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28-02-2005, 07.31.00 | #7 |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-10-2003
Messaggi: 672
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Ha iniziato percorsi di psicanalisi già dopo il primo fallimento di convivenza. Dal 93 ad oggi ha cambiato diversi psicanalisti, l'ultimo dei quali è ancora, purtroppo, in contatto con lei. Continua a dirle che non ha bisogno di farmaci, che dobbiamo fare un percorso famigliare. Lui non c'era tutte le volte che mia sorella aveva le crisi. Non c'era sabato notte quando la guardavo scazzottare a mani nude le finestre, le porte, il vetro dell'autoambulanza, il viso completamente stravolto, abbruttito, la voce stridula, le frasi ripetute ossessivamente, il muro impenetrabile con chiunque le dicesse qualcosa, i calci, i pugni in faccia al suo compagno... percorso psicanalitico in queste condizioni credo non sia possibile. In futuro sarò completamente disponibile per un discorso di terapia famigliare, ma ora e sto tremando nello scriverlo e non ho mai smesso di tremare da sabato notte, credo si debba ristabilire la "chimica", poi andremo a guardare le cause "ancestrali" con più lucidità. Se ho l'ulcera, forse mi è venuta per la preoccupazione, ma ormai ho un buco nello stomaco e se non mi opero il buco non si richiuderà da solo. Quando sarò stata curata, andrò a cercare di modificare la mia vita per far si chel l'ulcera non torni. Grazie comunque, capisco anche il tuo punto di vista, era anche il mio fino a poco tempo fa.
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28-02-2005, 19.47.41 | #8 |
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Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
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Dici che dal 93 ha avuto modo di iniziare il percorso psicanalitico ed invece l'ha continuamente interrotto cambiando psicanalista..
Scusa.. domandina.. E se tutto sto casino lo combinasse solo per restare sola..? Mi auguro fortemente non ci siano figli.. in tal caso.. mi chiedo, il convivente chi lo obbliga a stare vicino in quelle condizioni..? Forse realmente compie tutto quel casino perché non riesce a gestirsi il rapporto con te, né col suo convivente.. Perché non lasciarla sola.. ? Magari è ciò di cui ha bisogno.. Dicendole.. :'se hai bisogno di parlare con me chiamami, io ci sono, se davvero pensi si possa discutere insieme..'... Essere obbligata a rendere conto in un certo senso con la presenza costante d'un convivente non è facile per chi è in confusione dentro e si sente in pericolo di libertà alla sola presenza di chiunque.. Cosa ne pensi..? Sono.. fuoristrada? Ipotizziamo per un momento che i vari attacchi 'paranoici' siano da lei usati come unica dinamica di auto-difesa e possibilità di allontanare gli altri.. (p.s. Non sentirti però.. troppo responsabile, non serve ed invece di aiutarvi ad un eventuale incontro crea, a mio avviso, ancor più 'separazione'.. Soprattutto se ci riesci cerca di essere il più normale possibile con lei.. se sei frenata dalla paura per la tua incolumità è una battaglia già persa in partenza.. l'unica possibilità è che ti senta al suo pari, con i tuoi problemi, e non nei panni della crocerossina, accentuerebbe i suoi sensi di colpa e l'incapacità di gestire il rapporto.. Domanda..(mia): con nessun analista si è trovata a suo agio..?? Possibile?? Ma è stata da lei maturata tale scelta o l'ha sentita come imposizione?? Allora si comprenderebbe il perché..) Sii forte e comprensiva.. purtroppo non puoi aiutarla diversamente che non ponenedoti come un'amica nei suoi confronti, esplicitamente non accettando i suoi attacchi ma nemmeno rispondendo a tono se non nella più assoluta sincerità d'animo, che prima o poi riuscirà a sentire.. Un abbraccio !! (non aspettarti di vedere immediatamente un'apertura da parte sua.. non sono situazioni 'veloci'.. Sii te stessa ma sincera al cento per cento, questo lei sente, e se c'è una possibilità questa sarà frutto di reale incontro non di soccorso nel senso di ipotetico senso del dovere e similari..) Gyta Ultima modifica di gyta : 28-02-2005 alle ore 19.54.37. |
28-02-2005, 21.07.35 | #9 |
Anima Antica
Data registrazione: 22-07-2002
Messaggi: 423
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Capisco che sia difficile, a volte MOLTO difficile da accettare, ma la mente si ammala, e quando si ammala, spesso la situazione diventa molto grave.
