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Vecchio 05-10-2006, 09.42.04   #1
VanLag
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Il cristianesimo stà per finire?

Riporto queste parole del teologo Sergio Quinzio sul futuro del cristianesimo.

Se (l’imperatore) Giuliano mi avesse interpellato circa la possibilità della rifondazione della civiltà pagana, - scriveva il teologo - avrei dato la stessa risposta negativa che darei oggi se il Papa mi interpellasse circa la possibilità della rifondazione della civiltà cristiana”. Non solo: “proprio lo sforzo di restaurazione compiuto dal giovane imperatore contribuì allora a far definitivamente precipitare il paganesimo. E la cosa mi sembra puntualmente ripetersi, per quel tanto che nella storia si danno puntuali ripetizioni”.

Considerando anche la sintesi del pensiero di Quinzio, che potete trovare in questo sito http://www.filosofico.net/quinzio.htm invito tutti i liberi pensatori, (credenti o meno), ad esprimere cosa ne pensano in merito al futuro del cristianesimo e ad una sua possibile lenta scomparsa.

VanLag is offline  
Vecchio 05-10-2006, 10.53.17   #2
alessiob
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Riferimento: Il cristianesimo stà per finire?

Non ci vuole un genio per capire che il cristianesimo si avvia verso la sua scomparsa.
Non vi è bisogno di studi scientifici o cose del genere.

Come il cristianesimo, alche le altre religioni si avviano verso la stessa strada.

Basta guardare il mondo. Come lo può guardare qualunque essere umano normale.
Niente di speciale quindi, osserva e vedrai tu stesso quello che succede.

QUello che osservo io è che ai giovani non importa più nulla di religione.
La compagnia che frequanto io (che conta più di 20 membri) la META sono completamente atei, dei pochi che restano la maggioranza non è praticante e nonostante possa affermare di credere in realtà non sa nulla della religione cattolica e non se ne interessa affatto (pensate che uno che sosteneva di credere nella religione cattolica ha anche sostenuto di credere nelle reincarnazione......senza neanche sapere esattamente cosa significhi reincarnazione).

Fra poco questi giovani saranno LA CLASSE DIRIGENTE della nostra società.
Cosa pensate che crederanno i loro figli?

Inoltre ci si mette di mezzo anche la tecnologia.
La scienza ogni anno fornisce sempre più risposte che vanno a sostituirsi a quelle religiose. Sono molti gli alti funzionari ecclesiastici a sperare che la scienza non dia spiegazione a tutte le domande.....

Il mondo è cambiato, l'uomo è cambiato, tutto cambia.
Quale enorme presunzione pretendere che qualcosa duri per sempre?
Nulla è eterno, specialmente una religione vecchia di 2000 anni che fra cento anni vivrà solo nel ricordo e nei libri di storia.
alessiob is offline  
Vecchio 06-10-2006, 10.26.56   #3
Catone
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Messaggi: 193
Riferimento: Il cristianesimo stà per finire?

Che i giovani non credono non è una grossa novità. La lontanza dalla morte (ma anche dall'idea di morte), la vitalità tipicamente giovanile e la libertà che ormai da tre generazione viene concessa ai ragazzi, li porta inevitabilmente a negare qualsiasi sistema di valori di ordine superiore che possa condizionare la loro esistenza quotidiana.
Poi, verso i 30 anni, cominciano le crisi mistiche.
Il problema è un altro: la religione cristiana non è più in grado di soddisfare il bisogno di religiosità che comunque c'è nell'uomo. La laicizzazione della società occidentale l'ha bruciata. L'avere messo la religione cattolica, un tempo motore delle nostre società, in angolo limitato alle esigenze personali, a quelle "più profonde dell'animo umano" mentre nella società si agisce in tutt'altro modo, significa averla castrata definitivamente.
Provate a chiedere a qualsiasi persona credente se ha dei dubbi: vedrete che la risposta sarà sempre si. E se c'è dubbio non c'è religiosità.
Per tale motivo molte persone in "crisi mistica" cominciano a scegliere altre religioni: il buddismo magari, ma soprattutto l'Islam. Islam che rischia di affermarsi nella nostra società come si affermò il cristianesimo in quella romana.
Nessuno si illuda che una società possa fare a meno di una religione: se una fallisce un'altra è pronta a prenderne il posto.
Catone is offline  
Vecchio 06-10-2006, 10.30.23   #4
VanLag
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Riferimento: Il cristianesimo stà per finire?

Citazione:
Originalmente inviato da alessiob
Come il cristianesimo, alche le altre religioni si avviano verso la stessa strada.
Io credo che finché avremo domande su noi stessi ci saranno le “scienze dell’essere”, che magari non chiameremo più religioni, ma che in qualche modo indagheranno sui perché esistenziali e sul nostro complesso mondo psichico.
Penso anche che alcune delle religioni più “fluide” sapranno adattarsi all’evoluzione dell’essere umano, mentre altre moriranno soffocate dalla loro inattualità e dalla loro stessa pesantezza.

