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Vecchio 01-09-2003, 16.23.42   #1
basil
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Data registrazione: 16-08-2003
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A proposito di karma

Oggi si fa un gran parlare di karma.

Si parla di karma spesso con la stessa nonchalance con la quale si parlerebbe dell’ultima prestazione della Ferrari o della propria squadra del cuore, e si attribuisce a questa parolina la proprietà magica di spiegare tutti i mali che affliggono l’umanità.

Ho letto il thread sull’argomento in questo stesso forum, ma francamente non ho trovato risposte convincenti sull’argomento a domande del tipo:

- nella prima (ipotetica) vita che ho vissuto (come minerale, vegetale o quel che vi pare), quali colpe da scontare mi portavo dietro? Quella di essere nato?

- se la mia anima è stata creata da un “quid” inconoscibile (personale o impersonale), non è tale “quid” responsabile del modo in cui è stata ‘assemblata’ detta anima, delle caratteristiche che avrebbe rivelato, dei guai che avrebbe combinato, ecc., ecc.? Quale libertà può esserci laddove la gamma delle caratteristiche individuali è predeterminata?

E ancora: ammesso che io, pardon, il mio “Sé Superiore” sia stato consultato prima dell’inizio del gioco per sottoscriverne le regole, quale idea poteva mai avere delle condizioni oggettive e soggettive nelle quali si sarebbe venuto a trovare senza mai averne fatto diretta esperienza? Sarebbe stato come chiedere a un cieco di stimare un Van Gogh, o, peggio, sarebbe equivalso a firmare un contratto in bianco. Non sarebbe stato un po’ idiota un comportamento simile?

Grazie in anticipo per le risposte (o i tentativi di risposta).

b.
basil is offline  
Vecchio 01-09-2003, 16.44.04   #2
kri
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Messaggi: 1,297


ecco il tentativo di risposta ... perchè è certo che le domande sono pertinenti ... e le risposte fantasiose!!! Ma ci provo in base a ciò che conosco .. non di più ...


- nella prima (ipotetica) vita che ho vissuto (come minerale, vegetale o quel che vi pare), quali colpe da scontare mi portavo dietro? Quella di essere nato?

il concetto di separazione ... (inizio del gioco, inconoscibile scopo di DIO) ... dogmatico vero??? Ma pare proprio che lo scopo di DIO non possa essere conosciuto ne intuito dalla mente Umana.


- se la mia anima è stata creata da un “quid” inconoscibile (personale o impersonale), non è tale “quid” responsabile del modo in cui è stata ‘assemblata’ detta anima, delle caratteristiche che avrebbe rivelato, dei guai che avrebbe combinato, ecc., ecc.? Quale libertà può esserci laddove la gamma delle caratteristiche individuali è predeterminata?

nella teoria classica l'Anima è unica e si distingue tra gli individui (l'UNO che si separa tra i molti e si deve riunire all'UNO) ... la scelta della coscienza singola e il desiderio di separazione crea il Karma ... niente punti .. niente karma positivo, negativo .. crediti o debiti .. o menate ... non c'è Veda che parli di crediti ... ma solo di compiti e libere scelte. Una volta avvenuta la separazione dall'UNO l'anima tende a tornarci .. come?? Con i mezzi che trova opportuni!


E ancora: ammesso che io, pardon, il mio “Sé Superiore” sia stato consultato prima dell’inizio del gioco per sottoscriverne le regole, quale idea poteva mai avere delle condizioni oggettive e soggettive nelle quali si sarebbe venuto a trovare senza mai averne fatto diretta esperienza? Sarebbe stato come chiedere a un cieco di stimare un Van Gogh, o, peggio, sarebbe equivalso a firmare un contratto in bianco. Non sarebbe stato un po’ idiota un comportamento simile?


Ecco qui mi trovo in difficoltà! Sono dovuta ricorrere ai miei ricordi di Baghavad Gita ...
Consultare il Sè Superiore??? Beh .. sempre il concetto di separazione ci induce a pensare che il se superiore sia nostro e personale .. in realtà nella B.G. esso rappersenta Krishna stesso ovvero l' ASSOLUTO ... come dire .. un cane che si morde la coda e torniamo sempre alla domanda iniziale ....

Il punto credo sia sempre ed unicamente la Separazione!

