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19-09-2002, 10.24.06 | #25 | |
tra sogno ed estasi...
Data registrazione: 21-06-2002
Messaggi: 1,772
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Citazione:
Caro rubin, noto con piacere il poco tatto...povertà intellettuale? ma come ti permetti..ma chi credi d'essere per giudicare? Ho conosciuto diverse persone eroinomani con molta più intelligenza di te e questo mi rende immensamente felice.... Ti posso assicurare che bucarsi non è cosa da fare..ma è anche espressione di un disagio psicologico...di chi non riesce ad affrontare, per qualsivoglia motivo, la vita per ciò che è...ed il tuo atteggiamento mi sembra alquanto irrispettoso....almeno nei confronti di chi ha avuto la forza di smettere (e non è né facile né da tutti...caro mio!)...sei penoso... la mancanza di rispetto nei confronti d’altre persone è la cosa più meschina che possa esistere tra la gente...ma che ci vuoi fare..tu parli per sentito dire...io con la coscienza di chi ha fatto, ha smesso ed ora sta bene e VIVE! Portandosi dietro il proprio fardello...vedi..è la gente come te che mi fa paura...ma tanto non capiresti... Che cosa posso aggiungere...nulla credo..inutile perdere tempo con chi sa solo giudicare....per poi dire..fatemi cambiare idea...tientela la tua idea...io nel frattempo continuo a vivere...con l'orgoglio di chi ha toccato il fondo...a sofferto come un cane sia fisicamente sia mentalmente ed ha scoperto dentro di se la forza e la voglia di vivere.... Baci |
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19-09-2002, 10.47.51 | #26 | |
tra sogno ed estasi...
Data registrazione: 21-06-2002
Messaggi: 1,772
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Citazione:
Cara Ygramul...concordo pienamente....l'effetto della roba è grandioso (almeno lo era per me!)...accidenti stavo bene quando mi facevo (anche se sono passati secoli ormai) ....perdevo ogni inibizione, mi sentivo "un leone"...poi, hertz forse lo potrà confermare...il flash..quei primi minutoi dopo la "pera"... bhe...erano veramente potenti...ma questo non giustifica il fatto che bucarsi sia estremamente dannoso e pericoloso. Ciò che ho capito col tempo è molto semplice...e banale se vuoi...vale la pena vivere poche ore da leone per poi stare male...(accidenti se si sta male)...per il resto del tempo? E quando dico stare male intendo proprio MALE MALE.... brividi, tremolio, starnuti, sapore metallico in gola..le gambe che "tirano", gli occhi che lacrimano...niente sonno..mal di reni...ecc.... credo di no vero? Io, come anche hertz,(credo).... ho deciso di vivere....ma ciò che mi ha lasciato dentro quell'esperienza (e bada che avevo 16 anni quando ho cominciato)....è un grande amore per la vita...indipendentemente dalla noia che come ho già detto...è di tutti non solo di chi si bucava.... con questo chiudo...non devo aggiungere altro... baci |
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19-09-2002, 12.39.18 | #27 |
Ospite abituale
Data registrazione: 11-06-2002
Messaggi: 1,297
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Caro Rubin. chiedere di potere spiegare un'emozione e pretendere di poterla capire nn è possibile o quantomeno improbabile.
Ciò che un individuo sente dentro di se nel più profondo e i motivi (se di motivi si può parlare) nn sono percettibili ad altri ... e giudicare deboli o stupidi solo perchè tu nn capisci forse nn è la strada giusta per avvicinarsi (nel senso di capire) al mondo dell'eroina. Cmq credo che DD ti abbia ben esposto il suo sentire ... e aggiugo: no Monica ... nn devi dire niente altro di più ... ... anzi grazie per averci regalato una parte così importante di te ... Si si lo sono sono stata troppo smielata ... |
19-09-2002, 15.11.17 | #28 |
Ospite
Data registrazione: 01-09-2002
Messaggi: 10
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Ragazzi non c'è bisogno di esacerbare la discussione fino all'insulto, rubin usa un tono provocatorio, ma immagino lo faccia per esporre con veemenza una sua idea, non per colpire qualcuno in particolare.. altrimenti anch'io dovrei sentirmi offeso. Se si indica con "povertà intellettuale" una condizione in cui la consapevolezza riguardo a ciò che si fa non è pienamente raggiunta, e l'elemento riflessivo non è abbastanza sviluppato per capire in prospettiva le conseguenze delle proprie azioni, allora non posso che essere d'accordo con rubin; io stesso, a 16 anni (curiosa coincidenza, Monica), versavo in questa condizione. Se invece si indica con "povertà intellettuale" una natura immutabile, un'incapacità congenita ad attivarsi proprio di quell'elemento riflessivo - la quale peraltro non esiste in senso assoluto -, allora non sono d'accordo; conosco tossicodipendeti estremamente acuti, e ragazzi tranquilli che con gran fatica arrivano a fare un ragionamento. Che poi, col tempo, le facoltà più preziose vadano scemando nella via dell'eroina, è cosa abbastanza evidente, e in ultima istanza non si può valutare una persona che di quella strada ne ha percorsa troppa, se non in termini di potenzialità inespresse. E dico tragicamente inespresse. L'intelligenza non può essere valutata esteriormente, in base alla vita che uno fa, o prenderebbe il sopravvento sul giudizio proprio quel gioco dei ruoli di cui parlavamo. Esiste tutta una serie di fattori, alcuni dei quali prescindono dalla volontà dell'individuo, che possono portare a questo tipo di caduta. Ognuno, poi, ha delle variabili personali, e anch'io, ad esempio, ho le mie.
