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03-09-2002, 10.26.00 | #63 | |
Ciò che è, è!
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Re: Enrico, spiegami...
x Maikol
Citazione:
...questa ultima domanda è solo il sunto di tutto ciò che c'è stato prima, che ti sei lasciato indietro senza considerarlo. Viene l'europeo (dopo la scoperta di Colombo) con i suoi valori di proprietà privata, imprenditorialità, "duro lavoro" e "guadagnarsi la pagnotta" in terra americana dove trova degli strani esseri che a stento considera umani e pretende di impossessarsi indebitamente di tutto ciò che c'è senza chiedere il permesso a chi già ci abitava da tempi antichissimi e poi, come se non bastasse va in Africa a "chiedere" forza-lavoro. Come lo chiami questo, un atteggiamento normale di una società che, come tutte le altre si dedica ai propri interessi? Non sai quanto mi puzza sapere che una civiltà che mostra una facciata di rispettabilità si sia sporcata di così tanti delitti all'uomo solo per l'interesse personale. Ti ripeto, la proprietà privata è un invenzione umana. Quando nasci, nasci nudo come madre-natura ti ha fatto. Poi pretendi di essere l'esclusivo proprietario (indebitamente) di qualcosa. Uomo bianco/imprenditore, tu metti recinti nel terreno e dici che è terra tua, imbottigli l'acqua degli iceberg e dici che è tua... fra un po' imbottiglierai anche l'aria di montagna dicendo che è tua per venderla ai poveri cittadini di pianura. Per il denaro guarda quanto ridicolo stai diventando!!!... Gli indiani (nativi d'America lo sapevano benissimo e non si sono mai discostati dal vedere la terra e gli oggetti personali solo come dei beni da custodire, amministrare o donare, ma mai possedere, non avevano neanche il senso del termine "possesso" nel loro vocabolario). Pensaci bene, OGGETTIVAMENTE!!! Ciao, C. "Vi è molto di folle nella vostra cosiddetta civiltà. Come pazzi voi uomini bianchi correte dietro al denaro, fino a che ne avete così tanto, che non potete vivere abbastanza a lungo per spenderlo. Voi saccheggiate i boschi e la terra, sprecate i combustibili naturali, come se dopo di voi non venisse più alcuna generazione, che ha altrettanto bisogno di tutto questo. Voi parlate sempre di un mondo migliore, mentre costruite bombe sempre più potenti, per distruggere quel mondo che ora avete." Tatanga Mani Tratto da: "Sai che gli alberi parlano?" ed. Il Punto D'Incontro - http://www.edizionilpuntodincontro.it pag.120 Ultima modifica di Claudio : 03-09-2002 alle ore 10.28.06. |
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04-09-2002, 18.26.45 | #65 |
Ciò che è, è!
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il senso di avere un'idea...
Ho semplicemente voluto evidenziare che una società occidentale che si ritiene avanzata e progredita in sé può contenere una brutalità senza scrupoli e che viceversa una società retrograda a livello materiale come quella degli indiani d'America può contenere in sé una saggezza che gli occidentali hanno perso da secoli. Queste comunque sono generalizzazioni. Ma che tu non hai neppure colto, o se lo hai fatto ti guardi bene dal constatare.
