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24-04-2013, 11.48.20 | #35 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 30-01-2010
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Riferimento: Dieci domande per riflettere!
1) Normalmente le grandi domande sull’esistenza nascono in presenza del dolore, della malattia, della morte e difficilmente in presenza della felicità che tutti rincorriamo, che cos’è per lei la felicità?
Partendo dal presupposto che, per ora, non lo so pienamente, rispondo: mi sento felice quando vivo i piccoli gesti di quotidianità, quando penso e realizzo piccoli obbiettivi, quando condivido la mia vita con la mia metà. 2) Cos’è per lei l’amore? Una droga, una cura palliativa; un qualcosa di grande che fa bene e che aiuta a vivere. Forse è essenziale. 3) Come spiega l’esistenza della sofferenza in ogni sua forma? Essendoci l'amore, l'esistenza della sofferenza è scontata. E' una condizione naturale e molto più soggettiva di quanto crediamo. 4) Cos’è per lei la morte? Non lo so! Per me è una condizione sconosciuta ma naturale; la fine di un ciclo perpetuo e costante. Induce paura e confusione, ma aiuta a vivere. 5) Sappiamo che siamo nati, sappiamo che moriremo e che in questo spazio temporale viviamo costruendoci un percorso, per alcuni consapevolmente per altri no, quali sono i suoi obiettivi nella vita e cosa fa per concretizzarli? Non lo so, perchè non so in che dimensione pormeli. Da un punto di vista concretizzare la quotidianità che mi fa andare avanti, dall'altro punto di vista ampliare la conoscenza e la coscienza di me stesso e di tutto il resto, senza un punto di arrivo necessario. 6) Abbiamo tutti un progetto esistenziale da compiere? Perchè dovrebbe essere così? 7) Siamo animali sociali, la vita di ciascuno di noi non avrebbe scopo senza la presenza degli altri, ma ciò nonostante viviamo in un’epoca dove l’individualismo viene sempre più esaltato e questo sembra determinare una involuzione culturale, cosa ne pensa? Dal mio punto di vista la domanda è posta male: cos'è l'involuzione culturale? Cosa si intende allora per evoluzione e cultura? Dal mio punto di vista l'individualismo non è un male in assoluto; è molto soggettiva la cosa ma non sempre ciò che non porta obbiettivi "positivi" in società è sbagliato, se porta obbiettivi "positivi" per il singolo. Alla fine, siamo sempre una persona sola, no? (concetto confuso, lo so. ma che ci posso fare) 8) Il bene, il male, come possiamo riconoscerli? Sono concetti soggettivi. Dipende da che sovrastruttura ci affidiamo (religione, concetto di stato, concetti etici). Dal mio punto di vista è male ciò che mi porta in una condizione negativa: malessere, danni fisici o morali o psichici, danni ai miei cari; il bene è ciò che dal mio punto di vista porta dei "vantaggi" alla mia esistenza, siano questi concetti riguardanti la società o personali. 9) L’uomo, dalla sua nascita ad oggi è sempre stato angosciato e terrorizzato dall’ignoto, in suo aiuto sono arrivate prima le religioni e poi, con la filosofia, la ragione, cosa ha aiutato lei? Niente. Perchè si parte dal concetto che siano utili, sia la religione, sia la ragione. E' molto soggettiva come domanda. Ognuno si affida a ciò che lo aiuta concretamente a "tirare avanti". Personalmente, per ora, sono ancora perso. Diciamo che sono alla ricerca di una bussola decente. 10) Quale è per lei il senso della vita? Non lo so, e mi spaventa il pensiero che potrei non saperlo mai. |
08-06-2013, 19.49.43 | #36 |
Ospite
Data registrazione: 26-12-2012
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Riferimento: Dieci domande per riflettere!
