"Forse il desiderio di sceglierci da soli un nome (seppur fittizio) deriva dalla voglia di liberarci dal vincolo che ci hanno imposto i nostri genitori e di acquistare totalmente il controllo della nostra persona, per affermare 'ehi, appartengo solo a me stesso'.. che dite, è un ragionamento fattibile" (DaphneArgent)

Sinceramente...ma proprio sinceramente, sinceramente?
.............
............
............
No.

p.s. - almeno per me, ovvio.

Se il nostro nome di persona non è proprio orrendo o dissonante col cognome, se non ci ricorda un terribile nonno (o una zia) che ci rubavano l'ultima fetta di panettone...credo che non dovremmo disprezzarlo troppo. E' sempre con noi perciò , a mio parere, fa parte di noi. Non potremmo viverlo come una potenzialità, piuttosto che come un limite? Detto questo, torno al nick: nella vita "in diretta" voglio dire non virtuale, ci presentiamo con il nostro aspetto esteriore; questo implica che comunichiamo innumerevoli informazioni mediante l'espressione del viso, il tono di voce, il modo di camminare, il tipo di astuccio in cui teniamo le matite...Possiamo esserne più o meno consapevoli, noi e gli altri, comunque le comunichiamo. Qui davanti allo schermo abbiamo invece bisogno di un altro biglietto da visita: molti di noi danno quindi un senso al nick e forse anche all'avatar:solo una prima presentazione.

Ho scelto papera perchè venivo da un periodo in cui non facevo che
fare "qua qua" su argomenti spirituali sfoggiando le mie conoscenze
e "sentendomi" maestra, ma riconoscendomi "persa" umilmente
rientravo nel mio prendermi in giro benevolmente e comprendevo
che dovevo imparare a tacere. Nel gruppo di Psicosintesi mi ero
infatti definita con grande auto ironia la "le sò tutte!!!!" di Zelig.
Adesso ho imparato a fare meno qua qua, intervengo raramente
e "leggo" con attenzione e rispetto ciò che gli altri hanno da dire.
Fare parte di un gruppo mi ha insegnato tanto, anche per questo canto in due
cori!

Mi piacciono sempre le discussioni relative ai “nick”. Il mio è ormai incollato e indissolubile con la mia vita “virtuale”. L’ho scelto tanto tempo fa, ha diversi significati, alcuni evidenti altri meno. Oggi mi piace ricordarne uno in particolare, il Frei-Geist (srpitito libero appunto) di nietzche, per il quale rappresenta l’uomo impavido amante della conoscenza pronto a tutto per essa:
“consapevole della complessità delle motivazioni e della molteplicità dei punti di vista, lo spirito libero è avverso al fanatismo di chi pretenda di possedere la verità assoluta, l'uomo delle convinzioni che altro non e' che l'esponente dell'età arretrata dell'innocenza teoretica”

Lo spirito libero assume come obiettivo della propria vita la "conoscenza".

Il mio avatar invece è un fotogramma tratto da quello che io ritengo il capolavoro assoluto della cinematografia mondiale nel suo genere. La scena di questo fotogramma è una meraviglia all'interno di un capolavoro, un'immensità ermeneutica e un'eloquenza inenarrabile....parla all'anima


Saluti
Andrea

ps
dai non ci vuole molto ad indovinare qual'è il film

non so' per quale motivo ma io ho una vera e propria fissazione per il mio nick..amo il suono della parola..nemesies..la mia e-mail.. i nick di altre iscrizioni per me nn cambiano quasi mai..al massimo nemesi o nemesie..

Lama Anagarika Govinda è l'autore di un libro che ho amato tantissimo, "La via delle nuvole bianche"
"Racconto diretto e descrizione di un pellegrinaggio in Tibet negli ultimi decenni della sua indipendenza e della sua intatta tradizione culturale. Un pellegrinaggio nel vero senso della parola in quanto non segue itinerari prestabiliti né si prefigge uno scopo fisso o limitato; è un viaggio nello spazio non solo esterno ma anche interiore, che parte sempre da un invisibile centro psichico." http://www.fiorigialli.it/dossier/rivista.php?page=3&categoria=3 0&id=6

Anagarika vuol dire "senza casa" che è come io mi sento e poi ha un suono che mi piace moltissimo

Non mi sono mai stupita di fronte allo sbigottimento di tutti coloro che leggono il mio nickname. Nonostante sia nato per caso, l'ho trasformato in una mia vera e propria definizione in cui mi identifico, diventando ormai il mio pseudonimo. D'altronde mi sento un'insalata a tutti gli effetti, colorata, ricca di elementi contrastanti, complicata, etc etc...

Benvenuta Anagarika,---mi chiedo come si possa rinunciare ad ogni regola della vita quotidiana andandosene senza una meta, itinerari, scopi.... Se e' questa la liberta'?
E per cio'che riguarda il significato del tuo nick : la casa come punto di partenza e di arrivo, come fonte di sicurezza, come fai a farne a meno? Se e' una tua scelta?
Sei disposta a dirci di piu'?

Benvenuta Insalatissime, mi fai pensare che alle volte un nickname puo' essere piu' "vero" e riflettere l'identita' a cui aspiriamo. Per cio' che riguarda il tuo nick mi sembra vivace ed ottimistico.

Anagarika vuol dire ovviamente molto di più di "senza casa", ma non sono abbastanza preparata per spiegarlo, anzi se qualcuno è così gentile da farlo...
Posso però dire volentieri che cosa mi affascina di questo concetto.
E' semplicemente aspirazione a lasciare il nido, rinunciare alle comodità e alla sicurezza, alle identificazioni ed agli attaccamenti. Provare ad uscire e vedere che succede, mettendo al di sopra delle "regole di vita quotidiana" altre regole che istintivamente sento superiori.
Sentirsi "senza casa" nel senso di non darsi troppa importanza, sapere di essere di passaggio, non chiedersi sempre il "perchè" di tutto con la presunzione di poterlo scoprire, ma il "come" stare al mondo per diventare un piccolo "strumento di pace", ma anche solo per imparare a non nuocere.