occasione. |
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22-03-2014, 18.17.13 | #25 | |
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..riflessioni..
Citazione:
Il punto è che nella maggior parte dei casi diamo per scontato che la sofferenza interiore faccia parte della natura dell’esistenza umana. A mio avviso non è così. La sofferenza è quel processo interiore che ci sta avvisando che non stiamo ascoltando con attenzione i nostri bisogni ed il nostro sentire. La sofferenza interiore non è che il campanello di allarme che cerca di attirare la nostra attenzione sul fatto che non stiamo agendo in linea con il nostro sentire più profondo. Solo da questa coscienza a mio avviso possiamo porci quella domanda tanto delicata e segreta. Da questa determinata coscienza aperta all’ascolto interiore la risposta diviene l’esperienza stessa di coscienza, l’essere in amore, la coscienza di essere attraverso la qualità propria dell’umano della capacità di amare. Il sentire di coscienza diventa centrale e non più nascosto da una psiche sconosciuta. La coscienza emersa è dimorare nel mondo del sentire dove l’immagine ed il significato non fungono più da barriera alla psiche ma ne aprono con potenza tutta l’incontenibile capacità. Il respiro, l’esperienza vitale diventa esperienza mistica. I limiti apparenti, stati di coscienza. Il punto più difficile non è l’apertura alla capacità di amare ma la fondamentale costante attenzione al condizionamento mentale che ci suggerisce dove guardare e come guardare soffocando lentamente ed inesorabilmente la nostra capacità autentica di essere. Allora la domanda che sorge non è più quella del perché siamo qui ma il chiederci se tutto questo siamo in grado di sostenerlo. E’ la sofferenza e solo la sofferenza a farci domandare e denunciare in segreto una vita priva di senso.. E la sofferenza non è invincibile ma risultato di una malattia dell’anima soffocata dentro pensieri ciechi e sordi. Possiamo mutare questo a cominciare da noi stessi.. ascoltandoci per davvero.. osando per davvero.. essendo per davvero.. La risposta alla domanda che poni, sempre a mio avviso, arriva da un mondo dal quale non è possibile uscire attraverso una risposta da quel medesimo mondo partorita, la risposta appartiene ad un mondo differente dove la coscienza liberata incontenibile non trova limite alla ricerca di sé, all’esperienza di sé. La risposta allora si adempie nel mutamento profondo di coscienza dove ciò che prima era tangibile ora diviene folle spettacolare apparenza. E’ il mondo del sacro e dell’eroe. E’ il mondo dell’essere. Non c’è un lui od una lei al quale, alla quale tornare(=>tempo). Noi siamo di già. Oltre lo spazio ed il tempo: nello spazio e nel tempo; oltre le parole. “Oltre” non spiega sufficientemente. Ma è necessario sacrificare tutto ciò che è falso. Sacrificare tutto ciò che è falso. Falso pensiero (pensiero apparente), falso sentire (sentire non sondato), falso darsi (apertura senza conoscenza). “Eroi”.. perché il condizionamento mentale è più forte della resina sulla pelle.. Si appiccica agli occhi sino a che il dolore non annulla la presa nella morte della coscienza. Essere è possibile. A costo di sacrificare le convinzioni cristallizzate, sgretolarle sino a ritrovare sé, vergini, puri, potenti, senza nome. Non supereroi ma pura coscienza di essere. Nessuna marionetta, nessun marionettista.. Essere. Il senso profondo. L’erotismo profondo. Il significato profondo. Non apparenza. Non falsità. Non parzialità. E sino a quando la resina attacca.. molto coraggio ed eroismo.. nel piccolo.. nel grande.. là dove siamo.. Finito / infinito Limiti / spazio / tempo semplici parole a definire il linguaggio di una mente folle.. Osiamo.. ! Sino a quando di quell’osare non sarà fatto odore ed immagine di percezione.. (*)La risposta diretta alla tua domanda.. è che è come se non lo fossimo affatto "in lui" ovvero "in noi".. ma risiedessimo nel mondo morto della non percezione.. Ultima modifica di gyta : 22-03-2014 alle ore 18.28.36. |
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22-03-2014, 18.56.23 | #26 |
Ospite abituale
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Riferimento: Perche Nascere,vivere E Morire Per Tornare A Dio? Non Potevamo Stare Presso Di Lui?
