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25-07-2007, 08.24.59 | #7 | |
...il rumore del mare...
Data registrazione: 15-01-2007
Messaggi: 279
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Riferimento: Lasciare ed essere lasciati. Contemporaneamente. Da due persone diverse.
Citazione:
Ho letto e riletto le tue parole, Marco e due sono le cose che alla fine mi sono saltate agli occhi. La prima. La tua "storia esplosiva" è sfociata in una delusione, il che significa che in quel lasso di tempo (di soli cinque mesi come mette bene in evidenza Donella) ti sei creato una montagna di fantastiche aspettative imbarcandoti in un ancor più fantastico viaggio mentale che alla fine si è rivelato solo tuo. Probabilmente non hai mai messo in conto che in lei, tutto sommato, le tue (secondo il tuo metro) invidiabili ed eccellenti qualità non hanno colpito come tu invece davi per scontato e ti aspettavi (magari contando sul fatto che tante altre donne invece te ne hanno dato - e continuano a farlo - conferma). In quattro e quattr'otto lei ha così scardinato qualche tua solida certezza. La seconda. Ma sei sicuro che aspettavi proprio lei? O forse in lei hai visto miracolosamente realizzato il tuo ideale di donna? Bellissima, emancipata, intelligente, autonoma....quanti uomini vorrebbero trovare una donna così? Ma tu ti sei reso conto che una donna che basta a se stessa può anche non avere bisogno di nessuno (ma, attento, non c'è niente di eccezionale nel non aver paura di vivere e stare da sola) se non nel momento in cui LEI decide di stabilire una qualche relazione. Però Marco ci avevi raccontato che anche lei è una che è stata lasciata. Probabilmente anche lei ha dovuto metabolizzare una "profonda delusione" a causa di tante fantastiche aspettative che si era creata. Avrà pianto, si sarà sbattuta dalla rabbia per essere stata abbandonata? Sarà riuscita a tirare fuori tutta la sua diperazione? Di sicuro si è costruita una bella corazza mentre tu ancora affronti il tuo dolore e ti danni l'anima per cercare di capire. Uscirai vincente anche da questa esperienza, Marco e penso tu lo sappia già. Solo che questa è una di quelle strane vittorie da cui si esce con la vaga sensazione di aver, comunque, subito una sconfitta. |
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25-07-2007, 11.30.26 | #8 | |
Utente bannato
Data registrazione: 22-05-2007
Messaggi: 363
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A Donella - Il tempo conta davvero?
Citazione:
Febbre alta annebbia una mente lucida ed equilibrata. Hai ben visto Donella. Non traspare, ma esiste altro che. Vivo di grande aneliti ideali/passionali. Fanno da controcanto alla mia razionalità quotidiana. Lieto di sapere che anche tu la vivi così. Io non potei farne a meno. E’ una parte di me a cui non potrei mai rinunciare, anche se qualche problema può anche crearlo. Quel che mi succede in questi giorni, letto con i tuoi auguri, mi risulta più digeribile: attendo fiducioso la “bellissima ulteriore crescita” per me stesso, per la mia consapevolezza. Stavolta sento che l’esperienza sarà più profonda, come lo è il disagio di questi giorni. Solo un appunto al tuo post, che ricorre anche in altri post. Ho avuto due convivenze pluriennali in passato (4-5 anni cadauna), e un ulteriore fidanzamento lungo (3-4 anni). Come pure una gioventù di spassosa singletudine pluriennale, fino alla laurea. Sulla base della mia esperienza, un rapporto di alcuni mesi può realmente avere IL TEMPO per essere "rapporto". Non ho dubbi. E non concordo, quindi, con il tuo essere scettica a riguardo. La parte ideale/passionale di me – forse la più genuina – mi conferma che è vero. La mia esperienza razionale mi conferma che è vero pure. I rapporti - tipicamente lunghi - che ho avuto in passato erano veri e compiuti sin dai primi mesi. Questo peraltro non vuol dire che tu abbia torto nel dire che pochi mesi di una persona autonoma bastano appena a decodificare ciò che lei HA SCELTO di fornirci allo scopo. Si apre – lo vedo bene – un tema diverso però, un tema di franchezza, di sincerità nell’esporsi, che attiene alla qualità della persona che hai di fronte. Nulla quaestio sul tuo ultimo interrogativo: ma può essere "la compagna ideale della vita"... quella a cui non interesso neanche "abbastanza"? Hai ragione. Me ne devo fare una ragione. Grazie ancora. |
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25-07-2007, 11.51.32 | #9 | |
Utente bannato
Data registrazione: 22-05-2007
Messaggi: 363
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Riferimento: I pesi sono per i forti.