Beh ..c'ho provato .. ma è un pò come voler discutere di niente .. non credi????

saluti


kri is offline  
Vecchio 01-09-2003, 16.58.10   #3
edali
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Deliri pomeridiani

Lasciando da parte Adamo il quale si dice che era perfetto ed Eva la quale si dice che era un riciclo di una costola di (L)ui e cercando ad immaginarmi un Tutto - Assoluto perfetto che per un attimo di eternità è diventato imperfetto (oppure per la noia) ed è successo all’inizio di qualcosa che non ha né inizio né fine prima un Big poi un Bang o tutte e due insieme per dare un senso a ciò che di senso ci sfugge guarda la spiegazione della formazione di tante e tante e ancor di più di tante particelle in se stesse scintille divine di un tutto Assoluto che si dividono. Il loro compito, il loro desiderio, la loro tendenza è di tornare a formare di nuovo un insieme ma per questa si devono “purificare” visto che nell’incidente hanno perso la memoria. E da qua il cammino verso la conoscenza e la coscienza di Se.
Quindi l’uomo di Neanderthal e/o coloro che sono stati prima di lui di colpe propri non è che avevano molte, in loro era solo il “peccato” di non essere per niente coscienti e conoscenti. (come lo siamo noi quelli del terzo millennio )
edali is offline  
Vecchio 01-09-2003, 17.05.08   #4
Rolando
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Ciao,
Citazione:
- nella prima (ipotetica) vita che ho vissuto (come minerale, vegetale o quel che vi pare), quali mi portavo dietro? Quella di essere nato?


Per capire il principio della causa ed effetto, cioè la legge del karma, si deve capire che la vita di ogni essere vivente è eterna. Non è mai creata e quindi non può giammai finire.

La reincarnazione comincia nel regno vegetale e costituisce la base della vita attraverso il regno animale e fino alla fine del regno umano.
Il principio del karma è identico a un principio d´insegnamento, "sbagliando si impara" si può dire. Incontrando gli effetti delle nostre azioni sbagliate impariamo ad agire in concordanza con le leggi della vita, e così cresciamo di vita in vita.
Quindi non esistono "colpe da scontare".

Citazione:
- se la mia anima è stata creata da un “quid” inconoscibile (personale o impersonale), non , delle caratteristiche che avrebbe rivelato, dei guai che avrebbe combinato, ecc., ecc.? Quale libertà può esserci laddove la gamma delle caratteristiche individuali è predeterminata?


La nostra struttura spirituale più profonda non è dunque creata, ma ha sempre esistita. Hai ragione quando dice: "è tale “quid” responsabile del modo in cui è stata ‘assemblata’ detta anima..."

Ma questo "quid" o "qualcosa" è la nostra vera identità più profonda. Anche se questo "quid" in se stesso è inconosibile esiste sempre legato alla struttura spirituale dell´individuo.

Ogni individuo ha in realtà un libero arbitrio totale. Attraverso l´eterna evoluzione l´individuo crea il suo destino individuale mediante le azioni quotidiani.

vedi: www.martinus.it
Rolando is offline  
Vecchio 02-09-2003, 09.48.22   #5
kri
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ecco basil vedi ... ognuno con la sua!!!

ma nessuno che si ricorda niente ... tutte cose imparate e studiate .. ma c'è nessuno che ricorda il "passato" per cui ha le prove del presente???




Ultima modifica di kri : 02-09-2003 alle ore 09.50.31.
kri is offline  
Vecchio 02-09-2003, 10.26.59   #6
kaoskali
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Nessuno può rispondere alle tuo domande e tutti i tentativi di risposta saranno una risposta che crea nuove domande... la realtà è che la vita appare come un grande mistero vista dal basso, l'uomo è passato in poco tempo da preda a predatore,, il tutto cambierebbe certamente guardando il tutto da un punto di vista diverso...ma questo credo che sia almeno... quasi impossibile.
Il karma come il paradiso e l'inferno o il darwinismo (perdonate il neologismo) sono un modo come un altro per dare delle spiegazioni o meglio per dare un senso alla vita. Anche non dargli senso è dargli un senso.
Con il passare degli uomini sono aumentate le domande e quindi di conseguenza i saggi delle religioni (scienza inclusa) hanno cercato di dare le loro risposte. Da qui la scienza del karma o del caso o del paradiso...
...quidi le domande che poni sono pari a è nato prima l'uovo o la gallina...lecito rispondere ma è una sequenza senza fine.
kaoskali is offline  
Vecchio 02-09-2003, 15.25.52   #7
basil
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Vi ringrazio per le vostre risposte: avete proposto spunti interessanti di riflessione, sebbene nessuno mi persuada del tutto.

