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30-12-2004, 19.58.09 | #33 | |
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Citazione:
Ma poi, scusa, sempre scherzosamente, che senso ha la mia opinione personale sulla definizione di un termine? Dimmi, secondo te, ma la tua opinione personale per favore, cos'è un tavolo? Tutti i miei interventi su questo post mirano a dire che non si può parlare di IO senza prima definirlo. La mia definizione personale, quindi, lascia il tempo che trova. |
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30-12-2004, 20.41.57 | #34 |
Utente bannato
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siccome sono strasicurA
che tu sappia bene che cosa si intende PER ego così ...come NOI comunemente intendiamo la parola EGO... siccome ti stimo in virtù di tanti tuoi bei interventi... volevo sapere da TE (cancella la sensazione d'una pistola puntata alla tempia,please...) "Perché esiste l'ego? qual è la sua funzione?" non da jung o quell'altro... vabbè... non prendertela dai spesso non riesco ad esprimere bene quello che vorrei dire ...solo questo B. |
30-12-2004, 21.20.38 | #35 |
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Ma io ho già detto che secondo me non esiste. E allora come faccio a dirti perchè esiste e a cosa serve?
Ti faccio un riassunto. Non esiste una cosa che possiamo chiamare Ego, o IO, esiste, secondo me, un agglomerato di energie psichiche, che, come ho detto all'inizio, non coincide in toto con la coscienza, che ha (me è una metafora, ovviamente!) una grande capacità di attrazione gravitazionale. E', per me, quel qualcosa che ci tiene insieme, che ci fa avere la sensazione di essere individui. Ma non è una cosa, è una funzione della psiche. Questo l'ho detto fin dai primi messaggi. Poi, siccome io dicevo che non si può parlare di Ego senza definirlo perchè, sinceramente, io non lo so che cosa tu pensi che sia l'Ego, Ivo ha postato la definizione di Freud. E io ho detto che quel tipo di IO secondo me non esiste proprio, nemmeno come funzione della psiche. E ho cercato di spiegare perchè proprio facendo riferimento alle teorie di Freud. A questo punto Ivo mi ha chiesto se sapevo qualcosa di come è visto l'Io in altro modelli psicologici e a me è venuto in mente Assagioli e ho fatto una ricerchina apposta per questa discussione. Credevo di fare un favore. Mi scuso moltissimo. Forse in un forum di psicologia parlare di psicologia è fuori luogo ma a me non era venuto in mente. Ancor scusa. |
31-12-2004, 00.14.04 | #36 |
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non ti devi scusare ma, possibilmente, proseguire...
spesso diamo ciascuno un significato diverso ad un concetto o ad una parola e questo genera confusione e incomprensioni. Questa mi sembrava proprio l'occasione per chiarirsi sulla definizione di qualcosa che viene spesso citato e preso come riferimento. Le tue ricerchine vengono seguite anche da chi, come me, non si sente di entrare nel discorso perchè vuole chiarire prima con se stessa delle cose. Avevo un rapporto non conflittuale con questo povero 'io', non mi sembrava qualcosa da sconfiggere, annullare, prendere necessariamente a bacchettate sulle mani. Da tante discussioni svolte di recente sembra invece che per altri è la barriera da superare, sconfiggere, annullare per la completa realizzazione. E questa poteva essere l'occasione per tornare su un termine che non sempre si usa a proposito e per chiarirsi un po'. Gli spunti che stai dando per me sono importanti per 'partire', perchè per quel che mi riguarda non saprei affrontare l'argomento se non a casaccio. Sento anche io che la definizione che da Freud è un po' troppo restrittiva e mi trovo più nella definizione più 'tranquilla' di Jung la sento più vicina al mio modo di sentire le cose e mi sembra che racchiuda più sfaccettature...almeno rispetto all'ego 'censore' di Freud. Però qui mi fermo ed invece vorrei proseguire. |
31-12-2004, 01.06.15 | #37 |
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Rodi, l'Io da annullare, distruggere... è il concetto di vaquità del buddhismo. Per alcuni l'annullamento dell'Io corrisponde più o meno all'illuminazione. Ma qui io non sono bravissima con i termini perchè anche nel campo della spiritualità i termini cambiano a seconda del modello di riferimento.
