Si, effettivamente mi rimangio la considerazione sul fatto che la mente "faccia la cosa più facile e comoda".
La esprimo in maniera differente:
siamo talmente abituati ad esprimerci e a comunicare (con le modalità qualitative più varie) che perdiamo i significati delle parole.
Il mio sospetto deriva dal fatto che l'intelligenza non è solo individuale, ma anche "collettiva" (qui non mi riferisco a Jung), cioè sociale.
A volte ci adeguiamo (per comprenderci) a significati appresi senza l'esperienza (grazie alla TV o ai messaggi pubblicitari ad esempio, ecc..), per cui è facile apparire come non si è.
Il linguaggio senza il corpo, a mio avviso, è "pericoloso" perchè veicola significati che a volte non conosciamo veramente, per il semplice motivo che il corpo (il linguaggio non-verbale...) non può mentire.
(Certo: una persona esperta potrebbe mentire anche con il corpo, ma solo volontariamente.)
Dico che a volte mentiamo inconsapevolmente, nel senso che usiamo un linguaggio che non è nostro.
Ma in questo mentire facciamo apparire ciò che non siamo...sto giochichiando con le parole...però l'apparenza e la sostanza/essere dovrebbero essere due cose ben distinte: secondo me, oggi, le percepiamo distinte solo a livello linguistico, ma non realmente.
Per questo dico che apparire ed essere collimano.
Non so se ho contribuito o ho fatto ancora più casino...