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Vecchio 06-10-2006, 13.33.08   #5
VanLag
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Riferimento: Il cristianesimo stà per finire?

Citazione:
Originalmente inviato da Catone
Il problema è un altro: la religione cristiana non è più in grado di soddisfare il bisogno di religiosità che comunque c'è nell'uomo. La laicizzazione della società occidentale l'ha bruciata.
Sono in pieno e totale disaccordo con questa tua affermazione, (che per altro ho sentito da altre parti).
Se la religione cristiana perde la presa sulle coscienze degli uomini, deve cercare in se stessa e nel modo di proporre il suo messaggio la causa del decadimento. Altrimenti è una facile scappatoia per scaricare sugli altri il proprio fallimento.




P.S. Per facilità di dialogo riporto sotto il significato che wikipedia da ai termini Laicità, Laicismo e secolarizzazione.

Con laicità si indica un attributo riferito solitamente ad una struttura politica o amministrativa che esprima e misuri il grado di indipendenza da principi ed ispirazioni di carattere religioso o ideologico tali da determinarne, o perlomeno influenzarne, l'azione.
http://it.wikipedia.org/wiki/Laicit%C3%A0


Il Laicismo (considerato da alcuni sinonimo di laicità) è la dottrina socio-politica che teorizza e propugna la totale separazione tra stato e chiesa, ovvero l'assenza di interferenze religiose dirette nell'ambito legislativo, esecutivo e giudiziario di uno stato. Nasce storicamente nel XVIII secolo quale critica al potere che la chiesa cattolica avrebbe esercitato sui neonati stati moderni.
Il corrispondente aggettivo, laico, inizialmente indicava i fedeli cristiani non appartenenti al clero. Il successivo significato di carattere politico ("non religioso"), invece, è stato assunto con l'Illuminismo e la Rivoluzione Francese. Attualmente il termine "laico" viene usato in entrambi i significati.
I termini Laicismo, inteso come teoria politica, e Secolarizzazione, cioè il progressivo declino dell'importanza della fede religiosa nella vita di tutti i giorni sono però concetti differenti e non necessariamente legati da rapporti di causa-effetto. http://it.wikipedia.org/wiki/Laicismo


La Secolarizzazione, il cui significato si riconduce al latino Seculus=Mondo, è quel fenomeno che consta nel fatto che la società complessivamente non adotta più un comportamento sacrale, si allontana da schemi, usi e costumi tradizionali, da posizioni dogmatiche e aprioristiche, specialmente in campo religioso; questo fenomeno investe tutto il sistema dei valori, modificandoli e, con essi, trasformando anche le identità, le appartenenze, comprese quelle laiche o laicizzate.
La secolarizzazione è un processo tipico dei paesi occidentali in età contemporanea, che induce ad agire e a pensare (nei confronti della natura, del destino, del ruolo dei cittadini nella società) in modo sperimentale e razionale, mai dogmatico.

Questo fenomeno, che in pratica è una faccia della modernizzazione, è stato incentivato dall'istruzione obbligatoria, e quindi dall'espansione dell'istruzione in generale e dei mezzi di comunicazione di massa; inoltre è sollecitato anche dalla mobilitazione sociale quali la urbanizzazione, industrializzazione, mobilità di classe.
http://it.wikipedia.org/wiki/Secolarizzazione

Ultima modifica di VanLag : 06-10-2006 alle ore 14.11.58.
VanLag is offline  
Vecchio 06-10-2006, 13.59.38   #6
Tommy2005
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Messaggi: 176
Unhappy Riferimento: Il cristianesimo stà per finire?

Citazione:
Originalmente inviato da VanLag
Riporto queste parole del teologo Sergio Quinzio sul futuro del cristianesimo.

Se (l’imperatore) Giuliano mi avesse interpellato circa la possibilità della rifondazione della civiltà pagana, - scriveva il teologo - avrei dato la stessa risposta negativa che darei oggi se il Papa mi interpellasse circa la possibilità della rifondazione della civiltà cristiana”. Non solo: “proprio lo sforzo di restaurazione compiuto dal giovane imperatore contribuì allora a far definitivamente precipitare il paganesimo. E la cosa mi sembra puntualmente ripetersi, per quel tanto che nella storia si danno puntuali ripetizioni”.

Considerando anche la sintesi del pensiero di Quinzio, che potete trovare in questo sito http://www.filosofico.net/quinzio.htm invito tutti i liberi pensatori, (credenti o meno), ad esprimere cosa ne pensano in merito al futuro del cristianesimo e ad una sua possibile lenta scomparsa.


