Quale e' il significato dei nick, e come li scegliamo?
Se e' una specie di maschera che esprime aspirazioni ad identita' idealizzate, cosi' come le vorremmo?
o e' il volere serbare l'incognito? o si collega a qualche esperienza passata per noi significativa?
e poi non tutti li usano, e se scorriamo questo e altri forum troveremo pure persone che si presentano con il proprio nome ed alle volte anche cognome.
E' un tema che mi incuriosisce.
E non dimentichiamo gli avatar in uso nei diversi forum con le loro artistiche rappresentazioni di animali feroci, guerrieri, ecc..

Klee-Clelia

Paul Klee (Münchenbuchsee, 18 dicembre 1879 – Muralto, 29 giugno 1940)

è stato un pittore tedesco, naturalizzato svizzero.

Figura eminente dell'arte del XX secolo, nel periodo della sua formazione, si occupò di musica, poesia, pittura, dando prova di notevole poliedricità, scegliendo infine quest'ultima arte, come ambito privilegiato e dando così inizio a una tra le più alte e feconde esperienze artistiche del Novecento. Si mantenne comunque anche con i proventi derivati dalla sua attività di strumentista presso l'Orchestra di Berna. Esponente dell'astrattismo, non considerava mai l'arte come qualcosa di separato dalla realtà; la sua pittura è legata molto al reale, dalla realtà nasce, infatti, la sua ispirazione. Nonostante ciò la sua pittura è considerata rarefatta ,raffinata.

Nata a 20 km da Berna..
Adoro di pingere..dipingo a modo mio..ma dipingo..uso tutti i colori..
e i colori mi fanno rivivere momenti irreali. clelia

Non sono stato io a sceglierlo, e nemmeno il mio nome reale è stato scelto liberamente dai miei genitori...
Preferisco non parlarne ( a qualcuno però l'ho spiegato in privato, partecipandolo della dinamica legata al nick ); questo lo dico perché non sapevo personalmente neanche cosa significasse. L'ho poi ricercato su internet ..

Credo cmq che quanto si sceglie/riconosce dal di dentro, spezza in qualche modo quella "maschera" che ci viene costruita dall'esterno e da cui si finisce per dipendere tutta la vita ( si 'diventa' qualcosa rispetto all'esterno, senza sapere - rispetto a sé - chi si è realmente ).

Un nick, auto-attribuito, è un'anti-realtà del proprio sé:
da una parte ci può aprire ad altre realtà di noi; mentre dall'altra ci chiude in un circuito ad una "realtà" esclusivamente virtuale...
Qual è, dunque, la Realtà ?

Avevo tentato di iscrivermi su un altro forum inizialmente con altri nick ma tentavo e ritentavo e li non accettavano mai.
Poi ho pensato a come mi chiama spesso mio marito ovvero "luce" ( l'ho folgorato! ) ma doveva essere più lungo per quella iscrizione, così, rimuginando, ho aggiunto "vera" sia perché in questa vita spero di riuscire ad essere una persona "vera" (= sincera, onesta, trasparente,etc )... sia perché si "sposava" bene con "luce"... da tutto questo travaglio psico-verbale è nata "veraluce" .
Devo dire che in questo nick mi rispecchio... mi ispira ottimismo, è come una seconda pelle per me... lo sento più vero del nome vero !!!


Ho scelto l'avatar del piccolo angelo perché mi è stato subito simpatico... quando lo guardo mi trasmette buon umore... non lo cambierei con nessun'altro!!!!

P.S.:Come nick sinceramente avrei usato volentieri anche il mio nome vero, ma non so perché, sempre quel matto di mio marito mi ha chiesto gentilmente di non usarlo come nick ( è geloso anche del quello forse? No, è soltanto vittima di fobie! )... e io gentilmente non l'ho usato

E tu Hava, come mai questo nicK?

Non ci posso credere: questa mattina in macchina avevo pensato di proporre la stessa domanda!
Inoltre avrei una aspirazione: in qualche caso vorrei potermi rivolgere a voi chiamandovi con nomi più personali, meno astratti...non dico che debbano essere autentici; è chiaro che, esponendo pubblicamente gli affari nostri e i più reconditi pensieri, non sempre possiamo gradire di essere riconosciuti. Allora non dirò il mio cognome, ma solo il mio nome: Matilde. Il mio nick rispecchia una delle immagini che ho di me, una delle tante possibili...

