ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
27-06-2008, 14.47.44 | #31 |
Ospite abituale
Data registrazione: 03-12-2007
Messaggi: 1,706
|
Riferimento: il gatto quantistico è paradossale, ma anche no
Ciao
Sto leggendo con molto interesse il libro consigliato dopo l'articolo: I conigli di Schrodinger. Fisica quantistica e universi paralleli | 1ª ed. Colin Bruce http://tracker.tradedoubler.com/clic...886030050.html Mi piacerebbe avere una risposta da un esperto a questo quesito a proposito della teoria a "molti mondi". A parte le mie perplessità verso questa teoria che pure spiegherebbe molto semplicemente la complessità del mondo che ci circonda, e oltre al dubbio già espresso sulla sovrapposizione di stati di coscienza, l'ennesimo Dubbio che mi è venuto è questo: se ho una stato di sovrapposizione e a questi stati io dessi matematicamente una percentuale diversa, per esempio 30% 10% 1% 9% 50% in che senso questi dovrebbero dividersi in altri mondi? Le percentuali non avrebbero piu senso, insomma il modulo quadro funziona così secondo queste percentuali probabilistiche ma poi realmente tutte si realizzano con la stessa percentuale, ovvero 100%! Perchè allora il modulo quadro funzionerebbe così bene a percentuali? La teoria a molti mondi risponde a questa domanda? ciao |
01-07-2008, 11.23.12 | #32 |
Ospite
Data registrazione: 07-05-2008
Messaggi: 7
|
Riferimento: il gatto quantistico è paradossale, ma anche no
Citazione:
Originalmente inviato da Il Dubbio Ciao, purtroppo io non ho capito un gran che. Potresti fare qualche esempio con gli esperimenti entanglement (per esempio) quale sarebbe la soluzione secondo te? SE leggi almeno le prime 26 pagine della TCU http://www.teoriadelcampounico.it/pu...po_uni co.pdf (è scritto largo...) troverai le spiegazioni. In particolare, pag.18: Einstein, Podolsky e Rosen credettero che la teoria quantistica era incompleta e che ogni fotone aveva "proprietà segrete" e che se conosciute potevano spiegare, in modo deterministico, cosa volesse significare la misura della polarizzazione. Le "proprietà segrete" secondo la teoria del campo unico. … intercettare la polarizzazione, lo spin, di uno dei due fotoni, fotone/antifotone, elettrone/positrone, significa determinare (istantaneamente sull’asse di Planck) la caduta del punto di riflessione tra i due fotoni, leptoni “entangled”; la caduta del punto di riflessione tra le due onde stazionarie contrapposte: condizione indispensabile (vitale) alle rispettive risonanze. L’entanglement è un fenomeno non-locale, di spin, su un asse dello spazio di Planck, atemporale, nel reticolo spazio-tempo ! |
01-07-2008, 15.55.14 | #33 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 03-12-2007
Messaggi: 1,706
|
Riferimento: il gatto quantistico è paradossale, ma anche no
Citazione:
Avevo letto tutto, ma è la terminologia usata che non mi è chiara. Provo a dire ciò che capisco, tu dici che le particelle entanglement hanno delle proprietà segrete (quelle che Enstein pensava avessero), queste però non possono essere viste perché sono sotto la soglia di Planck? Fin qui Bell e gli esperimenti di Aspect dovrebbe contraddire ciò che presumo tu vuoi asserire. Però poi dici che sotto la soglia di Planck vi è un reticolo a-temporale. E che vuol dire? Per maggiore chiarezza io chiedevo che tu ti soffermassi a considerare gli spin sullo stesso asse. Vorrei capire: se lo sperimentatore sceglie di conoscere lo spin della sua particella sull'asse orizzontale in che modo questa osservazione influisce sull'altra? Sul fatto che sia, o così sembra che sia, una interazione non-locale penso sia oramai chiaro o meglio è chiaro il motivo per cui sembra una interazione non locale (credo di averne già dato una semplice spiegazione), il problema è capire in che modo le due particelle interagiscono e perché le nostre osservazioni sembrano invece distanziare gli avvenimenti. Ovvero se io osservo una di queste particelle in un dato istante su un asse, l'altra, sullo stesso asse