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05-10-2006, 09.42.04 | #1 |
Ospite abituale
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Il cristianesimo stà per finire?
Riporto queste parole del teologo Sergio Quinzio sul futuro del cristianesimo.
Se (l’imperatore) Giuliano mi avesse interpellato circa la possibilità della rifondazione della civiltà pagana, - scriveva il teologo - avrei dato la stessa risposta negativa che darei oggi se il Papa mi interpellasse circa la possibilità della rifondazione della civiltà cristiana”. Non solo: “proprio lo sforzo di restaurazione compiuto dal giovane imperatore contribuì allora a far definitivamente precipitare il paganesimo. E la cosa mi sembra puntualmente ripetersi, per quel tanto che nella storia si danno puntuali ripetizioni”. Considerando anche la sintesi del pensiero di Quinzio, che potete trovare in questo sito http://www.filosofico.net/quinzio.htm invito tutti i liberi pensatori, (credenti o meno), ad esprimere cosa ne pensano in merito al futuro del cristianesimo e ad una sua possibile lenta scomparsa. |
06-10-2006, 13.33.08 | #5 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Il cristianesimo stà per finire?
Citazione:
Se la religione cristiana perde la presa sulle coscienze degli uomini, deve cercare in se stessa e nel modo di proporre il suo messaggio la causa del decadimento. Altrimenti è una facile scappatoia per scaricare sugli altri il proprio fallimento. P.S. Per facilità di dialogo riporto sotto il significato che wikipedia da ai termini Laicità, Laicismo e secolarizzazione. Con laicità si indica un attributo riferito solitamente ad una struttura politica o amministrativa che esprima e misuri il grado di indipendenza da principi ed ispirazioni di carattere religioso o ideologico tali da determinarne, o perlomeno influenzarne, l'azione. http://it.wikipedia.org/wiki/Laicit%C3%A0 Il Laicismo (considerato da alcuni sinonimo di laicità) è la dottrina socio-politica che teorizza e propugna la totale separazione tra stato e chiesa, ovvero l'assenza di interferenze religiose dirette nell'ambito legislativo, esecutivo e giudiziario di uno stato. Nasce storicamente nel XVIII secolo quale critica al potere che la chiesa cattolica avrebbe esercitato sui neonati stati moderni. Il corrispondente aggettivo, laico, inizialmente indicava i fedeli cristiani non appartenenti al clero. Il successivo significato di carattere politico ("non religioso"), invece, è stato assunto con l'Illuminismo e la Rivoluzione Francese. Attualmente il termine "laico" viene usato in entrambi i significati. I termini Laicismo, inteso come teoria politica, e Secolarizzazione, cioè il progressivo declino dell'importanza della fede religiosa nella vita di tutti i giorni sono però concetti differenti e non necessariamente legati da rapporti di causa-effetto. http://it.wikipedia.org/wiki/Laicismo La Secolarizzazione, il cui significato si riconduce al latino Seculus=Mondo, è quel fenomeno che consta nel fatto che la società complessivamente non adotta più un comportamento sacrale, si allontana da schemi, usi e costumi tradizionali, da posizioni dogmatiche e aprioristiche, specialmente in campo religioso; questo fenomeno investe tutto il sistema dei valori, modificandoli e, con essi, trasformando anche le identità, le appartenenze, comprese quelle laiche o laicizzate. La secolarizzazione è un processo tipico dei paesi occidentali in età contemporanea, che induce ad agire e a pensare (nei confronti della natura, del destino, del ruolo dei cittadini nella società) in modo sperimentale e razionale, mai dogmatico. Questo fenomeno, che in pratica è una faccia della modernizzazione, è stato incentivato dall'istruzione obbligatoria, e quindi dall'espansione dell'istruzione in generale e dei mezzi di comunicazione di massa; inoltre è sollecitato anche dalla mobilitazione sociale quali la urbanizzazione, industrializzazione, mobilità di classe. http://it.wikipedia.org/wiki/Secolarizzazione Ultima modifica di VanLag : 06-10-2006 alle ore 14.11.58. |
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06-10-2006, 13.59.38 | #6 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Il cristianesimo stà per finire?
