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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
07-10-2006, 18.06.07 | #5 | |
Ospite
Data registrazione: 06-07-2006
Messaggi: 4
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Riferimento: Rapporto tra intelletto, sentimenti, cuore.
Citazione:
Quello che avevo intuito dalla tua domanda, era proprio ciò che tu stesso hai poi confermato, e cioè quello di associare il cuore ai sentimenti. Ho voluto usare questi termini di confronto (intelletto, sentimenti e cuore) perchè è proprio su questi termini che vorrei confrontarmi. Quindi i termini di paragone che tu hai usato, sono molto interessanti, ma non sono quelli su cui volevo dialogare in modo specifico. Non credi sia un grande errore confondere il “sentimento” con “il cuore” ? Fin dalle epoche più antiche, la questione più affascinante della biologia (e ovviamente della filosofia ), cioè l'enigmatica e stupefacente capacità di un organismo di preservarsi dalla morte e di mantenersi in vita per periodi di tempo relativamente lunghi, aveva trovato nell'incessante pulsare del cuore il suo centro focale di riferimento.E fin dalle epoche arcaiche l'incessante pulsare del cuore appariva la manifestazione più tangibile dell'abissale profondità del mistero della vita. Il cuore, ad esempio per Aristotele, è sede del pensiero e principio di tutte le funzioni vitali; è, in un certo qual modo, il dio dell'organismo, nel senso che, analogamente al Dio dell'universo, è il «primo motore» dell'organismo. In altri termini, il cuore era considerato, non un “semplice” organo, ma il centro di unità e di convergenza di tutte le facoltà umane. Con la modernità (già da poco prima di Cartesio in poi), con la ricerca scientifica e sperimentale, nonostante siano lodevoli le scoperte effettuate per ciò che concerne “il cuore” (apportando all’umanità enormi benefici), si è del tutto modificata la concezione antica del simbolo del cuore , riducendolo a qualcosa di simbolico nel senso idealista, oppure ad un puro psicologismo sentimentalista. Se il “cuore” come nucleo unitivo e di convergenza delle facoltà dell’uomo è venuto a cadere, quale può considerarsi oggi il nucleo unitivo dell’uomo, ipotizzando che ne esista uno? Anche per ciò che riguarda il termine “intelletto”, trovo non giusto confonderlo con la “ragione” (cosa oggi molto usuale), la quale, a mio avviso, ne è soltanto una delle sue funzioni, come lo è anche il “sentimento”. Non credi che dovemmo aiutarci a ritrovare il contenuto profondo delle parole, per evitare di confondere tante cose/realtà e alla fine confondere anche noi stessi ? |
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