E' difficile dare un giudizio abbastanza veritiero,
poichè il mondo, negli ultimi 50 anni, si evoluto, rispetto ai 1950 anni precedenti, in maniera esageratamente veloce, ed è difficile calcolare la portata di ogni evento.

A mio modo vedere, la società cristiana continuerà a persistere, ma sarà difficile mantenerne l'unità, poichè ci saranno diverse sfumature all'interno di essa che non ne permetteranno la coesione.

Non credo nella scomparsa, poichè, il cristianesimo non è una filosofia o un movimento di pensiero, affidato alla ragione umana, quindi passibile di tramonto, ma è un "credo" !
Un Credo che non è solo il frutto di uomini che nel corso della storia ne hanno perpetuato il ricordo, ma soprattutto è il frutto dell'instancabile operosità di Dio che di tanto in tanto, nel corso dei secoli, ci manda dei segni col quale ravvivare la fede dei suoi credenti, vedi S.Francesco, S.Antonio da Padova, S.Bernadette, S. Pio (Padre Pio), ecc.ecc.

Fintanto che Dio sosterrà la sua opera, il cristianesimo durerà, poi...è possibilissimo che si arrivi alla fine del mondo, come predetto nell'apocalisse...e mi sembra che oggigiorno vi siano i mezzi e le ragioni perchè ciò avvenga !

Speriamo il più tardi possibile...ciao.
Tommy2005 is offline  
Vecchio 06-10-2006, 15.41.14   #7
nevealsole
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La crisi del messaggio d'amore?

Leggendo i vostri scritti, riflettendo un po' mi sono chiesta se la crisi del cristianesimo, la vostra ipotizzata scomparsa, non debba essere messaggio più generale del trionfo dell'egoismo su tutto il resto.
Stiamo parlando di fine del cristianesimo, non dunque di fine della Chiesa Cattolica, o del Papa, o dei dogmi più o meno condivisibili.
Prima di tutto questo c'è Cristo, chiunque sia stato, che per come viene insegnato è portatore di un messaggio d'amore.
Un messaggio d'amore ben preciso: TU ed IO sono due entità con identico valore ed io non posso agire e comportarmi eticamente se non rendendo un altro diverso da me, magari un altro che non conosco, al mio pari o prima di me.
Devo riversare il mio bene su un altro soggetto, ipoteticamente anche sconosciuto ed ostile, perché questo è il messaggio d'amore che ha costituito la vera rivoluzione del cristianesimo.
Sta scomparendo? Può darsi.
Ha ancora un senso oggi questo messaggio d'amore?
Chi antepone l'altro a sé? Nessuno.
La cultura contemporanea ci spinge verso il delirio dell'io.
Io esisto e mi autolegittimo, costantemente, da solo.
Valgo perché lo affermo, aiuto gli altri per soddisfare il mio ego.
Perché prendono piede filosofie quali quella buddista? Non le conosco abbastanza bene, però per ciò che ho letto capisco che si adattano meglio a ciò che siamo: monadi isolate.
Il mio benessere lo devo ricercare non nella mia capacità di condivisione con il mondo ma nella mia capacità di isolamento dal mondo.
In una parola: devo imparare a farmi scivolare addosso qualsiasi cosa.
L'altro non mi va bene come è: devo fare violenza su di me per accettarlo ma una violenza che non migliora l'altro, che non distingue il bene ed il male.
Non è come l'amore cristiano, va mediato.
Cristo non giudica: dobbiamo dare amore all'altro, anche se l'altro sbaglia, ma per aiutarlo a capire i propri errori.
Lo zen, libera e fallace interpretazione mia, dice dobbiamo accettare l'altro com'è, anche se è "cattivo" perché in realtà non è lui cattivo ma siamo noi che in lui vediamo la nostra cattiveria.
Insomma, mia modesta opinione, il messaggio di Cristo è troppo grande per essere compreso.
E' troppo scomodo.
Ci abbiamo provato, ma un Dio/uomo fa paura, è un'astrazione che non siamo capaci di comprendere.
L'amore che è capace di cambiare l'altro è scomodo, perché anche noi potremmo essere l'altro e, materialisti come siamo diventati, qualsiasi piccolissima rinuncia appare insormontabile.
Lo provo sulla mia pelle ogni giorno: la prima cosa è il tempo.
Ce l'ho il tempo per ascoltare un altro (parlo di ascolto attivo), di accompagnarlo a fare qualcosa nel suo interesse anziché nel mio? No.
Il mio tempo è dedicato a me, direttamente (quando sto da sola) e indirettamente (lavoro, amici e fidanzato scelti da me per il mio puro piacere della compagnia.
Per chiunque altro non ho tempo, il messaggio che ascolto è solo più: "ama te stessa".
Ditemi voi, in tutto questo, se per Cristo c'è realmente spazio.
Eppure io mi dico cristiana...
nevealsole is offline  
Vecchio 06-10-2006, 16.10.50   #8
Catone
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Riferimento: Il cristianesimo stà per finire?