Potremmo dire che il ruolo assunto dai tossicodipendenti è quello di chi ha rifiutato di assumere un ruolo, e con essi altri tipi di marginalità, come la gente di strada. Tutto questo è di nuovo un ruolo! E' inutile, non se ne esce. In ogni caso, ciò che si può trarre fuori da questa sciagurata esperienza - oltre all'intima compiacenza di esserne usciti - è la comprensione di un altro punto di vista, un punto di vista relativo. Solo questo è ciò che posso affermare - anzi, giudicare - riguardo alla mia esperienza. Non so se si tratti di conoscenza, e se lo fosse non giustificherei comunque la scelta di questa strada. Però, oltre tutto questo, in linea più generale, è giusto ciò che dice Ygramul: ciò che rende probabili vettori di conoscenza le droghe è la loro capacità di modificare lo stato di percezione, e tutte, pur in maniera molto differenziata, hanno questa capacità. E non occorre che io ricordi la lunga, millenaria tradizione del papavero per difendere dal disprezzo un dono della natura, offerto agli uomini e del quale solo gli uomini hanno saputo prosciugare la dignità. |
19-09-2002, 16.48.51 | #29 |
Ospite
Data registrazione: 16-07-2002
Messaggi: 21
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Aggiungo qualche considerazione. Di ragazzi dipendenti da sostanze stupefacenti ne ho conosciuti parecchi. Ho avuto una esperienza professionale al fianco di giovani che avevano questo tipo di problema, molti anni fa e se qualcosa quei ragazzi mi hanno insegnato è che è necessario cercare insieme e cambiare insieme, in uno sforzo costante e continuo di comprensione delle singole situazioni, al di là di qualunque paternalismo cattedratico e di qualsiasi idiota allarmismo della cronaca; senza falsi pietismi e senza radicalizzare (fino alla nevrosi) o esasperare le problematiche che ineriscono a questo fenomeno. Penso che non basti focalizzare il fatto della "pera" in se, a livello fenomenologico: sarebbe una strategia superficiale e semplicistica. Ho provato a considerare il problema della droga sotto diverse ottiche. Sotto il profilo psico-sociologico penso sia necessario concentrarsi sulle motivazioni che portano il ragazzo alla "pera".
