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15-02-2005, 10.45.09 | #24 |
Ospite abituale
Data registrazione: 15-12-2004
Messaggi: 404
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marcio...
Sì, io penso che, chi più chi meno, ognuno di noi abbia un po' di marcio dentro e, ancora, penso che, se è pur vero che ognuno ci guarderà con occhi diversi, tentare di conoscersi il più possibile sia doveroso, anzitutto per noi, poi per meglio rapportarci con il mondo esterno...del resto, se non cerchiamo di essere chiari con noi stessi, come possiamo pretendere che gli altri lo siano con noi?
Ciao, viand... Herz |
15-02-2005, 10.59.21 | #25 |
stella danzante
Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
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il fatto e' herr ke tu ne parli come se la cosa fosse possibile, noi nn sapremo mai tante cose d noi stessi, possiamo tentare d capire il perke' agiamo in un modo piuttosto ke in un altro, possiamo cercare d approfondire la ns conoscenza, ma nn l'otterremo mai l akiarezza assoluta, ma anke quando, la kiarezza c appare assoluta, quando ho ad es. la certezza ke per me ateo significa qlksa d puro (), se una persona nella sua massima kiarezza mi kiama atea, io lo posso prende come un complimento, ma c'e' il 50% delle probabilita' ke la stia usando come offesa
se dico cane, intendendo qlksa d bello, affezionato, fedele, cio' nn toglie ke se do' del cane a qlkno possa recepirla come offesa, e c sarebbero migliaia d esempi d come le idee anke se sono kiare a noi e anke se agli altri arrivano kiare per la loro idea ke hanno dell'idea, non elimina il pericolo d fraintendersi definiamo l'idea ke hai d kiarezza dunque perke' qui c'e' qlksa ke nn mi torna intendi kiaro univoco ke nn da' adito a nessuna possibile reinterpretazione? come un numero? ecco possiamo essere numero a noi stessi e agli altri? |
15-02-2005, 11.01.25 | #26 |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-10-2004
Messaggi: 365
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Buon Giorno !!
Caro Herzog, approvo il discorso del marcio ch c'è in ognuno di noi. Ma riflettendoci mi porrei questa domanda : Ma non è che quel marcio che c'è dentro di noi, è visto tale, perchè qualcuno, la società mi dice che qul tipo di cose che penso o quegli stili di vita che ho, sono visti come del marcio e quindi anche io li vedo tali ? Puo' essere una scioccehzza, ma secondo me, nella conoscenza di noi stessi influisce molto il mondo in cui viviamo. L'ambiente, i microcosmi che tutti i giorni ci si presentano come mega mondi. E noi ci districhiamo in quei mondi facendo trasparire quella parte di noi, che in quella determinata occasione appare come buona qualità, ma che magari, in un'altra occasione, in un altro ambiente figurerebbe come MARCIO. Non so. Per dire al tempo di Hitler credo che qualcuno pensasse davvero di essere superiore agli ebrei, ma probabilmente perchè il sistema gli aveva fatto credere questo. Quindi pensare quello che pensavano i tedeschi era giusto, mentre per il resto del mondo era qualche cosa di folle , non di marcio di FOLLE. E magari pensavano queste cose, persone rispettabilissime e di buon senso. Diciamo che siamo molto volubili ( o meglio, molti di noi lo sono ) . In definitiva, come dice la Viandante, è quasi impossibile conoscere realmente se stessi. E molto spesso quando succede qualche cosa, che non rietra nella nostra normale concezione delle cose, ci meravigliamo dei nostri atteggiamenti, delle nostre reazioni. Uno , Nessuno, Centomila... ma non è che tutti noi siamo composti da varie personalità ed è per questo motivo che ci vien impossibile conoscerci fino in fondo ? Saluti e buona giornata Fra |
15-02-2005, 11.07.33 | #27 |
Ospite abituale
Data registrazione: 15-12-2004
Messaggi: 404
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chiarezza...
Ciao, viandy e ari, e grazie per le vostre sollecitazioni, alle quali cercherò di rispondere (scusate se non sarò esaustivo, ma vi rispondo "a memoria", senza avere il vostro testo sott'occhio)...allora, io parlo di conoscenza di sé, per quanto possibile, nel senso che si può cercare di conoscersi dentro, quello che conta, a mio giudizio, come in molte cose, è il metodo con il quale si procede...se lo si fa con rigore, con onestà (bando agli alibi), sapendo ascoltarsi e ascoltare con umiltà ed apertura, qualcosa si può ottenere...e questo vale anche per il discorso fatto da ari: è vero che una certa società, un contesto, ci possono condizionare, anche più di quanto si possa immaginare: l'unica cosa che posso fare è, anche qui, cercare di esercitare sempre e dappertutto senso critico, non accontentandomi mai e informandomi ovunque sia possibile, senza preconcetti...ripeto, per me, pur sapendo che si tratterà di risultati sempre parziali (che faranno da trampolino per il percorso successivo) quello che conta sono i principi ed il metodo...
Ciao a tutti Herz |
15-02-2005, 11.10.40 | #28 |
Ospite abituale
Data registrazione: 15-12-2004
Messaggi: 404
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piccola aggiunta
Una piccola aggiunta, scusatemi...io penso che sia possibile conoscersi molto a fondo (forse anche fino in fondo), il che non significa sapere cosa faremo di preciso e nei dettagli in un dato momento, di fronte ad una determinata situazione...ma un'idea sì, quella possiamo averla...si tratta, ancora una volta, di attenersi a dei principi (e, in questo, sono grato agli stoici - vedi thread relativo)
Hertz |
15-02-2005, 12.18.07 | #29 |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-10-2004
Messaggi: 365
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Eh si Herzog,
la soluzione sta nell'evitare di crearsi ad ogni situazione un alibi che ci faccia sentire meglio con noi stessi. E poi parliamoci chiaro, siamo tutti o quasi coscenti del fatto che se stiamo per compiere un azione, sappiamo anche se quell'azione sia giusta o sbagliata. es. Tradire la propria ragazza : Si sa che è sbagliato ma molti lo fanno, creandosi poi delle scuse. Tradire con la ragzza del migliore amico è sbagliato tutti lo direbbero, anche quelli che l'hanno fatto. Ma quando siamo noi ad analizzarci,chissà perchè il piu' delle volte troviamo una giustificazione. Ergo, siamo capaci di conoscerci, ma non siamo capaci di bloccarci (non sempre è ovvio) pur sapendo di sbagliare. Salutozzi e buon appetito FRa |
15-02-2005, 15.57.49 | #30 |
eternità incarnata
Data registrazione: 23-01-2005
Messaggi: 2,566
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Non sono d'accordo con chi afferma che in ognuno di noi c'è del marcio, in quanto ciò significherebbe dare un giudizio aprioristico, senza conoscere la vita di ognuno di noi, le motivazioni che lo spingono a compiere qualcosa che definiremmo errore. Io credo che il discorso sia da inquadrare nel contesto in cui si sviluppa ed i ragionamenti successivi debbano partire da quel contesto. Ci sono, per esempio, diverse motivazioni per cui una persona ruba. Lo sanno tutti che rubare non va bene, però quando si ha fame e non si ha il becco di un quattrino. Non voglio qui sostenere la tesi che "il fine giustifica i mezzi". Tuttavia pensiamoci prima di dare dei giudizi.
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