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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
29-08-2006, 07.31.51 | #3 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-05-2004
Messaggi: 2,012
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Riferimento: Pensiero sulla religione e a ciò ke porta
Citazione:
Se per religioni intendi insieme di credenze istituzionalizzate ed esterne al tuo sentire, imposte da un Sistema Gerarchico non posso che dirti che in fondo hai ragione..... anche se certi riti hanno un loro senso ed un loro valore poichè come tutte le cose buone danno un imprinting che è una forma di richiamo alla essenza ed interiorità, alle virtù., a valori che anche se comunemente accettati dalle società "laiche", spesso perdono quella "sacralità" che viene loro conferita dalla religione.... Ti porto un semplice esempio: La vita è un valore a priori nelle società evolute ma il senso del sacro viene attribuito alla vita dall'esistenza dell'anima e questo concetto è religioso e non laico......e siamo arrivati a considerare sacra la vita solo grazie a Maestri spirituali che ci hanno esortato all'amore, al rispetto, alla tolleranza... Che poi nella pratica si continui a togliere la vita con grande indifferenza(guerre, sterminii di massa, massacri di famiglie intere) dimostra solo che di questi messaggi sacri non si è compreso granchè e che anche la psicologia oltre che la religione hanno in parte fallito i loro scopi.... D'altra parte in tutti i templi antichi si esorta l'uomo a fare solo una cosa : CONOSCERE SE STESSO..... ma finora ci siamo limitati a conoscere tutto del corpo ( come sezionarlo, curarlo, scambiarne parti, sostiturne pareti con altre costruite dalla tecnologia) ma per quanto riguarda la conoscenza della verità siamo molto lontani..... Solo chi si mette in cammino e studia sè stesso può comprendere il valore spirituale dell'uomo, del corpo tempio dello spirito e quindi della sacralità di ogni vita........ |
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02-10-2006, 14.42.10 | #4 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 13-12-2005
Messaggi: 71
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Riferimento: Pensiero sulla religione e a ciò ke porta
Eccomi qua..., ritornato il più combattivo di prima, ostinato a far aprire gli occhi alla gente (so già che nn me la farete passar liscia per questa supposizione ).
Spieghiamo la mia affermazione: - credere nell'esistenza di Dio è la forma d'ignoranza più grande che l'uomo possa avere. La nostra forma d'ignoranza proviene da un senso di atropocentrismo che si potrae dalla nascita delle nostre mancanze. L'uomo da quando è nato ha avuto delle sfide da affrontare, più o meno impegnative. La nascita di dei e di dio viene dal fatto che l'uomo non era ed è riuscito a dare delle risposte alle sue domande. Esempio: - l'uomo primitivo non conosceva il fuoco. Ad un certo punto, un fulmine colpì un albero, che si incendiò e casualmente l'uomo scoprì il fuoco. L'uomo allora pensò:" oddio, che è sta cosa?..., però, utile, fa caldo, cuoce, illumina, aspetta che la uso. Ma come faccio a spiegare agli altri cos'è, non posso dire d'averlo trovato casualmente, sarebbe troppo umiliante..." Arriva a casa e dice:"gente, oggi ho trovato il fuoco, una cosa molto utile che ci è stata donata dal Dio del fuoco..., d'ora in poi per avere il fuoco dovremo adorare il Dio del fuoco". Questo fu il primo passo dell'uomo verso l'ignoranza.Perchè? Perchè l'uomo, per non farsi vedere ignorante, si appoggia all'idea che esista un' entità superiore che può tutto, Dio. Rapportando le questioni ai nostri giorni, del tipo:"l'universo è infinito?, qual'è il senso della nostra esistenza?..., ecc..." l'uomo, con la scusa di Dio, non fa altro che ripiegare sulle sue mancanze, ammette la sua ignoranza... Ecco perchè affermo che credere nell'esistenza di Dio è la più grande ignoranza dell'uomo, perchè è come se ammettesse la sua ignoranza dicendo:"si, sono ignorante...". L'uomo, prima o poi, grazie alla scienza, arriverà a rispondere ad ogni sua domanda. La scienza farà dell'uomo un dio..., l'unica mia paura è:" che Dio diventerà l'uomo?..., come sarà "l'uomo Dio"?..." |
02-10-2006, 15.21.37 | #5 | |
Ospite
Data registrazione: 01-10-2006
Messaggi: 17
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Riferimento: Pensiero sulla religione e a ciò ke porta
Citazione:
Sebbene sia in linea di massima d'accordo con li tuo discorso, mi sento di criticare parte delle tue motivazioni: Il discorso che Dio è la "risposta semplice" a risposte che non abbiamo, nella mia mente è una verità assoluta (prego notare "nella mia mente"), ma credo che non si debba fare confusione con un altro concetto: quello della mitizzazione. Mi spiego meglio, se tu osservi un bambino piccolo che sbatte contro una sedia non gli sentirai dire "Che stupido che sono, ho sbattuto contro la sedia", bensì "Cattiva sedia che mi hai fatto male". In quella fase mentale il bambino si trova in una condizione tale da non avere piena coscienza di se e, come conseguenza, "mitizza" quello che ha intorno attribuendogli una personalità, infatti, dare del "cattivo" ad un oggetto vuol dire "donargli la vita". Questa situazione mentale si supera grazie ad un evoluzione che l'uomo ha avuto nel tempo e, probabilmente, il modo di porsi dell'uomo primitivo era proprio questo. Anche perchè sentimenti come l'umiliazione credo che siano maturati successivamente nella mentalità dell'uomo, quando questi ha iniziato una vita civile. Pertanto l'uomo primitivo che vede un fulmine