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11-04-2008, 12.23.56 | #32 |
Perfettamente imperfetto
Data registrazione: 23-11-2003
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Lasciare maturare il non attaccamento
Spesso, in molti di noi, nasce la voglia di non essere più attaccati a cose, situazioni, stati d'animo... perché capiamo che in ciò sta la causa della nostra sofferenza, dolore, disagio. Quindi si cerca una via per arrivare al non attaccamento, per imparare ad arrivare alla liberazione dagli attaccamenti. Però se anche il non attaccamento poi diventa una ideologia, un nuovo attaccamento, siamo punto e daccapo. L'ottenimento del non attaccamento, secondo me, non è mai un atto di volontà: perchè questi elimina un attaccamento, sempre creato dal senso dell’ego, ma ne crea subito un altro, ancor più nascosto e sottile. Crea, come minimo, l'aspettativa di vedere i risultati del nuovo stato, di cui ci si vanta, al quale poi orgogliosamente e nuovamente ci si aggrappa. E dal quale, quindi, rinascerà ancora sofferenza. Solo la grazia che sorge dall'abbandono a quello che siamo, compresi i nostri limiti, attaccamenti, debolezze, può gradualmente distaccarci dagli oggetti dell'attaccamento. Ciò ci rende profondamente umani e meno egoisti, orientati da un bisogno di essere speciali. Che fare dunque per andare oltre gli attaccamenti, se proprio lo vogliamo, ma senza ritornare nella trappola del circolo vizioso? Niente, oltre che osservare compassionevolmente i nostri attaccamenti e lasciare che si stacchino da soli quando sono giunti a maturazione, quando hanno svolto tutta la loro funzione pedagogica. Quando non hanno più senso d'esistere, hanno fatto il loro corso, siamo noi, per primi, ad abbandonarli. Nel caso invece vogliamo ingaggiare una lotta con loro, buttandoli fuori della porta a forza, rischiamo di vederli molto facilmente rientrare sotto altra forma dalla finestra. Perché ancora ci appartengono, non sono stati riconosciuti per quello che sono e perchè ci sono. Perciò, non è con la lotta ma con la comprensione e compassione che ci liberiamo da essi. Pazientemente, rilassati. Come fa la natura con i tempi necessari per portare ogni seme diverso alla sua fioritura.
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11-04-2008, 15.03.17 | #33 | |
Sii cio' che Sei....
Data registrazione: 02-11-2004
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Riferimento: L'attaccamento
Citazione:
Ha risposto un po Mirror. Anche se non sembra, e' proprio di pratica che si sta parlando. Ci sono diversi approcci storici alla pratica, di diverse scuole....piu' o meno profondi. La profondita' la si evince proprio da un particolare sapore della comprensione..... |
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11-04-2008, 20.22.26 | #34 | |
Ospite abituale
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Riferimento: L'attaccamento
Citazione:
i motivi possono essere due: è schifato del monastero; oppure va fuori perchè c'è più bisogno della sua compassione. ma yam dice che il monastero non è un samsara migliore di quello fuori. |
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11-04-2008, 23.55.21 | #35 |
Ospite abituale
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Riferimento: L'attaccamento
Ciao Fallibile.
Mi dispiace che tu non abbia colto il profondo senso del biglietto dell'autobus. Guardare se stessi nella quotidianità è molto più realistico che non in preda al condizionamento spirituale dei monasteri, che pervade il visitatore. La vita nel monastero è realtà quotidiana per i suoi inquilini che infatti si comportano come noi.Anzi credo che i divieti rendano alcuni desideri molto più violenti. L'osservare se stessi con distacco nei gesti ,nelle parole,nelle intenzioni è quanto di più utile si possa fare per scoprire -cosa- ci lega,ci condiziona. Se sei a casa tua guardati attorno, tutto quello che vedi è messo lì per tenere in piedi una bugia e per convincere gli altri che tu sei il signor Fallibile che non sei e che non sarai mai. Salute a tutti. |
12-04-2008, 11.56.50 | #36 |
Ospite abituale
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Riferimento: L'attaccamento
Salve e buon giorno a tutti!
devo premettere che nei miei 56 anni di vita in un monastero buddhista o quanto altro ne ho trascorsi una ventina di giorni ed è chiaro che non credo che lì ci sia la "verità", ne avrei passati di più, questo non toglie che in particolari luoghi sia più "semplice" trovare un posizionamento, riguardo all'accadente ,più distaccato e meno critico(si è tra le altre cose in ferie ). L'osservatore è sempre presente nel mio agire quotidiano, è un allenemento che è nel mio intimo...chiaramente anche nel comprare il biglietto dell'autobus ci può essere consapevolezza,e anche nel non comprarlo, dipende da chi compie l'azione, quel "so" di mirror credo che volesse intendere l'azione inserita nel dhamma e non certo la "correttezza civica"(anche se c'è un certo parallelismo) dell'atto; è però in un certo senso , diciamo, stiracchiato voler vedere "la chiave di tutto" in un comportamento civico, tutto qui; il voler dare soluzioni è attaccamento. claudio |
12-04-2008, 12.59.23 | #37 | |
Ospite di se stesso
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Riferimento: L'attaccamento
Citazione:
ciao |
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12-04-2008, 16.38.29 | #38 | |
Sii cio' che Sei....
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Riferimento: L'attaccamento
Citazione:
L'esempio del biglietto dell'autobus e' stato (da me) fatto per distinguere tra la via della rinuncia, quella della trasformazione e la via diretta. Lo ripeto, anche se lo ho gia' detto: se rinuncio per paura della multa...e' diverso che se rinuncio perche' sono consapevole del motivo per cui si paga il biglietto. Riportato al sentiero spirituale cosa significa? Che se e' una emozione a guidare la nostra mente (la paura) siamo ancora lontani dalla vera comprensione ...che viene dalla Consapevolezza di (del) Se'. |
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12-04-2008, 16.42.18 | #39 |
Ospite abituale
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Riferimento: L'attaccamento
Salve e buon pomeriggio!
sorry noor (ma non è una chat ) sarà per il giro in bici o per aver fatto le faccende domestiche ma non ho capito un tubo di quello che hai postato ; per comprendere devo lottare? no non credo devo cum-prendere ,prendere con, accogliere, contemplare e rilasciare ; la Consapevolezza è un modo di osservare l'impermanenza ,lo scrivere il voler dare soluzioni è attaccamento. è un modo un pò contorto per dire che non c'è soluzione non dovendoci essere attaccamento claudio |
12-04-2008, 17.17.59 | #40 | |
Ospite di se stesso
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Riferimento: L'attaccamento
Citazione:
Ed è ciò che ha detto Mirror come dicevo:dire cioè che la chiave è la Consapevolezza, non significa aggrapparsi ad una soluzione,e quindi attaccamento. Se però di questa conclusione ne facciamo solo un concetto invece che esperienza...allora sì che ci attacchiamo a quel concetto. Non so se così è più chiaro.. Buona domenica |
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