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Messaggio originale inviato da Jack Sparrow
pensare che le regole della chimica o della biologia o della psicologia sono DIVERSE da quelle della fisica sembrerebbe evidente. però qualcosa non mi convince. forse siamo solo noi ad essere limitati; facciamo un'analogia con la matematica: la potenza sembrerebbe una cosa diversa dall'addizione, e in effetti segue regole proprie.
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però 2 elevato a 3 non è altro che 2x2x2, ovvero [(2+2)+(2+2)].
qui il riduzionismo appare evidente solo perchè il caso è molto semplice e intuitivo. ma se trattiamo del comportamento di operazioni matematiche diverse il "salto" sembra incolmabile, e riconducibile per forza alla t. della compl.
POTREBBE anche darsi che il "salto" tra la fisica e le altre scienze sia dovuto a nostri limiti di comprensione.
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Ciao Jack
, quello che dici è molto interessante, e vale sicuramente la pena di esser discusso.
Sì, la potenza è riducibile all'addizione. In più ci sono altre riduzioni molto famose.
Russell ci insegnò che i numeri sono riducibili agli insiemi. E Turing ci insegnò che ogni calcolo possibile è riducibile alle operazioni di scrittura e lettura su un unico nastro; cioè, con la sola possibilità di leggere/scrivere su un solo nastro, possiamo calcolare tutto ciò che è calcolabile (se proprio si volesse scartare la tesi di Turing-Church si dovrebbe comunque ammettere almeno che uno stragrande insieme di calcoli è risolvibile in quel modo).
Però quello che andiamo argomentando io e Weyl vorrebbe proprio offrire delle basi sulle quali poter dire "è vero che ci sono teorie (o proposizioni) che sono riducibili ad altre teorie (o proposizioni), ma nel caso del mentale le cose stanno diversamente: il parlare del mentale non è proprio riducibile al parlare del fisico-chimico".
Mi ripeterò sicuramente (e di seguito sarà quasi interamente un lavoro di copia-incolla di quanto da me già detto), ma cercherò brevemente di spiegarti perchè sostengo la tesi (linguistica, e non certo ontologica) antiriduzionistica del mentale rispetto al fisico.
Il mentale possiede due proprieta' che rendono impossibile il riduzionismo: (1) olismo e (2) razionalita'.
(1) L'olismo del mentale afferma che ogni nostro atteggiamento proposizionale (credere, dubitare, intendere, temere, odiare, etc.) e' quello che e' data la sua posizione della fitta maglia interconnessa di tutti gli altri atteggiamenti proposizionali. E questo dato di fatto mi sembra innegabile.
(2) L'uomo utilizza standard di razionalita' sia nei suoi atteggiamente proposizionali sia quando cerca di interpretare un parlante (Davidson ha dimostrato come cercare di interpretare un parlante come un agente razionale sia strettamente indispensabile) che sono totalmente assenti nel mondo fisico.
Ma ritengo più importante, e probabilmente decisiva, la seguente argomentazione. Quando noi descriviamo il mondo, non ci curiamo di assicurarci che ogni 'categoria' da noi usata sia riducibile a quelle elementari della fisica-chimica: è inpensabile credere che 'essere geloso' sia traducibile in un linguaggio fisico-chimico. E' ovvio che data una persona gelosa io possa descrivere la tutto il suo cervello solo in termini fisici-chimici (senza tralasciare nulla); ma non riusciremo mai ad avere una descrizione fisico-chimica generale che racchiuda il generico 'essere gelosi' perchè tale descrizione non esiste. Questo fa parte intrinseco del nostro linguaggio; ed è ciò che lo rende così potente e flessibile.
Ciao Jack
epicurus