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10-01-2005, 11.39.02 | #12 |
Ospite abituale
Data registrazione: 04-01-2005
Messaggi: 0
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vita
Penso che una donna diventa più Donna con la sua spiritualità..non tutte le donne quando fanno una ricerca interiore lo divulgano a tutti.La ricerca è personale..molto intima.Dalla ricerca fuoriesce una bellezza della persona.La donna-essere-umana,emana qualcosa di speciale.Attrae fisicamente ma anche mentalmente.La ricerca è silente...tace,ma gli occhi parlano..
Da codesta ricerca scopri emozioni nuove,scopri cose tue mai notate.. e da lì, riesci a conquistare persone,puoi iniziare a viaggiare con loro..a condividere,ad amare...a camminare insieme oguno nel proprio sentiero.. |
10-01-2005, 11.56.28 | #15 |
Ospite abituale
Data registrazione: 04-01-2005
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Donna
Per me significa,essere UMANA...Essere una donna che riesce ad ascoltare l'altro...Una donna che non ha pregiudizi,una donna trasparente,una donna che incontra gli ALTRI per il piacere di condividere la DIVERSITA'..la diversità è vita...LA VITA E' ESSERE VIVI DENTRO... ESSERE CONSAPEVOLI della propria natura...s
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10-01-2005, 12.36.28 | #16 |
Ospite abituale
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Messaggi: 398
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Vedo che siamo tutti daccordo.
Il problema è: come "applicare" ciò che stiamo dicendo? Perchè non proviamo a fare un ragionamento andando all'indietro? Ossia quali sono le esperienze "decisive", i momenti, le esperienze che vi fanno fare queste considerazioni? Personalmente la ricerca e la consapevolezza mi sembrano degli "intenti" dell'Anima, ma a volte non vi sembra di "regredire", di aver fatto tanta fatica per nulla? Con tutti gli sforzi possibili, facciamo sempre "consapevolezza"? Siamo all'altezza di essere consapevoli? La consapevolezza è onnipotenza? Sia chiaro sono solo provocazioni per la discussione, però... PS: Ciao Herzog, non me la passo male...sto nutrendo la pianta del dubbio... |
10-01-2005, 12.53.22 | #17 | |
Ospite abituale
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Messaggi: 2,959
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Re: Donna
Citazione:
Per come la vedo io saper ascoltare, non avere pregiudizi, essere trasparenti, stare con gli altri per il piacere di condividere la diversità, (ma anche le uguaglianze che sono anzi più facili da condividere), non richiede necessariamente il bisogno di tendenze spirituali ma credo invece che sia un qualche cosa di inerente l’essere umano in quanto vivo. Per meglio chiarire mi avvalgo, come spesso faccio di questa citazione che è riferita al mondo pagano, un mondo cioè dove i concetti animistici non sono ancora arrivati: La filosofia pagana abbondava, di esortazioni all’amore del prossimo e all’altruismo, basate probabilmente su una ricerca di “eccellenza” personale e senza bisogno di ricorrere all’aleatoria prospettiva di premi e castighi. Il mondo antico è pieno di esempi di abnegazione, di purezza di costumi, di onestà e di modestia, (da Oreste a Pilade, da Catone, a Lucrezia, da Virginia, a Cincinnato, ecc.) senza complessi psicologici, timori di peccato o terrori di pene infernali. Tali concetti erano sostenuti dalla filosofia pagana in nome dell’universalità della ragione, facendo appello all’intelligenza, al sentimento ed alla dignità dell’uomo. La spiritualità arriva dopo e si fa padrona di un qualche cosa che è nell’uomo appoggiandosi a concetti trascendenti, ma proprio questo appoggio alla trascendenza rende la materia spirituale un fatto di fede e quindi un fatto personale che non è più condivisibile. Ovviamente è solo il mio pensiero. |
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10-01-2005, 14.27.46 | #18 |
Ospite abituale
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Messaggi: 404
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pianta del dubbio e...certezze
Caro Hec, ottima idea quella di coltivare la pianta del dubbio, attento alle spine (le certezze?)...dunque, (stavolta non metto la faccina)...seguiamo il tuo corso:
"Il problema è: come "applicare" ciò che stiamo dicendo? Perchè non proviamo a fare un ragionamento andando all'indietro? Ossia quali sono le esperienze "decisive", i momenti, le esperienze che vi fanno fare queste considerazioni?", chiedi tu... Acc...tutte le esperienze sono decisive, se da ciascuna di esse sai trarre insegnamento..penso che quello che conta sia non tanto quello che si fa, ma come lo si fa...se siamo "onesti" (nel senso di essere sinceri, anche con gli altri), "rigorosi" (nel senso di non abbandonarsi, almeno nei momenti più importanti, agli alibi che, a volte, vorrebbero giustificare altrimenti certe nostre piccinerie), "resistenti" (nel senso di non farci abbattere dalle tempeste), "fiduciosi" (nel senso di dare fiducia agli altri), "rispettosi" (nel senso di dare e pretendere rispetto), "generosi" (nel senso di darsi, senza riserve), "coraggiosi" (nel senso di non fuggire di fronte alle difficoltà), ebbene...faremo molti sbagli, ma avremo anche molte cose "autentiche", l'autenticità essendo, a mio giudizio, la chiave di tutto...questo "tipo di esperienze", caro Hec, a mio giudizio, sono quelle "decisive"... E poi aggiungi: "Personalmente la ricerca e la consapevolezza mi sembrano degli "intenti" dell'Anima, ma a volte non vi sembra di "regredire", di aver fatto tanta fatica per nulla? Con tutti gli sforzi possibili, facciamo sempre "consapevolezza"? Siamo all'altezza di essere consapevoli? La consapevolezza è onnipotenza?" Penso che la sensazione di "regredire" sia normale, bisogna saperla interpretare, secondo me...in una fase di grande crescita, anche un momento di pausa, di stasi può sembrare regressione (abituati a migliorare, una sosta può sembrare un peggioramento, ma non è così)...la "regressione" c'è, invece, in quelle fasi della vita che mi sembra appropriato chiamare "distruttive", quei momenti, cioè, in cui non sappiamo o non riusciamo a crescere e, invece di costruire, tendiamo a distruggere chi ci sta intorno..in questo caso, bisogna invertire la tendenza, seguendo le regole di cui sopra... sulla consapevolezza aggiungo che, secondo la mia teoria del mal di testa (non voglio fare pubblicità, sia chiaro, lo dico in senso ironico...non dice nulla di originale) ,essa può costituire un'arma a doppio taglio...in fondo, ribadisco: la parte più intelligente di noi è la pancia, non la testa, i cui dolori dobbiamo imparare a non ascoltare sempre (i.e.: la consapevolezza, frutto della coltivazione costante del dubbio, è immanente a noi, ma non dobbiamo crederci troppo, se no, ci viene, appunto, il mal di testa.... ). Herzog |
10-01-2005, 16.58.06 | #19 |
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Caro (H)erzog,
però c'è un detto popolare che dice che la "testa comanda il cuore" (almeno mi sembra sia di provenienza popolare). Non è che stiamo parlando di 2 momenti / processi della mente che sono l'uno il risvolto dell'altro? C'è il mometo dell'analisi, dell'elaborazione e del dubbio in cui tratteniamo le meningi, ci affatichiamo con pensieri ed elucubrazioni. E poi c'è il momento del rilascio, del pensiero che pensa così tanto che alla fine pensa al niente (che forse è il tutto, vero Klee?). Pancia e mente sono pur sempre collegate. Un salutone |
10-01-2005, 17.07.37 | #20 |
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pancia e cuore...
Caro (H)ec, purtroppo, a molti, la testa comanda il cuore, ma, stavolta (e non è l'unica, temo) il detto popolare, a mio giudizio, sbaglierebbe...pancia e testa sono sì collegate e non intendevo dire che si "pensa con la pancia", con la pancia si "sente" e, sovente, questo viene prima (durante e dopo, anche) del pensare...(io, quel prima, lo chiamo "istinto")...e non fa parte di quello che tu chiami momento del rilascio, del pensiero che pensa così tanto che alla fine pensa al niente, perché, anche in quel momento in cui si "sente", il pensiero continua a funzionare, dettandoci, spesso, istruzioni contrarie (paure e ansie) rispetto a quelle che ci vengono dalla "pancia"...
o forse devo solamente mangiare cibo meno pesante Cari (e indigesti) saluti Herzog |