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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze |
30-10-2003, 16.12.38 | #22 | |
Vivi!
Data registrazione: 28-10-2003
Messaggi: 1,159
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Citazione:
Curiosità : Secondo voi qual'è l'entità del danno provodato dalla situazione [se potrebbe essere una situazione reale (non sono padre e non mi è capitato, o almeno non ricordo)]: Il bambino/ragazzo discute con i genitori di un certo argomento....questi per paura che il bambino/ragazzo non sia capace di comprendere le loro spiegazioni, che si faccia un'idea diversa dalla loro, le omettono, invitando il bambino ad accettare un consiglio su cosa sia giusto fare....supponiamo che il bambino/ragazzo accetti il consiglio....con il passare del tempo crede che quello che ha fatto non era la cosa migliore da fare, perchè per quanto è riuscito a capire da solo, fino a quel momento poteva agire diversamente e con risultati migliori. Che atteggiamento avrà, in linea di massima, al prossimo consiglio? In che modo cambierebbe il comportamnento con con i genitori? |
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30-10-2003, 16.39.16 | #23 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 09-05-2002
Messaggi: 2,913
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Così a occhio
direi che siamo proprio sulla stessa lunghezza d'onda!
Non ti pare? Ci sono solo due cose su cui non sono proprio d'accordo: 1) se un bambino piange per ore non è poi così normale pensare di buttarlo dal balcone... beh, se prendi seriamente in considerazione l'idea di buttarlo dal balcone non è normale di certo!!! Credo che chi lo ha scritto lo pensi con quello stesso tono scherzoso con cui si dice "ti mangerei di baci". Mica è normale mangiarsi i figli! Ma io credo che sia anche una madre sufficientemente buona vive attimi in cui proprio vorrebbe fare tutt'altro!! In cui vorrebbe essere altrove. In cui non ce la fa. Meglio ammetterlo, se succede. 2) dici (non trovo la frase da citare) che chi non è stato amato non impara ad amare. E' tendenzialmente vero ma non in modo assoluto. Una briciola di amore da coltivare credo che l'abbiamo tutti. O almeno il 99,9 periodico % degli esseri umani. Può essere dolorosamente nascosta ma c'è. E' la mia esperienza. Quando ho detto di avere avuto una madre pessima intendevo proprio pessima. Eppure questa ferita (perchè è una ferita profondissima) è diventata la mia risorsa. Ovviamente ho chiesto aiuto, proprio per non trasmettere a mio figlio la mia eredità di angoscia. Beh, per intendersi, io non pretendo di essere (meglio essere stata, credo) una madre sufficientemente buona! Sarebbe meglio chiederlo a mio figlio. A me è sufficiente vedere che è cresciuto, che sa gestirsi, che sa prendere decisioni, che ha relazioni profonde con gli amici e sa voler bene alle persone. Che è interessato a quello che gli succede intorno. Stimo l'adulto che mio figlio è diventato e di solito dico che è venuto su bene nonostante me. Anche se ci sono stati momenti in cui ... il balcone no, ma se avesse avuto la pila l'avrei staccata per un quarto d'ora! Vorrei dire qualcosa anche io su quella donna di 60 anni... non ricordo molto del caso, solo che avevo pensato: ma come si fa? Quante possibilità che non abbia l'energia per fare la madre! Quante possiblità che il figlio rimanga orfano troppo presto! Come si fa? Perchè? E spesso mi sono chiesta se quella smania di maternità non fosse poi così simile all'incoscenza con cui io stessa ho messo al mondo un figlio a 19 anni, solo perchè era nella mia pancia e lo sentivo vivo dentro di me. E non potevo, non trovavo il coraggio di abortire quando da anni immaginavo e sognavo il momento in cui avrei avuto tra le braccia un bimbo da cullare! Mi sono chiesta un sacco di volte se il mio desiderio fosse stato altrettanto egoistico. E adesso, raramente parlo di cose così personali sul forum, perdonatemi, ma adesso vorrei racconare il momento che per me è stato il più importante nel mio rapporto con mio figlio. Ero appena tornata a casa dall'ospedale, dopo il parto, e lo stavo allattando per la prima volta in un luogo intimo e tranquillo. Non erano come adesso i reparti maternità, 22 anni fa! Io e lui, finalmente, da soli. Un bimbo i pochi giorni. E lo guardavo felice e un po' spaventata. E improvvisamente ho pensato che quel piccolino sarebbe diventato un uomo alto, peloso, con la barba e il vocione, probabilmente diversissimo da qualsiasi sogno io avessi fatto su di lui durante la gravidanza. E che la cosa più difficile sarebbe stata lasciare che diventasse così. Mi sono lasciata trasportare. Scusate. ciao |
30-10-2003, 18.01.57 | #24 |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-10-2003
Messaggi: 49
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Così a occhio..e croce..