scagliarsi contro un albero e provocare del fuoco, oppure il mare agitato, oppure il rumore dei tuoni, altre spiegazioni non sa darsi se non attribuire ad essi una causa "umana" o comunque "vivente". Questo ce lo dimostra il fatto che molte civiltà antiche "percepivano" fenomeni naturali come "dei", vedi ad esempio Thor che, scagliando il suo martello, provocava tuoni e fulmini. Il discorso di Dio ignoranza è successivo, quando l'uomo, ormai evoluto, si arrende di fronte a cose non spiegabili e trova la soluzione più semplice, Dio. Ma Dio, non è solo la risposta ai più grandi misteri, Dio è anche l'appiglio morale di molte persone che trovano giovamento nella fede in esso. La morte, ad esempio, è resa meno "amara" dal pensiero del paradiso, per chi non crede in Dio, invece, affrontare la morte è più duro. Io, ad esempio, sono fermamente convito che dopo la morte ci sia il nulla e, da un lato mi conforta perchè non avrò nemmeno modo di accorgermi dell'essere morto, dall'altro lato mi spaventa perchè mi mette di fronte a due concetti che per la mia mente sono inconcepibili: non essere, e l'eternità. Difatti io non sarò per l'eternità, questo crea nella mia testa una grandissima confusione proprio perchè è uno stato per me inconcepibile al livello sensibile. Pertanto per liberare la mente da queste "masturbazioni mentali" (perdonatemi il termine) l'uomo si pone un altro modo di essere dopo la morte, affrontando, di conseguenza, con maggiore serenità la vita. |
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02-10-2006, 18.24.24 | #6 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Riferimento: Pensiero sulla religione e a ciò ke porta
Citazione:
Comunque l’uomo ha un aspetto razionale capace di analisi oggettiva ed un aspetto emozionale, soggettivo, intimo. Le scienze e le filosofie possono rispondere all’aspetto razionale dell’uomo, agli “appetiti” della ragione, ma l’aspetto emozionale, dovrebbe essere “guidato” dalle religioni. E’ mia opinione che in occidente la religione abbia perso completamente questa sua strada di guida della sfera intima nell’uomo e questo spiega la nascita della psicologia ed il suo successo nel mondo occidentale che ha una grandissima fame di spiritualità che nessuno sta saziando. |
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02-10-2006, 19.43.49 | #7 | |
Ospite
Data registrazione: 02-10-2006
Messaggi: 12
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Riferimento: Pensiero sulla religione e a ciò ke porta
Citazione:
"off-topic": Un saluto a tutti gli utenti del forum dato che sono nuovo. "end-offtopic" Io ritengo che la religione, se mi è permesso di generalizzare un campo effettivamente molto vasto e vario di pratiche, valori, credenze..., sia da considerare come un fenomeno culturale o un sistema di vita con sue logiche interne da conoscere e interpretare, tenendo presente i contesti in cui si è generata. Credere nell'esistenza di dio non mi sembra una forma d'ignoranza, bensì una forma di stare al mondo e di percepirlo secondo determinati canoni. E' un mondo tra i mondi costituito da costellazioni di simboli che a noi visti dall'esterno possono sembrare stupidi e irrazionali, ma che trovano una spiegazione e razionalità all'interno delle comunità umane che li rappresentano. Pensiamo agli studi della semiotica per quanto riguarda l'arbitrarietà dei segni (possiamo ora pensare la religione come un sistema di significati e quindi di simboli, di pratiche, che assumono un valore arbitrario a seconda del contesto, o per dirla in altri termini che cambiano, si differenziano da religione a religione) oppure agli studi dell'antropologia culturale con particolare riferimento all'antropologia interpretativa di Clifford Geertz. Jaghellone |
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02-10-2006, 19.59.00 | #8 | |
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Messaggi: 71
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Riferimento: Pensiero sulla religione e a ciò ke porta
Citazione:
A questo rispondo facendomi al pensiero del Leopardi. Dio non risolve e non allevia neppure a livello sentimentale (come dici te la questione della morte) una persona. Semplicemnte la distrae, crea l'illusione di una gioia momentanea. Ciò che il Leopardi ci insegna è che l'uomo deve avere fiducia nel suo prossimo, l'uomo deve credere nell'uomo, non in altre cose, vedi un'entità superiore. Il sollievo nelle persone affrante (sempre rifacendomi al caso della morte) lo devono dare i propri amici, i parenti, un figlio. |
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02-10-2006, 20.03.57 | #9 | |
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Riferimento: Pensiero sulla religione e a ciò ke porta
Citazione:
Van Lag, se noti io ho detto che conduco una guerra nei confronti delle religioni, ma io parlo delle religioni vere e proprie, non il buddismo, se proprio lo si vuole considerare, il buddismo è un insieme di pensieri filosofici. Dopo, che ci si sbagli a catalogarlo come religione, quello è un altro conto. Non per voler a tutti i costi "sparare a zero" sulla chiesa, ma quest'ultima una strada guida non l'ha mai avuta, o per lo meno, l'ha avuta nei libri ma non sul piano pratico!!! |
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02-10-2006, 20.32.16 | #10 | |
Ospite
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Riferimento: Pensiero sulla religione e a ciò ke porta
Citazione:
non a caso il buddismo non nasce come una religione ma come una sorta di "filosofia di vita" |
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