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10-02-2005, 17.27.42 | #23 |
Ospite abituale
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accettazione ed evoluzione
Io penso che noi siamo esseri in continua evoluzione, nel corso della quale si può ambire ad una accettazione "insoddisfatta", visto che, una volta raggiunto un livello di relativo equilibrio, la vita ci porta a raggiungerne un altro, successivo, per "migliorare"...in questo processo, l'accettazione di noi stessi può essere vista come fase statica (la "pigrizia" di Fragola?), come livello inferiore (da accettare, per ora) dal quale ambire a raggiungere quello superiore ("migliore") a cui si aggiunga, come io penso, una accettazione di sé stessi come parte del tutto, come percezione "immanente" al tutto (del tipo: io accetto di essere perennemente in evoluzione, passando attraverso stadi di "accettazione di sé" progressivi)...
Insomma, l'accettazione di sé stessi è per me possibile solo all'interno di questa dinamica, come catalizzatore (non come solo punto di arrivo) del processo di "miglioramento"... Herzog P.S.: ciao, Fragolina |
10-02-2005, 17.42.51 | #24 |
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Ciao Herzog.
Bisogna definire che cosa si intende per accettarsi. Per me accettarsi può anche essere una "meta", ma va chiarito bene il concetto. Accettarsi significa conoscersi a fondo e riconoscere le proprio caratteristiche fondanti come caratteristiche e non come pregi o difetti. Mi spiego: io ad esempio sono una passionale ma avrei tanto voluto essere un'altra cosa. Quanta sofferenza mi è costato non accettare il fatto di essere fatta così. Ma questo non significa staticità, significa conoscere i mattoncini di cui siamo fatti e prenderne atto. Per me la pigrizia è la strumentalizzazione che alcuni fanno del discorso "bisogna accettarsi e volersi bene" trasformandolo in un quieto vivere stagnante in cui, siccome ci sono "maestri" che dicono "non c'è niente da cambiare, siamo perfetti così" (che è vero, mo dopo un bel po' di pulizia!!!) si rinuncia a far le pulizie e si giustifica qualsiasi proprio atteggiamento, qualsiasi gesto. Tanto non c'è niente da cambiare e sono perfetto così. Pigrizia. Non c'è niente da cambiare nella nostra sostanza profonda, credo sia vero, c'è solo da conoscere e accettare. Ma conoscere e accettare come siamo veramente è un lavoro immane, da sudare 7 o 8 camicie. Un lavoro di pulizia ... per arrivare ... là dove nessun uomo è mai giunto prima... e adesso mi teletrasporto a casa. |
10-02-2005, 18.09.41 | #25 |
Ospite abituale
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Un bentornato agli amici
(H)erz e Fragola... (Ivo non *****armi ti prego!) In realtà la domanda è per VanLag: citavi "2 scuole di pensiero"; so che non parli a caso. Ti riferivi a 2 correnti in particolare? Puoi esplicitarle? |
10-02-2005, 22.20.29 | #28 | |
Ospite abituale
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Re: Re: Accettarsi e migliorarsi.....
Citazione:
E gli altri....... Dormono all'aperto? .............Comunque...... C’è la scuola di pensiero che ti chiede di essere un individuo con certe caratteristiche conformi ad una modello approvato. E’ c’è una scuola d pensiero che ti dice che “sei come sei” ed è pertanto inutile che cerchi di diventare qualche cosa che non sei. Non prenderei esempi estremi come l’assassinio ma mi fermerei ad esempi più realistici. Per esempio sono timido. Sono timido e sento che la società non approva questa mia peculiarità. La società mi vuole forte, sicuro, solido, temprato, all’altezza. L’accettazione è la presa di coscienza che non sono sbagliato io bensì che è l’idea del modello ad essere assurda. E che quelle che per i più sono peculiarità negative, non sono negative in assoluto. In sostanza “timidezza” e “sicurezza” sono due peculiarità che non sono buone o cattive in se ma che dipendono dall’uso che ne faccio. Di strada da fare ne ho molta ed il mio “lasciarmi in pace” non equivale ad “essere in pace”, ma la mia strada sarà un lavoro sulle mie motivazioni non su ciò che sono. Dovrò imparare a lavorare per ciò che ritengo essere bene, con le peculiarità e con le forze che ho. C’è una contraddizione in termini nella tua frase conclusiva. Tu parli di “diventare se stessi” ed io dico che non puoi “diventare ciò che sei”…… Lo sei e basta. Per diventare noi stessi dobbiamo solo smettere di cercare di diventare quello che non siamo. P.S. forse più che rispondere a te ho risposto alla mia domanda iniziale…… Non è che sono sordo o cieco…… ma fatico a cogliere la tua posizione su questa tematica. P.P.S. Forse involontariamente ho risposto anche ad Ettore, (che ho letto solo dopo avere scritto questa risposta). P.P.P.S mi scuso anticipatamente se fino a dopo il week-end non riuscirò ad avere una grande partecipazione……. P.P.P.P.S |
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10-02-2005, 22.42.49 | #29 | |
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Re: Re: Re: Accettarsi e migliorarsi.....
Citazione:
C'è una cosa che non capisco: perchè andare avanti all'infinito a dire le stesse cose? Smettere di essere quello che non siamo non vuole dire arrendersi passivamente ad atteggiamenti che non sono peculiarità. "Sono timido e insicuro" non è una peculiarità, è un comportamento. Un comportamento con cui ti identifichi, ma un comportamento. E la società non vuole proprio niente da te. Sei tu che credi che lo voglia. Dire "Sono timido e insicuro e teorizzo che sia giusto che io continui ad essere timido e insicuro senza nemmeno conoscere la causa profonda della mia insicurezza perchè questo è il modo corretto di essere ciò che sono" è esattamente la stessa cosa che dire "sono un assassino e vado avanti ad ammazzare la gente perchè questo è il modo corretto di essere ciò che sono". La stessa idendica cosa, la stessa identica motivazione. Cioè pigrizia e un comodo sistema di raccontarsela pur di non guardare i propri mostri. E per non assumersi nessuna responsabilità. Comunque, come sempre "ognuno vada dove vuole andare ognuno creda quel che gli pare ma non insegnare a me cos'è la libertà". |
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10-02-2005, 22.55.21 | #30 | |
Ospite abituale
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Re: Re: Re: Re: Accettarsi e migliorarsi.....
Citazione:
Io riconosco di esserlo e posso avere anche conoscenza, a grandi linee, delle cause sottili di questa peculiarità che si lega a doppio filo con caratteristiche di disistima e di sensibilità che so di avere. In quanto ad insegnarti cos’è la libertà, neanche per idea……. Non insegno nulla a nessuno al massimo parlo con chi vuole parlare con me. |
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