Rispondo alle tue domande
1) se un bambino piange per ore non è poi così normale pensare di buttarlo dal balcone... beh, se prendi seriamente in considerazione l'idea di buttarlo dal balcone non è normale di certo!!! Sì, era evidente che Laurablu dicesse metaforicamente difatti io non avevo dato alla frase un senso reale o assoluto, difatti di seguito ne davo spiegazioni inserendo il tutto in quel contesto di maternità che stavo analizzando. Non metto in dubbio che a volte la vigilanza e l'attenzione verso un neonato, 24 ore su 24, porti una madre a vivere "attimi in cui proprio vorrebbe fare tutt'altro!! In cui vorrebbe essere altrove. In cui non ce la fa.", proprio xché è vero 2) la frase si trovava + o meno all'inizio della "seconda parte". Difatti riguardo a ciò io di seguito dicevo anche: "E' quindi ovvio che una persona che da bambino è stato abbandonato e cresce tra violenze e odio sarà un adulto che saprà insegnare rabbia e odio e saprà vivere di queste emozioni perché queste ha conosciuto, le altre non è riuscito a svilupparle, non sono represse nè accantonate, sono ignorate mai schiusesi." Quindi, salvo un caso di cui ho testimonianza, non ho negato nè nego che anche negli individui peggiori ci sia quel feto d'amore. Nel caso, e per la questione appena sopra trattata, consiglio la visione del film "Leon" di "Luc Besson" Ultima modifica di Sngniaus : 30-10-2003 alle ore 18.04.23. |
01-11-2003, 10.20.22 | #25 |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-03-2002
Messaggi: 211
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Una volta avevo sentito dire che l' "istinto materno" è un gene contenuto nel cromosoma X dei maschietti, che così si assicurano che le femmine si occupino della prole o meglio della loro prole.
Ma non voglio cadere in semplicismi. Mi accodo invece al fatto che sia normale avere istinti omicidi nei confronti dei propri figli in momenti di particolare stress psico-fisico. Quello che distingue le mamme normali da quelle "malate" e che riconoscono il proprio sentimento per quello che è e riprendono in mano la situazione con la ragione e la pazienza. Mentre invece le altre li ficcano direttamente in lavatrice. Viviamo in una società che sottovaluta lo stress post-parto dando per scontato che l'istinto materno metta a posto qualunque cosa. Poi dopo tre anni e una madre che tenta di uccidere un figlio ci si rende conto che questa donna aveva avuto una fortissima depressione post-parto non curata. Ergo il tutto poteva essere evitato se la neomamma avesse avuto un aiuto tempestivo. Viviamo in una società che ci lascia abbandonati a noi stessi, specialmente in momenti così delicati come avere un figlio. Non è vero che le donne sanno cosa fare o per lo meno il loro istinto su cosa fare arriva solo fino al momento del parto. Tutte le donne sanno partorire perchè è fisiologico. Non tutte le donne sanno accudire un figlio perchè non è più fisiologico. Bisogna imparare. Quando il primo giorno che tuo figlio piange tu non sai per certo il motivo: avrà fame, sonno, sete, ecc? Boh! E' solo dopo diversi giorni che il tuo orecchio (o meglio il tuo cervello) capta quelle sottili sfumature nell'intonazione del pianto che attraverso la tua esperienza ti fa centrare al primo colpo il bersaglio. Ma è una facoltà che si acquisisce. Insistono tanto in ospedale a affichè tu frequenti il corso preparto ( a pagamento!), ma non ti danno nessun aiuto per il post-parto. Non ti sanno aiutare nell'allattamento insegnandoti come il bambino deve essere attaccato (o perlomeno le informazioni sono scarse, superficiali e riquardano solo il periodo di tempo che resti in ospadale, mediamente 2 giorni). Le nostre madri hanno un'età in cui sono ancora lavoratrici e quindi ti possono aiutare per poche ore al giorno, se non hai la possibilità economica di prendere una donna di servizio, oltre a dover stare dietro al tuo bambino devi anche cucinare, pulire, fare la spesa. Il tutto sommato al fatto che dormi veramente poco nei primi due mesi di vita del bambino perchè mangia mediamente ogni 3/4 ore, notte compresa. Il tuo riposo è completamente sballato perchè il tuo fisico non è preparato di notte a interrompere il sonno così spesso. Diciamo che fondamentalmente una donna è sola col suo bambino. Non ti pare che ciò provochi uno stress talmente forte da pensare in alcuni momenti se lo uccido ho risolto la soluzione. La strutture sanitarie pubbliche dovrebbero dare un aiuto più concreto alle giovani mamme, con un supporto tecnico (una ostestrica che ti aiuti a capire i meccanismi di un bambino) e un supporto psicologico, come degli incontri ssettimanali con uno psicologo per potersi liberare di tutto quello che rimestola dentro di te. Questa dovrebbere essere la prassi non l'eccezione |
01-11-2003, 16.18.57 | #26 |
Moderatore
Data registrazione: 16-10-2003
Messaggi: 1,503
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Oggi ho voglia di essere brutale.......
