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Vecchio 23-08-2005, 10.27.04   #1
VanLag
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VanLag contro il “laissez-faire"

La dottrina, molto in voga oggi, (soprattutto nel pensiero liberista), che asserisce che l’arricchimento di un individuo contribuisce all’elevamento del benessere di tutti, trae le sue origini da un pensiero molto più complesso e diffuso, noto col nome di laissez-faire.
Una delle definizioni di questo pensiero spiega che: - La nozione prevalente è che l'economia politica si prefigge di mostrare che la ricchezza può venire più rapidamente accumulata e meglio distribuita, ossia che il benessere umano può essere promosso più efficacemente, grazie al semplice sistema di lasciare la gente a sé stessa; cioè lasciando che gli individui seguano i suggerimenti dell'interesse egoistico, senza limitazioni da parte dello Stato o della pubblica opinione, purché si astengano dalla violenza e dalla frode. Questa è la dottrina nota comunemente come laissez-faire. (John Eliot Cairnes 1823–75)

A tali dottrine e pensieri si è voluto dare rigore scientifico e spessore filosofico, in realtà esse nascondono solo il più becero egoismo e la pretesa assurda di piegare la politica al proprio interesse. Per dimostrare questa affermazione bastano due brevi considerazioni la cui evidenza è talmente ovvia da non richiedere nessuna dimostrazione scientifica.

La prima dice: - Se i postulati del laissez-faire fossero stati veri oggi non avremmo un mondo con tre quarti dell’umanità che vive in condizioni di indigenza e di povertà e non ci sarebbe il 5 per cento della popolazione mondiale che detiene il 95 per cento delle ricchezze del pianeta –

La seconda dice: - Se oggi l’occidente gode di un benessere maggiore e più diffuso questo è dovuto non al laissez-faire, bensì alla rivoluzione industriale e tecnologica che ha determinato la facilità di produzione dei beni. –

Il laissez-faire, nelle nostre società è responsabile del fatto che, nonostante l’aumento vertiginoso della capacità produttiva, a godere i benefici della produzione, siano ancora oggi poche sacche di privilegiati, i quali, non hanno altro titolo che quello di avere usato la proprietà per ricattare gli altri.
Cioè, in pratica, chi possiede i beni di produzione, si auto-conferisce il diritto di fare ciò che vuole, dimenticando che il concetto di proprietà, quindi il possesso di quei beni di produzione è sancito dal “contratto sociale”, cioè da quelle stesse convenzioni, regole e leggi, che il laissez-faire vorrebbe togliere di mezzo.

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Vecchio 30-08-2005, 14.18.43   #2
Lord Kellian
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Concordo pienamente. Non so, forse avresti dovuto postarlo in Cultura e società...

E' un peccato che discussioni di tal tipo non abbiano seguito...

Tu cosa proporresti? Come fa la politica a distaccarsi dai giganteschi interessi economici di multinazionali e banche che ci porprinano tale idea come se fosse reale ed oggettiva?
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Vecchio 30-08-2005, 14.52.11   #3
VanLag
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Tu cosa proporresti? Come fa la politica a distaccarsi dai giganteschi interessi economici di multinazionali e banche che ci porprinano tale idea come se fosse reale ed oggettiva?
Credo che l’unica cosa che possiamo fare è cercare di spiegare ai liberisti, che difendono la teoria di un mercato senza regole, come il loro teorema non sia sostenibile proprio per la contraddizione che racchiude in se e cioè che non è possibile invocare le regole e le leggi a garanzia della proprietà privata, entità su cui si basa il mercato, e poi rifiutarle quando non fanno più comodo. La legge o c’è o non c’è.

Se c’è definisce i diritti ed i doveri a cui tutti devono sottomettersi. Se non c’è allora non c’è neanche la proprietà privata e ad avere il possesso dei beni materiali, può essere lo stato, come nei modelli comunisti dove le masse si sono unite diventando la forza preponderante, oppure il più delinquente come i paesi dove la legge è debole e regnano le mafie.

La politica, per definizione, deve essere sopra le parti. Io auspico sempre uno stato snello e forte che non si lasci condizionare nel dall’economia, ne dall’ideologia, (la religione), perché solo così potrà veramente tutelare gli interessi di tutti.