1) Normalmente le grandi domande sull’esistenza nascono in presenza del dolore, della malattia, della morte e difficilmente in presenza della felicità che tutti rincorriamo, che cos’è per lei la felicità'
La felicità è L'AVERE QUELL'ATTIMO PERFETTO DI ASSENZA DI DOLORE E PENSIERI SPIACEVOLI...intensamente concentrarsi a fare una cosa piacevole... 2) Cos’è per lei l’amore? L'amore x me è il sentimento più nobile che esista ed il solo che potrà salvare questo Mondo. 3) Come spiega l’esistenza della sofferenza in ogni sua forma? Mi viene da pensare che attraverso la sofferenza si imparano delle lezioni di vita importanti,essenziali x il proseguimento di essa...se no ...non saprei 4) Cos’è per lei la morte? Semplicemente la fine dell'anima in questo corpo. 5) Sappiamo che siamo nati, sappiamo che moriremo e che in questo spazio temporale viviamo costruendoci un percorso, per alcuni consapevolmente per altri no, quali sono i suoi obiettivi nella vita e cosa fa per concretizzarli? Cercare di riuscire ad raggiungere obbiettivi spirituali e non.... 6) Abbiamo tutti un progetto esistenziale da compiere? Non saprei........forse si forse no..... 7) Siamo animali sociali, la vita di ciascuno di noi non avrebbe scopo senza la presenza degli altri, ma ciò nonostante viviamo in un’epoca dove l’individualismo viene sempre più esaltato e questo sembra determinare una involuzione culturale, cosa ne pensa? Il progresso per forza porta con sè l'avere intorno sempre più gente...però siamo uomini che hanno bisogno del loro spazio e in qualche modo bisogna con la solitudine rivitalizzare l'anima. 8) Il bene, il male, come possiamo riconoscerli? Bè....sappiamo tutti distinguere il bene e il male....Dio ci ha dato una coscienza.....poi cè la via di mezzo.... 9) L’uomo, dalla sua nascita ad oggi è sempre stato angosciato e terrorizzato dall’ignoto, in suo aiuto sono arrivate prima le religioni e poi, con la filosofia, la ragione, cosa ha aiutato lei? Ma devo dire che a volte,non sempre,mi allevia l'angoscia x il futuro....e non è una cosa da poco. 10) Quale è per lei il senso della vita? La nascita di un bimbo...l'avere una coscienza e usarla bene....proteggere come si può la Natura e l'essere umano. |
26-06-2013, 05.56.07 | #37 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 23-02-2011
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Riferimento: Dieci domande per riflettere!
1) Normalmente le grandi domande sull’esistenza nascono in presenza del dolore, della malattia, della morte e difficilmente in presenza della felicità che tutti rincorriamo, che cos’è per lei la felicità?
La felicita’ e’ un momento, lungo alle volte pochi secondi, altre giorni, altre volte anche mesi, in cui sentiamo che la nostra vita ha un senso. Penso che l’amore sia la chiave per raggiungere la felicita’. Amore per I tuoi figli, per I tuoi genitori, per il tuo compagno, per I tuoi amici, amore per te stessa. Forse raggiungiamo la felicita’ solo nel momento in cui siamo consapevoli di cio’ che abbiamo e ne siamo grati. 2) Cos’è per lei l’amore? L’amore e’ sacrificio. Quando sacrifichi te stesso per qualcuno e ne lo fai con gioia perche’ sai che il tuo sacrificio rendera’ felice quel qualcuno, allora si parla d’amore. Il bisogno dell’altra persona, che sia figlio, genitore o compagno, e’ piu’ importante del tuo. Amare e’ dare.. 3) Come spiega l’esistenza della sofferenza in ogni sua forma? La sofferenza e’ essenziale per la vita. Ti fa apprezzare cio’ che possiedi, ti fa capire quanto sei o sei stato fortunate nella tua vita. La sofferenza ti forgia, ti migliora, ti fa sentire vivo. 4) Cos’è per lei la morte? Sono sempre stata affascinata dalla morte e terrorizzata allo stesso tempo. Non so cosa sia, non so cosa accadra’ quando arrivera’. E’ qualcosa che non riesco a comprendere, che mi attira come la luce di una candela attire la farfalla che troppo curiosa finisce per bruciarsi. 