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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
03-08-2005, 14.19.57 | #4 |
Utente bannato
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L'istinto si è evoluto in un contesto in cui non c'era un'organizzazione sociale complessa da far funzionare.
L'istinto è stato plasmato dall'evoluzione per consentire all'uomo la sua sopravvivenza e l'uomo per sopravvivere aveva necessità di nutrirsi, evitare pericoli ed accoppiarsi. L'istinto viene incontro a queste necssità quando il "nutrirsi" non è fare la spesa al supermercato, ma uccidere selvaggina, distinguere tra funghi buoni e funghi velenosi. L'istinto aiuta ad evitare pericoli del tipo: buche profonde, malintenzionati minacciosi, animali pericolosi, cibo velenoso etc etc... non è plasmato per aiutarci ad esempio a fare la dichiarazione dei redditi in modo corretto. Altresì per l'accoppiamento, ci aiuterà a distinguere un consenso da un dissenso, una donna fertile da una non fertile etc etc... non ci dirà certo quale drink sia più appropriato per coquistare il tale esemplare femminile.... L'organizzazione sociale lasciamola interamente alla ragione, l'istinto è meno affidabile ed assolutamente non testato per la materia... [i]"......fondamentalmente siamo di poco avanti dall’uomo delle caverne"[/b] Puoi anche considerarti alla pari, nessuno saprebbe distinguere il DNA dell'uomo di 160000 anni fa da quello tuo. Le "differenze" risiedono nelle conoscenze e nelle abilità (cose che si acquisiscono). Un "uomo delle caverne" che nascesse oggi integrato nella società, sarebbe uomo moderno a tutti gli effetti. licenza di OT: "Se analizziamo il comportamento americano dopo l’11 settembre vediamo come esso sia fondato principalmente sull’istinto di sopravvivenza " Temo che in realtà sia frutto di un'attenta analisi tutta razionale e l'istinto di sopravvivenza sia stato il punto su cui far leva per ottenere il consenso popolare. |
03-08-2005, 14.38.52 | #6 | |
Utente bannato
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Citazione:
Bhe, per fare le cose per bene, immagino più che sufficiente dare a questa ragione la mission più naturale che c'è: perpetuare la specie. |
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03-08-2005, 14.44.35 | #7 |
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Diciamo portare verso la vita e non la morte, mi sembra più poetico. Cioè, uno sterile così, nella tua ottica risulterebbe inutile alla società. Ma anche lui o lei ha diritto alla luce e ad un approccio positivo nei confronti della vita.
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03-08-2005, 16.23.01 | #8 |
Utente bannato
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Sì Cat,
La "perpetuazione della specie" è il processo con cui l'evoluzione ha luogo, diciamo che è l'istinto base da cui si sono modellati tutti gli altri. Non è granchè poetico in effetti, ma se ci pensi bene, la perpetuazione della specie è perseguibile anche senza procheare direttamente, contribuendo al buon andamento della società. Inoltre non deve essere necessariamente un obbligo, chi non volesse contribuire non contribuisca, l'importante è evitare ciò che ostacola queste perpetuazione. Se io volessi vivere solo soletto allo stato brado nel bel mezzo dell'amazzonia (e qualche volta ci faccio anche un pensierino), non ostacolerei minimamente la continuità dell'Homo sapiens. Il dramma sarebbe a livello analitico, comprendere cosa perseguire per favorire questa perpetuazione.... |
03-08-2005, 16.25.51 | #9 |
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Nella nostra società ci sono delle ombre, ombre collettive che si aggirano e che si incarnano spesso e volentieri in demoni parecchio velenosi. Solo che poi si creano capri espiatori vittimisti che non fanno che alimentare il tutto, quando in realtà bisognerebbe semplicemente dissipare le ombre e portarle alla luce.
Oddio, sembra il discorso di un mistico religioso. Però non ho altre parole per esprimermi. |