Potrebbe una persona aspirare a risolvere un'enigma matematico senza conoscere perfettamente i princìpi del calcolo?
A maggior ragione potrebbe utilizzare la logica senza che questa possa procedere da princìpi assolutamente certi? Io so per certo che la risposta è no, mentre dai discorsi letti in questo thread pare che essa sia un sì. |
23-03-2014, 09.48.06 | #27 | |
Nuovo ospite
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Riferimento: Perche Nascere,vivere E Morire Per Tornare A Dio? Non Potevamo Stare Presso Di Lui?
Citazione:
Il termine persona è quanto di più vago possa esserci. Il fisico pur composto da cellule raggruppate in insiemi (organi e forme) dà origine a infinite variazioni. E quel che si muove e come si muove nelle funzioni non prettamente fisiche segue percorsi che producono risposte differenti (vedi qualsiasi discussione). Ritengo una persona chiunque sia stata originata da altre persone e un domani (sempre più prossimo…) anche se prodotta modificando o assemblando pezzi (materiale genetico) senza ricorrere più al patrimonio genetico d’un uomo e d’una donna. Qualche giorno fa mi son fermato a giocar (a lanciarci a vicenda una pallina da tennis) con una bambina autistica. Ha dieci anni e il fisico ne dimostra qualcuno di più, risiedendo in una stradina senza traffico con numerose casette i bambini tranquillamente possono star all’aperto per i loro giochi. Ce ne son molti, ma nessuno di loro s’avvicina mai a lei, forse perché ha un modo strano di guardare e dopo un po’ dicono che si rabbuia richiudendosi in sé. E poi è un po’ grassa… sapete come son i bimbi attuali, no? Così la piccola gioca, distante da quelle comitive in cui si riconoscon tra loro, con un pallone, a cui parla… e quando lo lancia lontano gli chiede di ritornare da lei… poi è lei che lo va riprendere, e lo ringrazia d’esser ritornato… Un signore ben anziano mi racconta questi fatti, amareggiato non tanto per il comportamento dei bimbi, ma per quello delle decine di genitori che pur vedendo han accettato una tal emarginazione. A loro parziale giustificazione va detto che la bimba a volte eccede nelle reazioni, pur se mai violente e pericolose. Si sa che non vedon i limiti al par nostro. Una volta che gli han fatto provar una bicicletta s’è schiantata contro un muretto… già la frenan gli altri, per quella volta s’è sentita libera… purtroppo non gli è stata regalata una bicicletta per il compleanno, proprio in questi giorni. Mia madre gli ha donato un sacchettino colmo di centesimi di euro che lei conta e dispone… sin quando ne avrà a sufficienza per comprarsela da sola… ma non avendo neppur il senso del tempo come il nostro non c’è da preoccuparsi… Tempo fa era andata con la madre nella casa dell’anziano e mentre gli adulti parlavano tra loro in cucina, lei era nel soggiorno a guardare la nuova bella televisione digitale e panoramica, con tutte le nuove e inutilizzate (per un anziano) funzioni. Dopo qualche decina di minuti la visita si conclude. L’anziano, che pur essendo ancora in gamba non era riuscito a districarsi con quel telecomando con decine di tasti e sottofunzioni, tanto che aveva accesso solo ai tre canali rai classici, si accorge che il settaggio del televisore è ora perfettamente compiuto per tutti gli innumerevoli canali… Ci son bimbi autistici che “vedono” i numeri come fossero colori e il risultato d’una complessa operazione matematica la vedono nei colori corrispondenti, che ritraducono in numeri… la vita è ben più complessa di quel che appare. Ah… ho giocato con la bambina per una decina di minuti, lanciava davvero bene e mi ha impegnato. Metteva tutta sé stessa nel farlo… e quando a malincuore ho dovuto andarmene mi son ritrovato una morbidezza addosso che prima non avevo… ho davvero giocato con una bimba… o c’era qualcosa d’altro? Buona domenica a tutti |
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23-03-2014, 11.03.53 | #28 |
Ospite abituale
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Riferimento: Perche Nascere,vivere E Morire Per Tornare A Dio? Non Potevamo Stare Presso Di Lui?