Citazione:
Un vero momento di felicità vale una vita intera. La mia parte idealista/passionale – quella più vera – concorda con te Visir. Oltre al resto, hai visto una piega della vicenda che - nel casino complessivo - resta un po' in ombra, ed ha un che di beffardo, ma anche di elevante se uno proprio vuole. La mia parte passionale non mi consente però di realizzare fino in fondo il tuo suggerimento: non riesco a piangere, pur avendo la sensazione che mi potrebbe fare bene. Il veleno però deve entrare in circolo, di riffa o di raffa. La lascio fare, come dici tu. Diciamo che la mia parte idealista è più propensa agli slanci verso l’alto (I momenti di felicità unici), che verso il basso (il pianto). Ho apprezzato le tue parole amichevoli e giuste. Anche il Ciao bestia, che ricambio di cuore. |
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25-07-2007, 13.33.30 | #10 | |
Utente bannato
Data registrazione: 22-05-2007
Messaggi: 363
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A Pallina - Coppia vecchia, coppia nuova e nervosismi dei nostri giorni
Citazione:
Grazie delle tue parole, Pallina. E grazie per aver letto e riletto il mio post. Ti scrivo una risposta di getto. La prima questione che sollevi è quella relativa alla delusione, e al fatto che, in quel lasso di tempo (qualche mese), uno – tipo il sottoscritto – si crea fantastiche aspettative e viaggi mentali. Mi pare di capire che, con un comprensibile scetticismo, intravedi un errore in questo da parte mia, almeno una certa avventatezza. E’ vero. Ma sono profondamente convinto che sia giusto vivere così. Come dicevo sopra a Donella, e anche a Visir, forse è bene anche avere – nella giusta misura – una componente idealistica pura, se vuoi ambiziosa, o meglio speranzosa, che – per ciò stesso – presuppone il mettersi a rischio. L'ipotesi che – mi pare – sarebbe alternativa a quella idealistica, mi convince di meno. Provo a dire: se, per elevarsi verso un consapevole viaggio mentale (di coppia) di grande qualità, verso una relazione compiuta e genuinamente appagante, uno deve aspettare che un rapporto di coppia compia uno, due o venti anni di età, mi dispiace, non fa per me. Le mie storie di coppia sono state di solito lunghe, nell'ordine dei 4-5 anni. La coppia risalente è più matura, per carità. E quindi è capace di produrre “cose buone” che solo con la maturità possono venir fuori. Ma – su di un piano ideale, e quindi, secondo me, su di un piano nobile per definizione (concessione alla architettura del piano nobile… ) – anche la coppia che nasce, che è nata da poco, ha il suo perchè, se non altro per costruire la base di un rapporto maturo ancora più speciale, che sperabilmente si evolva di bene in meglio. La evoluzione non necessariamente deve essere dal niente al meglio. Diciamo che preferisco la coppia va dal bene al meglio. Non ho sedici anni, e una lieve balbuzie da infatuazione amorosa, l’avrai sospettato. Il mio è il ragionamento di chi ci crede, non il ragionamento delle aspettative avventate, se me lo concedi. Non è solo una questione di passione, so che mi capirai.. E’ una questione di intensità dei rapporti umani, la cui qualità NON necessariamente va di pari passo con la quantità (del tempo speso insieme). Il tempo non è una garanzia. Il tempo può anche sedare le capacità critiche, e diventare ingannevole, rendere tutto ingannevole, e giustificare un rapporto per il solo fatto che perdura. Questo è il rischio che vedo. Se le relazioni nascono (e poi muoiono, magari anche in fretta) tra individui che hanno il loro spessore, può venir fuori alla svelta qualcosa di alto che – su di piano emotivo e/o cerebrale – potrebbe non venire mai fuori in anni e anni di coppia collaudata. Al di là – beninteso – del mio caso specifico. Per cambiare discorso, e passare alla tua osservazione intorno alle mie (secondo il mio