Sarete anche persone in gamba e dunque rare ma onestamente non è per piaggeria che affermo di condividere quasi tutto quello che leggo nei vostri interventi. Quasi un idem sentire. Sono quindi convinto che potrete sopportare la durezza di quanto sto per scrivere. Non me ne vogliano le non mamme ma la maternità non è solo l'apoteosi della femminilità ma la vita stessa! La grandiosa semplicità, la struggente violenza, il divino retaggio che si fa carne. Insomma non ho parole per parlare adeguatamente di questa immensamente grande esperienza. E non ne ho neppure per discutere dell'arretratezza culturale, dell'aridità spirituale, della pochezza di buon senso e della povertà di prospettive con cui la società intera affronta il momento della vita più importante in assoluto che andrebbe amato, custodito, cresciuto in ben altro modo. Ora è vero che in tanti Paesi europei ad esempio ci sono leggi, un briciolo di cultura in più e tutto un abito mentale che, a mio giudizio, consente una qualità educativa e della vita dei genitori nettamente superiore. E per me è ancora più vero che la Chiesa cattolica difende solo a parole la famiglia tant'è che siamo tra le nazioni a più bassa natalità al mondo.........scusate m'è scappato tuttavia siamo qua e qualsiasi discorso sul come possiamo migliorarci come genitori mi fa venire in mente che io è tutta la vita che provo a migliorarmi prima come giovane e poi come uomo e i risultati, francamente, non li vedo. Non che mi ritenga un uomo che vale poco, oddio magari lo sono ma non me ne accorgo, però sono come sono. Posso anche mantenere la tensione, la pressione su un certo difetto per anni, arrivando quasi a farlo sparire ma non appena mi distraggo o comunque si creano determinate condizioni.....ZAC....quello che hai scacciato dalla porta rientra, come si suol dire, dalla finestra. E allora non vorrei trasmettere un messaggio di superficialità o peggio quando dico che l'unica ricetta è amare, amare, amare. Poi non raccontatemi storie: sappiamo tutti perfettamente quando è amore di quello buono, di quello che fa bene o quando è voglia di star tranquilli, gelosia, possessività e via andare tutti i classici difetti dei genitori. E' un pò questo il messaggio che volevo far affiorare tra le righe dei miei precedenti post....... Ciao a tutti |
01-11-2003, 17.31.23 | #27 | |
Vivi!
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Citazione:
Sei com'eri ieri? Sei come sarai domani? No, sei come sei ADESSO!... quindi da ieri c'è già stata un'evoluzione e domani sarai più evoluto di oggi!...o no? |
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01-11-2003, 17.57.21 | #28 |
Ospite abituale
Data registrazione: 18-10-2003
Messaggi: 0
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Condivido pienamente quanto scritto da Fragola, vorrei però aggiungere che anche l'istinto paterno è altrettanto forte, positivo, e importante. Non lo metterei in secondo piano, anzi mi pare che oggi i padri siano altrettanto coinvolti nella nascita e nella crescita dei figli.
Anch'io ho un figlio, e penso che la cosa più difficile sia accettare che lui sia magari una persona diversa da me, che faccia le sue scelte, che viva la sua vita come meglio crede. Credo che compito dei genitori (e non solo della madre) sia fare il possibile per crescere, nonostante tutti i nostri limiti e le nostre difficoltà, una persona responsabile. |