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11-12-2005, 15.02.16 | #14 |
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Hava, io sento molte persone che si lamentano dellla propria solitudine, ma mi sembra che stia diventando anche un problema a livello sociale, nota anche le separazioni in aumento...molti uomini e donne dopo questa esperienza si ritrovano a dover ricostruirsi un altro mondo di relazioni e si ritrovano soli... quanti single ci sono e non per "scelta" come vorrebbero illudersi o illudere gli altri, ma per "costrizione", certo, c'e' chi e' veramente convinto di volerlo essere ma chi mente...
Vaniglia Ultima modifica di Vaniglia : 11-12-2005 alle ore 15.17.20. |
11-12-2005, 15.19.26 | #15 |
Ospite abituale
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penso sia indispensabile distinguere almeno un paio di stadi.
ci puo' essere uno stadio1, nn patologico, di persona (uomo o donna che sia) che in un particolare momento della propria vita sente una sensazione di solitudine particolare, ma e' cmq integrata nella societa' e con 2 o 3 chance va' a risolvere questa problematica (terribile). c'e' da tenere in considerazione che il nostro sistema consumistico tende a portarti, se nn controlli attentamente la situazione, all'isolamento pressoche' totale, sei per quanto sei in grado di consumare, se perdi il lavoro o hai un reddito molto basso puoi anche senza avere particolari problemi psicologici sentirti molto solo, e' la societa' che ti fa' avvertire questa sensazione. c'e' invece uno stadio2, patologico, persone che nn hanno mai avuto una vita sociale sufficiente, che hanno sempre avuto problematiche che si sono tirate dietro in modo piu' o meno pesante, allora questo e' un altro discorso, piu' complesso, che necessita probabilmente di una cura di uno specialista, anche se l'esito e' tutt'altro che scontato. e nn e' essere stato sposato che garantisce che la persona in questione faccia parte della prima categoria, quella dei non patologici. conosco un sacco di persone sposate (lui e lei) che fanno parte tranquillamente della categoria patologica. bisognerebbe verificare (ma e' sempre difficile) la persona in oggetto che reazioni ha di fronte a determinati stimoli. |
11-12-2005, 15.38.32 | #16 |
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Io ho avuto compagni di classe per tutte le medie e le superiori che avrei messo volentieri al rogo (per non parlare dei professori), poi con l'università fortunatamente ciò è migliorato (anche perchè volendo posso non frequentare). Storie amorose serie non ne ho mai avute in vita mia. Sono sempre stato fondamentalmente solo. Ma non ne faccio una tragedia. Anche gli amici sono spesso relativi. Beh non è vero, a qualcuno tengo...diciamo che ci sono alti e bassi...
Cmq meglio soli che mal accompagnati. Ultima modifica di sisrahtac : 11-12-2005 alle ore 15.47.08. |
11-12-2005, 15.53.02 | #17 | |
Utente bannato
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Citazione:
E quelli che conoscono tanta gente e si trovano soli da un momento all'altro in che categoria li mettiamo? in quella degli sfigati!? ops...sfortunati Evitiamo di mettere la gente in categorie varie! si riesce solo a fare buca! e quasi mai centro!! a parte che sfugge sempre qualcuno! direi sempre quello piu' interessante..... |
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11-12-2005, 16.09.30 | #18 | |
Ospite abituale
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Citazione:
conoscere nn significa avere dei rapporti significativi. anzi, per una semplice questione di tempo a disposizione, piu' persone conosci, e mediamente meno profondita' di relazione hai. semplicemente perche' il fattore in comune e' il tempo, e' costante per tutti, se 'conosci' come dici tu 100 persone, significa che dedichi loro mediamente 1/100 del tuo tempo a disposizione, cioe' molto poco. penso che piu' di qualche amico / amica veri nn si possano avere. nn superiori alla decina. poi le conoscenze possono essere molto variabili, dipende da che lavoro fai, da che hobbie hai, ma sono solo conoscenze. per le categorie, sono d'accordo cn te, ma servono cmq a sottolineare la differenza tra il patologico e il non, questo e' importante per evitare conseguenze piu' gravi e essere piu' coscienti del proprio stato, forse e' ancora piu' importante per le persone che circondano la persona problematica, avere un parere di un professionista serio (nn il classico spillasoldi) per sapere il livello di intensita' del malessere della persona. se nn sei del ramo nn e' facile fare una valutazione realistica. tutto qua. e poi si scade nella superficialita', genitori cn figli suicidi che dicono 'nn ha mai dato sintomi di malessere' e cose di questo tipo. |
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11-12-2005, 17.14.37 | #19 | |
Ospite abituale
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Citazione:
O.K. Vaniglia, la tua ipotesi mi interessa, e allora cerchiamo le possibili ragioni per cui nella societa' moderna piu' di quella tradizionale si soffra di solitudine. Naturalmente le ragioni sono tante : la donna moderna e' meno dipendente dal sostegno del marito, la tecnica moderna ci attira in quegli angoli dove l'attivita' sociale e' limitata, il carrierismo e la concorrenza non incoraggiano l'amicizia, ed in molti casi l'assenza materna per i piccoli che ne hanno bisogno, con conseguenza di poca sicurezza in eta' adulta, ecc., ecc. Ma pure vorrei ritornare alla differenza che trovo nella societa' in cui vivo, e proporrei che forse lo stato di guerra, e la vita in comune dei giovani militari, incoraggiano allo sviluppo di una comunita' meno formalista e piu' empatica ed aperta. Sono soltanto pensieri che vorrei proporti Vaniglia. A proposito---credete che ci siano differenze fra nord e sud Italia? |
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11-12-2005, 18.05.27 | #20 |
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Messaggio originale inviato da hava
O.K. Vaniglia, la tua ipotesi mi interessa, e allora cerchiamo le possibili ragioni per cui nella societa' moderna piu' di quella tradizionale si soffra di solitudine. Naturalmente le ragioni sono tante : la donna moderna e' meno dipendente dal sostegno del marito, la tecnica moderna ci attira in quegli angoli dove l'attivita' sociale e' limitata, il carrierismo e la concorrenza non incoraggiano l'amicizia, ed in molti casi l'assenza materna per i piccoli che ne hanno bisogno, con conseguenza di poca sicurezza in eta' adulta, ecc., ecc. Ma pure vorrei ritornare alla differenza che trovo nella societa' in cui vivo, e proporrei che forse lo stato di guerra, e la vita in comune dei giovani militari, incoraggiano allo sviluppo di una comunita' meno formalista e piu' empatica ed aperta. Sono soltanto pensieri che vorrei proporti Vaniglia. A proposito---credete che ci siano differenze fra nord e sud Italia? Sono qua,... forse puo' puo' essere causato dai diversi motivi che hai gia' espresso,... sia il nostro ruolo che si e' trasformato e quindi ci pone in una situazione di vantaggio e "svantaggio" contemporaneamente, perche' sembra che l'uomo sia piu' insicuro davanti alla donna "in carriera", non piu' la casalinga frustata,...sia la vita attuale che conduciamo, immersi nel lavoro, nel carrierismo e tutto questo toglie spazio a noi stessi e ancora di piu' agli altri, ...sia la tecnologia che ci allontana dal rapporto umano...sia la disillusione di molti uomini e donne, per cui diventa una forma di difesa il non creare rapporti di amicizia o amorosi, ma tendere all'individualimo. Io abito nel nord e non ho mai avuto problemi a relazionarmi con gli altri, nonostante sia separata, posso affermare felicemente di essere circondata da vere amicizie e da molte conoscenze...ma essendo vissuta anche in una citta' come Roma, noto la mentalita' piu' aperta e spontanea del romano rispetto alla mentalita' piu' "snob" e costruita della citta' dove vivo attualmente (non aggreditemi) Vaniglia |