metro) invidiabili ed eccellenti qualità che non hanno colpito la mia lei, come io invece avrei dato per scontato e mi sarei aspettato, è – devo dire con sincerità – un discorso che è già stato fatto. E’ un discorso che accetto, e che mi viene fatto dalle donne, di solito. Una ragione ci sarà. Tu la vedi benissimo (la ragione), e ti farà pure incazzare questa mia osservazione, che è bonariamente provocatoria. Per cui me ne scuso subito… Di solito – per una questione di eleganza – non rispondo mai a questo tipo di rilievo sulla lesione dell’ego. Oggi, però, cara pallina, non riesco a trattenermi.. Lei non ha scardinato nessuna delle mie solide certezze, per quanto tu mi possa credere. Nessuna. E’ tutto molto più semplice. Io vorrei stare con lei, e non ci posso stare. Punto. Non posso vederla, non posso parlarle, non posso fare l’amore con lei (mi manca un zic anche questo, mi capirai…), non posso immaginare il mio futuro con lei, etc.. Questo mi fa incazzare, e mi intristisce tantissimo. Per meglio dire, semplicemente, mi fa stare male, al punto che intaso pure il Forum, e approfitto della vostra, e della tua, amabile pazienza. Il mio ego non c’entra. Mi farebbe giusto bene prendere qualche lezioncina ogni tanto, al limite. Se lei non ha apprezzato le mie qualità, peccato. Però, se sto male non deve essere necessariamente perchè ho subito una lesione nel mio ego (smisurato, peraltro; - disponibile anche a fare la gara con il Visir… J ). Per cui, please, non raccontatemi più questa fiaba dell’orso e dell’ego ferito! (scherzo eh pallina, tu sicuramente cogli l’ironia della battuta..). Apprezzo che tu mi faccia notare che, se una donna basta a se stessa, può anche non avere bisogno di nessuno se non nel momento in cui LEI decide di stabilire una qualche relazione. L’utile informazione che mi giri conferma un certo scoppiettante nervosismo femminile, che un po’ affligge il tuo carissimo post, e un po’ affligge pure chi mi rivolge la tipica obiezione di cui sopra, i.e “ma il tuo problema è che ti sei sentito farito nell’orgoglio, nell’egocheleinonapprezzatolet uequalità". Detto questo, Pallina, approfittando della tua visone femminile e della tua femminilità (lievemente nervosa, e pur sempre apprezzata in quanto femminilità), approfitto per chiederti un chiarimento. La mia lei è una che è stata lasciata. Ricordi bene. Probabilmente anche lei ha dovuto metabolizzare una "profonda delusione", secondo te a causa di tante fantastiche aspettative che si era creata (secondo me solo perchè amava una persona, che ora non c’è più; non so se è lo stesso…). Ti chiedi – e mi chiedi – “avrà pianto, si sarà sbattuta dalla rabbia per essere stata abbandonata? Sarà riuscita a tirare fuori tutta la sua diperazione?”. Non lo so. Probabilmente sì. E’ importante secondo te saperlo? E perchè? Avanzi, alla fine del tuo post, una ipotesi: “di sicuro si è costruita una bella corazza mentre tu ancora affronti il tuo dolore e ti danni l'anima per cercare di capire”. Allora mi chiedo – e ti chiedo – c’è un “valore” nella corazza? Questo mi stai dicendo? Mi stai consigliando di costruirmene una, di corazza (ammesso che io non ce l’abbia già)? Basta idealismi? Grazie dell’augurio finale. Sei stata molto carina. Spero tu abbia ragione nell’augurarmi che uscirò vincente – nel senso di rinascere – anche da questa esperienza. In questo momento di riflessione, pensando anche alle cose che in questi mesi ho letto scritte da voi, vedo in lontanza un possibile modo per scongiurare anche la più vaga sensazione di aver, comunque, subito una sconfitta. Io l’ho amata. Io ho fatto la mia parte. Forse, ad un uomo o ad una donna davvero profondi e in pace con sè, dovrebbe bastare questo per farsene una ragione. Dovrei arrivare a conoscermi di più, anche dopo questa vicenda. Grazie Pallina |
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