5) Sappiamo che siamo nati, sappiamo che moriremo e che in questo spazio temporale viviamo costruendoci un percorso, per alcuni consapevolmente per altri no, quali sono i suoi obiettivi nella vita e cosa fa per concretizzarli? Io spero di vivere una vita piena, spero di riuscire sempre ad apprezzare quello che il fato mi dona. I miei obbiettivi cambiano, I miei punti di vista cambiano. E’ come se mi evolvessi giorno dopo giorno e cambiassi meta, trovandone sempre una piu’ adatta a me della precedente. Ma il punto in comune e’ sempre lo stesso, raggiungere la felicita’. 6) Abbiamo tutti un progetto esistenziale da compiere? Non so rispondere a questo, forse sapro’ rispondere a questa domanda dopo aver vissuto tutta la mia vita. Forse in punto di morte tutto mi sara’ chiaro. 7)Siamo animali sociali, la vita di ciascuno di noi non avrebbe scopo senza la presenza degli altri, ma ciò nonostante viviamo in un’epoca dove l’individualismo viene sempre più esaltato e questo sembra determinare una involuzione culturale, cosa ne pensa? E’ vero, l’individualismo viene esaltato, ma non credo che sia questo che determini un involuzione culturale. Abbiamo tutti bisogno di un pubblico, ed ora il nostro pubblico e’ formato da attori come noi, che ci giudicano da pari. Abbiamo bisogno gli uni degli altri, abbiamo bisogno di imparare ed insegnarci a vicenda. 8) Il bene, il male, come possiamo riconoscerli? La definizione di bene e male e’ complessa. Tutto dipende dal contesto in cui siamo cresciuti. Cio’ che e’ male per noi non deve essere necessariamente male per qualcun altro. Per esempio uccidere dovrebbe essere male, eppure in alcuni paesi esiste la pena di morte, in qualche modo quel tipo di morte non e’ male, anzi.. Ma non dovrebbe essere l’uccisione male in ogni caso? Per giustizia, per difesa, per vendetta, per piacere, per lavoro? 9) L’uomo, dalla sua nascita ad oggi è sempre stato angosciato e terrorizzato dall’ignoto, in suo aiuto sono arrivate prima le religioni e poi, con la filosofia, la ragione, cosa ha aiutato lei? Nulla mi ha aiutato, continuo ad essere terrorizzata dall’ignoto. Non ho ancora trovato alcuna risposta. 10) Quale è per lei il senso della vita? Alle volte mi domando se la vita abbia senso. Non ho ancora trovato risposta a questa domanda. La vita dovrebbe essere una strada da percorrere, ed immagino abbia senso percorrerla alla giusta velocita, fermandoci a riposare di tanto in tanto, godendoci le belle giornate e affrontando con coraggio le giornate di pioggia. La morte e’ la meta, e dopo aver tagliato il traguardo, chissa’ cosa ci aspetta. |
12-08-2013, 15.42.43 | #38 |
Ospite
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Riferimento: Dieci domande per riflettere!
Dieci domande: https://www.riflessioni.it/senso-della-vita/index.htm
1) Normalmente le grandi domande sull’esistenza nascono in presenza del dolore, della malattia, della morte e difficilmente in presenza della felicità che tutti rincorriamo, che cos’è per lei la felicità? Il momento creativo, che può essere dipingere, capire qualcosa, aiutare qualcuno, far sorridere una persona, insomma allargare il cuore, se la mente può contenerlo... 2) Cos’è per lei l’amore? Il piacere di veder star bene l'altro, solo perchè se lui o lei ce la fa c'è più speranza per tutti. 3) Come spiega l’esistenza della sofferenza in ogni sua forma? La sofferenza è la necessità di un universo che non riesce a inventarsi di meglio, ha i suoi limiti. 4) Cos’è per lei la morte? Non lo so, al mio corpo non piace, però dentro ho una bambina che vorrebbe rincorrerla e abbracciarla... ma la tengo bene a freno 5) Sappiamo che siamo nati, sappiamo che moriremo e che in questo spazio temporale viviamo costruendoci un percorso, per alcuni consapevolmente per altri no, quali sono i suoi obiettivi nella vita e cosa fa per concretizzarli? Inseguo la consapevolezza, ne ho ancora poca ma sempre un po' di più. 6) Abbiamo tutti un progetto esistenziale da compiere? Non credo che qualcuno ce lo affidi perchè mi sa di consolazione fideistica. Possiamo però farlo noi per noi stessi. 