Ok, tralasciamo quanto detto in precedenza ...
Allora riparto dalle tue ultime considerazioni:
"l'essere noi stessi non si esaurisce nel fattuale e nel rapporto con gli altri..."
e
"non siamo solo fenomeni"
Il problema è che stiamo discutendo su una cosa che la filosofia, da quando è nata, sta interrogando.
Penso non esista una risposta univoca, ma tante risposte a seconda dei tempi in cui ci troviamo.
Mi sembra, oggi, che apparire ed essere siano molto livellati l'uno sull'altro. Per cui la profondità non c'è più. Non perchè non esiste più, ma perchè non la percepiamo più.
Qui inserisco le considerazioni precedenti: le modalità di comunicazione e di interazione sono così tante, così varie, così indotte (penso alla TV) che il nostro cervello è abituato ad agire e a percepire ciò che vede come ciò che è.
Sia chiaro che questa è una considerazione generale, non personale.
Da un punto di vista personale ho il dubbio (n'altro ancora....) che non sia così facile disinguere tra ciò che è indotto e ciò che è nostro.
Ma sei proprio così sicuro di avere pensieri tuoi? Completamente?
Se l'interazione continua (telematica, via cavo, satellite, web...) avesse "modificato" ,non i nostri contenuti, ma la nostra modalità di comunicare?
Frittate e mal di testa permettendo....