Il cervello è un organo, anzi, direi che è L'ORGANO per eccellenza. E' un complicatissimo, raffinatissimo, straordinario organo che controlla tutto, dalle funzioni più banali a quelle più elevate. E' nel cervello che hanno sede sentimenti, emozioni, pensiero, intelletto, memoria; è lì che nascono i nostri comportamenti, le rabbie, le paure. Non voglio con questo dire che non esiste l'anima. Voglio però fare una considerazione: se noi siamo esseri incarnati, questo vuol dire solo una cosa, ossia che l'anima può agire esclusivamente attraverso i processi incarnati, che nel caso delle funzioni che ho elencato sono legati al funzionamento chimico, biochimico, fisico e elettrico del nostro cervello. Se tutto questo non funziona, la nostra anima è incapacitata ad esprimersi, e il sopravvento verrà preso dal malfunzionamento di questi processi. In parole povere: non siamo più noi. Io ho fatto un percorso di psicologia analitica junghiana con uno psicanalista veramente straordinario, son stata sua paziente per cinque anni, e conosco il valore di questo tipo di psicoterapia. Ma nel caso di malfunzionamento del cervello, le psicoterapie si scontrano con limiti che possono essere invalicabili, perchè i processi biochimici ecc. sono le fondamenta, le basi del nostro essere umani. Una volta riequilibrati almeno in parte questi squilibri, si può fare anche la psicoterapia, che avrà comunque una grande utilità a patto che l'analista o lo psicoterapeuta sia UMILE e capace di riconoscere se stesso come umano e limitato. Il mio essere in cura psicanalitica era l'essere in cura di una persona biologicamente sana (più o meno) che aveva conflitti ambientali, necessità di aiuto in un percorso di maturazione, alla quale era necessario scoprire il modo di fare i conti con i propri processi inconsci per poter diventare più consapevole per se stessa e per la propria vita privata e professionale. Ma quando ho avuto un episodio depressivo, ho cercato un farmacologo e mi sono fatta aiutare da lui, in pieno accordo col mio analista, il quale è una persona UMILE e come dicevo prima, pienamente consapevole del valore ma anche dei limiti della terapia psicanalitica. La sorella di Naima presenta dei sintomi, purtroppo le malattie psichiatriche rendono le persone tutte uguali. Quale che sia la meravigliosa complessità e unicità dell'essere umano, quando i processi mentali si "guastano", la persona assomiglia a tutte le altre che hanno lo stesso "guasto", o anche "guasti" analoghi ma differenti. Leggendo la descrizione di Naima ho ritrovato gli elementi a me ben noti di tante persone, peraltro splendide, che purtroppo però durante le crisi sono così, con modalità più o meno violente ma sostanzialmente così. Non si può lasciare quest'anima rinchiusa nella gabbia di una malattia solo per il puntiglio di non voler ammettere che anche il nostro cervello si può ammalare! Oltrettutto, proprio vista la sua complessità, non è a maggior ragione più facile che si ammali un organo complesso piuttosto che uno semplice? Nessuno pensi di esserne esente. Sebbene le malattie più gravi si manifestino spesso precocemente nella vita, fino all'ultimo giorno della vita di ognuno di noi potrebbe succedere qualcosa che ci manda in tilt... |
28-02-2005, 21.21.15 | #10 |
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Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
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Ho letto il tuo intervento Ygramul
e sono sempre del parere di tentare (!) questo tipo di percorso sino all'ultimo anche quando tutto sembra impossibile a gestirsi senza ausilio di farmaci.. Ti abbraccio.. ! (mi spiace che i tuoi interventi siano così sporadici.. anche se <comprendo> il perché.. da te esplicitato in una ex discussione..) Gyta |