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03-01-2004, 20.22.09 | #7 |
Ospite
Data registrazione: 18-12-2003
Messaggi: 3
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Per avere successo in un colloquio secondo me bisogna essere se stessi, non vendere fumo e non mentire. Dei buoni consigli si trovano anche nel libro "Il posto è tuo", era un libro abbinato con il Corriere della sera a novembre. Per averlo ora credo occorra scrivere all'ufficio clienti del corriere della sera.
Scusa Fragola, ma mi riesce un pò difficile immaginare che uno a metà colloquio si alza e se ne va e che poi venga chiamato di nuovo per la successiva fase di selezione o addirittura per l'assunzione. Se uno si alza e se ne va a colloquio in corso dimostra come minimo di non essere interessato per la posizione offerta e per l'azienda. |
04-01-2004, 10.18.57 | #9 |
Ospite
Data registrazione: 18-12-2003
Messaggi: 3
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Scusa Fragola ma non volevo mettere in dubbio ciò che hai detto; mi sono solo stupito che ciò sia accaduto , tutto qui.
Sempre riguardo al fatto di essere se stessi e non vendere fumo durante i colloqui (a questo ci pensano i selezionatori quando fanno la presentazione dell'azienda!!) mi ricordo che poco dopo la laurea feci un colloquio in una grossa azienda di revisione. Eravamo 9 candidati. Dopo una breve autopresentazione (le selezionatrici annotavano anche quanto tempo impiegavamo a presentarci) ci fu la discussione di un caso aziendale. Uno dei candidati, che nella presentazione aveva vantato un soggiorno di un anno a Londra con corsi e certificazione e che per tre volte aveva ribadito di aver iniziato uno stage il giorno dopo la discussione della tesi, monopolizzò la conversazione, correggeva gli altri partecipanti e parlava con un linguaggio molto tecnico e manageriale. Alla fine su 9 candidati passammo alla fase successiva in sette. Dei due escusi, uno era un candidato che non aveva aperto bocca durante il colloquio di gruppo, e l'altro era proprio quello che aveva monopolizzato la discussione. Timidezza e arroganza, nel colloquio, come nella vita, non pagano |
04-01-2004, 11.14.52 | #10 |
Ospite abituale
Data registrazione: 07-08-2002
Messaggi: 375
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Quando ero principiante non capivo un accidente di ciò che avrei dovuto fare.
Per cui il colloquio si è risolto presentandomi per quello che ero: il mio titolo di studio, eventuali precedenti lavoretti svolti, la mia aspettativa nei confronti del nuovo lavoro e la mia disponibilità in termini di tempo ed eventuali trasfertine. Al tempo non ho discusso molto dei quattrini, nel primo impiego non sapevo come regolarmi. Ho avuto anche la possibilità di provare, remunerato ovviamente, l'impiego per un mesetto così da poter tastare la reciproca compatibilità. Ho assistito a colloqui con aspiranti per la nostra azienda, fondamentalmente ognuno fà come gli pare. Durante un colloquio però si riconoscono abbastanza bene quelli che sono atteggiamenti forzati, per cui se non hai ben chiaro quello che devi fare è inutile ostentare sicurezza in quanto (per me che ci lavoro già) percepisco subito che non ci hai capito un accidente. Il mio unico consiglio è di evitare questi atteggiamenti forzati per farsi vedere più capaci di quel che si è (magari senza accorgersi che si è già capaci abbastanza senza bisogno di alcuna "pompatura"). Se dovessi farlo adesso trovo ottimi i consigli di Fragola anche se, per persone con un certo tipo di carattere, risultano difficili da applicare. E' importante portare avanti la propria dignità di persona: comunque vada non sarai mai solo un numero nell'azienda ma una persona con le proprie idee, anche se eventualmente diverse dal quelle dei tuoi attuali o futuri principali/colleghi. |