può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
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Grazie Deirdre, spero di essermi chiarito anche con Kri (si vede che ci tengo a rimediare?)
Ygramul, giustamente dici, o tutte o nessuna. Hai ragione. Però direi, in un certo senso, no a quelle droghe dagli effetti devastanti. Che senso ha conoscere per perdere subito? Capisci cosa intendo?
Il fatto del precedente post(quello che ha scatenato il finimondo), dell'antipatia(per carità non voglio offendere nessuno) verso gli eroinomani, è proprio quello che dici dell'insensibilità agli affetti familiari. Sbaglio se allargo il campo alla sfera affettiva in generale? Perchè è stato proprio il sentire il gelo in quei ragazzi, quando ho avuto quel misero incontro al SERT, che mi ha messo in crisi. Com'è possibile, mi sono chiesto? Probabilmente, anzi sicuramente, lì è scattato quello che merita di essere definito un pregiudizio. Almeno questo sono arrivato a capirlo.
Senza dubbio Hertz concorrono "tutta una serie di fattori che prescindono dalla volontà dell'individuo, che possono portare a questo tipo di caduta". Con le variabili personali c'è chi ha questa caduta e chi ne ha altre. C'è chi può avere una caduta mentale. Intendo dire che c'è chi si allontana dal mondo con le droghe e chi lo fa senza usare droghe. Non credo siano troppo distanti questi due mondi.
Volevo fare una domanda a Rommy: inaccettazione di sè stessi, potrebbe entrare a far parte di quello che tu hai identificato come
alcune delle cause? La vedo concatenata allo stato di transizione, alla fragilità dell'io, alle relazioni familiari, al tormento. Credo di sì, rifiutare il mondo e allontanarsi dalla realtà, perchè incapaci a viverla. Non si può generalizzare, lo so, ma forse il problema è più della società che ci circonda che dell'individuo. Hai ragione, Ygramul, dicendo che la società siamo noi. Ma ogni persona è un mondo a parte. Rommy dice che questi ragazzi avevano un'estremo bisogno di attenzione e di affetto, di sentirsi valorizzati.
Questo bisogno evidentemente non è stato soddisfatto, e l'io non può che risultare fragile e insicuro, di conseguenza non ci può essere capacità a vivere. Trovo che le famiglie si sorbiscano sempre tutta la colpa, famiglie e madri. E tutti quelli che ci vivono intorno? Probabilmente troppo presi dalla loro vita per farsi carico anche dei problemi altrui. Voglio generalizzare il discorso e ampliarlo alla società in cui viviamo(società che siamo anche noi), sapendo di risultare banale. Non siamo tutto troppo egoisti, individualisti? D'altronde questo è neccessario per muoversi bene in questa società. Un tizio che avevo da poco conosciuto, ha detto riguardo alle persone che stanno male, che magari non mangiano nemmeno: "bhè, chi sono io per doverli aiutare? il più bello di tutti?".
Non ha detto niente di sbagliato, il mondo gira così: io penso per me, gli altri per sè. Se non sono in grado di farlo, questo non mi tocca.
Forse il rifiuto di assumere un ruolo in questa società può essere veramente il rifiuto ad assumere una scala di valori puramente materiali. O forse questa società troppo materiale non considera i più "deboli", e deboli lo scrivo tra virgolette, perchè non credo si nasca decisamente deboli o forti, si può diventare entrambe le cose. E se nessuno si cura di rendere più forte un suo simile più debole, è perchè è troppo impegnato nel provare a rendere se stesso ancora più forte; è se qualcuno è debole meglio così, è un concorrente in meno.
In un libro di Laing, è scritto un pensiero di una sua paziente schizofrenica, che dice: è bello essere uccisi, è bello essere battuti con la forza, perchè mai nessuno lo fa, e chi lo fa, lo fa perchè gli importa veramente di te. (spero di averla citata abbastanza correttamente).
E' una frase stupenda.
In questo mondo a nessuno gli importa di te, nessuno vuole, può avere con nessuno quella carica necessaria a dare forza, quell'energia necessaria a darti anche due schiaffi, a buttarti a terra per farti rialzare. E' l'unico tipo di violenza che manca a questo mondo, quella positiva.
dice ancora: è come in uno di quei sogni in cui vuoi urlare ma la voce non ti esce, o ti esce e nessuno ti sente (spero ancora di averla citata abbastanza correttamente).
La normalità è diventata non sentire e non riuscire a urlare.
Vabbè, questo riguardo al disagio.
Riguardo invece agli artisti: Coleridge...ci mancherebbe! musicisti di calibro eccezzionale lo facevano, Jim Morrison, altri altre droghe ancora, LSD, di tutto!
Ma come dice Rommy, questo uso di droghe avviene per un numero abbastanza circoscritto di "utenti".
Ma concordo; alla fin fine partiva da questo il forum: la possibilità di un punto di vista "relativo".
(tra parentesi Baudelaire arriva alla conclusione che l'esperienza con l'hashish è sì molto bella, ma totalmente inutilizzabile a fini artistici, in generale a fini che non siano quelli dell'esperienza in sè, perchè in quello stato non si è in grado di far nulla; tra l'altro cita altri scrittori molto conosciuti tra cui uno, non ne ricordo il nome, che non aveva mai voluto assumere quella "marmellata", e dice, e ovviamente concordo con lui, di -stimare molto più chi lo ha provato, e che con la sua volonta si impone poi un no deciso, che chi lo rifiuta per principio, senza sapere di cosa si tratti)
Ygramul dice una cosa perfetta: "l'uomo ha capacità straordinarie, ma per poterle usare sarebbe necessario un lungo lavoro su se stessi, con disciplina e pazienza. Accorciare la strada non è una soluzione perchè diventa poi veramente drammatico scoprire questo mondo tutto in una volta e non averne un briciolo di potere"
beh, Ygramul, quella che dicevi essere una timida ipotesi mi sembra invece una teoria calzante.
Sul discorso della consapevolezza, Deirdre, tu dici che sapevi benissimo a cosa andavi incontro; poi hai smesso, avendo scoperto il valore della vita. Forse, è dico forse, è possibile (è una domanda pura e semplice, non vuol essere altro, ok?) che la tua esperienza sia stata quasi come "un'alternativa al suicidio"?
O è stata semplicemente una scelta di vita? Può essere, se non la tua in particolare, una cosa (scusatemi se dico una stronzata..) una cosa alla "Trainspotting"? Non linciatemi se ho detto una stronzata.
Rubin
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