7) Siamo animali sociali, la vita di ciascuno di noi non avrebbe scopo senza la presenza degli altri, ma ciò nonostante viviamo in un’epoca dove l’individualismo viene sempre più esaltato e questo sembra determinare una involuzione culturale, cosa ne pensa? In ogni epoca la vecchia generazione ha ritenuto involuta quella successiva, cambiano le regole ma lo spirito non molto. Alle grandi evoluzioni culturali si sono spesso succedute catastrofi di crudeltà. Penso che l'evoluzione sia squisitamente personale. 8) Il bene, il male, come possiamo riconoscerli? Solo se riusciamo a identificarci negli altri, senza confonderli con noi stessi. Solo allora capiamo ciò che è bene o male per ognuno, penso non esistano regole generali. Le regole sono schemi. 9) L’uomo, dalla sua nascita ad oggi è sempre stato angosciato e terrorizzato dall’ignoto, in suo aiuto sono arrivate prima le religioni e poi, con la filosofia, la ragione, cosa ha aiutato lei? Non mi terrorizza l'ignoto, anzi mi attrae, mi ha aiutato demolire il più possibile gli schemi della mente (naturalmente ho altre paure). Le cose non sono molto cambiate con la sola ragione, oggi c'è bisogno di andare oltre e di trovare una sintesi. Non l'ho ancora trovata però, quindi sono ancora fermo alla fede, l'unica in grado di guardare oltre i limiti dettati dalla ragione. La fede è un limite, perchè si basa su un sapere trasmesso dagli altri, ma anche la mente è un limite, perchè si appoggia ancora al sapere degli altri, esiste dentro di noi un istinto che se reso consapevole fa "sentire" molte cose anche se non le spiega. 10) Quale è per lei il senso della vita? Forse la vita non ha un senso come lo intendiamo noi, forse siamo noi umani ad aver bisogno di un senso cioè di un fine che ci consoli della morte. Il mio senso è di cercare la libertà.... anche se può costare... |
31-08-2013, 23.47.55 | #39 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 11-07-2013
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Riferimento: Dieci domande per riflettere!
Prima di rispondere a queste domande, volevo augurare il buongiorno/buonasera a tutti e dire che sono nuovo del forum: un saluto da Robespiermi.
1) Normalmente le grandi domande sull’esistenza nascono in presenza del dolore, della malattia, della morte e difficilmente in presenza della felicità che tutti rincorriamo, che cos’è per lei la felicità? La felicità è fare della propria vita una leggenda. 2) Cos’è per lei l’amore? L’amore è la chiave per la felicità. Noi siamo progettati per essere felici, e la vita è progettata per fornirci gli strumenti di cui abbiamo bisogno per restare in equilibrio, raggiungere la felicità, e fare della nostra vita un’opera d’arte. In questo ciclo infinito, il filo conduttore è l’amore: chi è sintonizzato sull’amore, è capace di cogliere i segnali e le occasioni che la vita offre; chi non lo è, continua ad avere la sensazione di perdere continuamente treni e di non riuscire a vivere al massimo. Si sente infelice. Questo perché l’amore funge da catalizzatore delle esperienze vissute e si pone come mezzo che ci porta a trascendere giorno per giorno. Chi catalizza le proprie esperienze con l’odio, la tristezza, o l’egoismo, e cerca di trascendere attraverso di essi, fallisce. L’amore è il carburante della vita: ostinati a mettere quello sbagliato, dell’odio, dell’invidia o della tristezza, e resterai eternamente con le chiappe posate per terra. 3) Come spiega l’esistenza della sofferenza in ogni sua forma? Non si contano i casi di quei ragazzi svogliati a scuola i quali però, arrivati all’università, hanno incominciato ad applicarsi e a ottenere risultati invidiabili, alla faccia dei professori che in superiore li sommergevano di impreparazioni sul registro. Com’è possibile? È possibile per il semplice fatto che, un conto è lo studio in sé, un altro è la predisposizione allo studio. Non aver voglia di studiare, non significa necessariamente non essere predisposti allo studio; così come non aver voglia di mangiare, o dormire, o ridere, o fare una vacanza, non significa che non siamo predisposti a mangiare, dormire, ridere, o fare una vacanza. Parimenti, studiare non significa necessariamente essere predisposti allo studio: si pensi a chi studia per inerzia e non per la vita, perché deve vedere il proprio 10 accademico e confrontarlo