dunque,
ragazzina 17 anni compiuti a febbraio 2006, genitori separati dalla nascita, (sembrano) uniti.
La storia: a febbraio la ragazzina decide di dire a sua madre di voler prendere la pillola perchè ha desiderio di avere rapporti col suo boy frend. Fatti gli esami dovuti, alla metà di aprile dichiara di avere un ritardodi 15 giorni, e alla fine di aprile il ritaro (da un'ecografia ginecologica si rivela una gravidanza di sette settimane).
Al consultorio: visite con lo psicocologo individuali (padre, madre, figlia), la visita con il ginecologo e l'anestesista.
Fissato l'intervento per domani mattina 15/05/2006.
Hanno firmato tutti e due i genitori, compresa la ragazzina minorenne, all'interruzione della gravidanza.
Stasera, ore 21.00 circa, una telefonata della madre.......
Uno strazio, a mio avviso.
Al telefono piangeva, da quel che ho capito avrebbe voluto che sua figlia portasse avanti la gravidanza.
Allo psicologo ha detto che se avesse avuto i mezzi o cmq una situazione familiare(da ambo le parti: padre e madre e consuoceri) diversa, avrebbe sicuramente incoraggiato la gravidanza.
Stasera ha raccontato le sue perplessità all'ex marito ed alla figlia dichiarando che è un omicidio e, che un aborto in queste circostanze, Lei (la madre) si dissocia. Firma i documenti (per scelta e volontà della figlia), ma si dissocia dall'aborto. Non ci sono i presupposti. (secondo Lei).
Con un dialogo (spero) con il padre e la figlia ne è uscito che: la figlia molto cinica: "sì lo sò...che m'importa.....ci ho pensato....non m'interessa" e con il padre: " non convincerla del contrario, meglio che abortisca...se cambia idea sei tu che si deve assumere le responsalibità insieme a lei.
Ora,
tutto questo è molto triste, a mio avviso.
La ragazzina non ha molta scelta: deve abotire
Perchè è solo sua madre ad avere rimorsi di coscienza?
porca paletta