Immagino che quasi tutti abbiano attribuito un qualche significato al proprio nick. Ed avranno fatto bene certamente.

Il mio nick, marco gallione, io lo uso solo qui.
Non ne ho altri e non ne uso altri.
Quando mi è stato chiesto al momento della mia registrazione a Riflessioni di darmi un nick, non so per quale ragione ho immediatamente avvertito la necessità di non attribuire alcun significato alla scelta, al nomignolo prescelto.
Per cui, mi sono dato 6 secondi – 6 secondi non di più – per crearlo. In pochi secondi (6 secondi) è piuttosto difficile costruire un significato, un qualche significato da dare al proprio nick.

Per quanto possa interessare (probabilmente per niente) posso dirvi che in quei 6 secondi ho pensato quanto segue, se mi ricordo bene:

Secondo 0
Non dare alcun significato al nick, please.

Secondo 1
Quale nick è veramente privo di significato?
Quello che non è un nick, quello che suona con un nome normale.
Cosa caratterizza un nome normale?
Che è composto da un nome e un cognome normali.

Secondo 2
Qual’è il primo nome normale, comune che ti viene in mente?
Non saprei, Marco, Paolo, Giovanni.
Ok. Va bene il primo che hai pensato, Marco.

Secondo 3
Quale cognome potresti utilizzare?
Un cognome normale, nè lungo nè corto, tipo di 6/7 lettere, con una sequenza di consonanti e vocali abbastanza ordinaria.. prevedibile, non certo tipo Einsten, Metternich, Mennheimmer, o Craxi (Marco Craxi..), o Mussolini (Marco Mussolini?), o Polo (..Marco Polo..?)
Ci vuole un cognome normale.

Secondo 4
Allora.. ‘sto cognome normale lo troviamo o no?!?
Partiamo da una consonante commune, media, mediocre, tipo una G.
G.. gr..Gh..gigl..Gagl.. Gall.. (no, non Gallo per piacere! Ok, allora Galli! ..no..no Marco Galli no, allunghiamolo.. poi conosco uno che si chiama Galli che è grasso..).. Galli…Galli..Gallina? (no!) Gallino? (no).. Gallio? (che c’entra la Gallia di Asterix?!?), Galliotto? (noo, troppo ricchione).. Gallione?! Mmh… fa cag…are, sembra uno che vuol fare il Gallo, il Gallo nel pollaio, il Pirla nel Pollaio. Il Gallione.. ma va ‘sto cretino..

Secondo 5
Certo che fa proprio schifo, fa veramente ca..gare Marco Gallione come "nick". Marco Gallione, che nome di mmm…rda da usare su internét!

Secondo 6
E’ stomachevole Marco Gallione. Ma è finito il tempo. 6 secondi passati.
Resta Marco Gallione.


Questo è quanto. Oggi sono Marco Gallione, e mi fa tutt’ora ca…gare.

Interessante Koan questo punto di vista: il nostro nome essendoci imposto dai genitori e' meno nostro del nick che provenendo dall'anima ci rappresenta piu' fedelmente.
Cioe' la vera maschera non e' il nick ma il nostro nome nel quale spesso si intravedono le aspirazioni dei nostri genitori.

E per quanto riguarda me : Hava e' il mio nome vero --la forma ebraica di Eva. E' un nome con cui mi trovo a mio agio perche' simbolizza anzitutto la MADRE.

Kore, o l'altro nome che designa Persefone, la sposa di Ade. Kore, figlia di Demetra, venne rapita mentre raccoglieva asfodeli in un prato dal dio degli Inferi.
Demetra disperata si mise alla ricerca di Kore (dal greco: la Fanciulla), e quando scoprì ciò che era accaduto, smise di far fiorire e fruttificare la terra e scoppiò la carestia. A nulla valsero le suppliche degli uomini, e neanche quelle degli dei, che non avrebbero più ricevuto i sacrifici votivi. Zeus allora inviò Hermes a intimare ad Ade di rilasciare la fanciulla. Il dio accettò, a patto però che Kore non avesse mai assaggiato il cibo dei morti.
Ma prima di farla salire sul suo cocchio tirato dai neri cavalli, Ade aveva fatto assaggiare un chicco di melograno a Kore, per renderla definitivamente sua.
Così si giunse ad un accordo: per sei mesi Kore avrebbe vissuto con sua madre, e per i restanti sei mesi avrebbe dimorato nell'Ade. In quel periodo la terra avrebbe smesso però di fruttificare.
Da qui, l'origine delle stagioni.