Non è mai lecito confondere il generale con l'individuale, né è consentito trasporre un discorso, che era riferito alla generalità delle persone, applicandolo a una individualità, oltretutto speciale.
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23-03-2014, 15.34.50 | #29 | |
Nuovo ospite
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Riferimento: Perche Nascere,vivere E Morire Per Tornare A Dio? Non Potevamo Stare Presso Di Lui?
Citazione:
Nella storiella che ho narrato ci si può fermare all’individualità, oltretutto speciale (tua opinione) come dici, oppure si può proseguire. Come certo sai ci son milioni di bambini autistici al mondo (perché siano nati in tal modo è altro argomento) e son davvero molti quelli che hanno peculiarità in ambiti, logica compresa, che si riteneva li vedessero esclusi. Potrei citar molti casi, due per esempio: Temple Grandin (A raccontare la vita di questa donna è “Temple Grandin. Una vita straordinaria”, il film HBO che è proiettato al Festival delle Scienze 2014 di Roma dedicato ai linguaggi.) http://www.galileonet.it/articles/52...717a34d000004c Iris Grace (http://angolodellamicizia.forumfree.i t/?t=66364035) nel campo artistico. Ritengo che parlando in generale occorra tener conto anche di loro e di molte altre categorie (visto che qualcuno si dà pena di catalogar tutto, uomini compresi…) di persone per le quali il formalismo della logica del nostro linguaggio non va applicato tout court, se non si voglia escluderli. Non lo facessimo non parleremmo in generale ma in generale salvo gli esclusi. Che sia più semplice presupporre un’uniformità a cui riferirsi non mi riguarda, non appellandomi ad essa per trovar motivo di lecità nei miei ragionamenti. Proseguendo ancora concludevo con l’osservazione che la vita sia ben più complessa di quanto appare (non credo siam in pochi a pensarla in tal modo) e poiché siam sul forum di Spiritualità penso che lo strumento della logica, precipuo in quello di Filosofia, non abbia valenza superiore ad ogni altro (e comunque… Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia.). Qui trova casa più l’altra parola, “sentire”, ma è un mio punto di vista, e il motivo dell’aver inserito la storiella. Quel che hai sentito del mio intervento ha dato origine alla tua risposta che accetto, come ogni altra, e a cui ho ribattuto, concludendo quel che avevo da dire. Buona domenica |
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23-03-2014, 18.10.50 | #30 | |
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Riferimento: Perche Nascere,vivere E Morire Per Tornare A Dio? Non Potevamo Stare Presso Di Lui?
Citazione:
Se si parla in generale della persona, non è mai possibile applicare a un solo individuo il risultato di quel considerare, perché ognuno è diverso da ogni altro. Il mio aver definito "speciale" un bimbo autistico indica che questo bambino ha dei problemi che non si possono ignorare e, anzi, dovranno essere affrontati allo scopo di alleviarne le conseguenze che, in certi casi di autismo, sono serissime perché coinvolgono la sfera relazionale nella quale il bambino abbraccia o rifiuta il mondo. Non considero un comportamento corretto quello di chi, non disponendo di altri argomenti adatti al piano della dialettica di un confronto di idee o princìpi, tira in ballo questioni emotivamente rilevanti, che nulla c'entrano col discorso intrapreso, e lo fa al solo fine di colmare i propri vuoti intellettuali attraverso il sentimentalismo. Mischiare piani differenti tra loro non ha alcuna utilità discorsiva, né di significato. Se io e te stiamo parlando di un argomento generale, che senso avrebbe rapportare il tutto di questo discorrere al livello emotivo, sociale e famigliare, di una persona unica che ha serie limitazioni date da una personalità la quale, per ragioni da accertare, si è chiusa in se stessa? Quelle da me ora descritte sono regole di comportamento universalmente valide per tutti i popoli del pianeta. |
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