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 La Riflessione - Commenti sugli articoli della omonima rubrica presente su WWW.RIFLESSIONI.IT - Indice articoli rubrica


Vecchio 01-08-2011, 10.02.04   #51
Tempo2011
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Messaggi: 630
Riferimento: Quale amore? Quale felicità?

Citazione:
Dal saggio di Pimpinella:

"…così dovrebbe essere pure per la società. Individui pluricellulari che mettono al servizio di un progetto comune le proprie qualità fino a che queste si fondono in un nuovo organismo capace di portare alla ribalta possibilità che nessuno di loro preso singolarmente può attuare".

"Un appello accorato a tutti gli uomini affinché abbraccino la causa del rinnovamento, dell’autocostruzione di individui di terzo ordine che un domani si possano ritrovare tutti identificati con una società di cui andare orgogliosi".

Dietro il chiaro invito di Pimpinella ho difficoltà a individuare il fuori tema, poiché quello che è stato postato mi sembra che avesse l'intento di individuare quale tipo di società potrebbe essere costruita, per formare un cittadino migliore. Per altro il tema è vecchio, poiché, in tal senso, già una schiera di filosofi vi si sono cimentati, compreso Norman Mailer. Pertanto, quello su cui si può discutere, tenendo in considerazione l'invito sopra riportato, è quello di individuare dei meccanismi efficienti per ottenere quello che dovrebbe essere lo scopo finale; ovvero: individui pluricellulari al servizio di uno scopo comune. Veramente, l'efficiente stato tedesco guidato da Hitler ci era riuscito, soltanto che, era lo scopo comune sbagliato. Nelle nostre società, anche se non totalmente, questo avviene, però, come scopo ultimo applicano l'egoismo tramite il profitto. Ecco, basterebbe far nascere un sistema di governo che sia capace di "vietare l'egoismo per legge" e, secondo me, molte disuguaglianze smisurate andrebbero a posto da sole. Nella pratica: i ricchi dovrebbero diventare meno ricchi e i poveri meno poveri. Una vecchia storia che ancora non vede una via onorevole di uscita. Qui sotto riporto alcuni passi del dialogo.
Citazione:
Tempo 2011

Per tale motivo ho ipotizzato una specie di triunvirato che potrebbe lavorare su di un programma votato dagli elettori e, quindi, molto più facile da controllare. Inoltre, con costi ridottissimi invece di foraggiare 700 inetti e, per di più, con dei ladroni nel mazzo senza un'idea di cosa significhi lavorare veramente per uno scopo comune e per il proprio paese. Tutto questo dovrebbe avvenire sempre con democratiche elezioni, solo che insieme al triunvirato sarebbe votato anche il programma da attuare.
Citazione:
VanLag
Temo che le cose siano più complesse. Uno stato non è un'azienda, anche se per certi versi il suo modello può rassomigliare ad un'azienda. Ma perché poi, stante la cultura attuale, tre legislatori dovrebbero essere meglio di trenta o di trecento?
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