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24-06-2003, 09.16.52 | #63 |
Ospite abituale
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Ciao a tutti
Ho letto un po’ tutti gli interventi sull’immortalità dell’essere umano. Alcuni aspetti li condivido , altri no. Comunque sono tutti concetti interessanti e rispettabili. Anch’io ho le mie idee sull’immortalità e vorrei esprimerle. Se è vero che siamo tutti figli di Dio, che ci ha creati a sua immagine e somiglianza, vuol dire, secondo me, che abbiamo ereditato da Lui non solo il potere di creare liberamente qualsiasi cosa, ma abbiamo ereditato anche l’immortalità. E con immortalità intendo dire non solo quella della nostra anima, ma anche quella del corpo fisico. Infatti Adamo ed Eva furono creati immortali e messi nel Paradiso Terrestre o Eden. Nell’Eden, Adamo ed Eva vissero milioni di anni, prima che fossero tentati dal “serpente”, in senso allegorico, e mangiassero il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male. Da nuove rivelazioni (www.sdag.info) sembra che l’Eden fosse il pianeta Bellatrix. A seguito della caduta di coscienza della stirpe di Adamo ed Eva (di cui noi facciamo parte), durata milioni di anni, si è insinuata nell’essere umano la paura causata dalla separazione da Dio. Dal pensiero della separazione ha avuto origine il karma umano, in una catena interminabile di azioni-reazioni che ha portato alla forma-pensiero della morte che si è poi manifestata sul piano fisico. Ovviamente tutto questo era stato previsto da Dio che tuttavia non interferì con il karma umano. L’umanità aveva scelto di sperimentare tutta la gamma delle frequenze (vibrazioni) del creato: dall’immortalità alla morte del corpo fisico. La durata della vita sul piano fisico si ridusse sempre più nella misura in cui l’essere umano cadeva di coscienza. Quando l’umanità fu seminata sulla Terra (200.000 anni fa dai Siriani e successivamente dai Pleiadiani), la durata della vita dell’essere umano era di circa 2000 anni. Successivamente si ridusse a circa 800 anni (vedi Noè), fino a raggiungere il valore minimo attuale di 70-100 anni. Ora abbiamo toccato il fondo in corrispondenza della massima espansione dello spazio-tempo (della creazione). Da qualche mese ha avuto inizio la fase di contrazione detta anche di ascensione. Con il processo di ascensione, che ognuno decide liberamente di intraprendere con un atto di volontà, l’essere umano eleva gradualmente la propria vibrazione, rilasciando pian piano il karma accumulato durante tutto il tempo della caduta. La crescita in vibrazione significa incorporare maggiore energia e trasmutare la materia a livello cellulare ed oltre, cioè a livello di particella elementare (Quark). Di conseguenza, il nostro DNA cambia come pure cambiano le cellule che si trasformano in cellule cristalline che si autorigenerano. Ovviamente è un processo lungo che col tempo porterà al ripristino dell’immortalità del corpo fisico. L’immortalità dell’anima non è mai stata intaccata. Questo è un messaggio di speranza per l’umanità che vive da millenni in uno stato di sofferenza. Ognuno è in grado ora, se lo vuole, di uscire da questa situazione di degrado e ascendere verso la sconfitta definitiva della malattia e della morte. Ci aspetta un futuro di gioia e di felicità, di amore e di pace. Sta ad ognuno decidere se vuole o meno cogliere questa opportunità. Gianfry |
24-06-2003, 11.51.41 | #65 |
Ospite abituale
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A Visir
se vuoi conoscere di più sui Pleiadiani e sui Siriani, che hanno seminato le varie razze sulla terra, ti consiglio di leggere il materiale sui siti: www.sdag.info e http://members.xoom.virgilio.it/gainfryciao. In particolare http://members.xoom.virgilio.it/_XOO...l_passato1.htm Ciao. Gianfry |
25-06-2003, 15.39.52 | #66 | ||||||
Ospite abituale
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Citazione:
La vita dell'uomo, degli animali e dei vegetali si svolge attraverso un ciclo chiuso definito esistenza. Si nasce, si vive (quanto bene e quanto male, al momento non assume rilevanza stabilirlo… a ciascuno il suo) e si muore dopo un periodo relativamente breve di permanenza nel mondo materiale e in questa dimensione umana… l'unica che percepiamo con una buona dose di certezza e che quotidianamente esperiamo con una discreta razione di dolore, sofferenza e gioia. Citazione:
Credo di averlo affermato più volte, di certe cose non vi può essere alcuna certezze, ciò che mi stupisce e, per certi versi, quasi sconcerta è questa irritante certezza che aleggia intorno a questioni che non possono che appartenere ad un campo che, appunto, sull'inconsistenza della Conoscenza poggia le proprie basi: la fede. Credo che rispetto alla fede, se certosina, se non artefatta o edificata su presupposti incomprensibili, improponibili, improbabili se non addirittura inventati di sana pianta, nulla possa essere contrapposto. Non la logica… questa arriva a dimostrare forse l'esistente materiale; non l'esperienza, che è sempre individuale, anche quando coinvolge più individui… un'esperienza non dimostra nulla, né la realtà fattuale, quella oggettiva delle cose, né tantomeno la sua irrealtà… quali argomenti potrebbero essere convincenti in misura tale da offrire, se non proprio certezze, un buon livello probabilistico che le cose attinenti agli aspetti metafisici stiano proprio così? Niente e nessuno… Dico io, ma allora perché non abbandonare queste millantate certezze per riappropriarci e rimmergerci nella dimensione d'indeterminatezza e di dubbio che è una delle caratteristiche intrinseche della natura umana? Perché continuare a fornire sempre diverse e, spesso, sempre più variegate, affascinanti, allucinanti, alle volte ridicole teorie sul 'post mortem'? Capisco la causa di questo florilegio di nuove, astruse e variopinte spiritualità o teologie… servono, presumibilmente, a infondere negli 'adepti, un senso di appartenenza, un'identificazione in qualcosa che, in assenza, a parer mio, potrebbe essere causa di scompensi non altrimenti sanabili (OVVIO CHE STO' PARLANDO IN ASTRATTO, NON MI RIFERISCO A NESSUNO IN PARTICOLARE, MEN CHE MENO A ROLANDO CHE SALUTO CON PIACERE… NOTO CHE STAI MIGLIORANDO IL TUO ITALIANO… COMPLIMENTI); quello che mi rifiuto di accettare è questa smania di dichiarare ai quattro venti, con malcelata sicurezza, l'esistenza di singolari ed alquanto improbabili teorie spacciate come Verbo. Nuove visioni spesso inconsistenti e prive di contenuto logico, storico, filosofico, esperenziale e letterario… in definitiva, vuote di significato. Nuove teologie scritte e pensate ad uso e consumo del singolo individuo. La loro povertà di argomenti validi snatura l'intera filosofia metafisica, rendendola adulterata, sofisticata e poco adatta per un auditorio sempre meno propenso ai voli pindarici. Citazione:
Citazione:
Citazione:
Citazione:
Mi auguro che almeno stavolta nessuno voglia leggere nel mio pensiero attacchi personali o altro volto a screditare chicchessia… niente di tutto ciò, solo il mio personalissimo desiderio di discutere su queste tematiche. Un saluto ai nuovi arrivati. Ciao |
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25-06-2003, 16.45.01 | #67 |
frequentatrice habitué
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Caro Visechi
Essendo più rilassata devo riconoscere di aver letto il tuo post. Può darsi che necessità di un ulteriore approfondimento. Tu dici: “Ritengo che il pensiero da solo, privo della conseguente azione che lo renda palese estrinsecandone il contenuto, sia impossibilitato a generare alcunché. Un pensiero è 'materia' impalpabile, di per sé privo di alcun effetto pratico e ancor meno capace di costituire, generare o arricchire auree negative o positive. Il pensiero è frutto di un complesso processo mentale che interagisce con la percezione del mondo circostante e con le capacità immaginifiche (astratte) dell'uomo” Se andiamo a vedere i dispositivi elettronici utilizzati per costruire le stazioni ricetrasmittenti ti posso garantire che non sono molto complicati. Allora, se un trasmettitore è capace di trasmettere delle onde elettromagnetiche, ti sembra che l’essere vivente non sia capace di trasmettere pensieri e soprattutto stati emotivi ? Così come è capace di ricevere. Oggi come oggi sono moltissime teorie che non fai in tempo ad approfondirle (parlo per me) che ti si presenta una nuova. Più o meno dicono un po’ la stessa cosa aggiungendo ognuna le proprie interpretazioni. Io non mi preoccupo più di tanto perché mi affido al mio intuito. |
25-06-2003, 21.40.41 | #68 | ||
Ospite abituale
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Caro visechi,
Grazie per l´attenzione. Pur essendo un uomo intellettuale, simpatico penso che abbia un grande problema, anzi più di uno, e spero che va bene essere chiaro nel dirtilo. Il problema è fra l´altro il tuo dogmatismo e la pietrificazione intellettiva quando tratta di capire la vita. Il tuo indottrinamento materialistico non ti permette di vedere oltre la sostanza e la materia fisica. Nonostante il fatto che tu non sei materia, almeno non solo materia. Citazione:
Questa citazione esprime anche la tua propria impostazione e la tua propria "certezza", che infatti proietta su di me, ma la "diapositiva" esiste dunque nel "proiettore", cioè nella tua mente. E con le tue parole vorrei esortarti a seguire il tuo proprio consiglio: Citazione:
Quindi caro Visechi, prova a seguire il mio tentativo di analizzare l´esperienza della vita. (Non è dunque un´analisi fisico, le lascio a te). Se si usa l´intelletto e l´analisi logica e studia l´esperienza della vita dell´uomo si vede che tutto che possiamo pensare, sperimentare e percepire è infatti movimenti o vibrazioni. Ogni pensiero e ogni sentimento è "movimento". (Non si ha mai visto un pensiero vivente fermo). Così è anche riguardo alla materia fisica. Questo non è un dogma vero ? Per costatare o misurare un movimento occorre un punto fisso. Per spostare una pietra occorre un punto fisso fisico, e per misurare un movimento fisico occorre un punto di riferimento fisico fisso. Poiche anche i pensieri e l´esperienza della vita sono energie e movimenti occorre un punto di riferimento fisso per costatarli o misurarli. Se guardiamo noi stessi possiamo notare che le parole o i pensieri che sperimentiamo passano davanti a noi, l´uno dopo l´altro. È dunque ovvio che qualcuno o qualcosa li sta osservando. Chi è questo qualcosa che, rispetto ai pensieri che passano, è assolutamente fermo ? Questo qualcosa, che dunque non è un´invenzione ma la genuina realtà, è il fattore che in realtà domina la nostra esperienza della vita. Ma questo fattore è così comune o banale che ne non ci accorgiamo. Questo fattore è dunque in realtà il centro più profondo nella nostra esistenza e non è movimento, non è materia e non si cambia, ma è sempre lo stesso. E così deve necessariamente essere, altrimenti l´esperienza della vita sarebbe impossibile. È dunque ovvio che esiste qualcosa che non è materia o movimenti, e che è questo qualcosa, che è identico a quello che chiamiamo "Io", che guida e sperimenta i movimenti, cioè l´esperienza della vita. Se si riflette su questo, cioè su se stesso, diventa chiaro che questo qualcosa o l´io non è la stessa cosa del corpo fisico e perciò non muore con esso. Quindi.......ma devo fermarmi qui. Ciao. Ultima modifica di Rolando : 25-06-2003 alle ore 21.52.41. |
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25-06-2003, 22.06.48 | #69 | |
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A Visechi
Riferimento Citazione:
Risposta Se tu non credi nell’esistenza di Dio, non crederai ovviamente neanche al fatto che siamo tutti suoi figli. Quindi credo che ogni dialogo sia inutile, poiché secondo me l’esistenza di Dio non si può dimostrare (con i mezzi scientifici attuali), ma solamente “sentire” interiormente. E’ un po’ come l’amore che si sente ma non si può dimostrare scientificamente fino a che uno non lo esprime come sentimento che produce degli effetti anche pratici. Del resto Dio è amore. C’è un articolo di Dani sul sito www.sdag.info che tenta di dimostrare attraverso la logica l’esistenza di Dio. Se vuoi puoi leggerlo, ma ho il fondato dubbio che tu non voglia credere in Dio, forse perché hai scelto così. Forse ti piace fare il “bastian contrario”. Intendiamoci anche il “bastian contrario” è utile in alcune occasioni. L’ho fatto pure io qualche volta, ma con un tale atteggiamento non sono andato molto lontano. Se sono cresciuto un po’ lo devo alla mia apertura mentale, al voler mettere sempre in discussione le mie verità e alla continua ricerca di nuove verità “più evolute”. Ho fatto tesoro del detto:”cerca e troverai, bussa e ti sarà aperto, chiedi e ti sarà dato”. Soprattutto ho dovuto impegnarmi ad usare sempre più il mio cervello, la mia intuizione e la mia coscienza, per discernere quello che ritenevo vero dal falso. Comunque va bene anche che tu faccia il bastian contrario. Dio in fondo ci ha dato anche la libertà di non credere a Lui. Cent’anni fa, ad esempio, la scienza non aveva dimostrato l’esistenza dei quark, ma qualcuno già ne parlava, magari chiamandoli con un nome diverso. E così è stato anche per molte altre scoperte scientifiche. Poi la scienza ha progredito ed è arrivata a dimostrare in laboratorio anche i quark. Fra l’altro la fisica quantistica ha dimostrato che il pensiero dell’uomo influisce sul comportamento delle particelle elementari, e questo significa che il pensiero ha influenza sulla nostra realtà. La scienza è sempre più convinta che l’uomo ha il potere di creare la propria realtà (o vita) con il pensiero. In fondo quello che noi pensiamo lo diventiamo. Quello che la scienza ha dimostrato oggi, alcune filosofie orientali lo dicevano già da millenni. Da quanto detto sopra risulta che ognuno è artefice della sua vita e se si sente figlio di un Dio minore così sarà perché è lui che crea la sua realtà. Gianfry seguiranno altre risposte.... |
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26-06-2003, 09.18.29 | #70 | |
Ospite abituale
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A Visechi
Riferimento Citazione:
Risposta Nel corso della storia umana, le verità più evolute sono state sempre rivelate da esseri superiori. Per quanto riguarda poi la notizia secondo cui il pianeta Bellatrix fu la sede dell’Eden, questa è stata rivelata da Dio Padre che ora ci rivela la verità tutta intera. Ma tant’è! Tu non credi a Dio, figuriamoci se credi alle sue rivelazioni. Prendila comunque come una semplice notizia, come beneficio d’inventario. In quanto a logica e storicità, chi può escludere che questa notizia sia vera? L’umanità conosce appena dei frammenti di storia umana che risalgono a qualche millennio, figuriamoci cosa può sapere di ciò che è accaduto 13 miliardi di anni fa, quando fu creato l’Eden in cui furono posti Adamo ed Eva. Ciao. Gianfry |
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