Questo nick è una maschera, che nasconde e rivela al tempo stesso.
Il mito di Kore mi ha sempre affascinata, e mi si addice in qualche modo.

Leggo con interesse le considerazioni di ciascuno, specie quando riguardano le origini del proprio nick.
Magari questa questa discussione, partita con sobrietà, potrebbe diventare una cartina di tornasole dei Forumisti un po' più personale del solito, e forse anche un po' più interessante del solito..

Non è un caso che la discussione sia stata aperta da Hava, che è il mio mito assoluto!

Sentieroluminoso è stata la speranza di vedere un'altra via fuori dalla rete nella quale mi ero impigliata, fatta di strade asfaltate e binari predisposti, è stata casualmente sovversiva proprio come sendero luminoso da cui prende ispirazione, era la voglia di trovare un percorso mio, piccolo ma costruito passo dopo passo da me, è stata la seconda fase della mia vita, dove riordinare e ricostruire sono stati il maggiore impegno. Volevo che fosse un piccolo percorso e sapevo che per quanto breve sarebbe stato lento con un piccolo da tenere per mano. Era beneaugurale un sentiero tortuoso ma luminoso, come il sorriso che speravo tornasse, assente ingiustificato da troppo tempo. Ormai però le biforcazioni si sono ricongiunte ed hanno portato a me, Annalisa, una donna che sa esattamente quel che desidera da se, che vive, sente, ama e ride. Una volta sentiero ha scritto una lettera a me, era un compleanno di molti anni fa:

Aprile 2003 - Ciao, domani è un giorno strano per te e vorrei esserti vicina, ho molte cose da dirti, che non ti ho detto mai. Sono nata dalle tue ceneri, sono stata una piccola luce che ha illuminato quello che c'era dentro di te, sono stata quello che hai voluto salvare, prima di buttar via tutto il resto. Domani qualcuno si ricorderà di telefonarti, di augurarti buon compleanno, vedrai ti sentirai meno sola, ogni anno soffri di questa strana malinconia, questa volta voglio essere io a ricordarmi di te e a regalarti queste parole, perchè tu le tenga dentro di te e piano piano ci possa credere, così come ci ho creduto io. Voglio dirti che ti voglio bene e che sono orgogliosa di te. Sei stata forte, sei stata tenace, sei stata testarda ed impulsiva, hai tentennato, sei crollata, ti sei tirata su e anche quando ti sentivi pesante sei andata avanti a fare quanto c'era da fare. Sei stata severa, troppo severa con te, ti sei giudicata colpevole senza processo e ti sei autoinflitta la pena più dura, la disapprovazione. In virtù di quanto hai giudicato "a priori" colpa tua hai ingaggiato una guerra contro te stessa, un'azione sovversiva che ha distrutto ogni cosa potesse dimostrare il tuo valore, il tuo impegno. Ma se prima o poi vorrai riaprire quell'urna vedrai che tra la polvere qualcosa che luccica c'è. Troverai amore e passione, ogni cosa che hai fatto in questi anni l'hai fatta mettendoci tanto di te, credendoci e impegnandoti. Se riguarderai dentro vedrai che ogni volta che hai cercato di raggiungere quella cima l'hai fatto intraprendendo la strada più irta, la più difficile, ogni volta che sei caduta rotolando non ti sei aggrappata a nessuno, nel timore di trascinare anche altri giù con te. Vorrei augurarti un anno nuovo, pieno di cose, cose per te. Vorrei che ti sedessi un momento e guardassi a quella cima non come una meta da raggiungere, ma limite ultimo di un percorso importante. Vorrei che considerassi la strada tortuosa, quella che gira intorno alla montagna e gustassi ogni passo con la consapevolezza di chi assapora la vita, la tua vita. Vorrei poterti regalare qualcosa di importante, qualcosa di unico, ma non posso. Solo tu puoi farlo, amica mia. Puoi regalare a te stessa quanto fino ad ora ti sei negata, comprensione. Se puoi prova a volerti bene, ad accettarti con tutte le tue imperfezioni. L'amore che ti regalerai sarà un patrimonio che più nessuno potrà portarti via. Con affetto.