contro il 6 di chi pensa più a vivere che a stare sui libri. Scindere la capacità di saper fare qualcosa dal suo oggetto, è dunque importante. Anche il fatto che siamo progettati per essere felici, non è esente da questa considerazioni: un conto è la nostra predisposizione ad essere felici, un altro è esserlo realmente. La sofferenza deriva proprio da questa frattura tra la capacità di essere felici e la felicità in sè: ci è stata donata la vita per poter essere felici, ci vengono donati ogni giorno nuovi strumenti per esserlo, ma nessuno ci ha spiegato come usare l’intero meccanismo. Poiché siamo nati e nessuno ci ha mai detto dove reperire il carburante della vita, poiché nessuno ci ha spiegato come trovare l’amore dentro di noi e utilizzarlo per trascendere, ecco che a questo punto le strade percorribili restano solo due: - restare fermi nello stesso punto per tutta la vita; - utilizzare altri carburanti sperando che funzionino; E alcuni di questi carburanti sembrano funzionare anche...salvo poi trovarsi con il motore rotto quando è troppo tardi per chiedere aiuto. Nessuna di queste due strade è quella giusta: stare fermi, vivere senza un perché, significa vegetare; utilizzare carburanti non appropriati, significa accontentarsi, significa sopravvivere. E dal momento che l’uomo ha un innato desiderio di intraprendere un percorso che lo riconduca alla felicità con cui era in diretto contatto quando era appena nato, entrambe queste strade lo porteranno a non incontrarla mai, lo porteranno ad un risultato più o meno deludente, e quindi ad essere infelice. Nacque così la sofferenza. 4) Cos’è per lei la morte? Quando morirò ve lo scriverò. Per il momento, avendola vista da questa parte e non “da quell’altra”, posso solo dire che è il momento più ipocrita che ogni essere umano vivrà mai...e il fatto che la società sia già profondamente ipocrita di suo, la dice lunga. Quando qualcuno muore, tutti gli sorridono, tutti gli stanno accanto, tutti fanno finta che non stia succedendo niente “per favorire al moribondo un trapasso felice”. Preti che fanno l’estrema unzione con una serenità sconvolgente: per loro è un morto come un altro, e le parole che dirà a questo oggi, sono le stesse che dirà ad un altro domani. Parenti, amici e conoscenti che per una vita intera hanno sparato su di lui peste e corna, ora sono riuniti al suo capezzale profondamente addolorati: i litigi si annullano, le divergenze scompaiono, il perdono è concesso, i torti vengono dimenticati...tutto perde di importanza. L’ipocrisia insita nei rapporti intrattenuti con il quasi defunto per tutta la vita, trova qui la sua massima espressione. Apoteosi dell’ipocrisia, diventa del massimo rispetto per il moribondo, ovvero l’unica cosa al mondo che in quel momento assume importanza. Se hai bisogno di aspettare che qualcuno sia in fin di vita per trovare la capacità rispettare, sei morto prima di lui. Purtroppo, chi sta per morire non ha la forza per opporsi a tutto questo; non ha la forza di dire “grazie di essermi venuto a trovare, ma sei uno ******* ugualmente”. Chi sta per lasciare la vita, non ha proprio tempo di sprecarsi in convenevoli di facciata, buone maniere, educazione...ne ha avuto le palle piene per una vita intera. Chi sta per lasciare la vita, deve andare al succo: e il succo, sono i pochi veri affetti che ha, e che faticano a trattenere le lacrime; sono quelli che non hanno paura di mostrare il proprio dolore. Mostrando il dolore, comunicano la misura in cui percepiscono la perdita imminente. Dall’altro lato, la morte sia il momento in cui si fa il bilancio della propria vita, di come si è vissuto, di quanto si è dato, di quale sia stato il proprio ruolo in un disegno più grande. Ma alla fine penso che sia comunque una resa dei conti che porta il moribondo a sfrondare tutto il superfluo e a guardare l’essenza delle cose. 5) Sappiamo che siamo nati, sappiamo che moriremo e che in questo spazio temporale viviamo costruendoci un percorso, per alcuni consapevolmente per altri no, quali sono i suoi obiettivi nella vita e cosa fa per concretizzarli? 