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Vecchio 30-08-2005, 15.53.47   #4
VanLag
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Per le cronache nel 1926 l’economista inglese John Maynard Keynes (1883-1946) scrisse un saggio dal titolo “la fine del laissez-fair”.
Maynard fu l’ideatore del “welfare state”, il modello adottato in America da Roosvelt e dall’Inghilterra e dalla Francia , per fronteggiare la recessione di inizio secolo. Il welfare state poi è diventato l’attuale modello al quale si ispirano le democrazie, tant’è che anche in Italia abbiamo un ministro del Welfare.
Ma l’originale ricetta di Maynard individuava nell'insufficiente capacità di consumo delle grandi masse i motivi reali della grande crisi. Conseguentemente,Maynard era contrario alla compressione salariale, e vedeva nell'innalzamento delle retribuzioni una ricetta per scongiurare i pericoli di un futuro crollo dell'economia. In pratica il welfare prevedeva di dare sicurezza al cittadino medio.
Quello che succede oggi è ben diverso. Le ultime leggi del ministro del Welfare Italiano, (ministro Maroni legge Biagi), invece tolgono al cittadino ogni sicurezza.Come giustamente si lamenta chi, in cultura e società, ha aperto il 3d - La legge Biagi -
Questo per dire che lo chiamano ministro del Welfare ma con l’originale idea di welfare state ha poco a che fare e meglio sarebbe chimarlo ministro della confindustria.

Dopo la caduta del muro di Berlino, dove si è reso evidente che il modello economico Marxista non era proponibile, il capitalismo, in una sorta di reazione, ha alzato di molto le pretese cercando di scavalcare la politica, ma questa è evidentemente una reazione che se non si ridimensiona, è destinata a sua volta a scatenare contro reazioni, come ad esempio gli scioperi che contrassegnarono il 68.

Nota folcloristica: - La massima laissez-faire sembra che nasca da un mercante francese del sedicesimo, tale Legendre, che al ministro Colbert che gli chiedeva: - Cosa posiamo fare per aiutarvi, (negli affari) - rispose: - lasciateci fare –
(«Que faut-il faire pour vous aider?», chiese Colbert. «Nous laisser faire», rispose Legendre).

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Vecchio 30-08-2005, 16.12.52   #5
Lord Kellian
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Il fatto è che ormai anche la sinistra ha accettato il liberismo. Se si parla contro questo dogma si viene bollati come "comunisti" oppure come no-global, un movimento che non ha nemmeno rappresentanti in parlamento...

Magari bastasse "spiegare"! Se agli uomini bastasse spiegare le cose razionalmente le fedi religiose non avrebbero mai preso il sopravvento. Invece come ben sappiamo per esempio in Europa il cristianesimo dogmatico intransigente ha regnato per mille anni almeno!

Scusa il pessimismo...
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Vecchio 30-08-2005, 16.16.30   #6
epicurus
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Re: VanLag contro il “laissez-faire"

Citazione:
Messaggio originale inviato da VanLag
La dottrina, molto in voga oggi, (soprattutto nel pensiero liberista), che asserisce che l’arricchimento di un individuo contribuisce all’elevamento del benessere di tutti, trae le sue origini da un pensiero molto più complesso e diffuso, noto col nome di laissez-faire.
[...]
A tali dottrine e pensieri si è voluto dare rigore scientifico e spessore filosofico, in realtà esse nascondono solo il più becero egoismo e la pretesa assurda di piegare la politica al proprio interesse. Per dimostrare questa affermazione bastano due brevi considerazioni la cui evidenza è talmente ovvia da non richiedere nessuna dimostrazione scientifica.

La prima dice: [...]
La seconda dice: [...]

Ciao Van, concordo in pieno con quanto dici. In più, oltre alle tue 2 valide dimostrazione della falsità del laissez-faire, ce n'è un'altra che si colloca proprio sul terreno nel quale il laissez-faire avevo preso la sua forza: il terreno del rigore scientifico. Il premio nobel Nash (e la teoria dei giochi in generale), infatti, ha dimostrato formalmente che vi sono un'enormità di situazioni dove la scelta ottimale non è quella di competere, ma di cooperare.