Ecco, vedi, psicanalisi e psicoterapie tendono più o meno tutte a rafforzare l'io, la meditazione ad annullarlo. Ora, ammettiamo che sia la stessa cosa. Che l'io che andrebbe annullato è quell'agglomerato di energia che ci tiene insieme. A prescindere dal fatto che se non hai un io ben strutturato non lo puoi annullare perchè non si può perdere qualcosa che non si ha ... se lo facciamo saltare in aria, poi cosa ci tiene insieme? Io credo che quello cui bisognerebbe arrivare non è la distruzione dell'io, che ha la sua funzione precisa, ma alla disidentificazione dall'io. Che è un concetto paragonabile al "rapporto etico" di cui parlavo più sopra. Insomma, ho un nucleo di energia che mi da il senso dell'indentià e di continuità, ma non sono quella cosa. Quella e una mia funzione e mi serve, perchè se la distruggessi, dopo essermi alzata dal cuscino di meditazione non sarei nemmeno in grado di tornare a casa. E' una mia funzione ma io (nel senso di pronome) non sono il mio io! Uso il l'io per quello che serve. Come uso la bocca per mangiare ma non sono la mia bocca. Come uso le mie conoscenze per lavorare ma non sono un'impiegata, faccio l'impiegata. (tutte esempi scemi per dare un'idea della disidentificazione) Questa, sia chiaro, è una mia interpretazione. Condivisa da altri, ma non quella di una precisa tradizione spirituale. Che io sappia almeno. Adesso qui bisognerebbe chiamare qualcuno in gamba di quelli che frequentano il forum di spiritualità per vedere se ho detto castronate oppure no. |
31-12-2004, 01.57.44 | #38 |
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Altra ricerchina
Un modello cognitivista post-razionalista: Humberto Maturana
Inizio citazione Il processo continuo di spiegazione dell'esperire (l'emergere della coscienza autoriflessiva è una caratteristica della specie umana) assume nell'uomo un ruolo cruciale nel dare coerenza all'esperienza del vivere. La conoscenza di sè ha origine quindi da un processo circolare tra l'"IO" che esperisce ed agisce e il "ME" che osserva e valuta (15), nell'articolazione coerente di un significato che garantisce un senso di continuità ed unicità sistemica individuale (significato personale). Gli assunti di base poco sopra esposti comportano come prima conseguenza quella di dover considerare ogni individuo come portatore di un significato che gli permette di riconoscere e riferirsi ogni esperienza immediata di sé e del mondo. Io............ESPERIENZA IMMEDIATA -------------------------------------------------------------------------------- articolazione del significato personale PSICOTERAPIA -------------------------------------------------------------------------------- Me............IMMAGINE COSCIENTE DI SE' Fine citazione -------------------------------------------------------------------------------- Sinceramente, non se so nulla, anche se dovrebbe essere argomento del mio prossimo esame riporto per chi fosse interessato |
31-12-2004, 10.42.18 | #39 |
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Sto seguendo il tuo processo mentale e in qualche modo, senza saperlo, mi stai confermando dei dubbi latenti che avevo.
Sono concorde nel dire che è più consono alla nostra natura (almeno alla mia) il processo di 'disidentificazione' rispetto a quello di 'annullamento'. E c'è qualcosa che avverto a livello epidermico che mi conferma questo, è difficile da spiegare ma ho come la sensazione che spesso questo processo non venga svolto in maniera etica e da questo nascano tante incoerenze nel comportamento delle persone che cercano questa benedetta disidentificazione. Ora desidero metabolizzare con calma questo discorso con me stessa. Grazie dello scambio e buon inizio d'anno. p.s.: spesso proprio le spiegazioni 'sceme' sono le più efficaci e dirette... |