Non ha torto Kri: occorrerebbe qualcuno che conoscesse esperenzialmente ciò di cui parla, e non per sentito dire.
Ma anche in quel caso non è detto che la risposta soddisfi altri che la persona in questione.

un caro saluto
basil is offline  
Vecchio 05-09-2003, 16.32.43   #8
visechi
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Citazione:

- nella prima (ipotetica) vita che ho vissuto (come minerale, vegetale o quel che vi pare), quali colpe da scontare mi portavo dietro? Quella di essere nato?

il concetto di separazione ... (inizio del gioco, inconoscibile scopo di DIO) ... dogmatico vero??? Ma pare proprio che lo scopo di DIO non possa essere conosciuto ne intuito dalla mente Umana.


- se la mia anima è stata creata da un “quid” inconoscibile (personale o impersonale), non è tale “quid” responsabile del modo in cui è stata ‘assemblata’ detta anima, delle caratteristiche che avrebbe rivelato, dei guai che avrebbe combinato, ecc., ecc.? Quale libertà può esserci laddove la gamma delle caratteristiche individuali è predeterminata?

nella teoria classica l'Anima è unica e si distingue tra gli individui (l'UNO che si separa tra i molti e si deve riunire all'UNO) ... la scelta della coscienza singola e il desiderio di separazione crea il Karma ... niente punti .. niente karma positivo, negativo .. crediti o debiti .. o menate ... non c'è Veda che parli di crediti ... ma solo di compiti e libere scelte. Una volta avvenuta la separazione dall'UNO l'anima tende a tornarci .. come?? Con i mezzi che trova opportuni!

Mi pare di comprendere che la causa di tutto, quindi anche dei nostri mali e delle nostre sofferenze, che noi cerchiamo di sconfiggere con la ricongiunzione al Tutto, all'Uno, sia da ascrivere a questo supposto 'concetto di separazione', la cui finalità è inconoscibile perché rientrerebbe in un disegno divino che, come da te affermato (ovviamente non solo da te) non può essere 'conosciuto né intuito dalla mente Umana'.
Ma se il concetto di Karma è, nella visione orientale, un concetto che si accompagna con il concetto di sofferenza e ciclo delle nascite (samsara) bisognoso di essere interrotto, e che assume una connotazione non certo positiva, connaturata, fra l'altro, all'essere umano, mi pare che teorizzare questa 'separazione' e proporla come risposta risolutiva del quesito posto da Basil sia piuttosto riduttivo. Mi pare di comprendere che l'uomo nascerebbe, come individuo e come essere primigenio, con questa propensione alla 'separazione', e che la stessa sia iscritta nei suoi cromosomi, pre-programmato, quindi, per cui ne deriva che anche la propensione alla 'separazione' sia fattore ascrivibile a questo disegno divino.
Bene! Proviamo allora a vedere se è possibile reperire una qualche contraddizione insita in questa particolarissima condizione umana, così come disegnata non solo dalla filosofia teologica orientale, ma, mi pare di poter affermare, anche da quella occidentale… l'unica discriminante sarebbe solo che il processo, nell'una si svilupperebbe attraverso una serie di rinascite - più vite (samsara) - nell'altra in unica venuta al mondo da concludersi con l'unica morte del corpo materiale.
L'anima, o spirito, o essenza divina è una particella del divino; da questo si distacca per assumere un corpo materiale e, così acconcia, essere 'scaraventata' nella mondanità per vivere un'unica esistenza, ovvero un ciclo di rinascite. Non vi dovrebbero essere grosse difficoltà ad ammettere che l'anima, scintilla divina (non sono io che l'affermo), nel momento in cui non è nel mondo, sia altrettanto divina quanto lo è l'Entità da cui promana;
per effetto di questo suo atto di 'non essere' nella mondanità, potremo affermare che essa sia 'divina in atto';
successivamente alla sua 'nascita' (leggasi anche rinascita), essa non dovrebbe perdere questa sua caratteristica divina, la quale si manterrebbe in una condizione di sospensione, o silente, o in nuce… cioè potenzialmente divina. La sua essenza divina si esplicherebbe solo al momento della ricongiunzione col Tutto/Divino, per cui potremo definire questa condizione come 'divinità in potenza'.
Riassumerà la sua peculiare caratteristica di 'divinità in atto' al momento della corruzione della materia corporea e la sua conseguente ricongiunzione col Tutto/Divino.
In estrema sintesi, mi pare che le cose stiano più o meno così. Nell'eventualità che non abbia mal interpretato le cose, mi parrebbe di rilevare una certa incongruenza nel complessivo 'Disegno Divino'… perché l'uomo, essenza 'divina in atto' (prima di venire al mondo), debba compiere un percorso terreno, 'divinità in potenza', sottoponendosi all'avventura e all'alea di non riuscire a conseguire, forse mai, il ricongiungimento con il Tutto/Divino da cui promana e riacquisire la caratteristica di essere 'divino in atto'?
Strano, particolare come disegno divino. Poco rileva, a questo punto, argomentare che si tratta di un 'Disegno Divino' che a noi non è dato conoscere. Se l'anima/spirito staziona, prima di 'essere nel mondo', in prossimità del divino, anzi è essa stessa divina, e vive congiunta con il Tutto/Divino, in una condizione supporrei paradisiaca (nirvana, per chi volesse leggere così), per quale arcano motivo Dio/Tutto avrebbe mai perpetrato questo oscuro e crudele gioco proiettandola in una dimensione in cui la sofferenza è quotidianità?
Fra l'altro, mi si darà atto, teorizzare che la venuta al mondo sia connessa alla 'necessità' di fare esperienza per … per che cosa? Fare esperienza? Quale sarebbe questa necessità per una 'divinità in atto' (prima di nascere) se nel momento in cui non è nel mondo è divina, e, in quanto, tale già di per sé Perfetta?
Non è un po’ assurdo voler asserire a tutti i costi una siffatta situazione? Sarebbe come ipotizzare la creazione di una macchina 'perfetta' che ha iscritta nei sui circuiti un errore di fondo, una distonia che, potenzialmente, l'allontanerebbe dal progetto (umano) per cui è stata progettata e costruita. Ancor più assurdo sarebbe teorizzare che questa congenita imperfezione sia programmata dal suo 'creatore' (umano) fin dal momento della 'creazione' (umana).
Non credo che il concetto di separazione possa essere in grado di dar soddisfazione a questi quesiti…
Auspico risposte in tal senso

