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#13 |
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
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Per alcuni cambiamenti c'è una chiave efficace, per altri meno.
Ma quella chiave, come si utilizza? Cioè, come è possibile concretamente "sganciarsi" da quegli schemi (domanda da un milione di dollari!!!), è possibile farlo da soli, o serve necessariamente un'aiuto esterno (psicologo, psicoterapeuta ecc..) Ps: hai centrato in pieno il concetto! |
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#14 | ||
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
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Citazione:
non è affatto un problema, ci beviamo quello che vuoi! ![]() Citazione:
...un'esempio puoi averlo leggendomi ![]() Circa il "volersi bene" e il "farsi male" posso riportarti in due righe la mia esperienza personale: ho passato un periodo in cui, un pò demoralizzato, depresso, mi sentivo proprio una cacc*: avevo l'autostima sotto i piedi...dunque il pensiero davvero geniale qual'è stato? Beh, visto che sono una cacc*, e le cacch* che si trovano sul proprio cammino si pestano, dal momento che io mi trovo necessariamente sul mio cammino, io mi pesto! Davvero geniale questa soluzione mi ha portato a una vera escalation di autodistruttività: mi autoumiliavo...mah...diciamo poi per inciso che molti fattori mi hanno portato a comportarmi in questo modo, comunque la...sostanza...resta questa. Dopodichè, un giorno, all'improvviso mi successe di fare capolino da quella fossa che mi ero scavato, e guardandomi intorno, guardandomi indietro e guardando me stesso mi sono detto: sono veramente una mer**! ma no perchè lo fossi, ma perchè piuttosto mi comportavo come tale. Quindi mi son detto: o mangi sta minestra o salti giù dalla finestra, ed ecco che pian piano ho riiniziato a nutrirmi e dopo un pò sono riuscito a passare alla pastasciutta e quindi alle bistecche...non sono ancora al salmone e all'aragosta ma per adesso va bene così (ps: è metaforico) ecco insomma in sostanza a me è successo fondamentalmente per immaturità, scarsa consapevolezza e conoscenza della vita, con conseguente tentato abbattimento di quel fusticello...fragile che ero e che voleva essere forte, e capricciosamente ha scelto la strada dell'acetta a quella dell'accettazione e dell'impegno per salire verso il sole sempre più robusto. In questo caso alla consapevolezza, alla conoscenza di me stesso, è corrisposto un cambiamento praticamente conseguente. Il problema qui è invece...quando vuoi iniziare a "potarti", a eliminare i ramoscelli secchi per far crescere quelli più verdi, ad eliminare quei rami che impediscono un'adeguato respiro solare. |
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#15 | |
Anima Antica
![]() Data registrazione: 22-07-2002
Messaggi: 423
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Citazione:
Penso che dipenda un pò da tante cose: se gli "schemi" comportamentali sono molto antichi, molto radicati, probabilmente chi li attiva ha necessità di aiuti esterni per liberarsene. Per quanto riguarda il "come".... è vero, la domanda è di quelle che valgono un milione di dollari... Posso dire che una volta conosciuta l'ossatura dello schema comportamentale è più semplice riconoscerla quando viene attivata nella situazione al tempo presente, e in questo modo può essere che la persona riesca a prendersi un attimo di tempo per disinnescare il meccanismo che porta alla reazione stereotipata a catena. Penso che in fondo il segreto a volte sia proprio quello di imparare a prendersi qualche secondo di tempo, tra lo stimolo dato da una situazione e la risposta che si attiverebbe subito dopo. Un attimo di pausa può fare la differenza tra innescare una reazione automatica o invece agire sulla base di quello che vediamo, percepiamo e viviamo istante per istante. Ma ti parlo di quello che faccio io... non saprei dirti poi se ci sono altri sistemi... |
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#16 | |
Ospite abituale
![]() Data registrazione: 16-08-2003
Messaggi: 242
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Citazione:
Molto giusto. Potrebbero essere utili tecniche di rilassamento praticate con costanza per creare quel minimo "spazio" interno che ci consenta di agire e non reagire... Ad alcuni è servito. |
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#18 | |
Nuovo iscritto
![]() Data registrazione: 03-04-2002
Messaggi: 1,287
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Re: Re: il caffè
Citazione:
Vuoi dire che se un adulto si fà volontariamente del male, diciamo per "proteggersi" da un eventuale pericolo è perchè l'ha già vissuto nell'infanzia? e cosa potrebbe essergli accaduto di grave per indurlo alla difesa autolesionandosi? ed ancora: perchè da adulto si ritrova in situazioni di autolesionismo? Dovete scusare la mia curiosità, non sono addetta al mestiere di psicoequalsivogliacosa ![]() Potrebbe anche starci che il soggetto in questione lanci messaggi di aiuto non espliciti...per es.: tu lo vedi che sta male, ma se gli chiedi cos'ha ti risponde tutto bene, mai stato meglio! Sai...lavorando di fantasia si potrebbe anche addurre che si senta ricattato o minacciato e qui comprendo quel che dici "si protegge", ma di fronte a queste situazioni atipiche come si può intervenire senza ulteriormente far danni più di quelli che già vive? Penso che il comunicare al soggetto una propria disponibilità nell'ascoltarlo non sia male e come scrive r.rubin: i rami secchi li deve potare cmq da solo, ma il difficile, credo, rimane nel farlo uscire dal senso di paura in cui vive, cioè fornirgli l'accetta. Da tutto questo: può essere un soggetto autolesionista per cause altrui? Probabile sia uscita di senno, ma se vorrete rispondermi avrò sempre il piacere di leggervi e di farvi qualche altra domanda ![]() |
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#19 |
Anima Antica
![]() Data registrazione: 22-07-2002
Messaggi: 423
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Tammy
Rischiamo di andare fuori argomento, comunque la risposta alla tua domanda non è nè semplice nè univoca.
Intanto l'autolesionismo fisico è spesso un sintomo di malattie psichiatriche gravi oppure di malattie neurologiche o metaboliche, e questo vuol dire che in questi casi i fattori psicologici c'entrano poco. Se mi parli di autolesionismo in senso più lato, ossia la tendenza della persona a cacciarsi in situazioni dolorose (ossia non una forma di autolesionismo fisico), non è detto che il "finale" della situazione sia quello che la persona cerca. Inoltre possono esserci molte cause dell'inversione del rapporto tra piacere e dolore, una delle quali è l'abuso fisico o sessuale nell'infanzia da parte di un genitore. In questi casi chi elargisce il male è anche contemporaneamente la stessa persona che fornisce nutrimento e una forma di affetto, sia pure distorta. Mischiare queste componenti (dolore e amore, male e bene) nella stessa figura può causare una sorta di cortocircuito fra piacere e dolore, generando di fatto una situazione di masochismo. E questo avviene anche quando l'abuso è psicologico e non fisico. Il fatto di farsi del male come richiesta di aiuto esiste, ma è rara e comunque inefficace. Quasi nessuno capisce questo tipo di messaggi. Nel caso di alcuni disturbi gravi della personalità, il farsi del male fisicamente serve a percepire se stesso, quando la persona sperimenta il nulla più assoluto perchè manca della capacità di recepire stimoli lievi. A quel punto per sentire di essere vivi bisogna farsi del male, perchè il dolore è la dimostrazione tangibile della vita, che non si percepisce in altra maniera. Comunque esistono persone che hanno bisogno di stimolazioni forti anche se non necessariamente dolorosi, in quanto hanno perso o non hanno mai avuto la capacità di discernere le sfumature e i dettagli e di godere di essi. Mi viene in mente per esempio quel tipo di persona che cerca sempre la battaglia col proprio partner, perchè solo nell'interminabile catena di litigi-riconciliazioni, litigi-riconciliazioni riesce a percepire l'amore dell'altro. Tutti modi molto faticosi di vivere, ma che se vengono messi in atto in genere una ragione c'è. |
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#20 |
Nuovo iscritto
![]() Data registrazione: 03-04-2002
Messaggi: 1,287
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Il fatto di farsi del male come richiesta di aiuto esiste, ma è rara e comunque inefficace. Quasi nessuno capisce questo tipo di messaggi.
E' triste, seppure una verità, vuol dire che il soggetto è destinato a morire della propria autolesività? che aiuto suggerite? se aiuto a questo punto c'è. Non mi sembra più di tanto di essere usciti dal thread iniziale...... è consapevolezza anche questa, è conoscenza di sè, anche se distruttiva piuttosto che costrutiva, la mia domanda rimane: come migliorarla? Non servono spiegazioni psicoterapeutichelibroletterar ie..... bastano poche ed efficaci parole, se ci sono. una bonanotte serena a tutti voi |
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