Citazione:
E' difficile dare un giudizio abbastanza veritiero, poichè il mondo, negli ultimi 50 anni, si evoluto, rispetto ai 1950 anni precedenti, in maniera esageratamente veloce, ed è difficile calcolare la portata di ogni evento. A mio modo vedere, la società cristiana continuerà a persistere, ma sarà difficile mantenerne l'unità, poichè ci saranno diverse sfumature all'interno di essa che non ne permetteranno la coesione. Non credo nella scomparsa, poichè, il cristianesimo non è una filosofia o un movimento di pensiero, affidato alla ragione umana, quindi passibile di tramonto, ma è un "credo" ! Un Credo che non è solo il frutto di uomini che nel corso della storia ne hanno perpetuato il ricordo, ma soprattutto è il frutto dell'instancabile operosità di Dio che di tanto in tanto, nel corso dei secoli, ci manda dei segni col quale ravvivare la fede dei suoi credenti, vedi S.Francesco, S.Antonio da Padova, S.Bernadette, S. Pio (Padre Pio), ecc.ecc. Fintanto che Dio sosterrà la sua opera, il cristianesimo durerà, poi...è possibilissimo che si arrivi alla fine del mondo, come predetto nell'apocalisse...e mi sembra che oggigiorno vi siano i mezzi e le ragioni perchè ciò avvenga ! Speriamo il più tardi possibile...ciao. |
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06-10-2006, 15.41.14 | #7 |
Moderatore
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La crisi del messaggio d'amore?
Leggendo i vostri scritti, riflettendo un po' mi sono chiesta se la crisi del cristianesimo, la vostra ipotizzata scomparsa, non debba essere messaggio più generale del trionfo dell'egoismo su tutto il resto.
Stiamo parlando di fine del cristianesimo, non dunque di fine della Chiesa Cattolica, o del Papa, o dei dogmi più o meno condivisibili. Prima di tutto questo c'è Cristo, chiunque sia stato, che per come viene insegnato è portatore di un messaggio d'amore. Un messaggio d'amore ben preciso: TU ed IO sono due entità con identico valore ed io non posso agire e comportarmi eticamente se non rendendo un altro diverso da me, magari un altro che non conosco, al mio pari o prima di me. Devo riversare il mio bene su un altro soggetto, ipoteticamente anche sconosciuto ed ostile, perché questo è il messaggio d'amore che ha costituito la vera rivoluzione del cristianesimo. Sta scomparendo? Può darsi. Ha ancora un senso oggi questo messaggio d'amore? Chi antepone l'altro a sé? Nessuno. La cultura contemporanea ci spinge verso il delirio dell'io. Io esisto e mi autolegittimo, costantemente, da solo. Valgo perché lo affermo, aiuto gli altri per soddisfare il mio ego. Perché prendono piede filosofie quali quella buddista? Non le conosco abbastanza bene, però per ciò che ho letto capisco che si adattano meglio a ciò che siamo: monadi isolate. Il mio benessere lo devo ricercare non nella mia capacità di condivisione con il mondo ma nella mia capacità di isolamento dal mondo. In una parola: devo imparare a farmi scivolare addosso qualsiasi cosa. L'altro non mi va bene come è: devo fare violenza su di me per accettarlo ma una violenza che non migliora l'altro, che non distingue il bene ed il male. Non è come l'amore cristiano, va mediato. Cristo non giudica: dobbiamo dare amore all'altro, anche se l'altro sbaglia, ma per aiutarlo a capire i propri errori. Lo zen, libera e fallace interpretazione mia, dice dobbiamo accettare l'altro com'è, anche se è "cattivo" perché in realtà non è lui cattivo ma siamo noi che in lui vediamo la nostra cattiveria. Insomma, mia modesta opinione, il messaggio di Cristo è troppo grande per essere compreso. E' troppo scomodo. Ci abbiamo provato, ma un Dio/uomo fa paura, è un'astrazione che non siamo capaci di comprendere. L'amore che è capace di cambiare l'altro è scomodo, perché anche noi potremmo essere l'altro e, materialisti come siamo diventati, qualsiasi piccolissima rinuncia appare insormontabile. Lo provo sulla mia pelle ogni giorno: la prima cosa è il tempo. Ce l'ho il tempo per ascoltare un altro (parlo di ascolto attivo), di accompagnarlo a fare qualcosa nel suo interesse anziché nel mio? No. Il mio tempo è dedicato a me, direttamente (quando sto da sola) e indirettamente (lavoro, amici e fidanzato scelti da me per il mio puro piacere della compagnia. Per chiunque altro non ho tempo, il messaggio che ascolto è solo più: "ama te stessa". Ditemi voi, in tutto questo, se per Cristo c'è realmente spazio. Eppure io mi dico cristiana... |
06-10-2006, 16.10.50 | #8 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Il cristianesimo stà per finire?