Ciao
visechi is offline  
Vecchio 08-09-2003, 11.19.43   #9
kri
Ospite abituale
 
Data registrazione: 11-06-2002
Messaggi: 1,297
Caro Vis,
ci sono millenni di letterature che rispondono alle tue domande e millenni di letteratura che pongono domande più complesse delle tue stesse ...

ciò non toglie che tu hai ragione, io ho ragione .. ed entrambi abbiamo torto!

La verità, a mio modesto avviso, risiede in ciò che meglio si avvicina al nostro essere e sentire. Se questo sentire .. il tuo, il mio .. il nostro ci permette di vivere sereni ed in armonia col mondo .. ciò è giusto!

Cosa c'è di più da aggiungere?

Mi spiace tanto se la mia risposta ti deluderà molto, ma vedi, che motivo avrei di articolare con te un'argomento che non senti e non ti appartiene come "concetto" . E' come voler far discutere di politica un fascista ed un partigiano? Non lo trovi del tutto inutile? un'inutile spreco di energie e conoscenze .. uno sforzo dettato da cosa??? Dalla suprezia del "vediamo chi la spunta"? No grazie. Mi conosci abbastanza bene per sapere che non partecipo a competizioni.
E tu che motivo avresti di leggere senza sufficienza ciò che ti potrei rispondere? Stai forse cercando di convincerti che ciò sia vero? Oppure stai cercando di convincere chi tale cosa la Sente vera che tale non è? A che scopo? Amore del dialogo? Su fronti opposti non c'è dialogo.
Io sono solo una ricercatrice, non una credente religiosa, ed ho riportato la letteratura sull'argomento ... e come tale mi astengo da giudizi di merito.
Se Dio esiste di certo non mi pongo il problema di capire Lui .. ma di capire me stessa e il motivo che mi spinge a certe azioni ... e su questo ti posso riportare un principio .. il principio ermetico della Corrispondenza, chi lo ha davvero compreso e fatto proprio ... di certo ha smesso di chiedersi chi è Dio e come si arriva a lui .. ma scusa qui divago troppo .. quindi ti saluto amico mio!