e nello stesso istante, non avrà lo spin correlato ma solo quando verrà effettivamente osservato, quindi anche dopo 24 ore o in un tempo indefinito. E la tua interpretazione di un reticolo a-temporale su un asse dello spazio di Planck non mi lascia intuire nulla di più di ciò che fin d'ora si è detto. Per questo chiedevo maggiore chiarezza e forse un pò più di semplicità, sempre che sia possibile Le mie non sono conoscenze eccelse, per cui io mi limito a guardare il problema (che non è nemmeno semplice). Ora tu asserisci che la tua è una interpretazione, e su questo concordiamo, anch'io interpreto (a parer mio) questa disparità temporale come un segnale che si nasconda, sotto i nostri sensi, una realtà a-temporale. Ma non mi è chiaro per nulla se stiamo dicendo semplicemente la stessa cosa, oppure tu aggiungi una spiegazione fisica, forse anche matematica, che può essere verificata e sperimentata. Per esempio in che modo le nanotecnologie potranno dar conto di ciò che dici, hai in mente una verifica sperimentale e cosa si deve verificare? La teoria dei molti mondi per esempio, almeno per quel che ne dice Colin Bruce, eliminerebbe la non-località e la atemporalità. anche se non si comprende bene il meccanismo matematico che spiega i fenomeni entanglement (insomma credo che qualche problema lo riscontri anche la teoria a molti mondi con gli esperimenti entanglent oltre a vari altri problemi); insomma si crede che la non-località abbia un problema ontologico non risolvibile... come per il gatto vivo e morto in un dato tempo. Ma credo sia il tempo e il suo concetto che purtroppo è davvero un mistero, ma in qualche maniera Einstein lo ha risolto e il tempo (con il suo spazio) dipende da chi lo osserva (pur con le dovute cautele dei casi relativistici), per cui presumo che sia invece un controsenso pensare ancora che le cose siano come le crediamo al di la della nostra osservazione. un aforisma di Alexander Pope fa così: "È per il nostro senno come per i nostri orologi, nessuno funziona come un altro, eppure ognuno crede al suo." |
|
05-07-2008, 08.39.38 | #36 |
Ospite
Data registrazione: 04-07-2008
Messaggi: 3
|
Riferimento: il gatto quantistico è paradossale, ma anche no
Ciao, sono nuovop del forum, ma spero di non dire idiozie!
Volevo chiedere a chi vi partecipa un chiarimento circa l'impossibilità di riavvolgere la pellicola che ha filmato l'evento quantistico. In tal modo non si ammette implicitamente una asimmetria temporale? Pertanto avrebbe senso di parlare di "freccia del tempo" (usando il termine di Ilja Prigogine)? E per chi conosce a che punto della formulazione matematica della teoria quantistica si colloca l'eventuale tentativo di riavvolgimento della pellicola, non sarebbe possibile, a quel livello, individuare, o specificare, tale asimmetria? Grazie pere le eventuali risposte taulero |
10-07-2008, 16.41.14 | #37 |
Ospite
Data registrazione: 07-05-2008
Messaggi: 7
|
Riferimento: il gatto quantistico è paradossale, ma anche no
Proviamo con un approccio diverso:
Il paradosso del gatto nasce proprio dall'incomprensione (non conoscenza) delle cause ed effetti primari, elementari, della fisica quantistica. Unica fisica. Quello che chiamiamo fisica classica è una visione sfocata e non abbastanza risolutiva. La natura è digitale! Per analogia: Il quantum corrisponde al bit dell'elettronica digitale. Oppure al pixel di un'immagine. In un contatore digitale i pesi dei bit sono per potenze di 2 (raddoppio:1, 2, 4, 8, etc.) e dove il bit più piccolo (1) corrisponde al quantum di base, corrisponde all'onda elettromagnetica fondamentale (fondamentale rispetto alle armoniche rappresentate dagli altri bit multipli di 2. Un contatore a molti bit o un'immagine complessa (molti pixel) o una fisica quantistica composta da molte onde elettromagnetiche (molte armoniche multiple dell'onda fondamentale) prendono a rappresentare quello che etichettiamo fisica classica o mondo classico. O abbiamo strumenti che leggono fino all'ultimo bit