Citazione:
Ultimamente poi ho trovato un'altra debolezza nel discorso cristiano: Gesù espia, con la morte sulla croce, le nostre colpe. Come dire che così ha cancellato i nostri peccati. Ma allora perchè si continuerà a pagare per i peccati commessi? O meglio, a cosa serve questa espiazione se per noi poco o nulla è cambiato? Una delle tante contraddizioni del cristianesimo. E qui torniamo al vecchio discorso, quello della scappatoia per spiegare il decadimento: la religione cristiana entra in conflitto da subito con il razionalismo greco. Alla fine è quest'ultimo che trionfa, proprio perchè negare l'esistenza di Dio spiega come per incanto tutte le contraddizioni del cristianesimo. |
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06-10-2006, 16.20.27 | #9 | |
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Riferimento: La crisi del messaggio d'amore?
Citazione:
Solo due piccole puntualizzazioni…… La prima è che l’ipotizzata scomparsa del cristianesimo prima che di qualche partecipante del 3d è di un insigne teologo. La seconda invece entra nel merito del tuo rispettabilissimo discorso laddove affermi che l’amore è capace di cambiare l’altro. La mia personalissima opinione è che l’amore non dovrebbe cambiare l’altro ma semplicemente accettarlo, accoglierlo tra le sue braccia, ristoralo lenendo la sua fatica, prescindendo se da questo ne derivi o meno un cambio. La richiesta di un cambio parte dal presupposto che l’altro così com’è sia sbagliato, (molto cristiano come discorso, nel senso che il cristianesimo accetta il principio biblico del “peccato originale”, ma molto poco caritatevole). |
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06-10-2006, 16.28.30 | #10 | |
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Riferimento: La crisi del messaggio d'amore?
Citazione:
Oggi, invece, viviamo nell'isolamento e nella precarietà più totali. Il meccanismo produttivo ci impone di non essere più animali sociali. E così moriamo come uomini, per diventare solo dei tubi digerenti che ingurgitano ed assimilano gli inutili prodotti dell'economia globale. Nell'antica Roma si era prodotta, anche se in dimensioni enormemente meno catastrofiche (e comunque reversibili) la stessa situazione: poi è arrivato il cristianesimo a tirare fuori l'uomo romano da questa insopportabile situazione. Nel medioevo delle piccole comunità cristiane l'equilibrio era ritrovato. Da noi, però, quello stesso cristianesimo ha clamorosamento fallito. Si è anzi alleato con il suo peggior nemico solo per sopravvivere più a lungo. E, come dici tu, il messaggio cristiano diventa stonato in una società del genere. Per questo l'Islam fa proseliti: afferma una forte dimensione sociale per l'uomo, ne ristabilisce i valori e se ne infischia altamente di scendere a patti con quelle "esigenze dell'economia mondiale" a cui anche il cristianesimo si è piegato. |
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