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Originalmente inviato da VanLag
Sono in pieno e totale disaccordo con questa tua affermazione, (che per altro ho sentito da altre parti).
Se la religione cristiana perde la presa sulle coscienze degli uomini, deve cercare in se stessa e nel modo di proporre il suo messaggio la causa del decadimento. Altrimenti è una facile scappatoia per scaricare sugli altri il proprio fallimento.


Molto interessante ciò che dice quinzio. In effetti, nella propspettiva cristiana, il mondo sta durando troppo: dopo 2000 anni ancora aspettiamo che Dio mantenga ciò che ha promesso.
Ultimamente poi ho trovato un'altra debolezza nel discorso cristiano: Gesù espia, con la morte sulla croce, le nostre colpe. Come dire che così ha cancellato i nostri peccati. Ma allora perchè si continuerà a pagare per i peccati commessi? O meglio, a cosa serve questa espiazione se per noi poco o nulla è cambiato? Una delle tante contraddizioni del cristianesimo.
E qui torniamo al vecchio discorso, quello della scappatoia per spiegare il decadimento: la religione cristiana entra in conflitto da subito con il razionalismo greco. Alla fine è quest'ultimo che trionfa, proprio perchè negare l'esistenza di Dio spiega come per incanto tutte le contraddizioni del cristianesimo.
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Vecchio 06-10-2006, 16.20.27   #9
VanLag
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Riferimento: La crisi del messaggio d'amore?

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Originalmente inviato da nevealsole
Leggendo i vostri scritti, riflettendo un po' mi sono chiesta se la crisi del cristianesimo, la vostra ipotizzata scomparsa, non debba essere messaggio più generale del trionfo dell'egoismo su tutto il resto.
…………………………..
L'amore che è capace di cambiare l'altro è scomodo, perché anche noi potremmo essere l'altro e, materialisti come siamo diventati, qualsiasi piccolissima rinuncia appare insormontabile.

Solo due piccole puntualizzazioni……
La prima è che l’ipotizzata scomparsa del cristianesimo prima che di qualche partecipante del 3d è di un insigne teologo.
La seconda invece entra nel merito del tuo rispettabilissimo discorso laddove affermi che l’amore è capace di cambiare l’altro.

La mia personalissima opinione è che l’amore non dovrebbe cambiare l’altro ma semplicemente accettarlo, accoglierlo tra le sue braccia, ristoralo lenendo la sua fatica, prescindendo se da questo ne derivi o meno un cambio.
La richiesta di un cambio parte dal presupposto che l’altro così com’è sia sbagliato, (molto cristiano come discorso, nel senso che il cristianesimo accetta il principio biblico del “peccato originale”, ma molto poco caritatevole).

VanLag is offline  
Vecchio 06-10-2006, 16.28.30   #10
Catone
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Perché prendono piede filosofie quali quella buddista? Non le conosco abbastanza bene, però per ciò che ho letto capisco che si adattano meglio a ciò che siamo: monadi isolate
Il trionfo del materialismo, la fine di qualsiasi forma di vita sociale e comunitaria, il nostro essere solo lavoratori e consumatori e non più esseri umani. "Il migliore dei mondi possibili", come in modo molto autoreferenziale definiamo la società moderna, è in realtà il peggiore dei mondi possibili. L'uomo è un animale sociale, deve vivere in una comunità, possibilmente di dimensione non troppo grandi, in modo che tutti conoscano tutti. E si sostengano.
Oggi, invece, viviamo nell'isolamento e nella precarietà più totali. Il meccanismo produttivo ci impone di non essere più animali sociali. E così moriamo come uomini, per diventare solo dei tubi digerenti che ingurgitano ed assimilano gli inutili prodotti dell'economia globale.
Nell'antica Roma si era prodotta, anche se in dimensioni enormemente meno catastrofiche (e comunque reversibili) la stessa situazione: poi è arrivato il cristianesimo a tirare fuori l'uomo romano da questa insopportabile situazione. Nel medioevo delle piccole comunità cristiane l'equilibrio era ritrovato.
Da noi, però, quello stesso cristianesimo ha clamorosamento fallito. Si è anzi alleato con il suo peggior nemico solo per sopravvivere più a lungo. E, come dici tu, il messaggio cristiano diventa stonato in una società del genere.
Per questo l'Islam fa proseliti: afferma una forte dimensione sociale per l'uomo, ne ristabilisce i valori e se ne infischia altamente di scendere a patti con quelle "esigenze dell'economia mondiale" a cui anche il cristianesimo si è piegato.
Catone is offline  

 



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