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21-07-2011, 09.32.02 | #42 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Quale amore? Quale felicità?
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In questo senso, secondo il tuo parere, sarebbe il caso di prendere in considerazione una dittatura illuminata, magari formata, anziché da una sola persona, da un piccolissimo gruppo di saggi? Apparentemente la democrazia parlamentare ha una sua valenza, oppure l'ha avuta in passato, poiché mi sembra che l'egoismo imperante, accompagnato da una caduta precipitosa dei valori, abbia ridotto questo strumento come una grossa palla al piede per i popoli che l’anno adottato, e che impedisce loro di crescere in armonia. Inoltre, le spese per questo tipo di governo parlamentare rappresentano un’enormità che è sottratta al paese, senza che lo stesso abbia a ricevere nulla in cambio, se non l'arroganza di quel potere mediato che noi, come dei robot inanimati, ogni volta gli concediamo. Conosco perfettamente i limiti di un concetto dittatoriale, seppur illuminato, ma con le esperienze del passato si potrebbero trovare delle soluzioni che riducano i pericoli al minimo, se non a zero. Ultima modifica di Tempo2011 : 21-07-2011 alle ore 21.21.53. |
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21-07-2011, 21.51.06 | #43 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: Quale amore? Quale felicità?
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Ultima modifica di Tempo2011 : 22-07-2011 alle ore 20.34.32. |
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22-07-2011, 21.31.11 | #44 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: Quale amore? Quale felicità?
Citazione:
Ti avevo risposto ieri sera ma poi evidentemente non ho inviato. Ho fatto l'anteprima e ho scordato l'invio. In sintesi ti dicevo che sono assolutamente contrario alle dittature ed avanzavo una pallida difesa delle democrazie parlamentari suggerendoti di non guardare alla democrazia italiana che non è una vera democrazie. La chiamerei piuttosto “la dittatura dell'anticomunismo”. No la cultura, (in senso lato e più bello), non può essere imposta ma va coltivata e per farlo occorre un risveglio dell'intelligenza. Non abbiamo più filosofi, non abbiamo più pensatori, non abbiamo più idee. In un contesto di necrosi intellettuale è ovvio che i più usino i pochi neuroni residui per concentrarsi sull'unico valore che ancora tiene e cioè il “dio” denaro. Ma se non ci sarà un guizzo dell'intelletto la vedo dura. Citazione:
Si ciò che dici in merito alla “consapevolezza di se” è vero per quanto riguarda lo stimolo alla ricerca della "consapevolezza" che dipende dai mille fattori che indicavi tu. Avevo invece inteso che tu dicessi: - dato il desiderio di conoscere se stessi è inutile sbattersi perché quella conoscenza non va da chi la cerca ma “colpisce random” - In quel senso ti chiedevo come facevi ad asserire “che la conoscenza di se stessi è una prerogativa della causalità” perché è un concetto che prima di ora avevo sentito solo da una persona. |
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23-07-2011, 10.42.15 | #45 | |||
Ospite abituale
Data registrazione: 12-04-2011
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Riferimento: Quale amore? Quale felicità?
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Per tale motivo ho ipotizzato una specie di triunvirato che potrebbe lavorare su di un programma votato dagli elettori e, quindi, molto più facile da controllare. Inoltre, con costi ridottissimi invece di foraggiare 700 inetti e, per di più, con dei ladroni nel mazzo senza un'idea di cosa significhi lavorare veramente per uno scopo comune e per il proprio paese. Tutto questo dovrebbe avvenire sempre con democratiche elezioni, solo che insieme al triunvirato verrebbe votato anche il programma da attuare. Citazione:
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Ultima modifica di Tempo2011 : 23-07-2011 alle ore 20.59.10. |
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23-07-2011, 21.17.06 | #46 | |||||
Ospite abituale
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Riferimento: Quale amore? Quale felicità?