Ultima modifica di epicurus : 30-08-2005 alle ore 16.18.35.
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Vecchio 30-08-2005, 17.09.25   #7
epicurus
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Tu cosa proporresti? Come fa la politica a distaccarsi dai giganteschi interessi economici di multinazionali e banche che ci porprinano tale idea come se fosse reale ed oggettiva?

Prova a dare un occhio al mio documento al link: http://www.epicurus.altervista.org/d...eta_ideale.htm
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Vecchio 30-08-2005, 20.41.20   #8
VanLag
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Il fatto è che ormai anche la sinistra ha accettato il liberismo. Se si parla contro questo dogma si viene bollati come "comunisti" oppure come no-global, un movimento che non ha nemmeno rappresentanti in parlamento...

Magari bastasse "spiegare"! Se agli uomini bastasse spiegare le cose razionalmente le fedi religiose non avrebbero mai preso il sopravvento. Invece come ben sappiamo per esempio in Europa il cristianesimo dogmatico intransigente ha regnato per mille anni almeno!

Scusa il pessimismo...
Il pessimismo è comprensibile nella nostra attuale fase italiana ma proprio per questo occorre non rinunciare ad esprimere il nostro punto di vista.
Poi non sottovalutare il parlarne. Certo è solo un battito di ali di farfalla, ma io credo in chi ha affermato che – un battito di ali di farfalla si unisce a mille e mille altre correnti e forma un uragano, diciamo a New Orleans, (che è molto attuale).

D’altro canto la realtà sociale si basa su delle - forme pensiero – e quelle forme sono influenzate proprio dal parlarne, dal fare circolare le idee, anche se solitamente sono i filosofi che le catalizzano e danno le linee guida per le nuove svolte sociali. Ma nello stesso tempo, nel pensiero dei filosofi c’è tutta la società, basta pensare al pensiero marxista ed ecco che è subito evidente come esso abbia rappresentato il tentativo di risposta di una società che si ribellava alla disumanizzazione e alle ingiustizie che la rivoluzione industriale portava con se. Nello stesso tempo guarda come è stato potente quel pensiero nell’influenzare tutte le vicende contemporanee.

Non stò dicendo se questo sia bene o male….. Non è questa la sede….ma certamente sono convinto che sia così che funziona lo sviluppo della società.

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Vecchio 30-08-2005, 20.47.24   #9
VanLag
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Prova a dare un occhio al mio documento al link: http://www.epicurus.altervista.org/d...eta_ideale.htm
Grazie epicurus!
per ora ho dato solo un occhio al tuo sito che mi piacerebbe leggere ma che non so se riuscirò mai farlo.
Però se mi dici che nel tuo sito dai anche una sintesi del pensiero di Nash e la sua - teoria dei giochi in generale - credo proprio che la leggerò.
Non conoscevo ne Nash ne la sua teoria e dopo che ne hai parlato ho cercato su internet per colmare la lacuna..... ma c'era troppo da leggere ed una sintesi farebbe comodo.

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Vecchio 31-08-2005, 17.52.47   #10
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Grazie epicurus!
per ora ho dato solo un occhio al tuo sito che mi piacerebbe leggere ma che non so se riuscirò mai farlo.
Però se mi dici che nel tuo sito dai anche una sintesi del pensiero di Nash e la sua - teoria dei giochi in generale - credo proprio che la leggerò.
Non conoscevo ne Nash ne la sua teoria e dopo che ne hai parlato ho cercato su internet per colmare la lacuna..... ma c'era troppo da leggere ed una sintesi farebbe comodo.

Di niente

Volevo precisare che il link che ho postato non riguarda la teria dei giochi o simili, ma riguarda solo un documento che scrissi io un po' d'anni fa in cui proponevo un modello di società "ideale", dove con 'ideale' intendo 'equa'.

Per quanto riguarda la teoria dei giochi:
Links generale alla teoria dei giochi:
http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_dei_giochi
http://www.collegioborromeo.it/files...5/TdG_lez1.pdf

Link al caso specifico:
http://www.collegioborromeo.it/files...g_ortona_1.pdf

Comunque, puoi anche non leggere i links, ma almeno leggi questo qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Equilibrio_di_Nash .

Qui è riportato - in fondo alla pagina - la conclusione alla quale volevo arrivare: la matematica ci dimostra che l'egoismo cieco non porta al benessere della società.


epicurus
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