Tra di esse c'è anche il semplice fatto di utilizzare la droga come strumento vettoriale per aprirsi nuovi "orizzonti" di conoscenza artistico/intellettuali, ma penso che ciò avvenga in un numero abbastanza limitato di casi e in un ambito abbastanza circoscritto di "utenti". Se droghe o alcol (droga statale) vengono definite come una fuga dalla realtà o un mezzo per provare emozioni più forti, bisognerebbe cercare di capire perchè tanti ragazzi sono portati a questa fuga. In realtà non è possibile stabilire una regola e di conseguenza uno standard per diagnosi, prognosi e terapia; sono tantissimi i fattori che possono condizionare la dipendenza cronica da droghe o alcol, in una persona. Comunque, al fondo di ogni stato di dipendenza da sostanze varie si trova, a mio parere, il bisogno irreprimibile di mutare se stesso nel tentativo di disancorarsi dalla realtà e trovare la "pace", o un potenziamento del proprio sentire, del proprio essere. E come comune denominatore, in quasi tutti i casi le sostanze psicoattive vengono viste e utilizzate come rimedio ai tormenti interiori. Tra i ragazzi con i quali ho potuto lavorare, mi sono accorto che prevalevano le personalità insicure, che avevano un estremo bisogno di sentirsi valorizzate, di sentirsi circondate di attenzione e affetto. Ma vi erano anche ragazzi con personalità abuliche e asteniche, cioè quelle che non sono capaci di un atto di volontà. Infine le personalità di umore instabile, quelle che passavano senza motivi apparenti dall'entusiasmo alla tristezza, dalla gioia alla disperazione. Confrontando le varie modalità con cui si è arrivati sul sentiero della pera, ho avuto l'impressione che molto dipendeva dalla struttura familiare, spesso vissuta in maniera conflittuale. Ragazzi con un "io" fragile, debole, di transizione. Che spesso ha sperimentato una disarmonia familiare precoce. In altri casi, farsi la "pera" significava virilizzarsi, andare al di là degli "adulti", raggiungere il mito, divenire superuomini, identificarsi col tutto. Sintetizzando, direi che tra le cause, quelle principali sono: noia, stanchezza, deficienza di ideali, repressioni sessuali, debolezza e fragilità interiori, curiosità, ostentazione di virilità, tensioni familiari, inadeguatezza alla scuola, allergia alla sofferenza. La pera diveniva così, un simbolo di contestazione o una forma di rifugio. Su tutto, dominava in me questa impressione: tutti quei ragazzi, sia pur giunti per strade diverse e con differenti motivazioni alla droga, erano tutti uniti (a livello conscio e inconscio) da una tenacissima volontà di cancellare dal proprio tessuto biologico e psicologico la sofferenza, l'ansia, l'inquietudine. Totalmente impotenti a raggiungere sul piano della prassi una stabilità nella gioia e nell'appagamento, erano spinti a disancorarsi dalla realtà, a respingerla o deformarla, per immergersi in un paradiso fatto, si, di emozioni bellissime e forti, ma che poi si rivelava molto presto come un inferno continuo. |
19-09-2002, 17.16.22 | #30 | |
Ospite
Data registrazione: 14-09-2002
Messaggi: 4
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Bene, innanzitutto mi vien da ridere...scusa...ma io sono cosi.
spiego, così...magari ci capiamo..... Riguardo il tuo amico rubin...bhe, abbi pazienza... non mi sono offesa..questo è il mio modo d'esprire ciò che penso...grezzo, duro..a volte acido.... La frase che io ho riportato è abbastanza chiara ed esplicità...povertà intellettuale....se il significato non è quello... sarebbe molto più semplice e meno ambiguo utilizzare termini diversi..non credi? Tutto sommato siamo tra persone che non si conoscono, ed il mio modo d'interpretare può essere dierso dal tuo.... Ogni ex tossicomane ha alle spalle una storia diversa...differenti le motivazioni che hanno spinto a farsi il primo buco ecc... L'unica cosa che ci accomuna era ed è la spada nel braccio (scusate la durezza dei termini).... Ora...ricapitoliamo.... Usare un tono provocatorio serve solo ed esclusivamente per ottenere una reazoine da parte di qualcuno...non credi? Quella è stata la mia reazione nei confronti di una persona che si limita al semplice giudizio senza avere provato il significato. Altra cosa.... Citazione:
Oddio...mi spiace smontare la tua intuizione...ma..io ero pienamente consapevole di ciò che facevo..... e lo volevo...sapevo benissimo cosa mi aspettava e l'ho accettato....questo non fa di me una persona povera intellettualmente... Ti rammento che moltissimi grandi scrittori erano dediti all'uso di sostanze...un esempio? Samuel Taylor Coleridge...mi vuoi dire che un personaggio del suo calibro era povero intellettualmente o non aveva raggiunto la consapevolezza? mmmmm....ho dei dubbi....... Non si possono giudicare le esperienze altrui e renderle comuni come stai facendo.... come vedi io e te le abbiamo avute ma vediamo il tutto sotto ottiche differenti.... Tu la reputi ...aspetta come hai scritto....... sciagurata...io no.... grazie a quei buchi ho capito il valore della vita...il significato di esistere e la gioia di essere al mondo.... Opinioni diverse...per persone differenti.... Accidenti ma sto scrivendo con il nick di mio marito.... va bhe...tanto la pensiamo nello stesso modo... ciao e non te la prendere...col tempo capirai che questo è solo il mio modo di "fare"....sono così...acida! baci Deirdre Ultima modifica di Hod-ka : 19-09-2002 alle ore 17.30.52. |
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