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Figuriamoci un partito che si era sempre attenuto, non al comunismo sovietico, ma all'ideologia comunista, quanta fatica in più doveva fare per portare una politica che risultasse credibile. Da quel momento i politici dell'ex partito comunista hanno iniziato a riconvertirsi diventando spesso più liberisti dei liberisti e facendo scelte di mercato a volte più spregiudicate di quelle che avrebbe fatto la destra. E stanno tutt'ora pateticamente provando a dimostrarsi credibili ed a catturare il favore della maggioranza dell'opinione pubblica. In realtà quello che fa paura della sinistra in generale e dell'ex comunismo in particolare non sono tanto le velleità totalitarie, (ma quando mai Dalema e Bersani sono totalitari), non è l'avere militato sotto la falce ed il martello, (ormai le ideologie sono morte), non è la politica di mercato, (ormai gli ex pci sono più liberisti e sfrenati della destra), ma è il fatto di essere laici, alcuni persino atei, in uno stato principalmente cattolico e papalino. Se in Italia ci fosse una sana cultura laica e illuminista, credimi le cose sarebbero diverse. Citazione:
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Cerco di spiegarti. Quando sono cadute le due torri gemelle siamo rimasti tutti attoniti perché non capivamo il senso di quel gesto che ci sembrava così immane, assurdo, quasi irreale. Una parte dell'opinione pubblica ragliava che il mondo non era più quello di prima ed in nome di quel cambiamento auspicava aggressioni militari per ristabilire il primato dell'occidente. Un altra parte forse la minore, cercava “il perché” di quel fatto, ma le ragioni di quel fatto nessuno le sapeva o forse nessuno osava dirle. Comunque erano gli intellettuali che dovevano spiegarci il perché. Qualcuno di loro scrisse qualche tesi. Eco, la Maraini, la Fallaci, Baricco, e pochi altri tentarono delle spiegazioni ma con tesi fiacche e consequenziali ai fatti. Tesi certamente scritte meglio ma che ciascuno di noi poteva in cuor suo pensare. Dov'era l'intelligenza? Dove l'intelletto? Dove gli intellettuali? Dove la lucidità di raccogliere dati, elaborarli e fare una sintesi che fosse un'idea nuova. L'idea non ancora espressa fin'ora. Quello intendo con “guizzo dell'intelletto”. Insomma niente a che vedere coi nostri politici i quali sarebbero già bravi se facessero una dottrina economica discreta e se rubassero meno. Mi chiederai che relazione vedo tra un'idea e le nostre vite? Bhe io credo che prima vengono le idee, le filosofie, che poi sono quelle che mutuano il valore. Una volta rettificate quelle il cambiamento viene da solo. Stante le nostre filosofie ed i nostri sistemi di valori vedo poche possibilità di cambiare. Citazione:
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24-07-2011, 21.15.31 | #47 | ||||||
Ospite abituale
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Riferimento: Quale amore? Quale felicità?
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26-07-2011, 20.57.15 | #48 | ||||
Ospite abituale
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Riferimento: Quale amore? Quale felicità?
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Temo che le cose siano più complesse. Uno stato non è un'azienda, anche se per certi versi il suo modello può rassomigliare ad un'azienda. Ma perché poi, stante la cultura attuale, tre legislatori dovrebbero essere meglio di trenta o di trecento? Per quanto riguarda il programma, in teoria, è già quello che il popolo ha approvato, votando quelli che lo hanno proposto. Teniamo presente che in fase elettorale, i politici fanno proprio le promesse che piacciono al popolo, tanto poi le disattendono. D'altro canto fare decidere al popolo il programma è improponibile. Se hai partecipato a qualche assemblea condominiale capisci il perché. Citazione:
Ma una nazione non è un'industria. L'industria ha come obbiettivo il profitto mentre una nazione dovrebbe esistere per garantire sempre maggior benessere ai suoi cittadini. Grossissimo errore pensare di gestire una nazione come un'industria, sarebbe la fine di ogni libertà, di ogni umanità, di ogni espressione culturale e creativa, in ultima analisi di ogni speranza. Citazione:
Già la sua conoscenza dell'islam non gli è servita ad essere obbiettiva e tutto quello che ha fatto è stato soffiare sul fuoco in un momento nel quale quello che serviva al mondo era comprendere e capire il perché di quel gesto. Citazione:
Di che valore parli? Sinceramente l'unico valore che vedo rispettato da molti o da quasi tutti è il denaro. E' triste ma è un qualche cosa che ci circonda. |
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27-07-2011, 10.15.06 | #49 | |||||
Ospite abituale
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Riferimento: Quale amore? Quale felicità?
Citazione:
La molta partecipazione di cittadini alla direzione del Paese, si è resa necessaria perché l'Italia usciva da una monarchia dittatoriale e una guerra tragica, ma ora che la situazione si è stabilizzata e che siamo in un’Europa politicamente stabile, tutta quella moltitudine di nulla facenti e facinorosi che vivono da pascià alle spalle dei cittadini, mi sembra proprio un inutile anacronismo devastante per il Paese Citazione:
Naturalmente una Nazione dovrebbe avere, previo consenso di Tremonti, una parte di bilancio che vada a sostenere i più bisognosi; cosa che un’azienda non ha. Per altro, nell'ultimo paragrafo mi sembra che vi sia un pochino di contraddizione, poiché anche oggi il popolo sceglie un partito secondo un programma; che poi i parassiti non lo attuino perché hanno altro da fare, bhe! Questo è un altro discorso. Citazione:
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