6) Abbiamo tutti un progetto esistenziale da compiere? Accorpo queste due domande perché IMHO con i contenuti stamo sempre là. Inizio col dire che secondo me la questione è malposta: trovo troppo riduttivo pensare ad una sola “missione” nella vita. Ogni giorno è un nuova missione in cui, nel nostro piccolo, contribuiamo a far progredire o regredire il grande disegno, attraverso le nostre scelte. È noto a tutti che nelle cifre decimali del pigreco, numero irrazionale per antonomasia, sia impossibile trovare una logica che ci permetta di prevedere il modo con cui esse si succedono. Ogni nuovo numero che viene scoperto dopo la virgola, è una sorpresa della quale è ignaro persino il calcolatore utilizzato all’uopo. Nessuno sa davvero perché le cifre si presentino in quel determinato ordine, eppure accade ugualmente. Tuttavia, pochi sanno che è stato scoperto un blocco di cifre che si ripete regolarmente nonostante l’assoluta imprevedibilità del pigreco. “E che ce frega a noi der pigreco?”. A pochi interessa la matematica, e ancora meno sono le persone interessate alle cifre decimali del pigreco. Neanche a me frega tanto del pigreco in sè. Ma per me, che sono un fervente assertore della magia della vita, di un disegno più grande oltre quello che i nostri occhi possono vedere, una notizia del genere è degna di nota, perché mi fa capire una cosa molto affascinante: esiste un certo schema anche nell’incertezza; esiste una costante che tiene in moto l’imprevedibilità della vita. Questa costante, è riposta nelle scelte. Nelle scelte è riposto il potere attraverso cui, l’amore dentro di noi, trova espressione e ci permette di trascendere; sono le scelte, quelle che tengono in moto l’imprevedibilità delle nostre vite. Se dunque la vita è imprevedibile, come si fa a concludere che essa sfocerà in una missione ultima? Chi muore da neonato, che missione può aver compiuto? Non ci aspetta una missione, ci spetta solo un ruolo nel grande disegno, e noi dovremmo fare il possibile per fare in modo che essere comparsi a questa terra sia servito a qualcosa: diffondere amore ed essere felici. Ok, il sistema mi dice che sforo di 5000 caratteri. Mi fermo qui sperando di non violare il regolamento se posto la continuazione in un altro post. |
31-08-2013, 23.48.52 | #40 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 11-07-2013
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Riferimento: Dieci domande per riflettere!
7) Siamo animali sociali, la vita di ciascuno di noi non avrebbe scopo senza la presenza degli altri, ma ciò nonostante viviamo in un’epoca dove l’individualismo viene sempre più esaltato e questo sembra determinare una involuzione culturale, cosa ne pensa?
Non vedo il collegamento tra l’individualismo e la cultura, ovvero non capisco perché la domanda tenda ad affermare un aut aut tra le due cose che, in realtà, non esiste. Anzi, proprio perché l’individualismo prende come punto di partenza della propria analisi l’essere umano, ecco che di fatto la cultura è già insita nell’individualismo stesso, poiché usa ogni sorta di conoscenza e strumento a disposizione che possa aiutare l’essere umano a trovare se stesso. Che poi l’individualismo tenti di raggiungere questo obiettivo attraverso strade che personalmente reputo a cûl de sac, è un altro paio di maniche...l’indipendenza, l’autonomia e la liberazione (liberarsi da cosa, non si sa), sono propositi irreali e scollati dalla realtà. Si veda Foucault in “Sorvegliare e punire: la nascita della prigione”. 8) Il bene, il male, come possiamo riconoscerli? Il bene e il male sono le due facce della stessa medaglia, e questa medaglia, l’abbiamo creata noi attraverso la repressione dei sentimenti che abbiamo giudicato negativi. I sentimenti sono come l’acqua di una sorgente: soltanto perché tappiamo la bocca della sorgente impedendo all’acqua di uscire, non significa che l’acqua smetterà di uscire. Anzi, si insinuerà subdola nelle crepe della montagna e troverà un altro modo per sgorgare dividendosi in mille altri rivoli. I sentimenti come la rabbia o la tristezza, li abbiamo trattati allo stesso modo con la repressione e