in risoluzione di misura o vediamo sfocato. Il problema: leggere l'ultimo bit, il più difficile... perchè quando andiamo ad interagire con esso questo muta stato. Vediamo il perchè e se possiamo agirare l'ostacolo: Concetto di interazione, che significa interagire. Significa che avviene uno "scontro", un contrasto dinamico tra due entità spaziali differenti. Nel caso tale interazione avviene per il bit più elementare questo subisce il massimo scambio d'energia che gli compete. Considera due biglie uguali che interagiscono, una si sostituisce all'altra per quantità di moto. Se la biglia, viceversa colpisce una biglia grandissima quest'ultima "sembra" non aver subito cambiamenti. Tornando alla fisica delle particelle o meglio delle onde elettromagnetiche: L'onda fondamentale è quella Compton (bit 1) le armoniche le onde elettromagnetiche a lunghezza d'onda multiple di 2. Un insieme di armoniche onde stazionarie formano un corpo. Ma qual'è la meccanica dinamica che realizza ciò? La dinamica più elementare possibile è costituita da due onde elettromagnetiche stazionarie l'una controrotante rispetto all'altra (spin/antispin). Se le due onde elettromagnetiche sono uguali ed hanno la frequenza fondamentale Compton abbiamo la costruzione di un quartetto: costituito dalla coppia controrotante fotone gamma- e gamma+ (campo elettrico) e dalla coppia controrotante elettrone e positrone (campo magnetico). I due campi sono inscindibili e compongono il campo elettromagnetico (postulato di base). Il quartetto elettricamente così neutro rappresenta il neutrino, il pixel dell'immagine natura (la materia scura). Il punto centrale del quartetto rappresenta il punto di riflessione delle due onde risonanti (per avere un'onda stazionaria, la "particella neutrino" è indispensabile un punto di riflessione). La risonanza rappresenta perciò l'unica legge dinamica in assoluto. Un postulato: l'onda elettromagnetica, una legge: la risonanza. Se la seconda onda elettromagnetica è uno ione (biglia più grande, onda elettromagnetica complessa e ricca di armoniche) si avrà uno spin/antispin bilanciato da quantità di moto angolari diverse, ma il principio resta lo stesso. Se interagisco (interferenza elettrodinamica tra le onde) con un elettrone sull'elettrone atomo (sistema ione/elettrone) ho la ionizzazione dell'atomo e l'effetto fotoelettrico. Se interagisco con un elettrone con lo ione (multiplo complesso) l'interazione sarà blanda, non sparirà (biglia grande). Ma il meccanismo è uguale: scambio di quantità di moto angolare spin/antispin. Per sistemi complessi, "pesanti", etichettiamo come fisica classica. |
11-07-2008, 10.23.39 | #38 | ||
Ospite abituale
Data registrazione: 03-12-2007
Messaggi: 1,706
|
Riferimento: il gatto quantistico è paradossale, ma anche no
Citazione:
La mia conoscenza di fisica quantistica è molto elementare come Sherlock Holmes soleva dire al suo collaboratore John Hamish Watson. Ne consegue che anche i miei dubbi siano elementari. Anche Einstein aveva dubbi (sicuramente piu pertinenti dei miei) ma non aveva una conoscenza elementare come il sottoscritto eppure è caduto anche su cose apparentemente semplici (almeno per lui): forse ci si può ricordare che prima di progettare l'esperimento mentale, poi eseguito, denominato EPR,nel tentativo di provare che una particella avesse quelle proprietà prima ancora di essere misurata (cosa che negava la M.Q.), nella progettazione di un altro esperimento mentale cadde su una falla che Bohr individuò portando come prova la stessa legge gravitazionale che Einstein aveva trovato. Come per dire: sei caduto in contraddizione perché non hai tenuto presente una legge che tu stesso conosci molto bene. Ma Einstein non sembrava preoccupato, Bohr era un osso duro, ma Einstein forse lo era ancora di più. Quindi bisogna sempre tenere presente che si può sbagliare e cercare la soluzione guardando da tutte le prospettive possibili ,poiché, alcune volte, la soluzione è sotto il gli occhi, ma essi possono essere fissi verso l'infinito. Citazione:
In meccanica quantistica per fortuna per noi (uomini mortali) ci sono molti esperimenti, ed alcune interpretazioni in confronto a questi, lasciano seri dubbi sulla loro fondatezza. Ora per semplificare hai parlato di "scontri" per descrivere l'interazione tra il piu piccolo e il piu grande (un fotone e un elettrone ecc.). Non so se ho compreso il punto focale, come ho detto non ho una laurea in fisica, e molte cose mi sfuggono, ma credo che non mi sfugga un particolare che forse è da chiarire: la dualità e complementarietà onda-particella non è espressa da un teorema e da un principio come quello di indeterminazione. Il principio di indeterminazione ci dice che se vogliamo conoscere l'esatta posizione di una particella sarà indeterminata la quantità ti moto e piu precisamente questi saranno in sovrapposizione quantica (e così per altre coppie complementari). Nella complementarietà onda particella le cose sono diverse, se conosciamo esattamente la natura corpuscolare del sistema (per esempio del fotone, o dell'elettrone) l'onda scompare ovunque perchè essa rappresentava anche la posizione della particella, mentre se conosciamo la posizione, la quantità di moto non scompare, essa rimarrà in sovrapposizione quantistica. Quindi posizione e quantità di moto sono due proprietà della materia che Einstein pensava la materia avesse a prescindere dalle nostre misurazioni in un dato istante e che il principio di indeterminazione attestava solo la nostra incapacità di misurarle contemporaneamente (cosa per altro smentita poi dagli esperimenti di Aspect); mentre per quanto riguarda la natura dell' onda-particella dobbiamo ritenere come se fossero la stessa proprietà. Ciò però non è del tutto chiaro, anche perchè quando si parla soprattutto di onda associata all'elettrone stiamo concettualizzando la natura della materia che ai nostri occhi è sempre corpuscolare quando essa è un corpo grande, ma che è anche un'onda quando vogliamo zummare sul particolare (la biglia del tuo esempio). Ora noi semplicemente ci stiamo chiedendo, a parte la natura dell'onda, perchè essa scompaia quando interagiamo con essa. Cosa significa il concetto di interazione, e meglio ancora il concetto di misurazione. La natura dell'onda associata all'elettrone è stata anche chiamata onda di probabilità, essa non si propaga attraverso un qualcosa, essa rappresenta il qualcosa. Possiamo anche indicarla come sovrapposizione di stati. Insomma abbiamo una grande scelta di termini, ma piu semplicemente dobbiamo capire perchè una certa "natura" ondulatoria si trasforma ai nostri occhi come una natura corpuscolare, in sostanza ci stiamo chiedendo quando la materia, comunemente chiamata, si svela ai nostri occhi, o quando la natura ondulatoria smette di manifestare la sua (è così poco chiaro che si finisce con il ritenere che il gatto sia in sovrapposizione di stati). Queste sono semplici domande a cui, alcune volte, si risponde con complicate argomentazioni. C'è chi dice che l'onda non scompare, che chi dice che scompare per un processo fisico deterministico, chi sostiene che scompare all'atto della misura ecc. Non ho ben capito però quale sia la tua ipotesi! Per capire, semplicemente, che non sembra essere una questione solo di "scontri" basterebbe soffermarsi a guardare l'esperimento di Mandel per notare uno stranissimo "scontro", ovvero <<uno scontro senza scontro>>! Senza alcuna interazione tra particelle, senza alcuna volontà esplicita di misurare qualcosa; anzi senza alcuna misurazione! il mondo si divide ugualmente. Da una parte il mondo quantistico con le sue stranezze e dall'altro le nostre frenesie di voler capire il suo comportamento. In pratica nell'esperimento di Mandel non si accende nessuna luce, alcun fotone di qualsiasi lunghezza d'onda è indirizzato vero il sistema quantistico per scoprire qualche sua proprietà, nonostante ciò esso si svela per quello che è, ovvero un sistema piu furbo di noi. Quindi anche a voler