... ciò che è sopra è uguale a ciò che è sotto e ciò che è sotto è uguale a ciò che è sopra ... terzo principio ermetico detto della corrispondenza!

Con la solita stima di sempre ...
kri is offline  
Vecchio 09-09-2003, 03.18.33   #10
Sté-detonator
SiamoUniciPezzi di N.. :D
 
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Mentre qui imperversava lo scontro stavo mettendo questo topico proprio su 'consapevolezza'! Qui cho messo anche un'aggiunta in onore der karma! (carma..., 'un voglio dì che è per karma che è successo questo...) p.s.: spero che niun si scandalizzi delante tanto dorcestirnovo!
Dialogo sopra i massimi sistemi (di far soldi) avveneristico futuristico in vernacolo tra un giovane Luminare Illuminato e il vecchio Sté-rcoraro (all’occasione).
Li: Sono qui per porti le famose domande.
S: Quanti sordi* ci farai con questa intervista?
Li: va beh, va beh.., anche tu sei illuminato, vero?
S: Solo dalle lampade o dalla luce der giorno.
Li: È nato prima l’uovo o la gallina? S: Non ho un pollaio.
Li: Chi siamo? S: E perché lo chiedi a me? Hanno ’nventato gli specchi!
Li: Si, ma…, perché siamo qui? S: Io perché avevo voglia di riposammi sulla mì portrona,e te perché mi sei venuto a rompe’oglioni. Li: ah, no.., ma intendevo l’’Umanità’…
S: Siete tutti uguali. V’interessa solo di voi, del resto ‘un ve ne frega mai nulla, com’è che ‘un chiedete mai, perché tutte le specie vivevano qui e noi s’enno distrutte e a quelle rimaste gli si continua a dà noia?
Li: Cosa ne pensi delle donne? S: Di siùro ‘un sono omini! Li: Allora è vero che siamo diversi.
S: No, siamo diversamente *******.
Li: Cos’è la Vita? S: Se me lo chiedi, vor dì che non lo sai, e se anche ti do la mì risposta, ‘un vor dì che allora poi sai VIVE.
Li: Si, ma la consapevolezza, quando uno ce l’ha la trasmette, non è così? S: No. Ti posso trasmette solo una ciaffata data bene, così allora forse intanto senti che c’è un quarcosa che vole sopravvive.
Li: Ma non credi che messa così la questione sia troppo materiale e uno non lavora su se stesso? S: Ascorta…, ma vai a lavorà presempio in miniera, vedrai che ti passan le ruzze e ‘un avé paura che lavori, tutto te lavora, e forse anche quarcosa di più! Li: Esiste vita intelligente nel cosmo? S: Si, è qui che manca!
Li: Cosa dici sul karma? S: càarma...!...Ma perché tutti a volé scoprì sto carma? Vi serve a giustifiàvvi? Se qui l'avete fatta grossa, ormai l'avete fatta; se l'avete fatta 'bona', volete a tutti i costi una riompensa? Cosa c'è dietro a sto nervosismo sul karma che toglie la carma?
(al-Li-bito): E.., e Dio…? S: ..Se c’è.., eppure ancora ‘un si vede, ci dev’esse un trucco…oppure ha voglia di gioà a nascondino…
Li: Anche in questo modo sarai sul suo sentiero. S: Ascorta, caro palle…, te l’ho già detto, e ‘un mi fa’nkazzà, l’unio sentiero che piglio è quer viottolo dietro casa che mi porta all’orto.
Li: Va beh..grazie a Dio, spero di incontrarci dopo, e visto che te morirai prima, poi mi dirai che avevo ragione.
S: E invece io spero di incontrà ir budello di tu mà coi tacchi a spillo, e intanto quello che si deve levà di ‘ulo subito sennò gni tiro sei te! ( )
*notare il gioco di parole sul doppio senso: 1-Quanti soldi, affari, se ti riuscirà; e 2-Quanti ti staranno a sentire?


Morale del dialogo magno: Non ci fu nessun ‘a - Dio’ e tutto quello che guadagnò il giovine fu d’andassene ar Diavolo, anzi peggio, affanhulo!
Sté-detonator is offline  

 



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