l’educazione, e il risultato è che questi, trovandosi repressi, sgorgano da noi non appena la vita ci fornisce un pretesto per incazzarci o per piangere. La “goccia che fa traboccare il vaso”, altro non è che la esemplificazione di questo fenomeno: il vaso non trabocca perché è vuoto, trabocca proprio perché è pieno! L’essere umano non esplode in un isterico *****atone perché è vuoto, ma perché è pieno, stracolmo di rabbia repressa. I sentimenti negativi repressi si infiltrano nella nostra anima e la avvelenano. Si arriva ad uccidere per colpa di un odio che per mesi o anni abbiamo represso, che ci ha avvelenato l’anima, e che improvvisamente trova sfogo in un litigio, in una pistola, o in un coltello. Il male è la repressione. Il bene è la libertà di essere. 9) L’uomo, dalla sua nascita ad oggi è sempre stato angosciato e terrorizzato dall’ignoto, in suo aiuto sono arrivate prima le religioni e poi, con la filosofia, la ragione, cosa ha aiutato lei? L’ignoranza della filosofia e il rifiuto delle religioni. Nè l’una dell’altra possono essere utili a risolvere l’angoscia dell’essere umano, perché in realtà ne sono la causa. Mi esprimerò solo sulla prima, perché per le religioni la trattazione sarebbe troppo lunga. Quando entro in una grande libreria, ad esempio La Feltrinelli, sapete cosa vedo? Vedo centinaia di migliaia di persone tra economisti, scrittori, filosofi, medici, politici, ideologisti, pensatori ecc, che susseguendosi in 3000 anni di genere umano, hanno fornito la propria visione delle cose incrementando costantemente la quantità dei punti di vista. Per qualche assurda ragione, la mente umana è da sempre vista come l’unico mezzo con il quale giungere alla verità delle cose... eppure, dopo 3000 anni di pensiero, questa fantomatica verità non l’abbiamo ancora trovata. E anzi, chissà perché, tutti quelli che in passato hanno usato la mente per tentare di arrivarci, anziché chiarire le idee di chi verrà dopo di loro, hanno solo contribuito all’entropia mentale dell’essere umano nei secoli, generando innumerevoli conflitti con le teorie altrui. Non sono dati sufficienti, questi, per concludere che la mente non è la via giusta? Poi, ognuno può fare come je pare... ma chiedetevi se è ragionevole fidarsi di una guida falsa come la filosofia, che prima promette all’uomo di fargli raggiungere la verità, e poi invece lo intrappola in una gabbia buia di pensieri contraddittori. Rifugiarsi nell’entropia mentale e spirituale, non è la giusta via: se ti rifugi in un’altra dimensione diversa da quella della vita reale, significa che in quella reale non sai vivere. C’è chi è felice così, si sente libero per aver allenato l’intelletto ed essersi reso diverso dalle bestie, ma in realtà è schiavo della propria tensione mentale: per me è libero quanto una tigre che dai dieci metri quadri della gabbia del circo, viene trasferita al mezzo ettaro di uno zoosafari. 10) Quale è per lei il senso della vita? Eccoti ancora lì, essere umano, con la tua logica da quattro soldi. Passi la vita a pulire pavimenti che si sporcheranno di nuovo domani; lavori per avere dei soldi che darai a qualcun altro; costruisci palazzi distruggendo la natura e poi alla natura dedichi dei luoghi tra i palazzi perché ne senti la mancanza; fai l’amore nascosto sotto le coperte e poi non provi vergogna nel maltrattare i tuoi simili sotto gli occhi degli altri; ti inventi le religioni per essere felice e continui a non esserlo; fai speculazioni mentali sull’esistenza e poi non trovi neanche un minuto per viverla senza questo "must" di chiederti il perché delle cose...fai tutto questo perché va fatto, perché il mondo funziona così, e adesso ti chiedi se la vita ha un senso? Se vivi di contraddizioni, allora puoi tranquillamente risponderti che un senso non ce l’ha, perché non lo vedrai mai. Il senso della vita, non è essere felici, ma imparare ad esserlo; è scoprire l’amore che è in noi e fare delle scelte che ci portino a realizzare l’equazione della felicità, la funzione della vita. f(V): VITA REALE + SCELTE + AMORE = VITA IDEALE
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