interpretare la stranezza della dualità onda particella come apparente, solo particella o solo onda, viene chiaro e netto la differenza tra i due mondi quando si interagisce con il sistema. Ma anche se non si <<interagisce>> il sistema rimarca la differenza prima che noi si scopra le carte nascoste. Quindi questa interazione, così mi appare da tale esperimento, non può essere del tutto fisica e di causa ed effetto (ancora una volta). Ben inteso non voglio dire che sia spirituale, intendo dire che non mi sembra che la particella si sveli (esca dal mondo quantistico) per via dell'interazione fisica con il mondo macroscopico. Basterebbe solo notare cosa succede quando sistemi quantistici si scontrano contro pareti (anche fotografiche)semplici e senza fenditure e paragonare quel risultato quando nell'esperimento di Mandel si aggiunge un ostacolo. Dovremmo ottenere lo stesso identico risultato, poiché sempre di uno "scontro" si è trattato, ed invece no! Non è lo scontro fisico quindi che divide i due mondi,ma sembra qualcosa di molto piu evanescente. Bisogna interagire, ma l'interazione non può essere inteso come un "semplice scontro", bisogna misurare! Ma attenzione, nell'esperimento di Mandel non avviene alcuna misura, almeno non come si intende solitamente, ma per lo sperimentatore quell'ostacolo diviene una "potenziale conoscenza" del sistema, che quindi collassa. Come spiegare tutto questo in termini fisici? Come fa il sistema quantistico a sapere che l'ostacolo non è una parete qualsiasi ma è fonte di una informazione per lo sperimentatore e a scomparire improvvisamente l'onda associata? spero che le mie argomentazioni non siano troppo semplicistiche o ancora peggio si allontanino dall'argomento trattato da Alberto V.; ciao |
||
11-07-2008, 12.32.51 | #39 |
Ospite
Data registrazione: 07-05-2008
Messaggi: 7
|
Riferimento: il gatto quantistico è paradossale, ma anche no
La mia opinione nella Teoria del Campo Unico è ...scompare per un processo fisico deterministico.
Se avviene una causa esterna (interazione elettrodinamica, lo "scontro") su una delle due onde elettromagnetiche controrotanti entangled l'altra collassa perchè perde il punto di riflessione che le occorre per vivere il suo stato di onda stazionaria risonante, necessariamente, insiema alla sua simmetrica. Questo è il collasso della funzione d'onda. Se la stessa interazione (leggera) riguarda un atomo (insieme di onde armoniche complesse) la funzione d'onda non collassa, ma si modifica leggermente: si ha lo ione che per sussistere avrà trovato un nuovo entanglement, una nuova sponda di risonanza. Qualsiasi forma d'onda elettromagnetica risonante, stazionaria, che associamo o meglio etichettiamo come particella, deve necessariamente essere entangled. la rottura di un entanglement e la formazione di uno successivo è interazione. |
12-08-2008, 19.01.37 | #40 |
Ospite
Data registrazione: 04-07-2008
Messaggi: 3
|
Riferimento: il gatto quantistico è paradossale, ma anche no
Ciao
Ho letto con molto interesse il tuo post d'inizio e mi ha colpito in particolare l'argomentazioine circa l'assimmetria temporale che nega che l'inversione del tempo legato a un fenomeno quantistico equivalga a 'vedere il film all'incontrario'. Poco sopra affermavi tuttavia che dal punto di vista relativistico anche il tempo é esplorabile tanto in avanti che all'indietro, non sussistendo che un presente onnipervasivo. Ora mi sembra che mettendo insieme le due osservazione si arrivi ad una possibile contraddizione. Se infatti la reversibilità temporale dischiude 'nel tornare indietro nel tempo' scenari inediti, mi chiedo come il passato sia esplorabile parimenti allo spazio. Anche gli eveneti 'storici' se per essi valesse la nota quantistica di cui sopra dovrebbero nel 'riavvolgimento del nastro' offrire soprese relative ad eventi già possibili nel passato ma 'allora' non realizzati, e che ora invertendo il tempo potrebbero invece realizzarsi. Che ne dici la mia é una domanda plausibile? grazie tau |