Seguo con una lettura che ho scritto per te maikol: La società è fatta di relazioni non di ideali. L'"Oggettivismo" è un movimento che crede in un certo ideale, ma concretamente, per spiegarla ad un bambino delle elementari, è semplicemente un gruppo di uomini che si trova d'accordo su certe idee. Le relazioni che queste persone instaurano con il mondo non possono avere nulla di speciale rispetto a chi si dichiara comunista, fascista, pacifista, ecc. Certo cambiano gli stili di vita, cambiano le identità, ma tutti noi siamo dentro una così complessa rete di relazioni che il senso dell'avere un ideale sfuma nella realizzazione quotidiana, incontrando e vivendo con chi ha altre tendenze, altri desideri, altre aspirazioni, altri ideali di mondo e di società. Paragoniamo gli ideali al denaro; in sé il denaro è fatto di pezzi di carta e di ferro ben decorati che se non si tramutano in beni o servizi per l'uomo, non hanno alcun valore. Inoltre non avrebbe senso ostinarsi a tenere in tasca della moneta fuori corso, se non per un legame affettivo, numismatico, scaramantico... Così se non usiamo concretamente le nostre idee, possono solo occupare spazio negli scaffali o intrattenere un piacevole salotto con belle parole o far passare una mezzoretta di lettura su qualche sito che si diletta di questi svaghi intellettuali. Così mi chiedo: che cosa ce ne facciamo delle nostre idee?! E chiedo a Maikol, che insieme ad altri ha contribuito a diffondere l'idea (o chiamala come vuoi) dell'Oggettivismo: cosa stai concretamente realizzando nella tua vita, nelle tue relazioni quotidiane, nel mondo che ti circonda? Non ti chiedo di darmi una risposta, la domanda fattela a te stesso, però, ti prego non parlare di idee; abbiamo appena detto che sono come il denaro. Hai quel denaro (le tue idee),... che cosa ci compri con quelle idee. Sto parlando di adesso, non in un qualche futuro. Cosa ti stanno fruttando quelle idee, in termini di miglioramento della qualità della tua stessa vita quotidiana. Quelle tue idee ti stanno aiutando a vivere meglio, più felice, più in pace con gli altri; ti aiutano a risolvere meglio di altri gli stessi problemi che incontriamo tutti noi nella nostra quotidianità? Dimmi se è così, perché sappi che fra il denaro e un'ideale c'è anche una certa differenza: La grande differenza fra avere un'idea e avere un bene materiale è che se ti dò un oggetto e tu me ne dai un altro, rimaniamo entrambi con un oggetto a testa; ma se ci scambiamo le idee, cresciamo entrambi con un'idea in più. Ma dubito che nutrendo un ideale si possa sbrigare meglio le faccende della vita. Forse fantastichiamo di più e sentiamo meno il dolore e l'impegno del vivere con responsabilità. Siamo esseri umani. Ma quando ci daremo una mossa??? Se nessuno si è preso la briga di leggere "La rete del pensiero" che ho citato in questo tread, così vi cito un tratto che potrebbe essere utile per ridimensionare il senso di urgenza e l'importanza di una regolamentazione esterna (partiti, fedi, regimi vari) senza badare a ciò che abbiamo dentro. "Bisogna essere estremamente seri, non superficiali e distratti, ma veramente interessati, per comprendere il comportamento degli esseri umani, per capire come ha potuto il pensiero umano portarci fino a questo punto. Dobbiamo essere capaci di indagare con molta attenzione e cautela, e di osservare a fondo per capire che cosa sta avvenendo fuori di noi e dentro di noi. L'attività interiore, a livello psicologico, prende sempre il sopravvento sull’attività esteriore. Per quanti sforzi facciate per imporre dall’esterno regolamenti, sanzioni, decisioni, questi saranno sempre buttati all'aria dai vostri desideri, dai vostri timori, dalle vostre preoccupazioni, dal vostro bisogno di sicurezza. Se non capiamo che le cose stanno così, anche se creeremo esteriormente una parvenza di ordine, il disordine che ci portiamo dentro avrà sempre il sopravvento sui confomismi esteriori, sulle regole e sulla disciplina imposte dall'esterno. Potranno esserci istituzioni politiche, economiche, religiose, accuratamente realizzate, ma in qualunque modo queste funzionino, se la nostra coscienza interiore non è completamente in ordine, il disordine che ci portiamo dentro avrà sempre la meglio su quanto esiste esternamente. Questo lo abbiamo visto accadere storicamente, e anche ora sta accadendo la stessa cosa davanti ai nostri occhi. È un fatto." tratto da "La rete del pensiero" (https://www.riflessioni.it/testi/pensiero.htm) Ora quale è il senso di ciò che ho scritto? Riflettere! Non giudicare. Che senso ha rispondere con idee o giudizi preconfezionati? Ciao Cla |